lunedì 14 luglio 2014

BILANCIO COMUNALE : DE PERICULO TAROCCANDIS IN RATIONE DUCERE



CI SONO PERICOLI GRAVISSIMI NELLA TAROCCAZIONE  DEI BILANCI E NON TUTTI LI CONOSCONO



Chi vota l'approvazione di un bilancio pensa di poterlo fare a cuor leggero, ma non è così. Perchè quando su quel bilancio è stato lanciato un WARNING coram populo,  quando s'incappa nella disavventura di approvarlo senza tener conto di quell'avvertimento allora l'unica speranza è capitare sotto il giudizio di un magistrato  PIPPALUNGA che possa consentire la prescrizione. Ma avverso la CORTE DEI CONTI  non c'è prescrizione che tenga !


http://www.youreporter.it/video_FRASCATI_-_ALESSANDRO_SPALLETTA_all_esame_del_bilancio

DENTRO IL BILANCIO COMUNALE: PRIMA PUNTATA

All'indomani dell'approvazione del rendiconto consuntivo, parte l'inchiesta di Spoletonline. Per capire cosa rischia il Comune di Spoleto

Daniele Ubaldi

"La politica", diceva Otto von Bismarck, "non è una scienza esatta". Ma la matematica sì. E se qualche volta i conti non tornano, non lo si può di certo imputare a divergenze di opinione. Semmai a errori di riporto, prove del "nove" sbagliate, slanci di creatività, varie ed eventuali. Fatta questa premessa, il giorno dopo la fiducia incassata dal sindaco Daniele Benedetti in consiglio comunale, che poche settimane fa ha approvato tra le polemiche il bilancio consuntivo 2012 del Comune di Spoleto, da queste colonne parte un'inchiesta sul e dentro il rendiconto annuale dell'ente. Lo scopo principale, come sempre, è quello di informare il cittadino-lettore di Spoletonline, chiarendo - ove possibile - i dubbi ingenerati nell'opinione pubblica in questi giorni a seguito delle diverse letture politiche - le opinioni, appunto - offerte dai vari schieramenti.


Un'inchiesta simile, è ovvio, non può certo partire e concludersi in un unico servizio: la prima puntata, quella di oggi, prende in esame gli accertamenti del Comune di Spoleto in materia di Tarsu, vale a dire la Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. A tal proposito, carte alla mano e senza le opinioni della politica, già un anno e mezzo fa - il 15 dicembre del 2011 - la struttura dirigenziale dell'ente emette la determina numero 1514, relativa agli avvisi di accertamento per la riscossione della Tarsu. Si tratta di tre elenchi di nominativi di contribuenti spoletini per i quali, alla data della determina, il Comune ritiene di dover procedere all'accertamento per "infedele, tardiva o omessa dichiarazione per gli anni che vanno dal 2004 al 2009". Gli elenchi contengono, rispettivamente, circa 150, 110 e 100 nominativi, per un totale che va dai 350 ai 360 nuclei familiari spoletini. L'importo totale da accertare, secondo la determina, ammonta a circa 256 mila euro.


E fin qui nulla di strano. Dodici giorni più tardi, vale a dire il 27 dicembre del 2011, sempre dagli stessi uffici parte una nuova determina, la numero 1586, avente ad oggetto l'approvazione degli elenchi di accertamento della Tarsu, per un periodo di riferimento che va dal 2006 al 2011. Al di là del salto di due anni rispetto alla precedente determina (che era relativa al periodo 2004-2009), a colpire l'attenzione di chi legge le carte sono due aspetti principali. Il primo riguarda gli elenchi dei contribuenti inadempienti. Questa volta sono due, scritti con caratteri tipografici diversi fra loro: il primo altro non è che la fotocopia degli stessi tre elenchi della determina del 12 dicembre; il secondo elenco contiene, oltre agli stessi contribuenti di cui sopra trascritti in ordine diverso, e che dunque vengono ripetuti per la terza volta nel giro di dodici giorni, anche una quindicina di ulteriori, nuovi malcapitati che vanno ad ingrossare le fila degli inadempienti per "ben" 5 mila e 993 euro. Questo secondo aspetto, da mettere in stretta relazione con il primo, riguarda la cifra totale accertata e posta a bilancio: 600 mila euro. Non male davvero in quanto a creatività.


In altre parole - stando alle carte consultate -, nel giro di dodici giorni, poco prima della fine del 2011, il Comune di Spoleto accerta prima 256 mila euro da riscuotere per la Tarsu 2004-2009, poi altri 600 mila per la Tarsu 2006-2011, mettendo così a bilancio 856 mila euro di residui attivi, vale a dire crediti sicuri considerati esigibili dall'amministrazione. In realtà la cifra non supera i 270 mila euro, ma i conti del bilancio in questo modo tornano meglio. Poco importa che venga imputata per ben tre volte agli stessi malcapitati la medesima sanzione amministrativa...
Forse non è un caso che il direttore generale del Comune, nel suo discorso "da Libro Cuore" di ieri (17 giugno) in consiglio comunale, nel quale ha fatto mea culpa promettendo di fare il bravo entro settembre, si è guardato bene dal rispondere sulle cifre contestate dall'opposizione. Ma cosa dice al riguardo la giurisprudenza?


