VI RACCONTO UNA STORIA DI SUCCESSO
Al momento ci sono tre Italie
Giù le tasse. 80 euro, Irap costo del lavoro, Imu e Tasi. Stiamo dimostrando che si può fare sul serio #italiariparte
La seconda potete leggerla sulla stampa di regime
La terza è quella che vi racconto oggi
AVIS BUDGET GROUP - MAGGIORE RENT 2 : l'Italia che riparte
Accade che un' azienda italiana viene acquistata da una multinazionale statunitense. Non è un' azienda decotta, sull' orlo del fallimento; tutt'altro !
E' la quarta azienda sul mercato italiano del noleggio auto ; la prima nel segmento noleggio furgoni. Certo, la crisi scatenata dalla finanza USA, le manovre sbagliate dell' Unione Europea, l' incapacità della politica italiana, la burocrazia inefficiente e ladrona non è che non abbiano creato problemi, ma l'azienda ancora produce utili.
L'AVIS BUDGET GROUP è una importante società statunitense dell'autonoleggio, quotata in borsa a New York e produce un fatturato di circa 10 miliardi di dollari l'anno con un EBITDA intorno al 10%
https://www.youtube.com/watch?v=xf1uc7aXQ1I
Nel mondo degli affari si usa fare così : stabilito il prezzo di cessione, sulla base dei ratios dell' azienda da acquistare, si procede alla due diligence ovvero alla verifica dei conti per evitare future sorprese. La prima fase avviene in modo riservato fra le due proprietà; la seconda la puoi benissimo far passare per un controllo della società di certificazione dei conti. I dipendenti sono all' oscuro di tutto. Poi, quando l'affare viene reso noto ....... arrivano i tagli di personale.
E' così che tante aziende italiane RIPARTONO ..... per l' estero !
ECCO COSA SCRIVONO I DIPENDENTI
UNA STORIA INCREDIBILE, ANCHE SE AMARAMENTE REALE
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Così sembra finire una storia iniziata già due anni fa, quando tra le mura della Maggiore Rent Spa, unica azienda italiana di rent-a-car in grado di competere con le grandi multinazionali Avis, Europcar e Hertz, cominciarono a circolare voci di vendita. Per chi non lo sapesse, la Maggiore è un’azienda di autonoleggio presente sul territorio nazionale (siamo quelli blu, dei furgoni Amico Blu), con alcune grandi agenzie gestite direttamente dalla società e una rete capillare gestita da società concessionarie in varie formule, con dipendenti propri.
Dunque, dicevamo, per un anno circa l’azienda si è completamente fermata, tra due diligence (analisi dei conti, che tutti negavano…) e mancanza quasi totale di progettualità. Il 12 dicembre 2014 i fratelli Maggiore annullano il brindisi natalizio perché il tradizionale momento augurale avrebbe potuto essere vissuto senza la necessaria serenità e fratellanza connaturate al Natale, confermando anche di essere in trattativa per l’entrata di un nuovo socio.
Da lì in poi, il panico…i lavoratori Maggiore vengono da due mobilità in 4 anni e da 24 mesi di contratto di solidarietà; cambi di dirigenti, di amministratori delegati, sembra che nessuno sia stato in grado di fare il bene di questa società che, tuttavia, ha continuato ad essere solida, come sintetizzato nell’articolo di F. Patti su Linkiesta http://www.linkiesta.it/…/maggiore-in-vendita-400-di…/24520/.
Decidiamo per uno sciopero il 3 febbraio, grande partecipazione in tutta Italia, sede e agenzie dirette.
L’azienda è muta.
Secondo sciopero il 13 febbraio a Piazza Montecitorio, abbiamo l’occasione di parlare con diversi politici che cerchiamo di coinvolgere nella tutela del nostro lavoro. Vengono presentate interrogazioni parlamentari alle commissioni Attività produttive, Trasporti, Lavoro, Industria Commercio e Turismo: il contributo dei cittadini italiani per il contratto di solidarietà dovrebbe servire a preservare un’azienda e i posti di lavoro ma purtroppo sembra che non ci siano i termini per alcun intervento.
Fino ad arrivare al 2 marzo 2015 quando l’amministratore delegato ci comunica la vendita ad Avis Budget Group.
L’Avis Budget Group è quell’azienda che a maggio del 2013 ha chiesto il licenziamento collettivo di 150 dei 474 addetti della Avis Budget Italia perché <> come cita la procedura trovata in Internet. Avis ha due centri direzionali in Europa, in Ungheria e in Spagna, e alcuni settori sono stati interamente soppressi in Italia per essere delocalizzati in quei due paesi.
Quindi i lavoratori della Maggiore sono un po’ in apprensione; forse la preoccupazione è legittima o magari, visto che siamo una bella azienda, decideranno di cambiare strategia?
