sabato 21 novembre 2009

Rito Ambrosiano, Rito Napoletano, Rito Palermitano


Se penso alla stagione di " MANI PULITE " ed al RITO AMBROSIANO mi vengono in mente alcuni numeri ed alcune immagini. I numeri sono quelli relativi al rapporto INQUISITI/ CONDANNATI.

Una delle immagini è quella di un portone romano dietro il quale una rampa di scali porta al primo ed al secondo piano delle riservatissime ed esclusive stanze.

L'altra è quella delle meravigliose colline del Mugello.

Se la rampa di scali fu una cima inviolabile, la scalata collinare fu una passeggiata!

Che l'operazione MANI PULITE fosse necessaria, amata e fortemente gradita al popolo è fuori di dubbio. Che, alla luce del bilancio giudiziario ed umano, la Procura Ambrosiana abbia fatto FLOP è sotto gli occhi di tutti.

FLOP parziale si badi, perchè al MUGELLO fu un trionfo.


Parlando del RITO NAPOLETANO non posso non ricordare due nomi:

ENZO TORTORA ed AGOSTINO CORDOVA, Capo della Procura di Napoli.

Se del primo caso è nota l'inconsistenza accusatoria e la colpevole e vessatoria persecuzione da parte di Magistrati INCAPACI, del secondo vorrei pubblicare uno stralcio documentario dagli archivi del SENATO della REPUBBLICA.

Legislatura 14º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 096 del 19/12/2001
Interpellanze

NOVI - Al Ministro della giustizia - Premesso:

che risulta all'interpellante che la Procura di Napoli da anni è sottoposta ad un vero e proprio assedio da parte dal crimine organizzato, di settori di istituzioni deviate e di aree politiche che puntano a creare i presupposti necessari per provocare una condizione di incompatibilità ambientale nei confronti del procuratore Cordova;

che persino alcuni settori della magistratura napoletana, probabilmente senza volerlo, con la diffusione reiterata di documenti polemici contro il procuratore Cordova tendono ad accreditare la tesi dell'incompatibilità ambientale;

che la I e la VII Commissione del CSM sembrano dare ascolto a questo tramestio di forze e interessi in conflitto con il procuratore Cordova;


(omissis)

che il sostituto procuratore Vittorio Russo si autoassegnava il fascicolo dell'inchiesta, dando vita ad una incomprensibile collaborazione con alcuni dei funzionari inquisiti;

che il procuratore Cordova si è visto costretto ad istituire un ufficio impugnative per poter impedire che una inspiegabile riottosità di molti PM ad impugnare le sentenze contribuisse a rafforzare la sub-cultura dell'impunità molto forte a Napoli e provincia;

che pur in presenza di questa sub-cultura dell'illegalità ben 47 sostituti hanno contestato l'istituzione dell'ufficio impugnative;

che, in molti casi, criminali che hanno aperto il fuoco contro le loro vittime si sono visti condannare per lesioni e non per tentato omicidio e che la mancata impugnazione della sentenza ha di fatto favorito questi criminali;

che l'area dell'illegalità politica e camorrista è in attesa spasmodica di una pronuncia del CSM che dichiari l'incompatibilità ambientale del procuratore Cordova;


( omissis )

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda attivare tutte quelle procedure necessarie per garantire la legalità in una città come Napoli, dove i poteri criminali sono radicati e diffusi.

STOP.



Sappiamo come finì la storia: IL PROCURATORE CAPO AGOSTINO CORDOVA fu rimosso!


