venerdì 27 settembre 2013

Quello che il POPOLO BUE ignora ..... e i politicanti pure !


 DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA  NOTA DI AGGIORNAMENTO
 MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE 



I. SINTESI
Dopo otto trimestri di contrazione, l’economia italiana sembra essersi  finalmente avviata verso una ripresa. Nel corso di una recessione senza precedenti nella sua storia, l’Italia ha perso più di 8 punti percentuali di PIL. La politica economica ha ora due priorità: rafforzare la ripresa in atto e intervenire sui fattori che limitano la competitività e la produttività nell’economia italiana per aumentare la crescita economica e l’occupazione. L’azione congiunturale e le riforme strutturali devono essere collegate strettamente. 
Nel terzo trimestre dell’anno il PIL è atteso stabilizzarsi e nel quarto dovrebbe segnare un moderato aumento. Nel 2013 il PIL è previsto ridursi dell’1,7 per cento, scontando un effetto di trascinamento negativo dal 2012 pari a un punto percentuale. Negli ultimi mesi il Governo ha sostenuto la ripresa dell’attività economica attraverso varie iniziative: l’accelerazione dei pagamenti della Pubblica Amministrazione, volta a iniettare liquidità e allentare le difficoltà di finanziamento delle imprese; l’intervento sul costo del lavoro per i giovani; i vari interventi a sostegno del settore delle costruzioni e delle infrastrutture, che negli ultimi anni ha visto ridursi drasticamente il proprio prodotto; importanti iniziative per migliorare la qualità della spesa pubblica e dare supporto alla domanda interna. Questi interventi dovrebbero mostrare pienamente i loro effetti nei prossimi  mesi. Nel 2014 la crescita del PIL risulterebbe pari all’1,0 per cento. La previsione riflette anche il rafforzamento della congiuntura economica mondiale e il graduale venir meno dei fattori specifici che hanno penalizzato l’evoluzione congiunturale nel 2013. La crescita del PIL si rafforzerebbe progressivamente negli anni successivi, fino a raggiungere l’1,9 per cento nel 2017. Lo scenario presentato in questa Nota si fonda sulla prosecuzione dell’azione riformatrice del Governo. Per un paese ad alto debito il processo di risanamento della finanza pubblica  è una componente essenziale di una politica economica volta alla crescita. Negli scorsi anni, nonostante la forte flessione del PIL, l’aumento dell’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche è stato contenuto e nel 2012 è stato ricondotto entro la soglia del 3,0 per cento del PIL. Nel 2013 l’indebitamento netto a legislazione vigente potrebbe arrivare al 3,1 per cento del PIL in assenza di interventi, superando di 0,2 punti percentuali il valore indicato nel DEF. L’aumento del disavanzo deriva dall’evoluzione delle entrate, che risentono di una dinamica della crescita meno favorevole di quella prevista nel DEF. L’andamento della spesa, per converso, risulta sostanzialmente in linea con le stime di aprile. 
Il Governo intende adottare interventi tempestivi per mantenere il deficit entro la soglia del 3,0 per cento.A tale valore si associa un disavanzo strutturale pari allo 0,4 per cento del PIL nel 2013. Il miglioramento del saldo strutturale del 2013 e quello medio ottenuto sul biennio 2012-2013 risultano, rispettivamente, pari a 0,9 e a 1,6 punti percentuali del PIL, ben al di sopra di quanto richiesto ai paesi lontani 
dall’Obiettivo di Medio Periodo (0,5 punti percentuali del PIL su un anno). Infine, va ricordato, i pagamenti dei debiti pregressi in conto capitale della Pubblica Amministrazione, concordati con l’Unione Europea, incidono per circa 0,5 punti  percentuali di PIL sul risultato del 2013.



