Poi, come sempre, sono solo i numeri a dare il giudizio finale
23 ottobre 2011 - Ripercorrendo le tappe di questa maledetta crisi finanziaria, non posso esimermi dal declinare i soggetti politici nel tempo avvicendatisi.
Tutto nacque dall'accordo frettoloso UE-Cina sul WTO che il 19 maggio 2000 si concluse con il disco verde all'ingresso del paese della TERRA DI MEZZO nell'accordo che regola lo scambio commerciale nel mondo.
La Cina ne diventò membro effettivo l' 11 Dicembre 2001, novanta giorni dopo la tragedia delle TORRI GEMELLE. Vi entrò così com'era, sic et simpliciter, con le divergenze sul mondo del lavoro esistenti, senza minimi dispositivi di adeguamento alle norme vigenti in occidente, con un cambio valutario sottopesato del 30/40%.
La fucina finanziaria, nel frattempo, lavorava a pieno regime negli STATES; non c'era giorno che l'ingenieria finanziaria non sfornasse derivati di ogni genere. Fu in questo periodo che, complice il potere politico statunitense, i MUTUI SUB PRIME volarono al più alto livello.
Poi verranno le guerre in Afghanistan e in Iraq, da sempre volani per la crescita. Questo obnubilò i problemi fondamentali.
In Italia , all'epoca, il danno del DEBITO PUBBLICO era già realtà consolidata: ci avevano pensato CRAXI e company a dargli una bella impennata: più si spendeva, più mazzette s'incassavano. In effetti di ammodernamento del paese manco l'ombra.
Quando nell'agosto 2008 scoppiò la crisi dei mutui subprime, alla BCE regnava Jean Claude Trichet che appena un mese prima aveva aumentato i tassi d'interesse. La crisi lo colse apparentemente in fuorigioco. Dico apparentemente perchè sarebbe assurdo che le banche centrali nazionali e la stessa BCE, con tutti gli uffici studi di cui dispongono, non ne avessero contezza.
E' storia recente e sapete come è andata. Chi aveva i conti in ordine, come la Germania e la Francia, ha potuto attingere al debito pubblico per fare fronte alla crisi che, nel frattempo, s'era estesa ovviamente al segmento commerciale.
Il concetto è il seguente: se una crisi depaupera i ceti medi, se la gente perde il lavoro o si trova meno soldi in tasca non consuma. Se non consuma si chiudono le fabbriche perchè è inutile produrre. E' inoltre inutile produrre se hai un competitor senza regole, col costo del lavoro pari ad un ventesimo del tuo e le condizioni di lavoro della manodopera libere da ogni controllo.
Non è alta finanza o alta economia, ma semplice buonsenso ed è importante tenere presente tutto ciò per capire il prosieguo.
VENIAMO A L'ALTRO IERI
Quando sembra che tutto sia stato circoscritto ma non risolto, scoppia il caso dell' INSOLVENZA della GRECIA. Siamo in presenza di conti taroccati con l'ausilio e i consigli delle banche francesi e tedesche. Monsieur Trichet, sempre lui, ha appena nuovamente aumentato i tassi d'interesse per i timori d'inflazione derivanti da una ripresa vigorosa e sostenuta nel mondo. Disse proprio così.
La Federal Reserve, che nel tempo aveva scaricato vagonate di dollari sulle banche statunitensi per non farle fallire, era in pratica diventata una discarica di prodotti finanziari tossici per la bella cifra di 16.000 miliardi di dollari. Badate bene, aveva immesso 16.000 miliardi di liquidità non di debito pubblico !
Obama ci mette del suo bruciando 4.000 miliardi di dollari fra guerre e riforme, al punto che il DEBITO SOVRANO USA arriva a circa il 100% del PIL.
Quando scoppia la crisi greca, che sta all'Europa come la Basilicata e la Puglia stanno all'Italia, regnano Berlusconi ( imbrigliato dal debito pregresso ), Zapatero distrutto dalla crisi immobiliare e con la disoccupazione al 20%, Sarkozy col problema delle banche francesi e la MERKEL col problema delle banche tedesche. Grazie alle passate virtù,la Germania sta meglio di tutti con un rapporto DEBITO/PIL che dal 60% è cresciuto all'80% cifra più cifra meno.
