martedì 30 settembre 2025

OGGI GIANNI SELVIDI HA ISPEZIONATO I CANTIERI IN VIA CANINA

 

SARA' UN SINDACO PRESENTE


Altro che rinchiuso nel PALAZZO

Sinceramente mi sta sfibrando: mi telefona, mi manda messaggi su messenger e su whattsapp.

Fosse per lui la giornata sarebbe di 48 ore, al punto che mi sono chiesto ma il suo TEAM

GLI ANGELI DALLA FACCIA SPORCA


ma non potrebbe chiamare anche loro ?

Mi racconta che per Lui hanno lasciato tutto, il lavoro, la famiglia, le precedenti casacche: hanno giurato fedeltà e dedizione assoluta quel giorno che dichiararono :

" S'E' RIUNITO IL CENTRODESTRA AI MASSIMI LIVELLI

😂😁😇😅😂😂😭


GIANNI SELVIDI ISPEZIONA I LAVORI A VIA CANINA

Nun l'areggo più ...... vò tutti i giorni anna' pè cantieri

https://youtu.be/qHGZwI-c4ug

https://www.facebook.com/100067223032210/videos/786901103938612

https://www.tiktok.com/@awerakanaka/video/7555792654596918550


IL PRECEDENTE CONTROLLO DI CANTIERE


domenica 28 settembre 2025

ISPEZIONE DI GIANNI SELVIDI AL CANTIERE DELLA STAZIONE FFSS


 

lunedì 29 settembre 2025

RICEVO DA LUMINA QUESTO REPORT SULLA RUSSIA

 


🇷🇺 Lo stato dell’economia russa

La resilienza economica di Mosca; 

iscriviti alla lista di attesa del corso 

di geopolitica di Aliseo

 
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🇷🇺 L’economia russa è in crisi?

Category:Economy of Russia - Wikimedia Commons

di Simone Mesisca

Le recenti schermaglie diplomatiche 

intercorse fra Washington e Mosca 

hanno nuovamente posto sotto

 l’attenzione dei media lo stato 

dell’economia russa.

Martedì 23 settembre, poco dopo

 la fine del suo discorso presso

 l’Assemblea Generale delle Nazioni 

Unite, il Presidente americano Donald 

Trump ha pubblicato un messaggio sui 

social in cui affermava che «dopo aver 

conosciuto e compreso appieno la 

situazione militare ed economica 

dell’Ucraina e della Russia e 

dopo aver visto i problemi 

economici che sta causando 

alla Russia, penso che l’Ucraina, 

con il sostegno dell’Unione Europea,

 sia in grado di combattere e 

riconquistare tutta l’Ucraina nella sua

 forma originale».

Il Presidente americano ha anche fatto 

riferimento alle «lunghe code che rendono 

impossibile fare benzina», e a come 

«tutti i soldi dei cittadini vengano spesi 

nella guerra contro l’Ucraina».

Rispondendo a questa e ad altre 

affermazioni, il portavoce del Presidente russo, 

Dmitri Peskov, ha sottolineato che nonostante 

alcuni «punti di tensione» 

associati alle sanzioni, «la Russia mantiene 

la sua resilienza e la sua stabilità macro-

economica».

Più duro l’ex Presidente, nonché vicepresidente 

del Consiglio di Sicurezza Nazionale, Dmitri 

Medvedev, che ha accusato Trump di 

«vagare in una realtà alternativa», in cui 

c’è «la vittoria definitiva di Kiev, il ritorno 

ai confini precedenti, l’economia militare fallimentare 

della Russia, le code per la 

benzina e le ‘tigri di carta’».

A più di tre anni e mezzo dall’inizio 

della guerra in Ucraina sorge quindi 

spontanea la domanda sullo stato 

dell’economia russa. Il conflitto 

prolungato e le sanzioni sempre più 

stringenti hanno messo in ginocchio

 il Cremlino, o a ragione Peskov e la

 Russia «mantiene la sua resilienza 

e stabilità»? E se sì, per quanto ancora?

Lo stato dell’economia russa

L’analisi dei principali indicatori macro-

economici russi per il 2025 rivela un’

economia che mostra ormai 

chiaramente i segni di un rallentamento

 significativo della crescita rispetto 

agli ottimi risultati dei due anni precedenti, 

con un’inflazione che, seppur in diminuzione, 

rimane ancora molto alta.

