domenica 17 aprile 2016

IL SOMARO TRICHET HA RAGLIATO ANCORA


 W LA DEFLAZIONE !



Di chiacchieroni nella finanza ne ho visti tanti. Questa foto è relativa alla primavera  2008, qualche mese prima dello scoppio della crisi dei mutui sub-prime negli USA. Come potete leggere sotto la foto a luglio del 2008 lui era pronto ad aumentare i tassi della BCE; in effetti li aumentò e  Lehman Brothers fallì il 15 settembre 2008. Che drago !

http://angelocristofanelli.blogspot.it/2011/06/san-jean-claude-trichet-protettore-dei.html


Negli anni successivi, l' asino rimase alla guida della BCE fino al 2011, fu prodigo di previsioni sulla ripresa dietro l'angolo che, di volta in volta, veniva spostata in avanti di tre mesi in tre mesi.

Oggi come dicevo torna a ragliare.

“L’Italia non si illuda, dovrà ancora fare i conti con l’austerità”


Trichet (ex Bce): Renzi nella direzione giusta, ma la crisi non è finita


IL FALSO PROBLEMA DELLA DEFLAZIONE
Come i grandi campioni sportivi che, usciti dai campi in erba , vengono presi dalla depressione, l' asino è tornato a ragliare anche se in buona compagnia. Questa volta oltre al debito pubblico italiano, che continua a salire alla faccia delle chiacchiere del  
LABBRO DI FIRENZE
la concausa della flebile ripresa sarebbe la deflazione ovvero, per chi non è pratico, i prezzi che scendono. Nonostante quello che prescrivano le teorie dei testi sacri dell'economia che , guarda caso, sono riferiti al passato, la deflazione non è remunerativa per le aziende; in parole povere le soffoca, le uccide.
A parte il fatto che questo sarebbe contrario al principio della libera concorrenza, che sempre i testi sacri dicono stimoli la competizione e affini i sistemi produttivi, alla luce del contesto per lo meno italiano è una gran minchiata. Se in linea teorica il teorema potrebbe risultare provato, in pratica non lo è. 

Bloccando infatti il rinnovo di molti contratti di lavoro, bloccando l'adeguamento delle pensioni al variare del costo della vita, la capacità d'acquisto si riduce. Per tanto affermo che , fermo restando il valore numerario di una retribuzione o di una pensione, la deflazione dei prezzi consente l' acquisto di maggiori quantità dei beni stessi e poco incide sulla creazione di disoccupazione. Un esempio rende il concetto. Se per ipotesi un abito o un paio di scarpe scarpe costassero il 50% in meno del giorno X, con la stessa cifra il giorno X+1 potrei comprare due abiti, o un abito e un paio di scarpe, o due paia di scarpe. Il vero problema, fermi i salari e le pensioni, è l'aumento della tassazione che sottrae risorse spendibili sul mercato e che, nonostante i prezzi calanti, non consenta l' ipose del giorno X+ 1. I continui aumenti poi delle tariffe di acqua, luce, gas,autostrade privatizzate agli oligarchi del capitalismo poi contribuisce alla predazione.
Aggiungi che i continui sperperi della politica nazionale, regionale e comunale contribuiscono a depauperare sempre più la capacità d'acquisto con ripercussioni sull' occupazione.  Se ci fate caso, ma questo l' asino TRICHET non lo sa,  nei Comuni è iniziata la caccia alle multe. A ITACSARF ad esempio, dopo anni di sperperi fra  capitale d'acquisto e manutenzione, è stata attivata la ZTL il cui fine ultimo ( se non ci credete venite da ospiti a farvi un buon bicchiere di vino ) è spillare soldi alla cittadinanza. Per farne cosa ? Per continuare a pagare il 50% in più gli asili nido comunali gestiti da una COOP, per assicurare al Sindaco un BADANTE ( caso unico nei Castelli Romani ) o, parlando di investimenti, per sperperare ben 12 miliardi di lire per il restauro di alcuni locali che ora sono sempre chiusi. Della serie " non servono ma il ritorno ( dopo 46 revisioni di prezzo sulle quali nessuno indaga e delle quali solo io parlo ) c'è stato "

Ora io non mi aspetto il NOBEL per queste mie affermazioni ; è solo che sentire gli asini che ragliano mi crea fastidio !

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