I comunicati stampa diffusi al momento della vendita hanno raccontato quale meraviglioso futuro attendesse la Maggiore che sarebbe stata gradualmente integrata in Avis Budget Group pur non perdendo la sua peculiarità e, grazie soprattutto al primato del noleggio dei furgoni, avrebbe garantito un’alta redditività.
I sindacati chiedono più volte un’incontro alla nuova proprietà che viene però negato da Avis, che lo giudica prematuro. A questa non-risposta segue un altro sciopero, il 2 aprile, senza che l’azienda si scomponga.
L’amministratore delegato si palesa per la prima volta solo il 20 maggio e in quell’occasione parla anche di talento e caratteristiche dei lavoratori da rispettare e valorizzare e di come in Avis ci siano reali opportunità di carriera e di cambiamento.
Di fatto, l’Avis Budget Group si è rifiutata di incontrare le organizzazioni sindacali, che più volte hanno sollecitato un confronto, fino allo scorso 30 settembre, quando ha concordato un incontro di qualche minuto per annunciare la mobilità.
Di fatto, l’Avis Budget Group è arrivata in Maggiore e, nonostante la sottesa parola d’ordine “integrazione”, abbiamo continuato a lavorare quasi senza indicazioni, senza significative direttive o strategie, per abituale coscienza e competenza; alcuni sono stati messi sotto pressione con lo spauracchio della valutazione dell’efficienza e della disponibilità semmai l’azienda avesse deciso la riduzione del personale.
Di fatto, dopo solo 6 mesi dall’acquisto Avis Budget Group dice che le proiezioni (e non i risultati Nds) per il 2015 forniscono un risultato negativo e che la Società si trova in una fase di recessione, iniziata già nel 2012 (e quindi è legittimo chiedersi perché l’abbiano comprata…).
Di fatto, le fluttuazioni, la recessione, il partner internazionale mancante, l’avvento dei broker online, gli oneri finanziari, la revenue per day scomparsa saranno caricate sulle schiene dei 141 dead men walking che si apprestano a diventare la panacea dei mali dell’economia contemporanea globalizzata.
La descrizione degli impatti sulle vite dei morituri sarebbe retorica.
Il riferimento alle centinaia di addetti delle agenzie non dirette e dell’indotto che stanno già andando a casa senza ammortizzatori sociali una romanticheria ingiustificata.
Forse i francesi hanno ragione, almeno si sfogano…
Vi chiediamo di parlare di noi perché il licenziamento di metà forza lavoro di un’azienda sana e con un grande potenziale non è giustificabile e non dovrebbe essere possibile in uno stato di diritto, uno stato che dice di fare tutto quello che può per la ripresa mentre accetta che, senza alcuna etica, si possa aumentare il profitto mettendo in mezzo a una strada i lavoratori e le loro famiglie.
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Così sembra finire una storia iniziata già due anni fa, quando tra le mura della Maggiore Rent Spa, unica azienda italiana di rent-a-car in grado di competere con le grandi multinazionali Avis, Europcar e Hertz, cominciarono a circolare voci di vendita. Per chi non lo sapesse, la Maggiore è un’azienda di autonoleggio presente sul territorio nazionale (siamo quelli blu, dei furgoni Amico Blu), con alcune grandi agenzie gestite direttamente dalla società e una rete capillare gestita da società concessionarie in varie formule, con dipendenti propri.
Dunque, dicevamo, per un anno circa l’azienda si è completamente fermata, tra due diligence (analisi dei conti, che tutti negavano…) e mancanza quasi totale di progettualità. Il 12 dicembre 2014 i fratelli Maggiore annullano il brindisi natalizio perché il tradizionale momento augurale avrebbe potuto essere vissuto senza la necessaria serenità e fratellanza connaturate al Natale, confermando anche di essere in trattativa per l’entrata di un nuovo socio.
Da lì in poi, il panico…i lavoratori Maggiore vengono da due mobilità in 4 anni e da 24 mesi di contratto di solidarietà; cambi di dirigenti, di amministratori delegati, sembra che nessuno sia stato in grado di fare il bene di questa società che, tuttavia, ha continuato ad essere solida, come sintetizzato nell’articolo di F. Patti su Linkiesta http://www.linkiesta.it/…/maggiore-in-vendita-400-di…/24520/.
Decidiamo per uno sciopero il 3 febbraio, grande partecipazione in tutta Italia, sede e agenzie dirette.
L’azienda è muta.
Secondo sciopero il 13 febbraio a Piazza Montecitorio, abbiamo l’occasione di parlare con diversi politici che cerchiamo di coinvolgere nella tutela del nostro lavoro. Vengono presentate interrogazioni parlamentari alle commissioni Attività produttive, Trasporti, Lavoro, Industria Commercio e Turismo: il contributo dei cittadini italiani per il contratto di solidarietà dovrebbe servire a preservare un’azienda e i posti di lavoro ma purtroppo sembra che non ci siano i termini per alcun intervento.
