martedì 15 settembre 2009

La crisi non è finita. Stiglitz lancia l'allarme su Wall Street Italia

BANCHE USA: SITUAZIONE PIU' GRAVE DEI LIVELLI PRE-LEHMAN
di WSI


Il premio Nobel Stiglitz lancia l'allarme: i problemi sono maggiori di quelli del 2007, prima dello scoppio della crisi. L'imperativo e' ridurre le dimensioni eccessive degli istituti principali. L'economia mondiale ha ancora molta strada da fare.
Joseph Stiglitz, il premio Nobel per l'Economia, e' convinto che gli Stati Uniti non siano riusciti a risolvere i problemi del sistema bancario del Paese che si sono venuti a creare dopo il "credit crunch" e il collasso di Lehman Brothers, che l'anno scorso misero in ginocchio l'intero mondo finanziario.

"Negli Stati Uniti e in moltri altri Paesi, le banche 'troppo grandi per essere lasciate fallire' sono diventate ancora piu' imponenti", ha detto oggi l'economista in un'intervista concessa a Bloomberg. "I problemi sono piu' gravi di quelli del 2007, prima dello scoppio della crisi".




I commenti di Stiglitz, un tempo chief economist della Banca Mondiale e membro del Consiglio di Consulenti Economici della Casa Bianca, fanno eco a quelli dell'ex presidente della Federal Reserve Paul Volcker, che ha avvertito l'amministrazione Obama, suggerendo di ridurre le dimensioni di alcuni big della finanza, cosi' come quelli del Governatore della Banca di Israele, Stanley Fischer, che il mese scorso ha segnalato che i governi dovrebbero scoraggiare gli isituti finanziari dall'assumere dimensioni "eccessivamente grandi".

L'economia mondiale, ha proseguito Stiglitz, "e' ancora molto lontana" dal mettere la parola fine ai suoi problemi, anche se va segnalato che si e' allontanata dal precipizio dove si trovava nei giorni successivi al collasso di Lehman. Un anno dopo il crac della banca, che ha costretto il Dipartimento del Tesoro a iniettare miliardi di dollari nel sistema finanziairo, gli asset di Bank of America sono aumentati, mentre quelli di Citigroup rimangono intatti. Se da un lato Obama ha intenzione di fare i nomi di quelle banche che vengono giudicate "sistematicamente importanti" e che saranno soggette a controlli piu' severi, e' anche vero che i piani di Washington non prevedono l'obbligo di ridurre le dimensioni o semplificare la loro struttura.

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