Marino, 5 novembre 2014
Marino: ESSERE VICINO AI PIU’ DEBOLI VUOL DIRE ANCHE
DENUNCIARE GLI OMICIDI DEL SISTEMA DI SFRUTTAMENTO (DETTO ANCHE CAPITALISMO)
Abbiamo deciso di parlare della tragedia di Roberto. Abbiamo
deciso di parlarne perché pur se è vero che in questi frangenti si rischia di
fare la parte di chi “strumentalizza”; vale anche il contrario: che a fronte di
decine di artigiani che si sono tolti la vita fino ad oggi; a fronte di
centinaia di operai ridotti ai margini della società perché non partecipi ad
una “resistenza” sociale, sindacale e politica si sono piegati su se stessi;
non può essere silenzio. Inoltre è sempre vero che venire a conoscenza di fatti
a cinquecento chilometri di distanza ha un tipo di impatto e di riflessione,
quando lo si subisce in casa, l’allarme si alza. Ha ragione Maurizio Landini ad
incazzarsi a nome e per conto di quelli che perdono, o non avranno né lavoro né
tutele. Ad incazzarsi contro scelte economiche governative (che si nascondono
dietro l’Europa, ma un’altra Europa è possibile) ed inveire contro Renzi. Ha
ragione Papa Bergoglio che indica come necessario, non solo ridare lavoro, e
speranza, ma, soprattutto, ridare, senza mai scalfirla, la dignità alle
persone! Questi pensieri affollano la nostra mente, intanto che ci stringiamo
alla famiglia e agli amici per la scomparsa del concittadino che indebolito
dalle concomitanze della sua esistenza, ha trovato come unica soluzione di
farla finita. Vuol dire che qui nella nostra città dobbiamo ancora far di più
per dare corpo alle parole “dure e di valore” di Papa Bergoglio sulla dignità.
Vuol dire che dobbiamo fare ancor di più perché una opposizione sociale e
politica al sistema di sfruttamento delle persone (che si chiama capitalismo)
faccia emergere che per ogni debole che cade, c’è una famiglia (il cinque per
cento è stimato) che incassa qualcosa in più dal “meccanismo di sfruttamento”.
Così vale per la precarizzazione, così vale per la disoccupazione. Non c’è più
spazio per gli individualismi: la nostra unica difesa è l’unità dei deboli,
degli oppositori, sociali e politici. Lo dobbiamo a quei tanti che sono in
bilico e che se lasciati soli rischiano la scelta sbagliata per loro stessi,
sbagliata per i loro cari, sbagliata per la lotta di tutti.
Maurizio Aversa
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