TAVOLA I.1: INDICATORI DI FINANZA PUBBLICA (in percentuale del PIL)
1
 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 
QUADRO DI FINANZA PUBBLICA A LEGISLAZIONE VIGENTE 
Indebitamento netto -3,8 -3,0 -3,1 -2,3 -1,8 -1,2 -0,7
Saldo primario 1,2 2,5 2,3 3,0 3,5 4,1 4,5
Interessi 5,0 5,5 5,4 5,4 5,3 5,3 5,2
Indebitamento netto strutturale (2) -3,6 -1,3 -0,5 -0,1 -0,2 -0,5 -0,6
Variazione strutturale -0,2 -2,3 -0,7 -0,4 0,1 0,2 0,2
Debito Pubblico (lordo sostegni e debiti PA) (3) 120,8 127,0 133,0 133,2 130,5 127,1 123,2 
Debito Pubblico (netto sostegni) (3) 120,0 124,3 129,5 129,4 126,8 123,5 119,7 
Debito Pubblico (netto sostegni e debiti PA) (3) 120,0 124,3 127,7 126,3 123,8 120,6 116,9 
Riduzione annuale avanzo primario 0,1 -0,3 0,4 0,2 0,2
Riduzione annuale stock debito pubblico 0,5 0,5 0,5 0,5
IPOTESI DI QUADRO DI FINANZA PUBBLICA PROGRAMMATICO
Indebitamento netto -3,8 -3,0 -3,0 -2,5 (5) -1,6 -0,8 -0,1
Saldo primario 1,2 2,5 2,4 2,9 3,7 4,5 5,1
Interessi 5,0 5,5 5,4 5,4 5,3 5,3 5,1
Indebitamento netto strutturale (2) -3,6 -1,3 -0,4 -0,3 0,0 0,0 0,0
Variazione strutturale -0,2 -2,3 -0,9 -0,1 -0,3 0,0 0,0
Debito Pubblico (lordo sostegni e debiti PA) (3) 120,8 127,0 132,9 132,8 129,4 125,0 120,1
Debito Pubblico (netto sostegni) (3) 120,0 124,3 129,3 129,0 125,7 121,4 116,6
Debito Pubblico (netto sostegni e debiti PA) (3) 120,0 124,3 127,6 125,8 122,7 118,5 113,8
p.m.: Documento di Economia e Finanza (Aprile 2013)
Indebitamento netto -3,8 -3,0 -2,9 -1,8 -1,5 -0,9 -0,4
Saldo primario 1,2 2,5 2,4 3,8 4,3 5,1 5,7
Interessi 5,0 5,5 5,3 5,6 5,8 6,0 6,1
Indebitamento netto strutturale (2) -3,5 -1,2 0,0 0,4 0,0 0,0 0,0
Variazione strutturale -0,2 -2,3 -1,1 -0,4 0,4 0,0 0,0
Debito Pubblico(lordo sostegni) (4) 120,8 127,0 130,4 129,0 125,5 121,4 117,3
Debito Pubblico (netto sostegni (4) 120,0 124,3 126,9 125,2 121,8 117,8 113,8
PIL nominale (val. assoluti x 1000) 1.578,5 1.565,9 1.557,3 1.602,9 1.660,7 1.718,4 1.779,6
1) Eventuali imprecisioni derivano dagli arrotondamenti.
2) Al netto delle misure una tantum e della componente ciclica.
3) Al lordo ovvero al netto della quota di pertinenza dell’Italia dei prestiti EFSF, diretti alla Grecia e della capitalizzazione dell’ESM. Per gli anni 2011 e 2012 l’ammontare di tali prestiti agli Stati membri dell'UEM (bilaterali o attraverso EFSF) è pari rispettivamente a 13.118 e 36.932 miliardi. I valori depurati della copertura dei debiti pregressi della PA scontano minori emissioni per 27,2 miliardi nel 2013 e 20 miliardi nel 2014. I valori programmatici per gli anni 2014-2017 includono i proventi da privatizzazioni e dismissioni immobiliari per un ammontare pari a circa 0,5 punti percentuali di PIL all’anno. L’attuale scenario ipotizza una graduale chiusura degli spread di rendimento a dieci anni dei titoli di Stato italiani rispetto a quelli tedeschi a 200 punti base nel 2014, 150 nel 2015 e 100 nel 2016 e 2017. 
4) Al lordo ovvero al netto della quota di pertinenza dell’Italia dei prestiti EFSF, diretti alla Grecia e della capitalizzazione dell’ESM. Per gli anni 2011 e 2012 l’ammontare di tali prestiti agli Stati membri dell'UEM (bilaterali o attraverso EFSF) è pari rispettivamente a 13.118 e 36.932 miliardi. Le stime per gli anni 2013-2017 includono i proventi da privatizzazioni per un ammontare pari a circa 1,0 punto percentuale di PIL all’anno.
5) L’utilizzo di 0,2 punti percentuali di saldo nel 2014 (differenza tra il saldo a legislazione vigente e quello  programmatico) è giustificato dalla volontà di finanziare alcune voci di spesa in conto capitale non incluse nel  saldo a legislazione vigente.
Nota: le previsioni delle entrate considerano la prosecuzione del regime sperimentale di tassazione degli immobili istituito dal D.L. n. 201/2011 per l’intero arco di previsione. 

