Arriva la nuova vendemmia e ombre minacciose si stagliano sul cielo sopra i vigneti tuscolani
Per intuire " che tempo che fa e si ù vignarolo ù rimetteno de botte" mi sono rivolto ad un amico, frascatano verace, sempre sulle barricate.
Era l'8 ottobre 2009
I viticoltori del Frascati chiedono il giusto prezzo di 70 € al quintale per la vendemmia 2010
Nei giorni scorsi, si è tenuta l’ennesima e inutile riunione avente ad oggetto la trattativa per definire il prezzo delle uve relative alla vendemmia 2010.
Senza offesa per nessuno, perché solo di “sceneggiata” si tratta. In sintesi le solite “rimanenze” “condizionano” il prezzo delle uve.
Ma quali rimanenze?
Il solito alibi per non pagare le uve al prezzo giusto. Dalla riunione non è emerso un prezzo nemmeno indicativo. Lo stesso prezzo dell’anno precedente. Ovvero il 25-30%in meno visto il calo della resa per ettaro.
8 ottobre 2009: manifestazione dei viticoltori a Roma
Sono anni che ci “espropriano” delle nostre uve tanto che si cominciano ad estirpare i vigneti, le vigne vengono trascurate, se non abbandonate e così via. E i viticoltori subiscono questo stato di cose impotenti, perché non si riesce ad organizzare una struttura di riferimento a tutela del territorio e dei nostri interessi economici.
L’annata 2010 però porta a una novità. Le rimanenze non ci sono più.
Questo si evince dal Comunicato stampa emanato dal Consorzio in data 14 giugno u/s e dalla lettera ai soci inviata sempre dal Consorzio il 22/07/2010 ove tra l’altro si parla di “giacenze di modesta entità” ovvero fisiologiche.
Che il vino era tutto venduto, già era evidente dal comunicato stampa emanato dal Consorzio in data 14/06/u.s. dove si leggeva che ogni anno si producono 115.000 hl di vino distribuiti nei vari mercati.
Il 75% all’estero, e i 25% in Italia di cui l’11% venduto a Roma.
Qualcuno dovrà spiegare che fine hanno fatto i 108.000 hl di invenduto, che in coro tutta la rappresentanza industriale vinicola ha confermato di avere in giacenza?
E pensare che la produzione del Frascati arrivava a circa 700.000 hl. Cercate di immaginare quanto mercato ha perso il Frascati e che danni sono stati fatti al sistema vitivinicolo frascatano.
Ricordo che il comune di Frascati con le tasse sul vino era più ricco di Venezia, scusate se è poco con un patrimonio “terriero – immobiliare” di notevole valore.
Della lettera inviata ai soci del Consorzio, vanno segnalati due passaggi che debbono essere approfonditi:
“Siamo altresì,certi di aver iniziato ad avviare delle politiche di modulazione del prodotto, a garanzia della tutela, onde evitare giacenze cha al di là della loro consistenza modesta incidono pesantemente sul valore del nostro vino”
La domanda che mi pongo è: come può incidere “pesantemente” sul valore del vino una giacenza di modesta “quantità”?
E ancora :
“Il nostro compito, ricordo a tutti, è tutelare, valorizzare, vigilare, quindi seguitiamo a sollecitare, un impegno in tal senso da parte di tutti gli operatori.
Ognuno è libero di fare, giustamente, le proprie scelte commerciali tenendo presente che se apparteniamo ad un consorzio e disponiamo di un marchio ne dobbiamo rispettare la storia ed i valori, anche economici, che questo rappresenta e che appartengono al patrimonio di tutti noi.”
Altra domanda: che cosa si intende “appartengono al patrimonio di tutti noi”?
C’è da domandarsi chi siano i “tutti noi”?
Non bisogna andare lontano con voli pindarici per dare uno spaccato del Consorzio e degli interessi che indirizzano gli intenti e la politica vitivinicola del Frascati.
Il C.D.A. del Consorzio composto da imbottigliatori, vinificatori (aziende agricole) e viticoltori. Domanda: Perché i viticoltori e i vinificatori non mettono in minoranza gli imbottigliatori?
