Stimatissimo Dott. Franco ARIETTI
è per me un grandissimo piacere partecipare alle Sue lectio magistralis sulla storia dimenticata del nostro territorio. La recente conferenza sulla nascita dell' OSSERVATORIO dei COLLI ALBANI è stata una di queste circostanze ed ha permesso di scoprire altresì la bellezza di PALAZZO CHIGI ad Ariccia, che mi ripropongo di approfondire a breve. Vorrei scusarmi per il mio intervento in finale di conferenza. Non era, ovviamente, una irrispettosa irruzione nei Suoi confronti, ma un semplice richiamo alla realtà dei fatti per i presenti. So di essere una voce solitaria nel deserto, non di meno fletterò dal ripetere concetti per me essenziali.
Lei converrà sul fatto che, per ragioni storiche, la cultura ed il turismo dovrebbero essere il PRIMO MINISTERO della Repubblica. Dirò che vedrei addirittura ottimale un
Lei converrà sul fatto che, per ragioni storiche, la cultura ed il turismo dovrebbero essere il PRIMO MINISTERO della Repubblica. Dirò che vedrei addirittura ottimale un
MINISTERO DELL' INDUSTRIA, CULTURA E TURISMO
essendo le CAVE DEL PATRIMONIO STORICO la prima industria del nostro paese.
Se ciò non avviene è solo per la pochezza e per la povertà intellettuale della politica italiana, a tutti i livelli, tutta presa dall' attività di spolpare il patrimonio pubblico
Se ciò non avviene è solo per la pochezza e per la povertà intellettuale della politica italiana, a tutti i livelli, tutta presa dall' attività di spolpare il patrimonio pubblico
E' comunque con grande interesse che ho ascoltato quella idea, frutto della squadra di supporto, di dotare questa " area turistica " di uno strumento d'attrazione che neppure Roma può permettersi. I miei interventi hanno prima preceduto e poi seguito le Sue stesse affermazioni sugli sprechi verificatesi all' ABBAZIA di GROTTAFERRATA. Purtroppo la cultura delle nostre genti è quella che è ; tutti poco attenti e sempre pronti a dar credito al parolaio di turno, quasi sempre per interessi personali. Da ciò dubito fortemente per il futuro di questa Nazione.
http://www.youreporter.it/video_ARCHEOLOGIA_e_AMBIENTE_13_-_Ancora_A_pucchiacchia_nmano
http://www.youreporter.it/video_ARCHEOLOGIA_e_AMBIENTE_16_-_veri_problemi_dei_COLLI_ALBANI
E' gradita l' occasione per pubblicare l' abstract da Lei cortesemente rimessomi.
http://www.youreporter.it/video_ARCHEOLOGIA_e_AMBIENTE_13_-_Ancora_A_pucchiacchia_nmano
http://www.youreporter.it/video_ARCHEOLOGIA_e_AMBIENTE_16_-_veri_problemi_dei_COLLI_ALBANI
E' gradita l' occasione per pubblicare l' abstract da Lei cortesemente rimessomi.
ABSTRACT - CONFERENZA
STAMPA
Premessa
La civiltà latina nasce sui Colli Albani, come
ricordano sia le famosissime leggende qui ambientate (Alba Longa, Romolo e
Remo, Rea Silvia, Orazi e Curiazi, ecc.), che la copiosa documentazione
archeologica in merito alle straordinarie esperienze secolari degli Albani
nell’ambito del Lazio antico. Per molti secoli l’attività politico - religiosa
di tutti i popoli del Latium Vetus è
stata incentrata sui Colli Albani e su questa base ha avuto origine la storia
di Roma.
La somiglianza tra la distribuzione spaziale delle
antichissime curie gentilizie albane e la moderna dislocazione dei paesi
castellani è impressionante; somiglianza che si riscontra, purtroppo, anche
nell’abitudine di dividersi e di racchiudersi in comparti stagni. Per questo,
esattamente come allora, i castellani non hanno alcuna percezione delle immense
potenzialità del proprio territorio: sono una cinquantina le principali città
italiane e i Colli Albani, con oltre 300.000 abitanti, rientrano tra le prime
dieci…
Nasce l’Osservatorio dei Colli Albani per
l’Archeologia e l’Ambiente.
L’unione tra le associazioni archeologiche e
ambientaliste che storicamente operano nell’area dei Colli Albani, alla quale
hanno aderito molti studiosi, scaturisce dalla necessità di operare nello
spazio civico della grande comunità albana, superando asfittici localismi. L’Osservatorio
sarà aperto al contributo che in futuro altre associazioni e studiosi vorranno
fornire aderendo al raggruppamento.
