3 aprile 2017
COMUNICATO
STAMPA
Questione abusi edilizi e possibili
demolizioni. La Politica agisca !
Il
22 marzo scorso (vds. c.s. allegato), ho espresso un punto di vista sulla
questione delle possibili demolizioni degli immobili edificati abusivamente.
L’ho fatto, anche in esito all’incontro-convegno del 16 marzo a Rocca Priora,
organizzato dal Comitato Equi Diritti.
A
due settimane dal convegno, nulla di concreto è avvenuto. La Regione tace, il
Governo idem, la Procura continua il pressing sui Sindaci, obbligati per legge ad
eseguire le demolizioni. A parte il Comitato e i diretti interessati, nessuno
si preoccupa di disinnescare la bomba sociale che potrebbe prefigurarsi.
Le
cronache continuano a segnalare i diversi casi: prima l’ordine di demolizione
della casa in cui viveva la donna in stato di gravidanza ad Artena, poi l’avvio
delle procedure per l’abbattimento della casa dello sventurato Cittadino di
Colonna, sembra sanata per errore anni fa, al costo di 60mila euro e con un
mutuo di 100mila euro pendente. E domani cos’altro succederà?
La
Regione Lazio rilancia ha approvato, il 14 marzo, un altro Protocollo d’Intesa,
stavolta con la Procura Generale della Repubblica presso la Corte di appello di
Roma, sempre finalizzato all’esecuzione delle sentenze sull’abusivismo passate
in giudicato. Ora anche la Capitale sarà investita della questione e vedremo
cosa accadrà in presenza, come si dice, di circa 300mila immobili interessati
dal provvedimento.
Non
ho mai avuto, tantomeno da Sindaco, la presunzione di conoscere le soluzioni ad
un problema complesso e socialmente rilevante. Tuttavia, sin dal ricevimento dell’atto
della Procura di Velletri (novembre 2015), ho cercato di proporre contributi di
pensiero idonei ad affrontare pragmaticamente la questione.
Ritengo,
come ho sempre ritenuto, che si debba parlare chiaro: viviamo, purtroppo, in una
Società che fatica a riconoscere l’Autorità costituita o le rappresentanze
democratiche, anche a causa dei pessimi esempi forniti. Per questo, mi chiedo,
quale autorevolezza o credibilità può avere un politico, un amministratore o
chiunque altro invoca questa o quell’altra norma giuridica, seppur valida e
cogente. Non sono in discussione valori e principi che ispirano l’agire, né le
norme giuridiche che regolano i comportamenti e la civile convivenza.
Il
problema è un altro: come si fa a dire alla gente “ora c’è una nuova cultura della legalità, il vento è cambiato….” oppure
a richiamare alla “ tolleranza zero ”
verso gli abusi edilizi ? Ma dove si vive ? A Topolinia o Paperopoli? Il
principio di legalità, come detto, resta fermo ed i Cittadini che hanno
rispettato le norme non devono sentirsi defraudati da ulteriori condoni o tolleranze.
Chi ha costruito violando la legge ha commesso reato. Acclarato ciò, è dovere
di chi amministra (una Città, una Regione o la Nazione) pensare alle
conseguenze delle iniziative poste in essere anche dalla Regione Lazio e dalla
Procura di Velletri, sottoscrivendo il Protocollo d’Intesa del giugno 2015: il
contrasto all’abusivismo è un dovere, ma è altrettanto doveroso tutelare
socialmente le persone, incluse quelle che hanno edificato abusivamente la casa
in cui vivono, specie di questi tempi. Tutelare non vuol dire tollerare, e qui
sta la differenza di approccio che la Politica dovrebbe intraprendere sulla
vicenda.
Ad
oggi, di un simile approccio, non v’è traccia: si interviene ai convegni, si
rilasciano interviste, si straparla di ovvietà e poi tutto resta com’è. Da oltre
16 mesi, nei 30 Comuni ricompresi nella giurisdizione della Procura di
Velletri, ci sono centinaia di Famiglie che vivono l’incubo dell’abbattimento
della casa in cui abitano, magari costruita su un terreno di proprietà con i propri
soldi. Hanno sbagliato, non v’è dubbio. Ciononostante, è bene ricordarlo, c’è un
intero sistema che avrebbe potuto e dovuto impedire/reprimere tali abusi (la
vigilanza edilizia comunale, i rilevamenti fotoaerogrammetrici o con droni, le
Procure, i Tribunali, i Sindaci, ecc. ecc.), in un’epoca in cui i satelliti
entrano nelle nostre case e ci possono spiare financo nell’intimo.
Lo
stesso sistema che, in moltissimi casi, ha concesso residenze anagrafiche,
riscosso tributi e permesso l’allaccio di utenze (idriche, elettriche, ecc.), “dimenticando”
che gli immobili erano abusivi. Ora, improvvisamente, in taluni casi dopo
decenni dall’emissione della sentenza, ci si sveglia e si pretende di rivoltare
il mondo in un battibaleno, come se nulla fosse.
