giovedì 14 aprile 2011

Trichet aumenta i tassi; il mercato risponde.

A pochi giorni dall'ultimo aumento di 0,25 points oro, petrolio e cambio euro/$ salgono
Il mercato non s'è fatto attendere e ha subito adeguato i prezzi.


Questi i valori al 13 aprile 2011

Gold 1459.47 1459.77

Brent 122.64 122.67
Light Sweet 107.09 107.12

EUR/USD 1.4486 1.4488

Si dirà che era nell'aria per via di un crescendo dell'inflazione; ma come si vede non è servito a nulla, anzi. Il vantaggio di un euro ormai prossimo a 1,50 contro dollaro potrebbe vedersi nel pagamento della bolletta energetica ed alimentare. Ho usato il condizionale di proposito, perchè il discorso sarebbe valido solo in presenza di stabilità nei costi delle materie prime; ma ciò non è. Daltronde, in presenza d' instabilità politica nel bacino mediterraneo e nei paesi produttori di greggio, in presenza di una rinnovata discussione sull'uso delle energie nucleari, con il Giappone che ha perso circa il 16% della propria produzione di energia e che dovrà quindi ricorrere ancor più al petrolio, come si può sperare di non vedere il greggio finire a 150 dollari al barile ?
Per non sbagliare in quella strategia che l'ha resa potente, la Cina si guarda bene dall'aderire alla rivalutazione dello Yuan che, secondo concordi valutazioni, andrebbe apprezzato di un 25/30%. Resta strenuamente agganciata alla parità col dollaro, salvo qualche tenue oscillazione, che consente ottima competitività al suo export. Non valga in questo caso l'obiezione del maggior costo delle materie prime sopportato dal gigante cinese a motivo della sottovalutazione della moneta nazionale, nè tragga in inganno il recente deficit della bilancia commerciale dopo sette anni di surplus mensili. Con un'inflazione al 5,2% nel mese di marzo, ma più bassa delle aspettative nel mese di febbraio, le autorità cinesi hanno il fondato timore di un surriscaldamento dell'economia ( 9,8% la crescita del PIL nel 2010 ) ed hanno già agito aumentando i tassi e la riserva obbligatoria che le banche commerciali debbono depositare presso la banca centrale. C'è poi una bolla immobiliare assai preoccupante che potrebbe riservare amare sorprese.

E' QUESTA LA SITUAZIONE EUROPEA ?

Con una crescita del PIL italiano 2011 previsto ad un + 1,1% ( ex +1,3% nel 2010),e a +1,7% per l'eurozona, l'unico elemento di omogeneità con la Cina sembra essere limitato alla bolla dei prezzi immobiliari. Il vero problema della lenta crescita europea, pur con qualche eccezione, a mio avviso è la scarsa forza della domanda interna. Con salari e pensioni falcidiate dal costo delle materie prime alimentari ed energetiche, contro la cui crescita nulla o poco può l'aumento del costo del denaro, con istituzioni politiche nazionali ed europee sempre lontane dai problemi reali, ma sempre più affamate e distruttive di risorse pubbliche, il motore industriale perde colpi. Trichet si spaventa di una inflazione al 2,6% ed aumentando i tassi ci regala un aumento del petrolio e dei carburanti, un aumento del costo dei mutui e dei finanziamenti in genere. E' stato valutato che a seguito di questo ultimo aumento dello 0,25% un mutuo a tasso variabile costerà, mediamente, 132 euro in più l'anno. Sarà poco, ma gli aumenti non sono terminati e si stima si debba giungere al 2% dall'attuale 1,25%

MA NON E' TUTTO

Le manovre economiche messe in atto dalla Cina non potranno non influire sul costo finale dei beni lì prodotti. Lo Yuan, ancorchè legato al valore del dollaro, prima o poi dovrà crescere di qualche percentuale; ciò non sarà tuttavia sufficiente ad evitare che la Cina consegua il risultato di diventare a sua volta esportatrice di beni ma anche di inflazione. Pagheremo le sue merci più care, di poco ma più care.
Ancora meno disponibilità quindi nel portafoglio dei privati e delle aziende, ancor meno carburante per la domanda interna di beni per i paesi europei.

Per carità, questi sono grandi banchieri centrali ! Io però riscontro i fatti e i risultati, che sono poi l'unico inconfutabile giudizio sull'operato degli uomini.

Prepariamoci, come scrissi, ad una parità euro/$ a 1,50 e al petrolio a 150$ al barile. Con buona pace per le nostre tasche e per le nostre esportazioni.

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