venerdì 16 aprile 2010

ALTRO SUCCESSO DEI NOSTRI RAGAZZI




White Crane, missione compiuta

La portaerei Cavour arrivata nel porto di Civitavecchia, dopo ottantasei giorni trascorsi ad Haiti

16-04-2010 - Il sistema Italia ha dato una volta ancora dimostrazione di efficenza.


E' stato sottolineato dalle dichiarazioni fortemente intrise di orgoglio sia del Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Vincenzo Camporini, sia del ministro della Difesa, Ignazio la Russa, presenti sul ponte del Cavour, insieme al sottosegretario di Stato Guido Bertolaso ed al sindaco di Civitavecchia, Gianni Moscherini e all'ordinario militare Monsignor Pelvi, per dare il benvenuto a coloro che per ottantasei giorni hanno dato aiuti di ogni genere agli Haitiani.
White Crane 2010, il nome dato alla missione italiana, a capo della quale è stato il capitano di vascello, Gianluigi Reversi, comandante del Cavour, è stata un successo, sia per i risultati ottenuti ed apprezzati dalla popolazione soccorsa, sia per la prova della capacità professionale di ogni task force imbarcata ed operativa sul luogo.
Soddisfazione trapelava anche dai volti dei 973 tra uomini e donne, che hanno lavorato insieme.


Militari delle quattro Forze Armate, Vigili del Fuoco, Croce Rossa, protezione Civile... volti che lasciavano capire la stanchezza, ma anche l'entusiasmo con cui hanno affrontato l'esperienza vissuta.
La partenza della nave Cavour, con tutto il suo carico di uomini, donne e mezzi terrestri ed aerei, in grado di dare soccorso a 360° alla popolazione vittima del sisma, è avvenuta il 19 gennaio, dal porto di La Spezia.
Approntata in 48 ore, dopo che il team di sette persone, inviato immediatamente il giorno dopo il sisma, aveva sul luogo osservato e valutato la situazione dando all'organizzazione dei soccorsi le informazioni necessarie per stabilire chi e cosa potesse servire.

"Il coordinamento e la pianificazione sono molto importanti", ci ha detto il generale Tommaso Ferro, comandante del COI, (Comando Operativo Interforze) "La partenza immediata dei soccorsi è stata una vera sfida, che si è potuta attuare grazie alla pianificazione e alla valutazione da parte del gruppo inviato sul luogo il giorno dopo il sisma e che ha capito quali erano le priorità, quali le strutture necessarie per agire con successo".
Uomini dell' IT-JFHQ (Italian Joint Forces Head Quarter), che hanno raggiunto Haiti il giorno dopo il terremoto devastante. E quindi, la portaerei Cavour ha riversato sul territorio tende, mezzi per rimuovere le macerie, ospedali da campo, personale qualificato per ogni tipo di emergenza e supporto alla gente.
"Ogni sera si tornava nella stiva, dopo aver trascorso la giornata con la gente bisognosa di cure", ha raccontato sorella Gorla, crocerossina piemontese, che insieme ad altre sette, provenienti da varie regioni italiane, ha partecipato alla missione.
"Chiudevamo la tenda in cui insieme al medico ed a suor Marcella era istituito l'ambulatorio per l'assistenza, nella zona più povera di Saint Geremy, e la mattina dopo ritrovavamo tutto, senza problemi. Gente meravigliosa, le mamme ci portavano i loro bambini vestiti con il loro abito migliore...chiedevano con educazione e gentilezza..."
Confermato tutto dal medico capo della delegazione sanitaria, Marco Bramati.
"Grande esperienza positiva, siamo esausti ma veramente soddisfatti e ricchi di un'esperienza umana indimenticabile".
Non si potevano ascoltare le testimonianze senza provare emozione. E tale sentimento è ben espresso dal tenente colonnello Valter Cassar, capo redattore della rivista Informazione Difesa:
"Il comandante della portaerei Cavour e capo della missione italiana ad Haiti, Gianluigi Reversi, durante il briefing che ha preceduto la cerimonia del rientro del contingente italiano, ha detto che non si può descrivere in pochi minuti una missione come la “White Crane”, durata 3 mesi ed ha affidato ai numeri l’incarico di rappresentare la sua importanza.
Io aggiungo che neanche i numeri – che pure sono molto significativi – possono dare l’idea del valore della “White Crane”.

E’ l’Italia che si è mossa, ha caricato sulla portaerei Cavour tutti i suoi valori, le sue capacità, la sua generosità ed è partita per aiutare, ancora una volta, una popolazione che aveva bisogno di noi.

Si è vestita delle nostre divise, del verde dell’Esercito,
del blu della Marina, dell’azzurro dell’Aeronautica, del nero dei Carabinieri,
della varietà dei colori della Protezione Civile dei Vigili del Fuoco e dei Volontari, del bianco velo delle Crocerossine, dei bianchi camici degli operatori sanitari, con il tricolore svolazzante sul ponte della nave a dimostrare a tutto il mondo che ci siamo.
Sempre.

Alcuni dati
Dall’Italia sono partite oltre 12 tonnellate di generi alimentari per la popolazione di Haiti; sono stati distribuiti 36 mila litri di acqua potabile ai bambini nelle scuole, 176 tonnellate di medicinali per i centri sanitari locali. L’ospedale di bordo ha assistito e fornito prestazioni mediche a centinaia di pazienti. Gli elicotteri hanno compiuto oltre 60 voli di trasporto medico per un totale di circa 150 pazienti soccorsi.
Gli Alpini della Task Force “Genio” hanno operato in 11 cantieri, rimuovendo oltre 12.000 metri cubi di macerie, sgomberando strade dai detriti e demolendo strutture pericolanti. I medici dell’Esercito dell’Ospedale “Celio” hanno lavorato nel team sanitario della Portaerei Cavour. mentre l’Aeronautica Militare ha concorso all’assistenza sanitaria con il personale preposto all’evacuazione medica e ha fornito la protezione al personale operante a terra. I Carabinieri, in qualità di Polizia Militare, hanno svolto attività informativa e di consulenza legale al Comandante del Contingente.

Maria Clara Mussa

http://www.cybernaua.it/news/reportage.php

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