giovedì 23 marzo 2017

L'ex Sindaco FONTANA scrive alla suocera affinche nuora intenda.



22 marzo 2017
COMUNICATO STAMPA

Immobili abusivi realizzati nel comprensorio della Procura della Repubblica di Velletri. Esecuzione delle sentenze passate in giudicato.



Giovedì 16 marzo, organizzato dal Comitato Equi Diritti, si è svolto a Rocca Priora l’incontro-convegno in tema di abusivismo edilizio ed esecuzione delle relative sentenze.
Lo scrivente ex Sindaco di Grottaferrata, ha partecipato su invito del Comitato anche in virtù delle attività svolte durante l’esercizio della carica elettiva.
Positiva, anche se minima, la presenza di alcuni rappresentanti delle Istituzioni. Interessante ascoltare le diverse posizioni in campo. Sostanzialmente, gli interventi hanno ribadito che il principio di legalità non è discussione, la casa è un bene primario, la materia è complessa ed articolata ed i potenziali rischi in termini sociali ed economici sono alti, occorre intervenire, ecc. Cose ovvie e condivisibili ma, trascorsi oramai 14 mesi dalla comunicazione del Procuratore di Velletri ai Sindaci (novembre 2015), di fatti o impegni concreti non vi è traccia, e la riunione, purtroppo, lo ha confermato.
Ovviamente, trattandosi di problematica molto complessa, non è affatto semplice venire a capo della vicenda. Questo, però, non giustifica la perdurante stasi, oltre le mere dichiarazioni di principio.
Nel mio intervento, ho confermato come si potrebbe affrontare la materia, fermo restando il principio di legalità (l’abuso edilizio è un reato, quale che sia la motivazione alla sua origine o la natura dello stesso) e l’assunto per cui la casa è un bene primario.
Posto ciò, ho altresì evidenziato le palesi contraddizioni di fondo che investono l’intera materia. Vale a dire: la Procura di Velletri ha agito mentre altre, come quella di Roma dove si conterebbero oltre 300mila abusi, non ha avviato analoga attività; le Procure hanno uffici dedicati alla verifica dell’esecuzione delle sentenze, perché si è chiesto ai Sindaci ciò che la Procura dovrebbe già conoscere ? I Comuni, in molti casi, hanno riscosso e continuano a riscuotere i tributi dalle persone che risultano anagraficamente residenti negli immobili sentenziati da abbattere e le stesse case hanno utenze allacciate regolarmente; in taluni casi, si è addirittura in presenza di nuovi proprietari, ossia chi ha commesso l’abuso in origine ha venduto la casa abusiva ad altri (con il benestare di notai compiacenti, agenzie immobiliari e quanti altri); si vocifera addirittura di situazioni in cui l’immobile abusivo sarebbe stato addirittura accatastato; in molte situazioni i Comuni hanno riscosso gli oneri e le oblazioni per sanatorie ancora pendenti (soprattutto sul terzo condono del 2003).
Non parliamo poi della strisciante crisi socio-economico che affligge il Paese e della percezione che la gente ha sul rispetto della legalità, dei principi etici e morali e di quant’altro ancora: in una Società-giungla che fa acqua da tutte le parti, in cui l’area della povertà è in aumento e le  conseguenze dell’immigrazione incontrollata (nuove aperture di SPRAR e CAS per migranti anche ai Castelli Romani) si riverberano, anche psicologicamente, sulle Famiglie italiane, specie quelle in difficoltà, i Sindaci (perché a loro il “cerino” è stato lasciato in mano…) devono far eseguire le sentenze passate in giudicato e far abbattere gli immobili abusivi. Se non lo fanno, incorrono nel reato di abuso d’ufficio (art. 323 c.p.) e/o omissione di atti d’ufficio (art. 328 c.p.). Quindi, per chiarire definitivamente, i Sindaci non hanno la facoltà di decidere se e cosa fare: devono procedere, punto.
A mio avviso, come ho dichiarato nell’intervento del 16 marzo, tutto ciò appare assurdo oltre che ingiusto. E mi spiego: se uno o più Comuni, in alcuni casi per decenni, non hanno vigilato sull’esecuzione delle sentenze e gli abusi sono rimasti tali, ciò è sbagliato. Se però, adesso e all’improvviso, in un caos sociale crescente si dice a un Sindaco di abbattere le case altrimenti viene denunciato, persino invitandolo ad incrementare il debito del Comune se non ha i fondi necessari per le demolizioni (il protocollo Regione Lazio-Procura di Velletri prevede il prestito ai Comuni dei fondi per le demolizioni), questo è altrettanto assurdo perché non tiene conto della realtà.
La demolizione degli immobili abusivi, qualora realizzata e con l’aumento dell’indebitamento dei Comuni, comporta, come ovvio, che alcune Famiglie si ritrovino per strada e ciò, in termini di impatto sociale nella grave congiuntura che viviamo, rischierebbe di far saltare una polveriera già innescata. Ribadisco: non si deve tollerare l’abusivismo e fare fessi coloro che hanno sempre rispettato le regole. Vuol dire, come ho ricordato alla riunione di Equi Diritti, che si deve procedere con razionalità, ingegno e senso di responsabilità, coinvolgendo formalmente ed immediatamente il Governo sulla delicatissima materia, cosa che sinora non è avvenuta. Le Regioni, infatti, non possono modificare leggi nazionali, né possono adottare provvedimenti ad hoc in casi emergenziali, come ritengo sia la vicenda delle demolizioni delle case abusive nei Castelli Romani.
Nella mia lettera aperta al Comitato, del 2 febbraio scorso, ho riepilogato le proposte di soluzione, ribadite nell’intervento del 16 marzo: il Presidente della Regione Lazio, che col Protocollo d’Intesa ha accelerato la vicenda, dovrebbe chiedere la convocazione urgente di una Conferenza Stato-Regioni per discutere col Governo se/quali provvedimenti adottare, tra cui una moratoria speciale che sospenda le demolizioni per un arco temporale utile a modificare la normativa nazionale, ad avviare Piani di Edilizia economico-popolare e/o Housing sociale ed a consentire ai Sindaci di poter gestire questa emergenza sociale, anziché dover agire sotto la pressione di commettere reati di abuso/omissione. Chiaramente distinguendo, per quanto possibile, gli abusi edilizi realizzati per necessità da quelli effettuati con fini speculativi e tutte le altre eccezioni del caso, specie di natura sociale ed economica.
Contestualmente, come ha ricordato il Consigliere comunale di Velletri CERINI durante l’incontro-convegno, è possibile, da subito, apportare modifiche alla legge regionale che risolverebbero almeno l’80% delle sanatorie ancora pendenti, oltre ad adottare ulteriori accorgimenti nell’applicazione della vigente normativa che darebbero respiro ai Sindaci nell’affrontare il problema. Parimenti, il Consiglio regionale che sta esaminando il nuovo Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR), dovrebbe modificare i vincoli che gravano sulle aree in cui il fenomeno dell’abusivismo è risultato maggiore.
Una spedita approvazione delle previste Varianti Speciali per le Perimetrazioni dei nuclei edilizi spontanei, unitamente ad una maggiore ed incisiva opera di controllo/repressione degli abusi edilizi a 360° rafforzerebbero, da ultimo, il senso civico e di legalità nei Cittadini interessati.
Tutto ciò, a mio avviso, si può e si deve realizzare attraverso il coinvolgimento diretto dei 30 Sindaci del comprensorio della Procura di Velletri, col sostegno dell’ANCI regionale, presieduta dal Sindaco di Velletri, e di tutte le altre Istituzioni del territorio che possono/vogliono rafforzare il messaggio da far pervenire, con immediatezza, al Presidente Zingaretti.
I tavoli tecnici, i convegni e tutte le altre iniziative, seppur utili a mantenere l’attenzione (anche mediatica) sull’argomento, servono a poco (vds. il caso di Artena, dove il Sindaco è dovuto intervenire per sospendere la demolizione della casa di una donna in stato di gravidanza).
Occorre agire e subito. Per questo ho redatto e consegnato al Comitato Equi Diritti, come anticipato nelle dichiarazioni all’incontro di Rocca Priora, un documento da sottoporre ai Sindaci, all’ANCI e agli altri attori istituzionali, per il successivo invio alla Regione Lazio e che allego al presente comunicato confermando la mia consueta disponibilità.