(http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=14&id=00010356&part=doc_dc-allegatob_ab-sezionetit_i&parse=si con questa stringa è reperibile l'intera mozione)



RITO PALERMITANO

Antonino Ingroia, pm antimafia di Palermo, giovedi, ad ANO ZERO ha dichiarato :«Che cosa ha fatto Kohl in Germania quando fu indagato? Si è dimesso». È sparito dalla circolazione. E che cosa dovrebbe fare Berlusconi? Risposta altrettanto scontata: togliere il disturbo. Questo è l’obiettivo delle indagini di Palermo. «Ingroia appartiene evidentemente a quel ristretto numero di magistrati che ritengono che il loro impegno nella giurisdizione e l’azione politica sono le due facce della stessa medaglia», ha dichiarato in una nota il capo dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto. «Non a caso i magistrati che seguono questa linea ricercano anche il massimo di esposizione mediatica, li vediamo in televisione a esprimere con il massimo di intensità possibile questa doppia militanza».


Il quadro è chiaro: " diciamo NOI chi è degno; NOI che siamo gli "ELETTI".....NON ELETTI....ma AUTONOMINATI. NOI sparuta ma agitata minoranza di una pubblica funzione, NOI che abbiamo dato prova di efficienza, NOI con 10 milioni di fascicoli sui tavoli, NOI che ogni anno decidiamo quali siano le pratiche che "VANNO IN PRESCRIZIONE" fra le 170.000/200.000 che si prescrivono con l'attuale legge"

E il milionario Santoro tiene bordone!




P.S.

Il Csm promuove il giudice accumula-sentenze

di Anna Maria Greco - ore 08:40 da IL GIORNALE

Ispezione shock al Tribunale di Milano: imputati "dimenticati" in carcere per 4 mesi, decisioni sepolte anche per 6 anni. Scattano 14 azioni disciplinari. Nel mirino anche una toga considerata "entusiasta e produttiva". Ma è in ritardo in sette processi su dieci. Il record: 2.066 giorni per una sentenza


Intanto un detenuto si suicida in carcere. Avevano dimenticato di notificargli l'ordine di scarcerazione !





Facciamo parlare i numeri

Processi in corso.....lento pede.....10.000.000 ( 3.900.000 penali)

1 volta su 8 si rinviano i processi per errore di notifica
1 volta su 8 non si presenta il giudice

I procedimenti estinti con l'introduzione del processo breve sarebbero non più di 100.000 (1%)Fonte : Rai News 24 : intervento dell'on.le Straquadanio





UN VECCHIO "PAPELLO"


TERREMOTO A NAPOLI

Un’assemblea storica


di Sergio Gallo

http://www.giustiziacarita.it/archmag/notiz/cord.htm

Il primo marzo 2001 non sarà facilmente dimenticato da chi ha partecipato all’assemblea distrettuale dell’ANM di Napoli convocata per discutere del seguente ordine del giorno:”tutela dell’organo di autogoverno locale e indipendenza interna della magistratura; delibera assunta il 15.1.01 dalla Giunta sezionale di Napoli”.

1. I fatti:

Tutto comincia con la richiesta del Procuratore della Repubblica di Napoli Agostino Cordova del parere necessario per poter partecipare al concorso per la nomina a Procuratore Nazionale Antimafia.

Il relatore della pratica espone oralmente il parere, da redigersi sulla base di quello predisposto dal Procuratore Generale, e il Consiglio Giudiziario lo approva.

Il parere viene successivamente depositato e due componenti dello stesso Consiglio Giudiziario - ritenendo che lo stesso contenga alcune affermazioni critiche dell’attività del Procuratore Cordova non esposte oralmente - redigono una nota a parte che viene inviata ,unitamente al parere, al C.S.M, (che esprime un proprio punto di vista sulla questione procedurale n.d.r.).

Per la cronaca i succinti riferimenti critici non verranno ripresi nel parere definitivo nel CSM e verrà comunque confermato all’unanimità Procuratore Nazionale Antimafia il Dott. Vigna che già ricopriva, come è noto, l’incarico.

