venerdì 6 aprile 2012

CRISI POLITICA al X MUNICIPIO. Anche lì il PD-retrò in affanno. Se visionate i filmati capirete perchè.

 
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Da "Abitarea"La crisi politica in X municipio. Continua fra i veleni lo scontro interno al PD
La nomina del nuovo assessore ai Lavori pubblici non placa lo scontro nel partito di Bersani. La maggioranza non riesce a votare sul Bilancio  capitolino. Sconcerto e ribellione dei giovani “democrats”


di Aldo Pirone - 02/04/2012

La crisi politica del X municipio non appare in via di risoluzione. Neanche la nomina del nuovo assessore PD ai Lavori pubblici Carmine Alberelli sembra porle fine. Lo stesso giorno della nomina, infatti, il Consiglio municipale non è stato in grado, per mancanza del numero legale, di votare sul Bilancio capitolino.

Come riportato su questo giornale il 16 marzo 2012 il coordinatore della Comunità Territoriale Maurizio Battisti ha stigmatizzato la nascita e lo svolgersi di questa crisi che sta mettendo in questione la continuità della vita istituzionale. In quel comunicato sono stati deplorati non solo gli episodi di mala politica che hanno contrassegnato la crisi della maggioranza – i cosiddetti manifesti apocrifi senza padre né madre diretti  contro il Presidente Medici – ma è stata condannata “senza se e senza ma” anche la “caciarata” verificatasi nel Consiglio del 14 marzo nel quale  il legittimo e anche rumoroso dissenso – ovviamente sempre entro certi limiti - verso i tre dissidenti del PD ha superato quel limite oltre il
quale esso diventa intimidazione inaccettabile.

Inoltre il pregio del comunicato è stato anche quello di invitare tutti i protagonisti della tenzone al senso di responsabilità istituzionale, a tenere in cima ad ogni loro pensiero ed azione i problemi dei cittadini; si sono sollecitati gli assessori competenti a tenere coerenza di comportamenti soprattutto sulle delicate e fondamentali questioni urbanistiche; si è chiesto a tutti gli esponenti istituzionali, viste le cose accadute, di praticare illibati comportamenti per ciò che riguarda i rapporti fra politica e soggetti economici e imprenditoriali con ragguardevoli interessi sul territorio. Infine nel comunicato non si è taciuta la primaria responsabilità politica ricadente sul PD per ciò che riguarda l’origine della crisi ma, soprattutto, per quel che riguarda la sua auspicabile conclusione.

Purtroppo anche il comunicato della Comunità Territoriale, come le prese di posizione di altri soggetti politici e associativi, rischia di essere rubricato fra le inutili “grida” manzoniane visto il progredire ineluttabile e dirompente della crisi della maggioranza municipale; con evidenti risonanze cittadine all’interno dei vertici romani del PD. Molti cittadini che hanno visto scandire la deprimente vicenda dai manifesti apocrifi sui muri dei palazzi o sulle cronache di qualche giornale, si chiedono il perché di tanta virulenza. E’ evidente che il dimissionamento dell’ass. Latino voluto soprattutto da una parte del PD - che probabilmente ha approfittato di questo suo passo falso anche per meno nobili motivi di quelli in discussione - e dal resto della maggioranza di centrosinistra municipale non ha solo rotto un equilibrio locale ma cittadino interno ai democrats”. Soprattutto ha interrotto, stando all’opinione dei più, una sorta di Opa che l’assessore dimissionato aveva o stava per lanciare sulla futura Presidenza municipale.

La virulenza della reazione capitanata addirittura dal capogruppo comunale Umberto Marroni, i toni pesanti ed aggressivi da lui usati nei confronti del Presidente Medici che, qual comandante che degrada un ufficiale sul campo, ha eseguito la condanna ritirando le deleghe a Latino, si spiegano, infatti, solo in un'ottica di potere infranto. Ed è apparso curioso il fatto che Marroni non abbia neanche citato i mandanti interni al PD di quella decapitazione. La cosa è stata vissuta soprattutto come un tradimento di Medici.

Ma perché un tradimento? Qui viene in causa non un’anomalia locale o cittadina del PD ma la sua natura di partito irrisolto, dove le correnti e sottocorrenti non riescono a comporre i loro contrasti interni di potere e spesso, per la bisogna, si affidano a mediatori “stranieri”.





Il documento dello scandalo interno a frascati. Clicca e si allarga come una pagina di giornale

ARRIVANO I " POMPIERI ESTERNI "

Un partito “open space” dove la legittima lotta politica non disdegna di ricorrere anche all’aiuto esterno di qualche pezzo dell’avversario (PDL) o di qualche alleato. E’ la mancanza di un forte cemento unitario che rende possibile questi fenomeni. Un cemento che doveva nascere dalla fusione di tradizioni riformiste socialiste, cattoliche, laiche ed ecologiste, che non si sono mai amalgamate veramente traducendosi invece, e rapidamente, in una superfetazione di correnti a loro volta frazionate in sottocorrenti e cordate di potere. Un esito dovuto alla mancanza, direbbe qualcuno, di una forte identità politica e culturale. Che poi, per la verità, non è solo un problema del PD ma di quasi tutti gli attuali
partiti che occupano l’orizzonte politico e, purtroppo, anche le Istituzioni. Per non dire del generale abbassamento dell’etica pubblica - anche questo appannaggio non certamente di un solo partito - in uno spettro nazionale che va dal latrocinio di fondi pubblici, alla concussione, alla corruzione, alle incaute accettazioni di regalie che si estendono dalle case alle confezioni di pesce pregiato.

Per tornare alla situazione del PD del X municipio conviene lasciare la parola ai giovani “democrats” del Circolo di via Chiovenda. Un loro documento votato dal Congresso del 3 marzo scorso sulla situazione del loro partito comincia con lo sconsolato incipit dantesco: “Nel mezzo del cammin di nostra vita \ mi ritrovai per una selva oscura \ che la diritta via era smarrita” perché - proseguono - “Oggi come non mai è difficile avvertire come il senso di comunità che dovrebbe essere proprio di un partito, l’idea di condividere, al di là delle legittime sensibilità e differenze d’opinione, un percorso e un’esperienza comuni, siano del tutto naufragati”. Più che un’accusa è un grido di dolore che poi continua con una descrizione spietatamente critica: “L’idea di partito come bene comune si è dissolta, dando vita a delegittimazioni, accuse pubbliche e a posizioni ambigue. Le discussioni, anche gli aspri contrasti, andrebbero riportati nelle sedi consone, ponendo fine a quella che è stata la vita del Partito negli ultimi due mesi: scambio di critiche tramite mezzi di comunicazione, richieste di commissariamento, spaccature rese di pubblico dominio nel gruppo consiliare. A tutto questo occorre aggiungere due episodi estremamente ambigui come i manifesti sulla Centralità di Romanina e sul centro civico di via Polia, e l’atteggiamento tenuto di fronte all’attacco a Sandro Medici.”

Ma la conclusione dei giovani democratici non è per niente rassegnata: “È questo lo stato di cose che denunciamo, che chiediamo di modificare e che ci impegneremo per cambiare, uscendo dal basso profilo che, finora, responsabilmente, abbiamo tenuto”.

Forse i “vecchi” del partito farebbero meglio a lasciare a questi giovani il campo e il compito di ricostruire qualcosa di solido e di serio  dentro al PD municipale.


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