Ciononostante, alcuni indicatori, come il 

deficit di budget e il debito pubblico

mostrano una Russia molto più in salute 

rispetto alla maggior parte dei Paesi occidentali.

La crescita del Pil, che aveva registrato un robusto 

4,3% nel 2024, si è drasticamente ridotta nell’anno

 corrente. Il Ministero dell’Economia ha rivisto al 

ribasso le previsioni di crescita per il 2025 dal 2,5% 

inizialmente previsto all’1,5%, mentre i dati trimestrali 

confermano questa tendenza negativa, con una 

crescita dell’1,4% nel primo trimestre e dell’1,1% 

nel secondo.

L’inflazione rappresenta ormai dal 2022 uno dei 

problemi più pressanti per l’economia russa

Anche se i picchi dell’aprile 2022, quando raggiunse

 il 22% sono ormai lontani, nel 2025 l’inflazione è 

scesa raggiungendo l’8,1% in agosto, rimanendo però ben al 

di sopra del target del 4% fissato dalla Banca Centrale.

Il Ministero dell’Economia ha rivisto al ribasso le previsioni inflazionistiche per la fine del 2025 al 6,8%, rispetto al 

7,6% previsto ad aprile, mentre si attende il ritorno 

al target del 4% solo nel 2026.

Questa persistente pressione inflazionistica ha costretto 

la Banca Centrale a mantenere una politica monetaria 

restrittiva, con conseguente contrazione della crescita

 economica. Il tasso di riferimento, dopo aver raggiunto il livello record del 21% nell’ottobre 2024, è stato 

gradualmente ridotto al 17% nel settembre 2025,

 rappresentando comunque uno dei tassi più 

elevati al mondo tra 

le maggiori economie.

Il deficit di bilancio federale ha raggiunto i 4,19

 trilioni di rubli (42,7 miliardi di euro) nei primi otto

 mesi del 2025, pari all’1,9% del Pil, superando

 ampiamente l’obiettivo rivisto dell’1,7% per 

l’intero anno. Le proiezioni per il 2025 indicano 

un deterioramento del deficit al 2,6% del Pil, il 

livello più alto dall’inizio del conflitto, con una 

spesa pubblica aumentata del 21,1% rispetto 

all’anno precedente mentre le entrate sono 

cresciute solo del 3%.

Seppure in peggioramento, questi numeri non 

devono trarre in inganno, basti pensare che nel 2024

 il deficit di bilancio dei più importanti Paesi europei

come Germania, Francia, Italia e Polonia, è stato

 rispettivamente del -2,8%, -5,8%, -3,4% e -6,6%.

Anche il debito pubblico russo rimane molto 

contenuto, attestandosi al 16,4% del Pil nel 2024, 

uno dei livelli più bassi tra le economie sviluppate,

 seppur con previsioni di incremento al 19% nel 2025 

(per confronto, il livello più basso di indebitamento 

nell’Ue è dell’Estonia, al 23,6% del Pil).

La spesa militare costituisce la principale voce 

di bilancio e la causa primaria degli squilibri fiscali.

 Nel 2025, la spesa per la difesa nazionale è stata

 fissata a 13,5 trilioni di rubli (137 miliardi di euro), 

pari a circa il 6,9% del Pil, rappresentando la quota 

più elevata dalla fine della Guerra Fredda.

Le stime dello Stockholm International Peace 

Research Institute valutano la spesa militare totale 

russa, includendo voci nascoste in altri capitoli 

di bilancio, a 15,5 trilioni di rubli, equivalenti al 7,2% 

del Pil. Anche per questo, il budget militare per il 2026

 è previsto in leggera diminuzione a 12,6 trilioni di 

rubli (128 miliardi di euro).

Per far fronte alle crescenti pressioni fiscali, il

 governo russo ha annunciato una serie di misure 

fiscali, La più rilevante delle quali è l’aumento 

dell’Iva dal 20% al 22% a partire dal 1° gennaio 

2026. Una decisione che dovrebbe generare circa 

1 trilione di rubli aggiuntivi annualmente 

(10 miliardi di euro). L’aliquota agevolata del 10% 

per i beni di prima necessità come cibo, medicinali

 e prodotti per l’infanzia rimarrà invariata.