Le
contraddizioni su cui poggia l’intera vicenda sono palesi ed ignorarle vuol
dire mettere la testa sotto la sabbia, come fanno gli struzzi. Bisogna
affrontare il problema in maniera organica, risolverlo nella migliore maniera
possibile e, contestualmente, attivarsi affinché non un solo metro cubo in più
venga edificato senza i relativi permessi di legge, attuando sì, in quel caso,
tolleranza zero.
Mentre
si fa tutto ciò, visto che per districare un simile groviglio ci vorrà del
tempo, la Politica deve intervenire, a tutti i livelli, per uscire da questo
pantano con razionalità e senso di responsabilità. I magistrati e le Forze
dell’Ordine devono, giustamente, far rispettare le sentenze e la legge. I
Sindaci devono, giustamente, vigilare sull’abusivismo e verificare l’esecuzione
delle relative ordinanze, ma devono altresì farsi carico dei problemi dei Cittadini.
Le persone, soprattutto di questi tempi, hanno diritto a vivere sotto un tetto.
Affinché
tutti abbiano soddisfazione, onde evitare il caos sociale, occorre un
intervento legislativo di natura straordinaria, in primis a livello governativo, che sospenda le demolizioni, conceda
tempo, ad esempio, di costruire alloggi popolari o altre edificazioni in forma
agevolata, e dove possibile risolva le contraddizioni di una sanatoria, quella
del 2003, sostanzialmente interrotta dopo che le istanze dei Cittadini erano
state presentate.
Gli
strumenti ci sono: lo scorso 30 marzo ho inviato al Comitato Equi Diritti una nuova
bozza di documento da proporre ai Sindaci del comprensorio della Procura di
Velletri, contenente ipotesi di lavoro che la Politica, tutta e indipendentemente
da appartenenze, schieramenti o livelli di governo, può esaminare per
verificarne la fattibilità.
Il
Senato della Repubblica, ad esempio, sta esaminando il disegno di legge n. 2383
“Contenimento del consumo del suolo e
riuso del suolo edificato”. La Regione Lazio, sempre a titolo
esemplificativo, sta esaminando la proposta di legge n. 365 “Norme per la rigenerazione urbana e per il
recupero edilizio”, così
come il Consiglio regionale ha in corso d’esame il nuovo Piano
Territoriale Paesistico Regionale (PTPR).
All’interno di questi percorsi legislativi, vi sono – se lo si vuole ovviamente
– gli spazi quantomeno per dibattere della questione e dei possibili risvolti.
Per la cronaca, ricordo che il territorio dei
Castelli Romani esprime un Senatore della Repubblica, Bruno ASTORRE, ed un
Onorevole, Filiberto ZARATTI, l’uno originario di Colonna, l’altro di Rocca
Priora, due Comuni interessati dalla questione delle demolizioni, specie il
secondo. L’On. ZARATTI, tra l’altro, è Relatore di Minoranza sull’originario
DDL n. 2039 poi trasformato in Atto Senato n. 2383 ed è stato anche Assessore
regionale all’Ambiente.
Sempre per la cronaca, evidenzio che il
Presidente della Regione, Nicola ZINGARETTI, oltre a poter incidere
direttamente attraverso la legislazione regionale, è membro della Conferenza
Stato-Regioni e, se lo ritiene, può attivare tale Organismo per un confronto
col Governo. Il 29 marzo scorso, Rappresentanti della Conferenza hanno svolto
un’audizione in seno alla 9^ Commissione Agricoltura del Senato, proprio sul
DDL Senato n. 2383. Perché non chiedere una ulteriore audizione sul problema
demolizioni? Oppure chiedere l’iscrizione della questione all’odg dei lavori
della Conferenza?
Ancora ieri (2 aprile), nel corso del Programma
“L’Arena”, su Rai 1, è stata affrontata la scottante materia richiamando
analoghe situazioni di abusi edilizi che affliggono la Regione Sicilia. Ciò, ad
ulteriore riprova della rilevanza nazionale che riveste la vicenda e del fatto
che il Governo, se opportunamente sollecitato dagli amministratori regionali,
può e deve intervenire.
Nel rinnovare la mia disponibilità, auspico che i
Sindaci, il Presidente ANCI regionale ed il Presidente dell’XI Comunità
Montana, valutino positivamente il documento da me proposto al Comitato Equi
Diritti, se del caso modificandolo/integrandolo come meglio ritenuto, e lo
facciano pervenire quanto prima alla Regione, al Sen. ASTORRE ed all’On.
ZARATTI, nonché agli altri attori istituzionali preposti.
Gli strumenti ci sono e LA POLITICA HA IL DOVERE DI AGIRE. Subito e concretamente.
Giampiero
FONTANA
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