ALTROVE, MAGARI, SE LO SAREBBERO TENUTO
Questione di attributi. C'è chi nasce pecora e chi nasce leone; c'è poi l'altra categoria : CHI NASCE COGLIONE !
BILANCIO COMUNALE TAROCCATO, CERQUIGLINI CONFESSA E NON TROVA PIÙ LA POLTRONA
Chiamato da Perugia il nuovo mago delle cifre
Alfonso Marchese
Non se l'aspettava. Al massimo un rabbuffo. Con ganascino e buffetto da parte di un sindaco comprensivo della discola intemperanza. Come poteva pensare che la giunta se la prendesse tanto per la "cantata" in aula consiliare, lasciando tutti a bocca aperta? Se avesse fatto i calcoli, contando sino a dieci prima di parlare, avrebbe ritrovato sotto il suo basamento poltrona con cuscino per chiappe dirigenziali. E con
schienale alto per far risaltare all'occhio la differenza del ruolo. Invece, a quarantotto ore di distanza dalla sorprendente sortita, la poltrona è stata rimossa e portata in soffitta. E ciò perché la figura di direttore generale era stata nel frattempo scartavetrata dall'organigramma. Con conseguente arretramento e gemiti del portafoglio di chi la rappresentava. Non solo. Sindaco ed assessori hanno convenuto sull'opportunità di affidare l'incarico di redigere il bilancio ad un professionista perugino. Strappandolo di mano al fedifrago. Già che c'erano, hanno deciso anche di dare una buona limata al numero di dirigenti.
Angelo Cerquiglini ha pagato a caro prezzo il pubblico pentimento per il tarocco del bilancio. Non ha retto al rimorso dei trucchi dei cartari che sostano con i loro panchetti alla fiera settembrina. Comunque, in ritardo ma s'è pentito. Assestandosi nel petto, a confessione finita, tre pugni penitenziali che gli hanno fatto scricchiolare la cassa toracica. Tra lo stupore dei suoi stessi accusatori, increduli dell'incontinente ammissione. E lo sbalordimento della giunta, messa inaspettatamente in braghe di tela.
Il direttore generale del Comune aveva sopportato con la calma dei forti ogni invettiva. Senza lasciare trasparire emozioni. Le accuse erano sembrate non far presa su di lui. Finché non era stato toccato l'orgoglio professionale, che è il tallone d'Achille dei giocolieri contabili. Non era possibile che venisse preso a calci. Quasi fosse un cappello, fatto volare dalla testa con una scoppola per poi farsene gioco. E visto che nella giunta e nella maggioranza ci si era defilati, lasciandolo solo a subire gli attacchi contro omissioni e furbizie contabili, s'era alzato e dopo due, tre gorgheggi aveva cominciato a cantare. Che spettacolo! La giunta per le forti emozioni aveva la lacrima in punta e serrava i denti in un digrignio che avrebbe spezzato la mascella di un bue. L'opposizione lo ascoltava intenerita e con l'applauso pronto.
Certo è che Cerquiglini, parlando a cuore aperto, aveva messo a rischio le coronarie degli amministratori. Presenti e passati. Dalla profondità della sua gola erano uscite rivelazioni da far drizzare i capelli a un calvo: non solo erano stati conteggiati in bilancio residui immaginari, ma addirittura nelle precedenti amministrazioni erano stati calcolati, tra le spese, mutui miliardari (in lire) mai accesi.
Il direttore generale aveva proceduto a lingua sciolta. Nessuno avrebbe potuto fermarlo nella sua galoppata narrativa. Innanzitutto, la sua storia a Spoleto. Con tanto di pausa d'esordio. Ci mancava che attaccasse con "C'era una volta...".
Cospargendosi il capo di cenere pur essendo fresco di shampoo, Cerquiglini aveva raccontato che al suo arrivo, nel 2004, s'era ritrovato tra i piedi resoconti contabili disastrosi. Le alternative: dichiarare il dissesto finanziario del Comune oppure tentare di rimetterlo in sesto.
Cospargendosi il capo di cenere pur essendo fresco di shampoo, Cerquiglini aveva raccontato che al suo arrivo, nel 2004, s'era ritrovato tra i piedi resoconti contabili disastrosi. Le alternative: dichiarare il dissesto finanziario del Comune oppure tentare di rimetterlo in sesto.
Quindi solo per amor di patria, senza la complicità della famosa mano che lava l'altra, aveva chiuso un occhio sulla prima opzione e spalancato l'altro su come mettere non una ma più pezze sulla stoffa lacera del bilancio. Facendo apparire come in perfetto equilibrio un traballante sistema di conti economici.
Infine la risoluzione di inviare il giorno appresso un rapporto alla Corte dei Conti, che mesi addietro aveva rilevato anomalie contabili relative al bilancio 2012 e taciute dall'esecutivo al consiglio comunale. Inoltre Cerquiglini aveva giurato sulla testa di sindaco ed assessori che avrebbe tracciato la storia contabile del Comune negli ultimi anni. Promettendo, infine, che a partire da settembre prossimo avrebbe giocato a carte scoperte. Illuso! Ancora non sapeva del perugino svegliato di notte perché accettasse la sostituzione del direttore generale già in odore di degrado.
Infine la risoluzione di inviare il giorno appresso un rapporto alla Corte dei Conti, che mesi addietro aveva rilevato anomalie contabili relative al bilancio 2012 e taciute dall'esecutivo al consiglio comunale. Inoltre Cerquiglini aveva giurato sulla testa di sindaco ed assessori che avrebbe tracciato la storia contabile del Comune negli ultimi anni. Promettendo, infine, che a partire da settembre prossimo avrebbe giocato a carte scoperte. Illuso! Ancora non sapeva del perugino svegliato di notte perché accettasse la sostituzione del direttore generale già in odore di degrado.
E dire che Cerquiglini, con spirito eroico, s'era caricato tutto il peso delle responsabilità, facendo ammenda delle furbizie ragionieristiche davanti ad un trasecolato consiglio comunale. Da quel momento numeri e capitoli di bilancio avrebbero avuto lo splendore dei water della pubblicità, lavati con detersivi miracolosi.
E' una storia accattivante. Chissà che a qualche matita fantasiosa non salti l'uzzolo di farne un fumetto. Il costo? Se lo potrebbe prendere in carico il Comune, inserendolo nel bilancio. Dopotutto una rondine non fa primavera.
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