Uno problema sorto negli ultimi mesi riguarda la “crisi” nella distribuzione del carburante. Dal 28 luglio al 

22 settembre 2025, il numero di stazioni di servizio 

che vendono benzina è diminuito del 2,6% a livello 

nazionale, in particolar modo quelle indipendenti non 

legate ai colossi statali del petrolio, con riduzioni 

particolarmente severe nel Sud del Paese (-14,2%) 

e in Crimea, dove addirittura la metà delle stazioni 

di servizio ha smesso di vendere carburante.

Questa situazione è attribuibile alla riduzione della 

produzione di benzina di circa il 10% a causa di 

manutenzioni programmate e soprattutto degli 

attacchi dei droni ucraini negli impianti di 

raffinazione.

Secondo il quotidiano russo Kommersant, la 

produzione media giornaliera di benzina a gennaio 

è stata di 123.600 tonnellate, nei primi 19 giorni di 

agosto è stata di 102.200 tonnellate e nella prima 

metà di settembre è stata di 110-112 mila tonnellate.

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La sede della Banca centrale russa

L’economia russa sarà sufficientemente resiliente?

L’outlook economico della Russia per i prossimi anni 

è di difficile previsione. Il Ministero dell’Economia russo indica una crescita del Pil limitata all’1,3% nel 

2026, seguita da una graduale accelerazione al 2,8% 

nel 2027.

Tuttavia, questa ripresa  dipende criticamente dalla normalizzazione della

 politica monetaria (ovvero dall’abbassamento 

dei tassi d’interesse), a sua volta subordinata al 

rallentamento dell’inflazione.

D’altra parte, un deterioramento della crisi nel 

settore della distribuzione di carburanti potrebbe avere conseguenze significative sull’economia

 russa. Se gli attacchi alle raffinerie dovessero 

intensificarsi, la conseguente interruzione 

prolungata delle forniture di carburante 

potrebbe compromettere i trasporti commerciali,

 l’agricoltura e l’industria manifatturiera.

C’è poi l’incognita dell’introduzione di sanzioni

 secondarie da parte degli Stati Uniti e dell’Europa.

 L’applicazione di tariffe elevate da parte di Washington

 e Bruxelles sui beni provenienti da Paesi che continuano

 ad acquistare petrolio russo potrebbe costringere i principali partner commerciali di Mosca a riconsiderare

 i propri rapporti con il Cremlino.

La Cina, che è diventata il principale importatore di

 petrolio russo con acquisti record nel 2023, e l’India,

 che ha aumentato le proprie importazioni di petrolio russo

 di 19 volte dal 2021 al 2024, rappresentano mercati 

cruciali per le entrate energetiche russe (circa un quarto delle entrate totali).

Se questi Paesi dovessero ridurre significativamente i 

loro acquisti per evitare le sanzioni secondarie, la Russia potrebbe perdere fino a 5 milioni di barili al giorno di

 capacità di esportazione, con un impatto devastante

 sulle entrate fiscali di Mosca.

Tuttavia, l’implementazione di sanzioni secondarie comporterebbe costi significativi anche per l’Occidente. L’imposizione di tariffe sui prodotti cinesi e indiani 

potrebbe provocare un’escalation delle tensioni commerciali, aumentare i prezzi dell’energia e l’inflazione nei Paesi 

occidentali e 

generare un periodo di forte stagflazione in 

tutta l’Europa.

Al momento, dunque, le affermazioni di Peskov in 

merito alla «resilienza» e alla «relativa stabilità

 macroeconomica» sembrano confermate, ma 

pericoli sono dietro l’angolo: un aggravarsi della

 crisi nella distribuzione dei carburanti, il fallimento

 nel controllo dell’inflazione, o l’imposizione di alte 

tariffe secondarie, e le “crepe economiche” potrebbero notevolmente aggravarsi, mettendo a rischio la 

tenuta del sistema.


domenica 28 settembre 2025

ISPEZIONE DI GIANNI SELVIDI AL CANTIERE DELLA STAZIONE FFSS

 

IL CANDIDATO SINDACO A FRASCATI E' INCONTENIBILE


Certe volte mi chiedo ma chi me lo ha fatto fare a sceglierlo come candidato Sindaco !

In effetti non è proprio come certi politici sempre più usuali, che se ne stanno chiusi nel Palazzo per uscirne solo in determinate ricorrenze o per farsi le foto mente inaugurano

" SEDICENTI CANTIERI "

Già, perchè quello di cui 

l' UFFICIO STAMPA DEL COMUNE DI FRASCATI

ci ha mostrato le foto tutto era meno che un cantiere.