Fino ad arrivare al 2 marzo 2015 quando l’amministratore delegato ci comunica la vendita ad Avis Budget Group.
L’Avis Budget Group è quell’azienda che a maggio del 2013 ha chiesto il licenziamento collettivo di 150 dei 474 addetti della Avis Budget Italia perché <
Quindi i lavoratori della Maggiore sono un po’ in apprensione; forse la preoccupazione è legittima o magari, visto che siamo una bella azienda, decideranno di cambiare strategia?
I comunicati stampa diffusi al momento della vendita hanno raccontato quale meraviglioso futuro attendesse la Maggiore che sarebbe stata gradualmente integrata in Avis Budget Group pur non perdendo la sua peculiarità e, grazie soprattutto al primato del noleggio dei furgoni, avrebbe garantito un’alta redditività.
I sindacati chiedono più volte un’incontro alla nuova proprietà che viene però negato da Avis, che lo giudica prematuro. A questa non-risposta segue un altro sciopero, il 2 aprile, senza che l’azienda si scomponga.
L’amministratore delegato si palesa per la prima volta solo il 20 maggio e in quell’occasione parla anche di talento e caratteristiche dei lavoratori da rispettare e valorizzare e di come in Avis ci siano reali opportunità di carriera e di cambiamento.
Di fatto, l’Avis Budget Group si è rifiutata di incontrare le organizzazioni sindacali, che più volte hanno sollecitato un confronto, fino allo scorso 30 settembre, quando ha concordato un incontro di qualche minuto per annunciare la mobilità.
Di fatto, l’Avis Budget Group è arrivata in Maggiore e, nonostante la sottesa parola d’ordine “integrazione”, abbiamo continuato a lavorare quasi senza indicazioni, senza significative direttive o strategie, per abituale coscienza e competenza; alcuni sono stati messi sotto pressione con lo spauracchio della valutazione dell’efficienza e della disponibilità semmai l’azienda avesse deciso la riduzione del personale.
Di fatto, dopo solo 6 mesi dall’acquisto Avis Budget Group dice che le proiezioni (e non i risultati Nds) per il 2015 forniscono un risultato negativo e che la Società si trova in una fase di recessione, iniziata già nel 2012 (e quindi è legittimo chiedersi perché l’abbiano comprata…).
Di fatto, le fluttuazioni, la recessione, il partner internazionale mancante, l’avvento dei broker online, gli oneri finanziari, la revenue per day scomparsa saranno caricate sulle schiene dei 141 dead men walking che si apprestano a diventare la panacea dei mali dell’economia contemporanea globalizzata.
La descrizione degli impatti sulle vite dei morituri sarebbe retorica.
Il riferimento alle centinaia di addetti delle agenzie non dirette e dell’indotto che stanno già andando a casa senza ammortizzatori sociali una romanticheria ingiustificata.
Forse i francesi hanno ragione, almeno si sfogano…
Vi chiediamo di parlare di noi perché il licenziamento di metà forza lavoro di un’azienda sana e con un grande potenziale non è giustificabile e non dovrebbe essere possibile in uno stato di diritto, uno stato che dice di fare tutto quello che può per la ripresa mentre accetta che, senza alcuna etica, si possa aumentare il profitto mettendo in mezzo a una strada i lavoratori e le loro famiglie.
Ma oltre a scrivere, cosa dicono i dipendenti ?
Una telecamera nascosta ha catturato i loro discorsi |!
INTANTO SI TRATTA
Più che trattare è l'azienda che spiega perchè 141 dipendenti su 289 debbono andare a casa.
AVIS BUDGET GROUP - MAGGIORE RENT 12 - Che accade dentro ?
Dopo tutte queste cose, vi chiederete : ma come è andata a finire ?
AVIS BUDGET GROUP - MAGGIORE RENT 13 - Intanto dentro : parte 1a
https://www.youtube.com/watch?v=RliI2VWFkJM AVIS BUDGET GROUP - MAGGIORE RENT 14 - Si continua a discutere : parte 2a
https://www.youtube.com/watch?v=rHcRhV5xivw
https://www.youtube.com/watch?v=RliI2VWFkJM AVIS BUDGET GROUP - MAGGIORE RENT 14 - Si continua a discutere : parte 2a
https://www.youtube.com/watch?v=rHcRhV5xivw
Ora in tanti saranno a chiedersi come finirà questa storia. Io sento di poter fare una previsione. I 141 esuberi diverrano 100/110. Liquidarli mediamente a 40/50.000 euro pro capite costerà alla multinazionale qualcosa come 5 milioni di euro; una cifra decimale sul fatturato annuo di 8/10 miliardi di dollari. E tutti vissero felici e contenti.
E' LA RIPRESA BAMBOLE !
La PLAY LIST dell'evento
https://www.youtube.com/playlist?list=PLo29MWLoGs6SYAvLUpKg5eIHv9HhqA4dE
Angelo sei stato semplicemente meraviglioso. Eccellente lavoro
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