UNA CAVALCATA NEI GIORNI DELLA PRIMA REPUBBLICA. I GIORNI CHE SEGNARONO L'INIZIO DELLA FINE
Se la “politica” è l'arte della prospettiva, per capire il presente, dobbiamo fare un “viaggio” retrospettivo, per trovare le risposte a molte delle domande inevase, che attanagliano l'economia dei cittadini italiani e europei e le incertezze del futuro.
Dopo un anno di governo tecnico, “l'ennesimo” in ordine cronologico, possiamo fare un bilancio sull'operato dell'esecutivo Monti. Mi ha sorpreso l'encomio nei confronti di Amato e di Prodi per le tasse deliberate dai loro governi. Desta sorpresa un'affermazione di apprezzamento di due “tecnici” che hanno governato il paese “compartecipi” dell'alienazione delle sue ricchezze.
La Prima Repubblica, aveva di sicuro molti difetti; di certo non gradiva i tecnici, e tanto meno al governo, per un semplice motivo che non devono rendere conto ai cittadini del loro operato, anche se di solito rappresentati come salvatori della “patria”.
Il primo governo tecnico, guidato da Giuliano Amato, risale al luglio 1992, dopo il crollo della Democrazia Cristiana e del P.S.I. sotto i colpi delle inchieste giudiziarie, soprattutto nel pieno di una crisi economica, che colpì la lira ferendola gravemente. Il sistema politico di allora, reso impotente, affidò le chiavi di Palazzo Chigi a Giuliano Amato detto “Dottor Sottile”. Amato presentò subito il biglietto da visita agli italiani prelevando il 6 per mille sui conti correnti, seguito da un altro prelievo del 3 per mille sul valore catastale degli immobili e delle aree fabbricabili. Mentre la prima imposta “bancaria” fu una tantum, la seconda è diventata “una Semper” con il passaggio dall'I.S.I. all' I.C.I. Successivamente l'ICI si tramutò in un balzello permanente, che solo i governi di centro destra prima, ridussero e poi abolirono ritenuta una patrimoniale occulta. Ma al ritorno dei tecnici guidati da Mario Monti l'ICI viene riproposta sotto la sigla I.M.U. Una tassa che è vero fu prevista dal Governo Belusconi, ma che esentava espressamente la PRIMA CASA. Una tassa “insostenibile” dalla fascia “povera” dei cittadini italiani. Una sorta di “esproprio – affitto” che se non si riesce a pagare se è soggetti allo “sfratto”.
Il governo tecnico Amato, in carica da luglio 92 fino all'aprile del 93, “sperperò” i soldi degli italiani in modo scellerato. A settembre dello stesso anno, la lira subì una notevole svalutazione, invano contrastata dalla Banca d'Italia ( Governatore Ciampi ) che sacrificò 70 mila miliardi di riserve valutarie. Fu l'inizio di una crisi irreversibile, anche a causa degli attacchi speculativi finalizzati a favorire le “privatizzazioni” e, al contempo, svalutare i beni oggetto di cessione. Quello che colpisce di più, è il silenzio dei grandi economisti, anche di quelli definiti puristi schivi da incarichi di governo e dalle consulenze, dei giornali, dei partiti di opposizione di destra e di sinistra uniti alle organizzazioni sindacali e della realtà associativa laica ed ecclesiale.
Con il crollo dell'Unione Sovietica, cambia lo scenario economico, sulle basi gettate dalla scuola monetarista di Milton Friedman e da tutti gli economisti cresciuti dalle banche centrali di emissione, quali, Banca Mondiale, F.M.I e nel GAT. Era inevitabile che la classe politica italiana, cedesse al “domino” bancario per la debolezza delle monete coinvolte nel vortice della speculazione.
Era il 92 comincia l'era del buio economico tra intrecci, coinvolgimenti, coincidenze. Resta di difficile comprensione, se non impossibile, connotare tutti gli “attori” tra protagonisti, comprimari e comparse che, tralasciando gli interessi e la fiducia dei cittadini verso le istituzioni, parteciparono al “Sacco Economico d'Italia” e non solo. Una serie di coincidenze caratterizzarono tutti gli anni 90. Mentre era nel vivo lo scandalo detto “Mano Pulite”, il popolo italiano era distratto dall'evento straordinario, speranzoso di fare piazza pulita di una classe politica, piuttosto chiacchierata, allora al governo. Alla fine si sono rilevate solo “chiacchiere” visto la quantità di politici e tecnici coinvolti, dei quali solo un'esigua quantità furono condannati a pene insignificanti.