            Giampiero FONTANA



BOZZA DI LAVORO
Al Presidente della Regione Lazio
e, p.c.:
Al Presidente del Consiglio Regionale del Lazio
Ai Presidenti dei Gruppi consiliari regionali

OGGETTO: Definizione dei procedimenti interessati da sentenze penali di condanna per abusi edilizi passate in giudicato.


I sottoscritti……………………..

PREMESSO CHE

la Regione Lazio (di seguito: Regione) e la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri (di seguito: Procura), con protocollo d’intesa siglato il 25 giugno 2015, hanno individuato le procedure congiunte per agevolare l’esecuzione delle Sentenze e dei decreti penali di condanna che abbiano ordinato la demolizione dei manufatti abusivi, nei casi in cui la Procura ritenga di coinvolgere nell’intervento di demolizione e/o ripristino, a titolo di collaborazione, l’amministrazione comunale nel cui territorio dev’essere eseguito l’intervento;

la Procura, nel novembre del 2015, ha fornito nuovo impulso all’attività di eliminazione delle conseguenze degli interventi edilizi abusivi, sollecitando ai Sindaci dei Comuni interessati la definizione dei procedimenti in oggetto;

con lettera prot. n. __________ del ____________ il Presidente dell’XI Comunità Montana ed i Sindaci dei Comuni di Rocca Priora, Rocca di Papa, Monte Porzio Catone e Colonna, hanno inviato alla Regione alcune considerazioni/ipotesi di intervento rispetto alla specifica questione, chiedendo un incontro volto ad inquadrare l’argomento in un ambito normativo funzionale ad affrontare la problematica, tutelare il territorio ed auspicabilmente mitigare il clima di grande agitazione sociale che promana dai Cittadini interessati;