E dal 19 settembre, fedele al suo motto

" DEVI STARE SUL CAMPO E FRA LA GENTE "

il CANDIDATO SINDACO A FRASCATI ha iniziato a tormentarmi telefonicamente per visitarlo questo " cantiere ".

Quando poi la Domenica nella mia consueta visita a Grottaferrata per il caffè, lì nei giorni festivi

NON SI PAGA IL PARCHEGGIO COME A FRASCATI,

non fidandosi del mio report sull' argomento, ha preteso senza se e senza ma di essere condotto in loco.

Queste le sue dichiarazioni in loco.

GIANNI SELVIDI ISPEZIONA IL CANTIERE DELLA STAZIONE A FRASCATI

Il CANDIDATO SINDACO A FRASCATI ha oggi compiuto una ispezione al CANTIERE per i PARCHEGGI alla STAZIONE di Frascati. Praticamente l'ho condotto in mezzo al DESERTO

https://youtu.be/rlAH3ucL4J8

https://www.tiktok.com/@awerakanaka/video/7555008654240468246

https://www.facebook.com/100067223032210/videos/779989488139673


3DOMANDE3 AL COMPAGNO BACCARINI SUL COMUNISMO

 

SEMPRE PER QUELLA VOGLIA DI CAPIRE





1 ) BUDAPEST (1956), PRAGA (1968), AFGHANISTAN (1979),  CRIMEA (2014), UCRAINA (2022) : UN VIZIO O UNA CONSUETUDINE ?

2) DIVERGENZA FRA IDEALI E RISULTATI

3) LA MANIA DEL COMPLOTTO SIONISTA DA STALIN AI GIORNI D'OGGI


Come  convenuto con il Presidente Baccarini s'è deciso di dividere in tre articoli il dibattito, procedendo in ognuno di essi alle rispettive risposte.





Prima domanda : BUDAPEST (1956), PRAGA (1968), AFGHANISTAN (1979),  CRIMEA (2014), UCRAINA (2022) : UN VIZIO O UNA CONSUETUDINE ?


La domanda vizio o consuetudine dobbiamo rivolgerla agli Usa, che hanno un curriculum di tutto rispetto riguardo ad invasioni, golpes, colpi di stato e capi di Stato deposti.
Sulle questioni che hai posto, che riguardano esclusivamente la storia dell' Urss, la risposta è semplice e basta riflettere sul suo contesto storico.
Andiamo per ordine.
Budapest e Praga:
siamo nel periodo della guerra fredda, con la divisione del Mondo in 2 parti dominati da Usa e Urss.
In base agli accordi di Yalta, ci si accordo’ di non interferire nelle questioni riguardanti il fronte opposto.
Nelle delicate e complicate questioni interne, ognuno si sarebbe regolato come meglio avesse creduto.
Usa e Cia in Italia, dove c' era un forte Partito Comunista, per impedire che andasse al governo, ha scelto la strada della strategia della tensione con attentati e stragi.
L' Urss preferi’ la strada dei carri armati o la sostituzione del capo di stato non allineato con Mosca.
Purtroppo la realpolitik è anche questo.
Afghanistan:
Lì c'era un governo filosovietico insediatosi dopo la Rivoluzione Saur nel 1978.
Non fu un’ invasione ma una richiesta di aiuto da parte del governo afghano, per contrastare i tentativi di presa del potere da parte dei mujaheddin, gruppo islamico inventato dagli Usa per sovvertire il governo afghano.
Un altro particolare interessante: I talebani, da non confondere con i mujaheddin, si formarono nelle madrase, le scuole islamiche del vicino Pakistan, di rigida osservazione wahabita, la stessa dell' Arabia Saudita, che li finanziò insieme agli Usa aprendo così la strada alle successive formazioni terroristiche ispirate all' integralismo islamico.
Diciamo che da lì iniziarono gli effetti dell' apertura del vaso di Pandora da parte degli Usa.
Crimea e Ucraina:
I due casi sono strettamente collegati e bisogna partire dal 2014, anno in cui avviene il colpo di Stato di Ucraina finanziato dagli Usa, ed il legittimo presidente Yanukovic filorusso viene deposto.
Il nuovo governo ucraino inizia una feroce e sanguinosa repressione nelle regioni russofone del Donetsk e del Donbass che vogliono diventare autonome.
Il tentativo degli Usa era quello di fare entrare l' Ucraina nella Nato, posizionando così missili e forze armate proprio al suo confine.
La Crimea ha oltre il 60% di popolazione russofona con solidi rapporti con la Russia, ed anche lì venne in soccorso per tutelare la maggioranza della popolazione ma anche i suoi confini minacciati.
L' annessione venne sottoposta ad un referendum che riscontro’ il 97% dei consensi.
E con questo si spiegano anche le cause dell’ Operazione Militare Speciale in Ucraina, iniziata nel febbraio del 2022.
Nonostante la narrazione della propaganda che ormai ha preso il posto dell' informazione, la Russia non vuole occupare l’ Ucraina, sarebbe anche disposta ad una sua integrazione nell' UE, ma non, giustamente, nella Nato.