Se leggiamo le cronache di questi ultimi giorni, veniamo a conoscenza di certe affermazioni provenienti dagli ambienti diplomatici americani che hanno coinvolto in particolare l'attività giudiziaria protagonista di “Mani Pulite”, inserendola in un contesto preordinato. Certo non c'è dubbio che sto scrivendo di coincidenza; mentre si svolgeva l'Uragano “Mani Pulite”, si perpetrava il “Sacco D'Italia” “mascherato” sotto il nome di “privatizzazioni”. Che da li a qualche anno, destinò l' ITALIA alla povertà.
Quel periodo è stato costellato di morti, e arresti “eccellenti”. Andreotti a processo a Palermo nel febbraio del 92, nel maggio del 92 viene ucciso Falcone poi Borsellino il 19 luglio, il 20 luglio 1993, si suicida Gabriele Cagliari presidente dell'E.N.I. Tre giorni dopo la morte di Cagliari, si suicida Raoul Gardini patron della Ferruzzi – Montedison . Il 30 aprile del 93 tirano le monete Craxi, Il 19 luglio 1993 viene arrestato Salvatore Ligresti. Craxi il 12 maggio 1994 parte per Hammamet “latitante”
Il 1992 fu un anno molto particolare: crisi Prima Repubblica, uragano tangentopoli, attacco alla Lira da parte dell'ora filantropo George Soros che Carlo Azelio Ciampi non poté arginare. (ndr) In quegli anni Reginald Bartoholomew ( ambasciatore americano a Roma e futuro presidente di Merril Linch Italia, fu artefice delle pressioni sugli interlocutori italiani evidenziando la necessità di essere più spediti a rimuovere qualsiasi ostacolo per gli investimenti esteri. Avete capito? Non è escluso un intervento favorevole di anche di Draghi. (ndr)
Si presume che Draghi dovrebbe aver lavorato bene e per questo potrebbe essere stato scelto per la direzione della Banca D'Italia; secondo Romano Prodi “ una scelta di alto profilo”. Non sfugge che Prodi era consulente della Goldman Sachs, nonché presidente dell'IRI per ben due mandati.
Nel maggio del 1992 Giovanni Falcone venne ucciso come poi Paolo Borsellino, ucciso il 19 luglio 1992, la mafia avvia la strategia della tensione.
Nei primi anni novanta Cosa Nostra, messa alle strette dalle inchieste del pool antimafia, e dal maxiprocesso, organizzò una serie di attentati volti a mettere in ginocchio la magistratura e le istituzioni dello Stato Italiano. Con l'omicidio di Salvo Lima la mafia volle subito dare il segnale dello scioglimento della tregua fra potere politico e potere mafioso. Infatti, Salvo Lima a Palermo rappresentava gli interessi della corrente della DC di Andreotti. Seguirono diverse stragi: la strage di via dei Georgofili a Firenze, la bomba al padiglione di Arte Contemporanea di Milano, i due attentati a Roma San. Giovanni Laterano e a San Giorgio al Velabro. Nello stesso periodo avvennero omicidi celebri come quello di Salvo Lima (1992) e Don Pino Puglisi (1993). Rientra nella stagione degli attentati anche il tentato omicidio del conduttore Maurizio Costanzo il 14 maggio 1993, quando un'autobomba carica di 90 kg di tritolo esplose in via Ruggero Fauro (vicino al teatro Parioli) ma dopo il passaggio delle due autovetture dell'uomo e delle sue guardie nel corpo; l'esplosione non causò vittime, ma pare, essere stata architettata per questo: spaventare Costanzo, che all'epoca del tentato omicidio si occupava di programmi televisivi contro la criminalità organizzata invitando personaggi di spicco nella lotta alla mafia. Egli difatti non trattò più quegli argomenti dopo il fatto, riprendendo a parlarne solo nel 2005. Il 31 ottobre 1993, in occasione di una gara casalinga della Lazio, lo Stadio Olimpico di Roma venne scelto come obiettivo di un fallito attentato terroristico per mezzo di un'autobomba con lo scopo di far saltare i furgoni dei Carabinieri in servizio. L'attentato fallì per il malfunzionamento del dispositivo elettronico di azionamento. Alcuni pentiti hanno infine parlato del progetto da parte di Totò Riina e Leoluca Bagarella di far esplodere la Torre di Pisa, in seguito ad alcune richieste riguardanti la scarcerazione di affiliati al clan declinate da parte delle forze statali, e per il quale erano già pronti 600 kg di esplosivo. La stagione delle bombe del '92 e '93 doveva avere un ulteriore sviluppo nel '94 (il 14 aprile) con un attentato al pentito Totuccio Contorno di cui solo in seguito si scoprirono tutti i dettagli.
