domenica 6 luglio 2014

ARRIVA DAGLI U.S.A. L'ULTIMA BOMBA SUI DEBITI SOVRANI

SUL DEBITO SOVRANO DELL'ARGENTINA LA ELLIOTT ASSOCIATES FA TOMBOLA


Christine Lagarde DG del FMI
Per ridurre l'enorme debito nazionale, l'FMI spiega ai governi che hanno il diritto di requisire direttamente i risparmi dei cittadini. Non importa che si tratti di pensioni, di risparmi, di assicurazioni o di immobili, basterà buttare i default statali sulle spalle dei cittadini.  Non c'è nessuno che si stia preoccupando di dare uno sguardo alla struttura in sé - per quello che è realmente -  e che, per questo motivo, non potrà mai funzionare.


I fatti sono noti: nel 2001 il debito sovrano dell' Argentina va in default e chiede la rinegoziazione del debito. Dopo lunghe traversie l'accordo è trovato sul rimborso di 30 centesimi a fronte di ogni dollaro di debito. L'accordo ovviamente è valido per quei creditori che lo sottoscrivono. Questo avviene per il fatto che uno STATO non può dichiarare bancarotta e per il fatto che è interesse generalmente riconosciuto che uno STATO possa decidere di pagare solo una parte dei suoi creditori. Questo permette, e nella storia ci sono centinaia di casi al riguardo, che quello STATO possa rientrare nel circuito finanziario internazionale. 

Quando nel 2002 l' Argentina dichiarò il default del suo debito pubblico, la ELLIOTT ASSOCIATES aveva in portafoglio circa 630 milioni di dollari di quelle obbligazioni acquistate a prezzi stracciati. Nel frattempo, calcolando gli interessi, il valore è salito a 2,3 miliardi di dollari.
Nei vari ricorsi nel tempo intentati dal Fondo d' Investimento, Stati ad alto contenuto di debito pubblico come il MESSICO, il BRASILE e gli stessi STATI UNITI hanno preso le difese dell' Argentina, ovvero del diritto di uno stato di scegliere di pagare soltanto i portatori di quel debito, dopo un accordo per la  ristrutturazione, e non anche i creditori non aderenti all' accordo. Per anni il giudice Thomas GRIESA ha emesso sentenze contro questa impostazione, sentenze regolarmente ignorate dall' Argentina. Ma la vera bomba è stata lanciata recentemente. Il suo nome è latino : PARI PASSU CLAUSE


PARI PASSU with equal speed or progress; equably: often used to refer to the right of creditors to receive assets from the same source without one taking precedence

  È una clausola tramite la quale il debitore attesta che le obbligazioni contratte verso il mutuante, in rapporto al rimborso del prestito e alle garanzie concesse, pongono quest'ultimo in una posizione di parità nei confronti degli altri creditori dello stesso borrower.

Sulla base di questa clausola il giudice GRIESA ne ha dichiarato la violazione da parte dell' Argentina. I vari gradi di giudizio superiori ( Corte d'Appello e Corte Suprema ) non hanno potuto che confermare la correttezza della sentenza.
Sulla sentenza della Corte Suprema, il giudice Antonin Scalia ha spiegato che "Ogni sorta di immunità difesa fatta da un sovrano straniero in un tribunale americano deve stare sul testo della legge". Quindi, o la legge prevede il diritto di uno STATO SOVRANO a scegliere la possibilità di postergare e privilegiare
  «O si deve cadere."

Tornando alla pratica,  l' Argentina ha speso una notevole quantità di tempo a dettagliare il prezzo al quale Elliott avrebbe comprato  il suo debito e il profitto che l' HEDGE FOUND farebbe se accettasse la sua proposta transativa di 750 milioni dollari. Ma Elliott  ha obiettato che le sue azioni di acquisto a prezzi di default sui mercati finanziari non erano in alcun modo illegale e che " l'Argentina, a causa del suo surplus di risorse naturali, ha recuperato dai suoi problemi finanziari e può permettersi di pagare il fair value del debito."

Tradotto in pillole, gli STATI non possono fallire e se proprio non hanno i soldi in cassa per pagare ........ paghino i cittadini. Ecco perchè la Christine LAGARDE, che la MERKEL voleva a capo della Commissione EU, si sta sbracciando tanto nel dare consigli !




SUPREME COURT OF THE UNITED STATES 
Syllabus 
REPUBLIC OF ARGENTINA v. NML CAPITAL, LTD. 
CERTIORARI TO THE UNITED STATES COURT OF APPEALS FOR 
THE SECOND CIRCUIT 

No. 12–842. Argued April 21, 2014—Decided June 16, 2014

http://www.shearman.com/~/media/Files/Services/Argentine-Sovereign-Debt/2014/Arg7512842-g3bi-Argentina-vs-NML-Opinion-061614.pdf



I DEFAULT NEI SECOLI


I default degli Stati hanno peraltro un andamento ciclico che spesso coincide con le grandi crisi finanziarie, le guerre o la disponibilità o meno di materie prime. La prima crisi finanziaria di uno Stato di cui si abbia notizia si verificò addiritura nel quarto secolo avanti Cristo, nella fiorente Magna Grecia. Sembra che dal 1800 ad oggi il primato mondiale degli anni trascorsi, sommando default e periodi di riscadenziamento (la classifica si basa sugli anni in cui un Paese è stato in serie difficoltà, non potendo pagare i debiti esteri, o comunque sotto osservazione e con le condizioni di debito riviste per consentirgli di farvi fronte), spetta all’Honduras con 64 anni, seguito dall’Ecuador con 58 anni. Alla Grecia spetta il terzo posto mondiale assoluto con 50,6 anni trascorsi in regime controllato, con 5 default e trattative sui debiti. Nella classifica non si tiene conto dei 69 anni della Russia sovietica(dal 1918 quando Lenin ripudiò il debito degli zar), posti in una categoria a parte.

L’Italia vanta un primato di soli 3,4 anni e un solo episodio, negli anni della Grande Depressione, legato alla trattativa collettiva euro-americana sui debiti europei della prima guerra mondiale e periodo immediatamente successivo.
Solo Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Norvegia, Svezia, Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda, fra i maggiori Stati di tutti i continenti, non presentano, nei 210 anni di storia esaminata, default e periodi di riscadenziamento delle finanze statali.
Peraltro, restringendo il periodo di tempo considerato, tra il 1970 e il 2007 si contano 63 casi di default statali, ma tutte ai margini degli “imperi” (anche la Grecia è periferia, e tuttavia sta dentro l’area dell’euro), mentre negli ultimi 11 anni si sono registrati 12 casi di insolvenza di Stati sui propri debiti in valuta estera (tre volte l’Indonesia, poi Argentina, Russia, Pakistan, Paraguay, Uruguay, Venezuela, Repubblica Domenicana, Seychelles, Ecuador).





Quale lezione trarre da tutto ciò ?

Tenere bassi i depositi bancari, visto peraltro che sono remunerati pochissimo. Perchè colpiranno all'improvviso ..... quando meno te lo aspetti !

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