il Comitato Equi Diritti ha recentemente inviato al Consiglio Regionale una proposta di modifica legislativa per il superamento delle problematiche il recupero dei nuclei abitativi sorti spontaneamente nell’area dei Castelli Romani;

la problematica di cui all’oggetto è nota ed ha prodotto grande risalto mediatico, in molti casi distorcendo i reali contenuti della materia;

l’impatto in termini sociali ed economici della questione è rilevante e lo sarà ancora di più se non si individua un percorso che consenta ai Sindaci, oggi obbligati, in virtù degli artt. 323 e 328 del c.p. invocati dalla Procura, a procedere nelle demolizioni sollecitate;

il principio di legalità e quello che inquadra la casa come bene primario non sono in discussione ma, tuttavia, in una congiuntura storica come quella attuale, pervasa da una prolungata crisi che spinge sempre più le Famiglie italiane al di sotto della soglia di povertà, non si può non tener conto delle conseguenze derivanti dalle demolizioni effettuate tout court e, pertanto, occorre che i Sindaci abbiano la possibilità di contemperare legalità e sostegno sociale;

il Procollo prevede, tra l’altro, che i fondi stanziati per le demolizioni siano resi disponibili ai Comuni sotto forma di prestito, con l’obbligo di successiva restituzione da parte degli stessi enti locali;

la situazione economico-finanziaria dei Comuni interessati, in molti casi, è già fortemente critica ed un ulteriore aggravio di indebitamento rischierebbe, oltre potenziali default, di sottrarre risorse indispensabili per garantire i servizi primari ai Cittadini.

CONSIDERATO CHE

il fenomeno dell’abusivismo edilizio riguarda, purtroppo, molte Regioni italiane e non solo l’ambito dei Castelli Romani;

i 3 condoni edilizi succedutisi nel tempo, in molti casi (specie relativamente al condono 2003) risultano ancora pendenti;

per affrontare in modo organico la complessa e delicata materia, facendo salvi i due principi (legalità e casa=bene primario), è imprescindibile un intervento legislativo di respiro nazionale che, a cascata, permetta a Regioni e Comuni di affrontare la vicenda nei tempi e nei modi minimi necessari, con razionalità e senso di responsabilità, in modo da non aumentare la già di per sé tesa situazione socio-economica delle Famiglie interessate;

l’ambito in cui discutere la delicata problematica e l’eventuale citato intervento legislativo è la Conferenza Unificata Stato-Regioni istituita dal d.lgs. 28 agosto 1997, n. 281, di cui il Presidente della Regione Lazio è membro;

la competente VI Commissione del Consiglio regionale, dal 29 settembre 2016, sta esaminando il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR), licenziato dalla Giunta regionale a marzo;

gran parte degli abusi contestati sono legati anche a taluni vincoli (od alla sovrapposizione degli stessi) che gravano nelle aree a più alto impatto del fenomeno dell’edilizia spontanea,

TUTTO QUANTO CIO’ PREMESSO E CONSIDERATO

i sottoscritti chiedono al Presidente della Giunta della Regione Lazio, On. Nicola ZINGARETTI:

  1. di attivare (da solo/di concerto con altri Presidenti di Regione) le procedure formali per chiedere l’iscrizione della tematica all’ordine del giorno dei lavori della Conferenza Stato-Regioni, nell’ambito della quale valutare l’eventuale approvazione di norme di legge per la migliore soluzione della complessa e delicata problematica:
  2. di fornire, nel contempo, gli opportuni indirizzi all’Assessore competente ed ai Gruppi politici e civici presenti in Consiglio regionale, rispetto all’approvazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR), affinché il documento possa “rivisitare” i vincoli esistenti nelle aree dove maggiore è/è stata l’incidenza dell’abusivismo edilizio, con particolare riferimento al comprensorio dei Castelli Romani, come noto ulteriormente vincolato dalle limitazioni imposte dal Piano di Assetto del Parco Regionale;
  3.  di prendere in considerazione ogni altro elemento, incluse le modifiche alla vigente legislazione regionale, utile a fornire soluzioni immediate e concrete rispetto alla questione degli abusi edilizi insistenti sul comprensorio regionale e, in particolare, in quello dei Castelli Romani.


                                                                                                                     FIRMATO:

Il Presidente dell’ANCI regionale

           I Sindaci dei Comuni di Albano Laziale, Anzio, Ardea, Ariccia, Artena, Carpineto Romano, Castel Gandolfo, Ciampino, Colleferro, Colonna, Frascati, Gavignano, Genzano di Roma, Gorga, Grottaferrata, Labico, Lanuvio, Lariano, Marino, Monte Compatri, Monte Porzio Catone, Montelanico, Nemi, Nettuno, Pomezia, Rocca di Papa, Rocca Priora, Segni, Valmontone, Velletri.

Altri attori istituzionali.



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