Nel novembre 2012 viene arrestato Cosimo D'Amato con l’accusa di avere fornito il tritolo utilizzato dalla Mafia per le stragi di Palermo, Firenze, Roma e Milano negli anni 1993-1994. D’Amato è cugino di primo grado del boss palermitano Cosimo Lo Nigro, condannato per le stragi mafiose del ’92. Formalmente un pescatore, l'uomo avrebbe recuperato l'esplosivo da bombe di profondità inesplose recuperate nel mare della Sicilia.
Il 1992 fu un anno di allarme e di segretezza. L'allora Ministro degli interni Vincenzo Scotti il 16 marzo, lanciò un allarme a tutti i prefetti, temendo una serie di attecchi contro la democrazia italiana. Gli attacchi previsti da Scotti erano l'uccisione di politici o il rapimento del presidente della Repubblica. Gli attacchi ci furono e andarono a buon fine, ma non si tratto degli eventi previsti dal Ministro degli Interni. L'attacco alla democrazia fu assai più nascosto e destabilizzante.
Anni dopo l'ex Ministro Scotti confesserà a Cirino Pomicino: “Tutto nacque da una comunicazione riservata fattami dal capo della Polizia Parisi che, sulla base di un lavoro di intelligence svolto dal Sisde e supportato da informazioni confidenziali, parlavano di riunioni internazionali nelle quali sarebbero state decise azioni destabilizzanti sia con attentati mafiosi sia con indagini giudiziarie nei confronti dei leaders dei partiti e di governo.
Una riunione di cui parlava Scotti si svolse sul
Britannia il 2 giugno del 1992 in navigazione lungo le coste del mediterraneo. Sul panfilo c'erano alcuni apparteneti all'élite di potere Anglo – Americana come i reali britannici e i grandi banchieri delle banche a cui si rivolgeva il governo italiano durante la fase delle privatizzazioni ( Merrill Lynch, Goldman Sachs, e Salomon Broters).
In quella riunione, i banchieri delle banche appena citate decisero di acquistare il patrimonio industriale italiano in misura del 48%, tra cui, Buitoni, La Locatelli, La Negroni, la Ferrarelle, la Perugina e la Galbani e tante altre ancora. Non è dato di sapere il valore complessivo di tutta l'operazione. Ma una cosa è certa: Amato appena insediato a Palazzo Chigi nella notte fra il 9 e il 10 luglio 1992, indossata “metaforicamente” una Tuta di Seta nera alla Diabolik, penetrò nei forzieri delle banche italiane prelevando il 6 per mille da ogni deposito. Un decreto legge di emergenza l’autorizzava a farlo: in quel provvedimento, varato mentre i mercati si accanivano sulla lira, erano state inzeppate alla rinfusa misure le più svariate. Dall'’aumento dell'’età pensionabile alla patrimoniale sulle imprese, dalla minimum tax all’introduzione dei ticket sanitari, dalla tassa sul medico di famiglia all'’imposta straordinaria sugli immobili pari al 3 per mille della rendita catastale rivalutata. Prelievo sui conti correnti e Isi fruttarono insieme 11.500 miliardi di lire. L’imposta straordinaria sugli immobili, nella migliore delle tradizioni italiane, perse subito il prefisso che diventerà una gabella ordinaria: l’imposta comunale sugli immobili, ovverosia l'’Ici. C'è una domanda i sospeso. quale utilizzo è stato fatto del denaro incassato dalle vendite del settore industriale italiano gestito anche dall'I.R.I? E perché il debito pubblico è continuato a salire fino ai nostri giorni? Se fosse stato un “complotto”? Non sarebbe il caso di riabilitare i politici della prima repubblica?
PAOLO PELLICCIARI