Cicchitto: «Cossiga capì quello che fermentava nella Magistratura»
Si dibatte in questi giorni sul fatto che BERLUSCONI debba o meno dimettersi dalla carica di Senatore.
«In politica il linguaggio e i contenuti sono due facce della stessa medaglia. Reputo astratto esaltare solo il linguaggio di Cossiga senza ricordare i contenuti politici a cui quel linguaggio dava il massimo di incisività». Lo afferma il deputato del Pdl Fabrizio Cicchitto ricordando l'ex capo dello Stato Francesco Cossiga a tre anni dalla scomparsa.
«Diversamente dal gruppo dirigente della Dc e da quello Psi, Cossiga capì con grande anticipo che con la fine del comunismo nel mondo in Italia finiva la protezione americana sui partiti anticomunisti e che quindi tutto poteva accadere - spiega -. Non a caso il Pds di Occhetto tentò l'impeachment contro Cossiga, ma trovò pane per i suoi denti. Cossiga capì anche quello che stava fermentando nella magistratura italiana tant'è che arrivò a uno scontro frontale con il Csm. Cossiga si dimise con un mese di anticipo da Presidente della Repubblica. Esistono in materia varie ipotesi, fra di esse quella che egli aveva intuito ciò che un settore della magistratura, la maggioranza del Pds, i principali giornali stavano preparando in primo luogo contro Craxi e non volle essere coinvolto e travolto nello scontro. Se veniamo ai giorni nostri, mutatis mutandis, la coalizione che liquidò i cinque partiti anticomunisti è tuttora in azione e dal 1994 ad oggi il suo principale bersaglio è Berlusconi».
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