A questo punto si sviluppa in seno al Consiglio Giudiziario di Napoli un confronto, anche aspro, sulle modalità di redazione e sottoscrizione dei pareri e, nel contempo, il Procuratore Cordova con una propria nota chiede delucidazioni al Consiglio Giudiziario sulle modalità e i tempi che hanno contrassegnato la redazione e l’emanazione del parere che lo riguardava.

Il Consiglio Giudiziario convoca a chiarimenti Cordova e successivamente invia tutti gli atti al C.S.M., ove attualmente pendono due pratiche in 1^ e 5^ Commissione.

Nel frattempo nella riunione di Giunta distrettuale del 15 gennaio 2000 i componenti di M.D. chiedono l’indizione di un’assemblea per discutere della questione adombrando una lesione dell’autonomia e dell’indipendenza dell’organo di autogoverno locale.

La Giunta a maggioranza (votano tre componenti di Unicost ed il rappresentante di M.I.) ritengono di soprassedere alla richiesta proprio perchè sono in corso le pratiche istituzionali summenzionate.

Magistratura Democratica, spalleggiata dai dissenzienti di Unicost raccolti intorno al “Ghibellin fuggiasco” e dall’ex Presidente Nazionale di Unicost Aldo De Chiara, raccolgono 450 firme con le quali richiedono la convocazione dell’assemblea che viene indetta per il primo marzo.

Nel frattempo il CSM approva un parere con il quale, in risposta ad un quesito formulato da uno dei due componenti dissenzienti del Consiglio Giudiziario, sostanzialmente afferma la legittimità dell’operato dei due colleghi dissenzienti.

2. L’assemblea

L’assemblea viene presentata dalla stampa come infuocata e tale sarà. Vi sono alcuni interventi, sempre sulla stampa, che precedono l’incontro che si volge alla presenza di oltre duecento magistrati e dei giornalisti.

Da una parte vi sono M.D., i Verdi, e i dissidenti di Unicost che ribadiscono la propria convinzione secondo la quale sia i due componenti del Consiglio Giudiziario che hanno redatto la nota aggiuntiva al parere, sia il Procuratore con la sua richiesta di chiarimenti, sia la Giunta distrettuale avrebbero leso l’indipendenza del Consiglio Giudiziario e quindi chiedono le dimissioni della Giunta.

Dall’altra M.I. e Unicost “tradizionale” (Marconi, Riello) pur con documenti distinti ritengono che tale lesione non vi sia stata e che anzi occorre attenersi al principio della non ingerenza nell’attività degli organi di autogoverno della magistratura specie se le procedure sono ancora in corso.

Alla fine M.I. ed Unicost “tradizionale” convergono su un unico documento (sostanzialmente quello proposto da M.I.) e si vota in un clima a dir poco surriscaldato.

Il documento di MD e dissidenti Unicost raccoglie 125 voti, il documento M.I. - Unicost raccoglie 120 voti.

Si dimette il Presidente della Giunta e due componenti di Unicost, si dimette il componente di M.I.

3. Le chiavi di lettura


Forse è presto per dare una lettura complessiva di quello che è successo e soprattutto del suo significato.

Certo si possono e si devono fornire alcune chiavi di lettura:

- in nessun momento si è cercato di giungere ad una soluzione unitaria per la tenace volontà di MD e “ghibellini” di arrivare allo scontro finale e quindi è crollato il principio della unità associativa che è sempre stato un cardine dell’azione di M.D.;

- si è sancita anche formalmente la spaccatura di Unicost che quindi non ha più la maggioranza relativa nel Distretto;

- si è accentuata una crisi di credibilità e di immagine della magistratura presso l’opinione pubblica ma anche dei cd. poteri forti non indifferente;

- si potrebbe determinare una sorta di polarizzazione dell’associazione intorno a due poli contrapposti.

In conclusione qualcuno ha parlato di “crepuscolo degli dei” e di evento paragonabile al 25 luglio 1943 e alla caduta del muro di Berlino.

Probabilmente le conseguenze della vicenda sono al momento davvero imprevedibili.

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