sabato 12 marzo 2011

La " MOSSA " più famosa è quella del PALIO di SIENA. Ora avremo anche la " MOSSA " frascatana ?

L'evento c'è già stato, ma questo documento è utile per capire come dalla CITTA' del VINO passeremo alla FRASCATI del GRAPPA



TELENOVELA FRASCATI: LA 'MOSSA' DELLA DISTILLAZIONE


(www.enopress.it). Il vino dei Papi sulla strada della distillazione - Per oggi alle ore 01.30 ed in seconda convocazione alle ore 17. il presidente del Consorzio del Frascati, Mauro De Angelis ha convocato presso la sede sociale un' Assemblea Straordinaria, - Iniziativa che sorprende dopo l'illustrazione, soltanto pochi giorni fa, del progetto presentato in collaborazione con Associazione Cooperative Consumatori della Coop e che vantava un polo produttivo, quello del Frascati, capace di 15 milioni di bottiglie e orientato a riconquistare, innanzitutto a Roma, il gradimento dei consumatori - Di seguito pubblichiamo alcune delle primi commenti dei viticoltori (in sofferenza da anni per il basso prezzo delle uve) inviati a Enopress - Chiude la breve rassegna dei commenti, quello assai autorevole di un rappresentante di una grande organizzazione di categoria che ci parla di "furbi e mediocri" e di "progetti senza respiro": Enopress la pubblica a chiusura dei commenti sotto il titolo "Il deserto dei Tartari", con una sottolineatura: Frascati è la viticoltura dei Castelli Romani e del Lazio

La convocazione dell' Assemblea Straordinaria
"Siamo costretti ad indire un’assemblea straordinaria in tempi brevi. Questa assemblea - ha comunicato ai soci Mauro De Angelis - sarà necessaria per valutare l’opportunità di deliberare la possibilità da parte della scrivente Consorzio di richiedere presso gli organismi all’uopo deputati una distillazione di crisi per il Frascati Doc. Tale documento richiestoci dalle istituzione concerne nel fornire ai sensi del D.M. N. 546 del 21/01/2011(art. 3 comma 1,) documentazione attestante l’impegno di procedere nella campagna 2011/2012 alla riduzione di almeno il 20% delle rese previste dal disciplinare delle D. O. P. e/o delle I.G.P. per le quali si chiede l’attivazione della distillazione di crisi."

I commenti dei viticoltori
- "Hai capito che mossa? Per colpa di pochi (uno) pagheremo tutti. Ovviamente povero Frascati ma sopratutto poveri produttori che negli anni a venire potranno produrre 110 q.li senza garanzie economiche. Che ridere, complimenti ai consiglieri che ci rappresentano. Sigh sigh ! "

-"Credo che stiamo toccando il fondo. Dovrei utilizzare un frasario più consono alla circostanza".

- "Il grande vino di Frascati dalle COOP alla distillazione. Un grande messaggio pubblicitario caratterizzerà la vendite del nostro vino. Non so, chi sia il regista di questa "brillante" operazione. Al contempo si tende anche a ridurre i parametri quantitativi per ettaro senza un piano finanziario che dia remuneratività ai viticoltori. Se noi avessimo a che fare con un sistema industriale vinicolo "attento" (per non dire altro) si dovrebbe preoccupare della sua materia prima, cioè le uve, Con la vendemmia 2010 c'è stato un calo pauroso di produzione di uve e il prezzo? "Quello dell'altranno" Quanti anni so' che pagano il prezzo dell'altranno? E' comodo fare i soldi con la materia prima a basso costo e pagate a "nipote morto" solo questo dovrebbe rappresentare un atteggiamento a di poco criticabile. Sempre perché sono educato. L'ultima "mazzata" sarà la "distillazione" Il grande Frascati ricorre alla distillazione per smaltire le giacenze. Una operazione pubblicitaria di grande rilievo, oserei dire "geniale".
"Un vino con si tanta storia può uscire dalla cantina a 7€ la bottiglia? Con 7€ la bottiglia le uve si possono pagare 200€ il quintale. Invece si prende l'iniziativa della distillazione per avere un contributo di cui non si sa l'entità. Non solo, ma si auspica un contributo anche dall'ARSIAL. Mi domando quale destinazione avranno i contributi? Questo a me, questo a te, il viticoltore sta a vedè. E quale vino verrà mandato alla distillazione?"

