venerdì 20 settembre 2013

DE BENEDETTI STORY


LA STORIA DI UN GRANDE CAPITALISTA LETTA DALLE CRONACHE DELL'EPOCA


Correva l'anno 1988. Romano PRODI era Presidente dell' IRI, e lo sarebbe rimasto fino al 1989. Silvio BERLUSCONI era da poco entrato in borsa con l'acquisto dalla Montedison del 70% della STANDA. A quei tempi la MONDADORI, fondata nel 1929 da Arnoldo Mondadori, era già una realtà editoriale affermata. A metà degli anni 60 si era trasferita da Milano nell' avveniristico immobile costruito dal celebre NEIMEYER a Segrate. L'immobile insisteva su un terreno di proprietà ceduto alle ASSICURAZIONI GENERALI di Trieste. Fu la società assicurativa a costruire l'immobile per poi affittarlo alla MONDADORI. Alla fine degli anni 70 la Mondadori entra nel mondo televisivo, per poi fondare nel 1981 la sua RETE4 . A causa delle forti perdite prodotte dal canale televisivo RETE4 viene ceduta al gruppo FININVEST. Correva l'anno 1984 e BERLUSCONI era riconosciuto come grande imprenditore ancorchè alle spalle potesse contare sull'amicizia di Bettino CRAXI, peraltro suo testimone di nozze. 

E DE BENEDETTI ?  

  Negli anni 70 l'ing. Carlo De Benedetti era un illustre sconosciuto ai più. Il suo nome salì alla ribalta della stampa nazionale con l'ingresso nel capitale della FIAT. Correva l'anno 1976 quando l'ancora poco  kompagno acquisì il 5% della casa automobilistica diventandone presidente grazie ai buoni auspici di Umberto AGNELLI. Durò poco l'affare. Gli AGNELLI, accortisi di un tentativo di scalata messo in piedi dal nostro, lo misero alla porta dopo pochi mesi. L'acquisto della OLIVETTI, avvenuto nel 1976 investendo  il  " benservito e buonuscita " dalla FIAT, lo portò definitivamente sotto i riflettori internazionali. L' OLIVETTI era una delle glorie nazionali ! Qualcosa come la FERRARI nel campo della scrittura e dei computers. La fine degli anni 80 fu l'alba  dell'introduzione dei  computers nelle banche ( quei tempi li ricordo bene per le lunghe file del pubblico per il cattivo funzionamento dei terminali nella filiale della CRR di Frascati ) e nella Pubblica amministrazione. Grazie all'amicizia col Ministro Visentini , De Benedetti  svuotò i magazzini della Olivetti dei prodotti già obsoleti, una forma se vogliamo sofisticata di " fare affari " con IL PUBBLICO che come vedremo permeerà la carriera dell' ING. Più che per la funzione industriale De Benedetti brillò per quella finanziaria. La sua specialità era l'acquisto di aziende e la rivendita delle stesse dopo una ristrutturazione. Ristrutturare, razionalizzare, ovvero licenziare personale fu la sua specialità. Ma a quei tempi  ai licenziamenti ci si faceva poco caso. Erano anni rampanti quelli per la finanza italiana; la borsa correva, i socialisti imperavano in Italia col loro stile. Si pagavano " mazzette " ovunque. DE BENEDETTI ci si trovava bene in quel mondo fatto di finanzieri alla CALVI e alla MARCINKUS. Nel 1981 era entrato nel capitale del BANCO AMBROSIANO, salvo uscirne anche lì dopo pochi mesi come dalla FIAT. Sempre con un pacco di soldi per liquidazione ! Risale a quei tempi la prima condanna nei primi due gradi di giudizio per  CONCORSO IN BANCAROTTA FRAUDOLENTA  del Banco. La CASSAZIONE annullò tutto. Sempre in quegli anni tentò l'acquisto della SME dall' IRI. 

Dal 1982 al 20 maggio 1986 la borsa italiana visse una stagione di gloria grazie anche alla LEGGE 77 del 1983 che introdusse i  Fondi Comuni d' Investimento. L'ing. Carlo De Benedetti era ben rappresentato nel listino in vari settori. CIR nel ramo industria, BUITONI nell'alimentare,SABAUDIA nel ramo assicurativo e altre realtà. Ricordo ancora il grido di guerra al pervenire delle prime notizie di borsa, verso le 10,15 del mattino :
 " LA SABAUDIA GUIDA IL RIALZO !"

Il 19 maggio 1986 WALL STREET conobbe un pesante rovescio;
il 20 MAGGIO 1986 crollò il listino di Milano.

La fama dell'ing. DE BENEDETTI fece il giro del mondo quando dichiarò di averlo previsto e di aver precedentemente liquidato pressochè tutto, al netto delle quote di controllo delle sue società. In realtà, ma siseppe dopo, dall'inizio dell'anno aveva messo nel mirino una grande preda : la SGB.   La SOCIETE'  GENERALE DE BELGIQUE era in effetti una cassaforte colma di ogni bene. Miniere di oro, diamanti, cobalto, rame; praticamente la ricchezza dell'intero Congo Belga. Le cronache dell'epoca raccontano che Carlo DE BENEDETTI si presentò a cena a casa di Renè LAMY, presidente della SGB, con una scatola di cioccolatini Perugina per annunciargli d'avere il 5% della SGB. Finì, come  sa chi seguì quegli eventi, con una clamorosa " facciata frontale " dell' ING. Forse fu quella esperienza ad indurlo a limitare all' Italia il suo impegno, magari sotto l'ala protettrice di qualche partito.


DE BENEDETTI STORY - parte prima 

Fine del primo episodio.



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