Uno dei casi più emblematici del mondo in materia di falso in bilancio degli enti pubblici è quello relativo al Comune di Taranto, dell'allora sindaco Rossana Di Bello. Come si ricorderà, nel 2006 il Comune di Taranto venne commissariato per delle pesanti discrepanze tra i debiti dichiarati dall'ente e quelli realmente esistenti. Contestualmente il sindaco, il vicesindaco e il dirigente delle risorse finanziarie del Comune vennero indagati e poi condannati per falso ideologico di pubblico ufficiale in atto pubblico, per aver omesso debiti e indicato crediti inesistenti del Comune, inducendo il consiglio comunale ad approvare una serie di rendiconti annuali (tra il 2000 e il 2004) non conformi al vero. Durante il commissariamento, il Comune ha dichiarato lo stato di dissesto finanziario. Nel marzo del 2007 Francesco Boccia, capo della commissione di liquidazione, ha accertato che il Comune di Taranto aveva accumulato debiti per 637 milioni di euro, a fronte di entrate disponibili inferiori a 60 milioni di euro. Proprio nei mesi scorsi il Tribunale di Taranto ha emesso, nei confronti di 34 dipendenti del Comune che avevano intascato in quattro anni buste-paga mensili da decine di migliaia di euro, condanne da 3 anni e mezzo a 6 anni e un risarcimento provvisorio di 5 milioni di euro nei confronti del Comune di Taranto.


Tornando al falso ideologico di pubblico ufficiale in atto pubblico, la Cassazione ha sancito che per configurarsi tale reato non è necessario provare l'intenzione di nuocere all'ente pubblico o comunque di raggiungere, tramite l'atto stesso, scopi contrari alla legge, ma è sufficiente il dolo generico del delitto, vale a dire la consapevolezza di ciò che si sta facendo. Lo stesso può dirsi per i revisori dei conti: questi ultimi possono essere condannati per concorso in falso ideologico qualora venga provato che, pur essendo a conoscenza di gravi "scorrettezze" da parte dei redattori del rendiconto, non si siano attivati per evitare l'approvazione del bilancio. A proposito dei crediti, inoltre, la Corte dei Conti ha più volte detto che si configura il reato di falso ideologico anche ogni qual volta un ente approva il proprio bilancio inserendovi dei crediti che non si ha la certezza di incassare. I crediti inesigibili, o di dubbia esigibilità, sono un potenziale danno per l'ente, poiché potrebbero pregiudicarne la corretta conduzione.


A volte, poi, il falso in bilancio "serve" agli amministratori di un ente per rimanere in carica, evitando lo scioglimento degli organi rappresentativi per dissesto finanziario. E' il caso, ad esempio, del Comune di Montecalvo Irpino, in provincia di Avellino, il cui sindaco, revisore dei conti e responsabile dei servizi finanziari sono stati accusati, assieme a 14 ex consiglieri di maggioranza, di avere fatto approvare - tra il 2005 e il 2009 - dei bilanci non conformi alla realtà finanziaria dell'ente, con tanto di riequilibri tra residui attivi e passivi da parte del funzionario comunale, "senza evidenziare alcuna anomalia o reale disavanzo, mentre successivamente rilevavano un disavanzo derivante dal riaccertamento dei residui attivi e passivi". Riaccertamento che, a breve, potrebbe portare Spoleto in una condizione simile a quella di Montecalvo Irpino.


Fine della prima puntata.


Commento scritto da Doc Holliday il 18 Giugno 2013 alle 17:08
All'ottimo articolo (già pregusto la seconda puntata...) di Daniele Ubaldi, aggiungerei solamente una postilla... Laddove si dice che "A volte, poi, il falso in bilancio 'serve' agli amministratori di un ente per rimanere in carica, evitando lo scioglimento degli organi rappresentativi per dissesto finanziario", si potrebbe specificare che tale escamotage serve anche - e per gli stessi scopi - a quei dirigenti nominati dal Sindaco (art. 110 del T.U.E.L.) e non vincitori di concorso, che decadono dal proprio incarico assieme al Sindaco. Questa era la situazione della maggior parte dei dirigenti (compreso il D.G.) del Comune di Spoleto, fino al miracoloso concorso che li vide assumere in blocco a tempo indeterminato...

Commento scritto da Tebro Politi il 19 Giugno 2013 alle 14:02
Scusate è, ma non capisco perchè tanto accanimento verso il nostro bravo ragioniere D.G. dott. Cerquiglini. In fondo non ha detto una sola bugia. Ha ammesso di aver fatto degli "errori", ha ammesso di aver perpetrato l' "errore" dal 2004 fino ad oggi, e cioè fino a quando i consiglieri di minoranza gli hanno fatto notare l'errore ricevendo i ringraziamenti non solo dal DG ma anche da gran parte dei consiglieri della maggioranza che hanno dichiarato anche di vergognarsi di essere rappresentati da certe persone e delusi per aver dato loro la fiducia però, molto dispiaciuti, votano contro la mozione perchè "è un fatto politico". Tornando al nostro bravissimo DG, il ragioniere si si è poi giustificato dicendo di essersi comportato come "un buon padre di famiglia"; anche qui non vedo cosa gli si potrebbe contestare. Come definireste voi vostro padre se vi porta a casa ogni mese 12.500 euro e a fine anno anche un bel premio di qualche decina di euro? ;)



MORALE DELLA FAVOLA 


A Frascati di questi elenchi di debitori non s'è vista traccia, mentre nutritissimi sono gli elenchi dei RESIDUI ATTIVI da incassare. E dire che non si parlava di 256.000 o 856.000 euro, ma di milioni di milioni.








TARSU, ICI, CONTRAVVENZIONI, PASTI MENSE SCOLASTICHE ....... non ci siamo fatti mancare nulla in termini di crediti da esigere ! 



Silente MASTROSANTI & PARTNERS al riguardo, non vorrei che qualche giovin consigliere novello facesse, per imperizia la fine dei consiglieri del

Comune di Montecalvo Irpino

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