Nella riunione tenuta nei giorni scorsi per la trattativa sul prezzo delle uve, i viticoltori facenti parte del C.D.A, sono stati in rumoroso silenzio quando è stato annunciato che ci sono ancora giacenze. Silenzio nonostante fossero a conoscenza delle modesteentità delle stesse, se non nulle. E ancor peggio, quando un rappresentante degli imbottigliatori ha lamentato con preoccupazione che sta “rallentando” il calo del prezzo delle uve, che secondo lui, è ancora troppo alto. I rappresentanti dei viticoltori hanno taciuto, e a casa mia chi tace acconsente.
Il prezzo delle uve come l’anno passato ?
Quanto chi lo sa? E' mia convinzione che noi viticoltori si debba dire basta a questa situazione non più sostenibile. Mantenere costante il prezzo delle uve con una produzione inferiore de 25/30% a causa della “peronospora” che ha aggredito i nostri vigneti in modo eccezionale nel nostro territorio è pura follia.
La stabilità del prezzo significa non avere i soldi per vendemmiare, anche perché molti viticoltori ancora debbono prendere i soldi della vendemmia 2009. Questo significa estirpazione dei vigneti, trascuratezza e menefreghismo. A chi giova?
A chi giova distruggere un patrimonio viticolo che viene da lontano, che ha fatto del Frascati un vino famoso nel mondo?
8 ottobre 2009: il MIO SINDACO era in prima linea: E GLI ALTRI ?
Oggi per l’Europa il Frascati non è più una DOC (C per controllata) ma una DOP (P per protetta); ciò significa un adeguamento della mentalità e del comportamento.
Per “Proteggere” la nostra denominazione per la vendemmia 2010, noi dobbiamo pretendere l’intervento delle istituzioni preposte, “presidiare” le cantine per verificare l’esatta quantità di uve ritirate per il riscontro del vino prodotto.
Certo, se non si protegge la materia prima e chi la produce, mi domando che sistema industriale sia.
Io non credo all’importazione di vino dalla Spagna e dalla Grecia, come si va dicendo in vari ambienti, ma se fosse vero mi sorprende il silenzio di chi produce il Frascati di qualità.
Ma dobbiamo anche pretendere il rispetto del nostro lavoro, non ci dobbiamo più umiliare. Siamo noi che dovremmo decidere il prezzo delle uve per la vendemmia 2010 e dovremmo pretendere 70 € al quintale visto che le cantine sono “vuote” . Altrimenti conviene non vendemmiare.
A valore dobbiamo sperare su una possibile spesa da parte del Consorzio di 30.000 € per una promozione “qualificata” del Frascati e che consenta e faciliti “aumenti” delle quote di mercato.
Ma con quale vino, visto il calo “drammatico” della produzione delle uve?
Udite, udite, voci non controllate ci fanno sapere che il Consorzio ha rifiutato un finanziamento di 460.000 € previsti dal piano P.S.R. (Piano Sviluppo Rurale) deliberati dalla Regione. Sarà vero? Non potevano essere utilizzati per il sostegno alla viticoltura? “Misteri consortili”
Paolo Pellicciari
Pongo all'attenzione dei lettori alcune testimonianze:le parole dell' On. Bruno Astorre
http://www.youreporter.it/video_Parte_la_vendemmia_2010_il_prezzo_delle_uve_e_segreto_1
e ancora......Ci prepariamo alla vendemmia. Ascoltate l' On. Astorre alla manifestazione dei viticoltori tenutasi l'8 ottobre 2009 a Roma. Ascoltate bene cosa dice, poi osservate cosa fanno gli amministratori locali del loro territorio ! Qualcosa non quadra se l'On. Astorre fa i miei stessi discorsi.
http://www.youreporter.it/video_Vendemmia_2010_alle_porte_prezzo_delle_uve_e_mistero_1
Il futuro di Frascati
http://www.youreporter.it/video_Frascati_vendemmia_2009_Riflettiamo_1
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notizia di oggi
RispondiEliminala cantina merge nota produttrice del vino
frascati ha ritirato l'ambizioso premio “tre bicchieri" rilasciato dalla nota guida enogastronomica il gambero rosso
e notizia di questi giorni di vendemmia le uve
ce le pagano da 19 a 23 euro al quintale altro che 70€ quintale
fate come ho fatto io
ho rimesso in funzione la mia cantina
e mi sono rimesso tutte le uve da me prodotte e al consorzio non ho portato nulla
anche vendendo il vino ad 1€ a litro ci guadagno il doppio rispetto ai 20€ quintale che volevano pagarci
saluto un produttore di uve