La Grecia ha un debito sovrano pari a 350 miliardi di euro. Una settantina sono in pancia alle banche tedesche. La Merkel avrebbe poturo fare un boccone del tutto da sola, ma ovviamente non sarebbe stato giusto. L'Europa però potrebbe agevolmente intervenire pro capite. Magari comprando anche 200 miliardi di debito italiano, qualche duecento miliardi fra Spagna, Irlanda,e Portogallo. Compreso il debito greco con 700/800 miliardi si sarebbe potuto mettere tutto in sicurezza. Certo, imponendo agli Stati debitori di mettere ordine nei bilanci e nelle economie, tagliando sprechi, azzerando la corruzione ecc ecc.
Trichet da parte sua, dopo aver dormito sui controlli nel mondo finanziario, avrebbe potuto svalutare l'euro nei confronti del dollaro e del renmimbi cinese. Avrebbe reso le esportazioni europee più competitive, avrebbe rigettato agli USA la responsabilità originaria. Sarebbe stato il minimo visto che la mission del controllo dei prezzi, di fatto, la BCE l'ha fallita.
Ovviamente avremmo dovuto pagare più caro solo l'unico bene di cui saremo sempre sprovvisti: il petrolio. A ben vedere, però, il prezzo dei derivati petroliferi costano tanto per le accise che gravano la raffinazione e per le tante addizionali più che per il costo nudo e crudo della materia prima. Ma questo è problema diverso che rimanda alla struttura delle entrate fiscali italiane ed europee.
Accade quindi che una crisi richiedente fulminei interventi s'areni nei tentennamenti delle cancellerie europee. La Merkel, fra i problemi grandissimi delle banche tedesche, i problemi politici interni al partito ( perde ogni elezione da tempo) è restia a mettere mano al portafoglio. Teme, giustamente, l'ira degli elettori chiamati a pagare le altrui scelleratezze; elettori probabilmente all'oscuro dei cattivi consigli che le banche tedesche hanno fornito a piene mani alla Grecia.
VENIAMO AD OGGI
Una delle stelle che, precedentemente, aveva svolto il ruolo di catalizzatore nonchè consigliere di soluzioni, parlo del nostro Premier, è al momento appannato ed in disarmo per fatti di giustizia e relazioni personali. E' contornato da una pletora di mezzetacche che oscura le menti migliori, con una parte della magistratura che gli dà la caccia . Si dirà trattarsi per metà di magistratura politicizzata e per l'altra metà da rotocalco; concordo, ma sta di fatto che lo tiene con il cervello altrove.
Zapatero ha passato la mano; l'Inghilterra a ben vedere sta peggio dell'Italia e Sarkozy, preoccupato per le prossime elezioni politiche, s'è imbarcato nell'avventura libica che vedremo alla fine dei giochi se finirà come si auspica o se porterà gli islamici al governo.
SULL'ARGOMENTO CONCORDO CON UNA RECENTE DICHIARAZIONE DI PRODI.
" L'Europa ha fatto poco e quel poco l'ha fatto in ritardo ".
Ancora oggi ci sono discordie sia sull'ammontare del " FONDO SALVA STATI " sia sulle modalità di utilizzo.
Invece di accelerare, salvo aggiustamenti in corsa, la Merkel si distingue per le sue ambiguità, per le dichiarazioni discordanti da un giorno all'altro.
La perla la esibisce alcuni giorni fa dichiarando che occorrerà almeno un anno per trovare la quadra.
In mercati tesi come corde di violino, s'è scatenata una tendenza al ribasso spaventosa, con vendite feroci di titoli finanziari.
Unicredito ha perduto dopo le dichiarazioni della cancelliera il 12% in poche ore, Intesa San Paolo il 10% circa. Ovvio il rimbalzo del giorno successivo con recuperi del 5% ed oltre. Buone occasioni per i traders, ma non è con le montagne russe in borsa che si aggiusta l'Europa !
Se l'azione politica è scarsa quello che invece abbonda sono le lodi.
Così nel corso della giornata che ha visto l'apertura delle rappresentazioni culturali italiane in Europa volano i complimenti a Trichet che finalmente va a casa.
Qualcuno arriva a dire che mai come sotto la sua presidenza l'inflazione sia stata così bassa.
Provate a ricordare quale fosse il vostro potere d'acquisto nel 2003, relazionatelo ad oggi e valutate quanto siete stati fortunati !
Aldila' delle chiacchiere in realtà l' Unione Europea non è mai stata costruita se non sotto forma di entità a moneta uniforme ( quanto all'Inghilterra neanche sotto questo profilo ). E con esponenti politici ancora presi in ragionamenti di tornaconto nazionale ed elettorale non è che possa durare.
domenica 23 ottobre 2011
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