Il  punto di vista di un liberale

Da che mondo è mondo la storia non è altro che una ripetizione di eventi; ovviamente nelle forme che il decorrere del tempo rende confacenti.
Se esiste la Magna Grecia nel nostro meridione e fino all' Isola di Ischia è perchè ad Atene la crescita della popolazione imponeva di emigrare agli ordini di un " oikistai "; la terra era il motivo, la ricchezza per la quale si facevano le guerre.
Il passare del tempo, il mutare delle sensibilità sociali, il ripudio della guerra che ne è conseguito dopo i disastri delle due grandi guerre del secolo scorso, la costituzione di organismi sovranazionali tipo l' ONU, hanno comportato la creazione di regole in base alle quali la sovranità dei popoli ed i confini delle Nazioni non sono variabili con atti di forza.
A questo si sono opposti Stati che, conservando mentalità di supremazia e di influenza territoriale, hanno alimentato nel tempo focolai bellici.
Come Lei Presidente ha giustamente evidenziato gli USA sono fra questi " imperi coloniali "; ma purtroppo non sono i soli.
La storia iniziò a TEHERAN nel 1943; allora, fra il 28 novembre ed il 1° dicembre 1943 " il bambino" non era ancora nato; e non nacque neppure alla Conferenza di YALTA  tenutasi dal 4 all'11 febbraio 1945; ma già allora la spartizione delle aree d'influenza era stata definita.
Fu solo a Potsdam, il 16 luglio 1945, che il Presidente HARRY TRUMAN, subentrato in quanto vice al defunto Roosevelt, venne informato della nascita dell'atomica ( il bambino  ) il cui uso avvenne dopo tre settimane sul Giappone.
E' quello il momento, a mio avviso, che accelerò gli spiriti belluini statunitensi che dopo 10 anni dettero inizio alla Guerra in Vietnam.
Il resto è una conseguenza logica, sempre con le stesse motivazioni, ma con un eccesso da parte sovietica.
Forse retaggio del periodo staliniano, caratterizzato dalla continua fobia di STALIN per i menscevichi, i trotskisti.
A ben vedere la teoria trockista o trotskista della esportazione della rivoluzione bolscevica in tutto il mondo ne ha fatti di danni !
A mio avviso anche la nascita del fascismo è riconducibile alla RIVOLUZIONE DI OTTOBRE,
che poi avvenne del fra il 6 e7 novembre 1917 dell' odierno calendario gregoriano, e alle modalità della stessa che spaventarono i proprietari terrieri dell' epoca.
Quanto alle richieste di aiuto dirò che, quando un  popolo si ribella per le condizioni di vita imposte dai governanti, un governo fantoccio chiede sempre l'intervento dello sponsor.
Nel 1956 e nel 1968 io ricordo benissimo il popolo ungherese e quello ceco che circondare i carri armati russi chiedendo il perchè di quella invasione.
Il resto è storia dei nostri giorni dove la coglionaggine dei governanti, allora Neville Chamberlain a Monaco nel 1938, con i Carpazi, con una consistente presenza tedescofona, ceduti a Hitler per calmarlo e sappiamo come finì.
Pensate alle agitazioni e al terrorismo degli anni 70 in Alto Adige; i governanti dell'epoca domarono le rivolte democraticamente, ma fu risolto tutto senza dichiarare guerra !
Ieri Hitler, oggi Putin e la Crimea nel 2014; cambiano i personaggi, ma il lupo sempre lupo rimane ! 
E gli sconfinamenti aerei delle ultime ore la dicono lunga sull'ADOLF del Cremlino.





Doveva esserci BACCARINI, ci trovate PROCACCINI
8MINUTI8 di fuoco ad alzo zero sui problemi di ZAGAROLO da parte del coordinatore di
AZIONE CIVILE