Come sempre, sarà assicurata la piena
collaborazione a tutte le istituzioni. In un momento di acuta crisi economica e
di diffusa disoccupazione, si cercherà di suggerire l’opportunità di
valorizzare le risorse archeologiche ed ambientali in modo da sviluppare il
turismo e creare nuovi posti di lavoro. Verrà inoltre ribadita la necessità
dell’Osservatorio di rapportarsi, nel prossimo futuro, con un apparato
istituzionale sovracomunale più solido, articolato e autorevole, che possa
rappresentare degnamente, anche sotto il profilo politico, un ambito
territoriale così vasto. Durante la conferenza stampa si accennerà ai prossimi
impegni; inoltre, verranno esaminate alcune problematiche territoriali tra le
più note, come il parco archeologico della città di Tuscolo, l’area
archeologica di Monte Cavo da ripristinare (presso la quale potrebbe sorgere
una terrazza panoramica raggiungibile da una funivia che dovrebbe partire da
Castel Gandolfo), quella di Nemi e la situazione dei due Musei nazionali (Museo
dell’Abbazia di San Nilo e Museo delle navi romane di Nemi).
Sul sito web dell’osservatorio, in via di costruzione, non verrà
presentata solo l’attività delle singole associazioni, ma si svilupperà un
ampio dibattito sulla vita culturale albana in generale, al quale
parteciperanno le voci più autorevoli provenienti dai vari ambienti, quindi non
solo specialisti che operano nel campo dell’ambiente e dell’archeologia, ma
provenienti anche dalle istituzioni pubbliche o scientifiche, così come dal
mondo politico. Con loro si discuterà di tutela, valorizzazione, divulgazione,
prospettive turistiche e soprattutto di disoccupazione, precarietà e lavoro. In
questa prospettiva, sia gli amministratori comunali che quelli operanti nelle
altre istituzioni pubbliche, potranno avere un punto di riferimento autorevole
e orientarsi, operando nel migliore dei modi per il bene del nostro territorio.
L’Osservatorio, attraverso le associazioni che operano a diretto
contatto con le varie realtà comunali albane, svilupperà - non solo nelle
scuole in collaborazione con gli insegnanti, ma anche nel corso della normale
attività divulgativa - il tema dell’appartenenza ad un territorio che vanta
straordinarie origini storiche.
In questa prospettiva, verranno stimolati ambienti diversi dal nostro
per la nascita di altri osservatori che si occupino di temi vitali per i Colli
Albani. C’è bisogno assolutamente di un osservatorio per l’economia ad esempio,
che si occupi di temi fondamentali per lo sviluppo immediato e futuro della
nostra “città albana”. Il declino economico di tutti i paesi e distretti albani
è sotto i nostri occhi. Amministrazioni comunali indebitate, quasi paralizzate
da un’infinità di problemi spesso irresolubili senza adeguate risorse, liste
civiche spesso improvvisate, impreparate e litigiose, destinate a fallire
sistematicamente e a lasciare il posto a commissari e a vuoti amministrativi
preoccupanti. Negozi che chiudono uno dopo l’altro sotto la spinta del
commercio online, intere arterie principali del centro storico dei paesi
costellate dal cartello “vendesi”.
In queste circostanze, il problema istituzionale diventa centrale. Il
nostro territorio fa parte della Città metropolitana e non sappiamo quale sarà,
quale forma avrà e quali competenze saranno assegnate all’istituzione che
amministrerà l’area dei Colli Albani definita per ora solo “Zona omogenea”.
Inoltre, tutto ciò che avviene nel nostro territorio ci viene calato dall’alto.
Un bacino di utenza di oltre 300.000 abitanti meriterebbe distaccamenti
regionali o ministeriali. La nostra popolazione dovrebbe inoltre essere informata
su quanto avviene in proposito e partecipare a dibattiti,
convegni ecc.
In questi termini il ruolo della stampa potrebbe essere decisivo. Le
numerose testate giornalistiche che operano sui Colli Albani hanno sicuramente
il grande merito di fare informazione, anche ad ottimi livelli, facendo
conoscere le innumerevoli realtà locali sotto ogni aspetto. Ma in un momento di
grande crisi come questo sarebbe opportuno riflettere sull’opportunità di porre
l’accento sulle grandi questioni. Per esempio si sente la mancanza di un
giornalismo d’inchiesta, che vada a fondo sulle questioni più importanti che
interessano tutto il territorio albano, un giornalismo magari meno polemico e
più propositivo, che privilegi le idee, che aiuti movimenti di opinione come il
nostro e che operi assieme a noi e a quanti svolgono ugualmente e in modo
disinteressato attività culturale e di volontariato: un giornalismo che possa
contribuire a programmare il futuro della nostra regione e rimettere in marcia
un territorio in profonda crisi economica e di valori.
Ariccia, Palazzo Chigi, 25 febbraio 2017
IL
COORDINATORE
DOTT. FRANCO ARIETTI
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