Negli anni successivi, l’indebitamento netto programmatico è previsto ridursi gradualmente, passando dal 2,5 per cento del PIL nel 2014, corrispondente a un  disavanzo strutturale pari a 0,3 punti percentuali, allo 0,1 per cento nel 2017,  valore più virtuoso rispetto a quanto indicato nel DEF. Il processo di risanamento finanziario intrapreso, testimoniato dai risultati di finanza pubblica del 2012 e dagli andamenti stimati per il 2013 e gli anni successivi, ha reso possibile la chiusura della Procedura per disavanzi eccessivi  avviata nei confronti dell’Italia. È un risultato importante, che tuttavia non può indurre ad un atteggiamento meno  rigoroso. Il Governo ritiene che il conseguimento del pareggio strutturale di bilancio resti una condizione  indispensabile per assicurare la sostenibilità del debito pubblico e mantenere la fiducia degli operatori economici e finanziari. Il quadro programmatico traccia un percorso di avvicinamento a questo obiettivo, con il pareggio a partire dal 2015, in linea con le regole nazionali ed europee. Pur riconoscendo l’obbligatorietà di questi vincoli, il Governo si impegna a portare avanti un riesame delle politiche economiche nazionali ed europee per dare rafforzata priorità alla crescita economica e all’occupazione. In futuro, la definizione di un obiettivo programmatico per la spesa primaria delle Amministrazioni pubbliche potrà aumentare l’efficacia dei processi di revisione della spesa e contribuire a creare spazi per ridurre la pressione fiscale.  Le manovre correttive prefigurate dal 2015 in poi dovranno fare perno sulla riduzione della spesa pubblica e già a partire dal 2014 verrà avviata una intensa attività di spending review per ridurre la pressione fiscale. 

Il rapporto debito/PIL programmatico (al lordo dei sostegni finanziari agli altri  Stati membri dell’UEM e dei debiti pregressi della PA), passa dal 127,0 per cento  del 2012 al 132,9 per cento nel 2013 e al 132,8 per cento nel 2014. Con l’esaurirsi  dei pagamenti dei debiti commerciali della PA (previsti in 1,2 punti di PIL nel 2014), la riduzione del rapporto debito/PIL diviene più evidente fino a portarlo al 120,1 per cento nel 2017. Al netto dei contributi ai programmi europei di sostegno finanziario, il debito pubblico nel 2012 è pari al 124,3 per cento del PIL, aumenta al 129,3 per cento nel 2013 e scende al 116,6 per cento nel 2017. 

Sul profilo di discesa incide anche la stima di 0,5 punti percentuali di PIL all’anno di introiti da privatizzazioni, che tiene conto degli strumenti già operativi per procedere alla valorizzazione e successiva dismissione del patrimonio dello Stato, sia degli immobili sia delle partecipazioni pubbliche. Questo percorso assicura il rispetto della nuova regola introdotta dall’Unione Europea circa la dinamica del debito pubblico (tradotta nel cosiddetto Minimum Linear Structural Adjustment). La sostituzione di misure attualmente comprese nello scenario a legislazione vigente con misure non strutturali renderebbe più difficoltoso rispettare la regola e rischierebbe di determinare l’apertura di una nuova Procedura per disavanzi eccessivi. 
La Nota di Aggiornamento del DEF 2013, in aggiunta ai contenuti usuali, fornisce un aggiornamento delle azioni di riforma in corso o da introdurre in futuro, in risposta alle Raccomandazioni ricevute dal Consiglio UE e, più in generale, all’esigenza di accrescere la competitività e la crescita economica del  Paese. Infine, come previsto dal primo decreto di accelerazione dei pagamenti dei debiti pregressi della PA verso i propri fornitori, il documento incorpora la Relazione contenente elementi informativi relativi allo stato dei pagamenti effettuati dalle Amministrazioni pubbliche nonché alle iniziative da intraprendere al fine di completare il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni maturati al 31 dicembre 2012.


A completamento della manovra di bilancio 2014-2016, il Governo collega alla decisione di bilancio i seguenti disegni di legge:
i. Sviluppo e semplificazioni;
ii. Lavoro ed equità sociale;
iii. Giustizia civile;
iv. Green economy e lotta agli sprechi ambientali (‘Disposizioni volte a  promuovere misure di green economy e a contenere il consumo  eccessivo di risorse ambientali’);
v. Enti locali;
vi. Interventi per il rilancio del settore agricolo e agroalimentare.


INTANTO NEI MINISTERI E ALLA REGIONE LAZIO IL MAGNA MAGNA DELLE CONSULENZE E DELLE AUTO BLU PROSPERA

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