mercoledì 30 agosto 2017

Una casa per la famiglia di Marcello


UNA STORIA CON UN DIFETTO : SONO ITALIANI CAZZO !

Quando m'è arrivato questo messaggio via mail stavo per cestinarlo; me ne arrivano a decine e dei più strani! Poi ho deciso di leggerlo e debbo dire che mi ha fatto veramente incazzare.

Certo , questa signora non è palestrata ( e come potrebbe con due figli a carico ); non fugge neppure dalla fame ..... grazie ai 120 euro al mese che gli rimangono ( 40 a cranio, un pò più di quanto spendiamo per un immigrato in un solo giorno ), dei 500 ricevuti dal Comune di Torino, dopo aver pagato l'albergo. C'è solo un problema :

SONO ITALIANI !

Loro non fuggono da una guerra ...... per loro ogni giorno è una guerra. Ma questo vai a farlo capire a LAURA PAPERA   e ai  BENPENSANTI BUONISTI
alias IL VENTRE MOLLE  di questo popolo.

E allora, oltre a sottoscrivere inutilmente la petizione, ho deciso di fare qualcosa in più : sbattere sta storia in faccia all' ITALIA e a quei due o tre Continenti che mi leggono. 





angelo — la storia di Marcello e della sua famiglia fa male al cuore. Malato di cancro, perde il lavoro e anche la casa. Dal Comune l'unica risposta che arriva è alloggiare presso una struttura dove contrae la polmonite e muore. Oggi Giusi e i figli ricevono un assegno di 500 euro al mese e sono stati messi in un albergo dove pagano di tasca loro 380 euro al mese. Hanno bisogno di aiuto e di una casa subito:  
Petizione diretta a Chiara Appendino
Una casa per la famiglia di Marcello
 4.009 
Sostenitori
Firma la petizione
Chiedo giustizia per Marcello e per i miei figli.
Marcello è il nome di mio marito, il papà dei miei figli. Aveva un mieloma multiplo, era gravemente immunodepresso ed è morto di polmonite fulminante. 
Non avrei mai voluto pubblicare questa foto ma devo e voglio farlo!  Lo devo a mio marito Marcello e ai miei figli. Questa è l'ultima foto che ho di lui. Questo è l'ultimo disperato tentativo che ha fatto per poter ottenere una casa per noi, per i suoi figli, ma è morto 10 giorni dopo.
Quel giorno stava male ma si è alzato dal letto per andare ad incatenarsi fuori dal comune di Torino. L'ho implorato di tornare a casa, mi ha risposto: "preferisco morire qui purché diano un tetto ai miei figli". 
A causa della malattia aveva perso il lavoro e siamo stati sfrattati. Dal comune (come vedete nella foto), quel giorno, NESSUNO si è degnato ad uscire a parlare con noi.
Ad un certo punto esce la sindaca Chiara Appendino, lo guarda, ma non si avvicina nemmeno per un secondo. Dopo un po' arriva un collaboratore dell'Assessorato che ci dice che grazie ad un "favore" di un suo "amico" potremo andare ad abitare per 2 mesi presso una struttura; lì ci sono altri ammalati e sappiamo bene che per mio marito è rischioso, ma non abbiamo scelta: accettiamo.
Come già detto mio marito, dopo 5 giorni dall'ingresso in struttura, contrarrà una polmonite fulminante che ce lo porterà via per sempre.
Il suo sacrificio è stato (forse) inutile: trascorsi i 2 mesi "CONCESSI", io e i miei figli abbiamo dovuto lasciare la struttura.
Adesso ci hanno messo in un albergo.
Il comune di Torino mi versa un contributo economico di 500 euro mensili. Peccato però che l'albergo lo devo pagare io: 380 euro al mese.
Non ho ancora ricevuto reversibilità quindi ci ritroviamo nella condizione di dover mangiare in tre con 120 euro mensili.
Siamo stanchi non ne possiamo più.
Oltre alla perdita più grave di un marito e un PADRE dobbiamo fare i conti di dove andare a vivere in futuro e di come fare la spesa; insomma: come sopravvivere.
La piccolina di 9 anni, a causa di questi traumi, soffre da due mesi di una gastrite nervosa.
Il più grande, anche se mi da tanta forza, lo vedo sempre più spento.
Vogliamo una casa tutta nostra: ne abbiamo assolutamente bisogno per poter (si fa per dire) ritrovare un po di solidità e stabilità e, forse, nel tempo, anche un po' di pace...
Abbiamo bisogno di vivere con i nostri vecchi mobili, i nostri effetti personali; poter appendere al muro una foto di Marcello. Papà adorato dei miei figli.
Guardatela bene questa foto perché IO la pubblicherò tutti i giorni finché non avrò ottenuto ciò che ci spetta per diritto (alloggio popolare), ma soprattutto affinché il gesto e la morte di mio marito non resti invano, inutile e dimenticato.
Lo devo a lui. Lo devo a nostri figli.
Giustizia Per Marcello
Giusi Nizzari - Torino

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