giovedì 22 novembre 2012

La cultura del SAMPIETRINO. Una cultura tutto sommato facile da difendere ma.........


NEL GENERALE DISINTERESSE DEGLI AMMINISTRATORI, FRASCATI VEDE SCEMARE
UNA SUA CARATTERISTICA ESTETICA

Si dirà trattarsi di dettagli, ed è vero; ma anche la cornice  fa parte del quadro. Oggi, camminando per FRASCATI Centro, non ho potuto fare a meno di notare un particolare: l'uniformità del selciato è irrimediabilmente compromessa. Lo è dal punto di vista della manutenzione, con la gibbosità che in VIA REGINA MARGHERITA esprime il suo acuto lirico; lo è dal punto di vista essenziale, con la manomissione dello spartito e la sostituzione delle note originariamente postevi. Sempre più spesso un vile prodotto d'importazione quando non addirittura ghisa o metallo si sostituiscono al nostro regale e storico sampietrino. Ne ho parlato con un cultore dell'estetica storica la cui identità scoprirete visionando il filmato allegato.

IERI

 

OGGI




Da WIKIPEDIA

La denominazione dell'attuale sanpietrino nasce nel 1725, quando monsignor Ludovico Sergardi, prefetto ed economo della Fabbrica di San Pietro, dopo aver valutato le pessime condizione in cui versava piazza San Pietro, percorrendo la quale, poco tempo prima, la carrozza che trasportava il papa si era quasi ribaltata, decise di lastricare la piazza con i caratteristici blocchetti di leucitite, una roccia eruttiva tipica delle zone vulcaniche laziali.

Il sanpietrino o sampietrino, come riportato sul dizionario De Mauro, è il nome del blocchetto di leucitite utilizzato per la realizzazione del lastricato stradale di uso comune nel centro storico di Roma e in Piazza San Pietro per pavimentare strade o piazze. Ne esistono di diversi tipi e dimensioni: i più grandi misurano 12 x 12 x 18 cm; quelli più comuni misurano 12 x 12 x 6 cm; mentre i più piccoli, 6 x 6 cm, sono molto rari ma si trovano in alcuni dei luoghi di Roma, come in piazza Navona. Il sampietrino è utilizzato prevalentemente nell'Italia centrale mentre nell'Italia settentrionale esiste la variante in porfido denominata bolognino in quanto utilizzato anticamente per la pavimentazione delle strade di Bologna che funse da modello per quelle città o paesi che, lontani dai corsi d'acqua, non potevano usufruire dei ciottoli.
Il sampietrino rappresenta una tipologia di pavé.
Selciarolo al lavoro Accostando più blocchetti si ottiene una pavimentazione su estese superfici che prende appunto il nome di sampietrini (o anche, a Roma, "selci" - da cui la nota battuta di Verdone nel film Compagni di scuola: "Ti prendo a selciate!").
È stato inventato sotto Papa Sisto V e fu utilizzato per lastricare tutte le strade principali di Roma: si comportava meglio degli altri lastricati esistenti per quanto riguarda il passaggio dei carri. La caratteristica di questo tipo di pavimentazione è di non essere cementata, ma solo posata e poi battuta su un letto di sabbia e/o pozzolana: questo le conferisce elasticità e capacità di coesione e adattamento al fondo stradale. Ha anche il pregio di " lasciar respirare il terreno " grazie agli spazi tra una piastrella e l'altra; inoltre si può adattare molto facilmente all'irregolarità del terreno ed è molto resistente.
I suoi lati negativi sono che non garantisce un terreno uniforme e, se bagnato, può diventare piuttosto scivoloso, rendendolo inadatto a velocità sostenute. Altro aspetto negativo è il fatto di presentare una superficie poco regolare, quindi poco confortevole e anche rumorosa durante il transito dei mezzi di trasporto.
Oggigiorno è ancora usato per luoghi caratteristici nel centro storico di Roma e Napoli e in generale nel Lazio e per strade particolarmente tortuose (ad esempio nel rione Trastevere), dove il traffico è contenuto e la velocità di transito limitata.

Il regno di PAPA SISTO V durò solo 5 anni, dal 1585 al 1590. Ma fu un quinquennio intenso di EMOZIONI. Altro che il DUCEnnio ! Fu un papa severo e autoritario; e cercò subito appena eletto di eliminare il malcostume, la corruzione e il brigantaggio che avevano raggiunto limiti non più tollerabili nella Roma di fine cinquecento, anche per non favorire le critiche della riforma protestante che vedeva in una chiesa eccessivamente tollerante dei vizi e del malcostume un ulteriore motivo di vantarsi della riforma appena intrapresa. Nello stesso tempo decise di modernizzare Roma e intraprese grandi lavori urbanistici.

Si deve a Sisto V il primo progetto di sistemazione urbanistica della città di Roma moderna: il Papa fece tracciare la nuova via che, attraversando le tre colline del Rione Monti, collegava Trinità dei Monti con San Giovanni in Laterano e Santa Croce in Gerusalemme: la via Sistina il cui percorso (Quattro Fontane al Quirinale, il Viminale, S. Maria Maggiore all'Esquilino, fino al palazzo del Laterano) è contrassegnato da grandi obelischi egizi. Era impulsivo, ostinato, severo e autoritario, ma la sua mente era aperta e di larghe vedute. Si dedicò alle sue imprese con una energia ed una determinazione che lo portarono spesso al successo. Poche persone possono vantare imprese o conseguimenti più grandi.

Scrisse di lui Giuseppe Gioachino Belli :

Fra ttutti quelli c’hanno avuto er posto de vicarj de Ddio, nun z’è mmai visto

un papa rugantino, un papa tosto,  un papa matto, uguale a Ppapa Sisto.

E nun zolo è dda dí cche ddassi er pisto  a cchiunqu’omo che jj’annava accosto,

ma nnu la perdonò nneppur’a Ccristo, e nnemmanco lo roppe d’anniscosto.

Aringrazziam’Iddio c’adesso er guasto nun pò ssuccede ppiù cche vvienghi un fusto

d’arimette la Cchiesa in quel’incrasto.
Perché nun ce pò èsse tanto presto un antro papa che jje pijji er gusto

de méttese pe nnome Sisto Sesto.

9 aprile 1834

Il filmato di repertorio
Sampietrini : una cultura che nasce nel 16° secolo, facilmente conservabile ma ..........






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