- "Quali le strategie del Consorzio per adeguarsi ai tempi? Per il momento i dirigenti del Consorzio tutela del Frascati si sono "accorti" che non siamo più una Doc, ma una DOP. Fino a qualche tempo fa, parlavano del grande traguardo della DOCG . Ora adeguano il disciplinare alle nuove norma DOP. Hai voglia a dire che già dall'agosto 2009 le DOC e DOC-G per l'Europa non esistono più, ma solo DOP e IGP. A seguito dell'approvazione da parte dell'europa delle norme OCM: VINO."

- "Il deserto dei Tartari"
"Perché il vino Frascati, ci si domanda, prodotto in un territorio bellissimo, in una cittadina stupenda qual è Frascati, ricca di storia palazzi ambiente cultura, con un piede nella città di Roma, non riesca a creare appeal nei consumatori nei ristoratori nei gesti di acquisto …….. e di riflesso reddito alle imprese viticole che sostanzialmente, con le ovvie ed autorevolissime eccezioni, danno l’idea di tenere il vigneto in attesa di valorizzare urbanisticamente i terreni. In questo quadro la scelta della Grande Distribuzione Organizzata è la più coerente ma si deve avere chiaro che la GDO ragiona in termini del prezzo più remunerativo per se stessa per la velocità di rotazione del prodotto… insomma fa il suo mestiere e se un prodotto costa di più lo sostituisce con altro della stessa denominazione, cambia azienda insomma attivando un meccanismo al ribasso oppure cambia denominazione con una più conveniente e di uguale qualità, tolgo un Frascati metto un Marino e poi ancora finche non torno all’origine perché un’azienda che, come nel gioco dell’oca mi fa tornare a zero la si trova sempre.

"Qualche provocazione e poi una bozza di proposta. Che il settore sia stanco lo si vede anche nel Consorzio di Tutela dove, aldilà delle figure che si sono succedute al governo , tutte da stimare apprezzare e ringraziare, l’autorevolezza è scesa ai minimi storici, il disimpegno di chi potrebbe far di più è evidente, il tentativo di essere dietro e "manovrare" è visibile e non certo trasparente,il ricambio stenta ad esserci per cui è evidente che tutto si traduca in esercizio di liturgie del lamento che si esternano in progetti senza respiro in richieste alle Istituzioni di aiuto ma senza un progetto ne di breve ne di medio lungo periodo ma in aspirine che affidano a studi l’obiettivo di "spostare in avanti il pallone" con la speranza, un po come fanno molti politici, di lasciare il problema a chi vien dopo e a se stessi il racconto e l’alibi di averci provato con uno studio autorevole ma non applicato. In tale contesto vincono i furbi e i mediocri. Ricorda un po nello sviluppo delle cose quel capolavoro letterario del Buzzati se non vado errato, "Il deserto dei Tartari"

"Frascati è la viticoltura dei Castelli Romani e del Lazio, che si debba invertire una storia ormai in agonia piena è evidente. L’idea è quella di ripartire dal vigneto, dalla città di Frascati, da controlli e regole ferree da applicare a tutti coloro che ci operano, da un progetto di comunicazione del territorio non fatto e pensato dall’amico del condominio o del partito ma da chi ha già dimostrato di averlo saputo fare, da soggetti della rappresentanza che rappresentano davvero, da una filiera non egoista (in alcuni casi obsoleta e per questo arrogante), che guarda al futuro e non all’assessore all’urbanistica del Comune, insomma credo che si tratti di uscire da Frascati e guardare all’esterno per riscrivere una storia possibile ed auspicabile ma con coraggio, lucida determinazione, mettendoci la faccia . Siamo ad inizio legislatura regionale, si può fare perché ci sono le necessità e sensibilità , queste vicende partono tutte dal basso e quindi dal vigneto".

1 commento: