Dal Consiglio comunale di Frascati
17 febbraio 2011 pag 171
CONSIGLIERE D’ORAZIO. Allora, la prima incongruenza, glielo dico
seriamente, dal 27/11, da quando il Direttore generale dice che quel conto non è stato movimentato, ma non è cresciuto, allora significa che l’Amministrazione, il nostro Comune non ha incassato introiti dal 27/11. Quando invece giornalmente, settimanalmente, ci sono degli introiti.
Chiaramente, questa affermazione che sto facendo è salvo verifica, perché è una risposta nuova a un argomento che va comunque verificata. Quindi andrò a prendere le determine per vedere gli introiti e al prossimo Consiglio io poi le dirò quant’è l’ammontare.
La Ragioneria dice che dal 1998 noi abbiamo incassato trentadue milioni di euro. Ma vi siete resi conto che nei Consigli comunali, gli Assessori al Bilancio, il Direttore, e non so chi altro, ha dichiarato che sono stati almeno cinquanta milioni di euro? Ho capito che una dichiarazione politica può non essere precisa, come ciò che la Ragioneria dice, ma bisogna stare anche attenti, che sono diciotto milioni di euro.
E poi, anche ammesso che tutto questo è avvenuto, abbiamo chiesto l’elenco delle opere finanziate con i trentadue milioni di euro. Com’è possibile che non arriva un elenco di questo? Ma non dovrebbe essere così complicato partorire un elenco di opere finanziate, perché a noi – ve lo diciamo – i conti non tornano. Ma qua nessuno vi sta dicendo che qualcuno ha rubato, fino a prova contraria; il problema è che se non tornano i conti, può significare che illegittimamente siano stati – ma io non lo voglio pensare, però debbo avere i riscontri contabili – utilizzati impropriamente, per spesa corrente. Questo, se è stato fatto nel passato, andremo a vedere, e ci saranno anche degli addebiti, noi vogliamo che da una certa data tutto questo non avvenga più.
Ma sarà un diritto di far rispettare una legge che esiste? E questo ha un motivo. Non perché facciamo un dispetto a questa Amministrazione. È perché così sapremo e saremo certi di dove gli introiti, dalle alienazioni patrimoniali, vanno ad essere reinvestiti, perché oggi non si sa. È questo che è drammatico. Non si sa. Io lo so che nel cerchio, dentro a questo grande contenitore economico, poi, i soldi si ritrovano tutti. Ma come? In quale angolo?
Allora, se uno ha sbagliato, come il Direttore ha ammesso, dice: “Ci sono state fino a tre anni fa alcune situazioni. Da tre anni fa a oggi altre – fino al 27/11 – e poi un’altra situazione ancor più precisa”. Ma è possibile non aprire un conto vincolato fruttifero a favore della Regione? Non è difficile.
Siete collegati con le Amministrazioni. Il Presidente del Collegio dei revisori dei conti è Consigliere comunale ad Ariccia. Ma saprà come fa il Comune di Ariccia,visto che ce l’ha. L’esempio che avete portato prima, di Rocca di Papa, vi abbiamo allegato una delibera del Comune di Rocca di Papa. Quale difficoltà c’è a chiedere a Rocca di Papa? Ma Rocca di Papa è più pratica di noi? Ha dirigenti più capaci di noi? Ma stiamo scherzando? Ma saremo alla pari tutt’al più.
C’è un foglio. C’è scritto: “Comune di Rocca di Papa”.
E la Regione ha deliberato, mica ha negato. Però, si sa che i 625.000,00 euro presi da quel conto, dal Comune di Rocca di Papa, sono andati per sei strade. E allora c’è la certezza del reinvestimento.
Allora, i cittadini dicono: “Del mio patrimonio è stato venduto, però mi ritrovo questo”. Noi, invece, non lo sappiamo. E, per assurdo, possono essere andati per strade che non sono neanche agibili.
Allora io vi dico: ma quale Ente, quale famiglia vende un appartamento per farsi le scarpe che si rompono il giorno appresso? Mi chiedo: ma tutto questo, ma davvero pensate, questa mole di lavoro, che poi esce fuori, ma voi davvero pensate che ci stiamo divertendo?
Noi lo facciamo nell’interesse esclusivo della città, perché abbiamo capito che con questo sistema si riaddrizzerà un pochettino la barca, perché l’indebitamento dell’Ente non è una cosa che fa piacere a nessuno e non si può dare sempre la colpa al Governo centrale. C’è qualcosa che non quadra nella spesa.
E poi, in questa gestione patrimoniale, io mi rifiuto di pensare che ci siano, dentro questa Amministrazione, dentro questo Palazzo, cittadini che non fanno l’interesse dell’Ente. Mi risulta – e sono certo di quello che dico – che alcuni cittadini chiedono la legittimazione in base all’articolo 12 della legge 1927 con un certo prezzo, ma lo chiedono per iscritto, non a voce. E poi, non si sa perché, gli viene consigliato l’articolo 8 bis, quel famoso articolo della legge regionale, che poi fu causa anche di quella risposta, secondo me, errata del Direttore nei miei confronti nel Consiglio del 30 passato, perché quell’articolo 8 bis non c’entra nulla con una gestione più permissiva...
Perché quell’articolo va applicato soltanto nell’ambito del proprio Comune e non sui terreni fuori Comune.
Gli dovete far leggere questo a chi opera in questo settore adesso. Questo argomento, questo intervento e gli dovete dire: “Ma il Consigliere D’Orazio sbaglia quando dice questo, o siete voi che state applicando male questa legge?”. Parla chiaro: nel proprio ambito di competenza, il Comune è nel proprio territorio che può consigliare l’articolo 8 bis.
PRESIDENTE. Consigliere D’Orazio, per cortesia, le chiedo di concludere il suo intervento.
CONSIGLIERE D’ORAZIO. Perché con l’articolo 8 bis – e vado a concludere – i soldi possono andare su un certo conto e se applicassero l’articolo 12 o sa che cosa crea tra queste due applicazioni di legge? Che una paga dieci lire e uno ne paga sei.
E allora l’interesse dell’Ente? C’è un danno. Io vorrei che questo argomento, quindi mi metto anche alla berlina di essere smentito, mi metto io in condizioni di essere deriso dagli impiegati, dai funzionari, non faccio addebito al nuovo dirigente che ancora neanche conosco, però vorrei che lei lo trasmettesse, Presidente.
PRESIDENTE. Purtroppo non rientra...
CONSIGLIERE D’ORAZIO. Grazie. Però è difficile parlare così, eh! Grazie.
PRESIDENTE. Consigliere D’Orazio, io le torno a ripetere, lei ha parlato adesso per dieci minuti...
CONSIGLIERE D’ORAZIO. Guadagni tempo, lasci perdere. Lei ha ragione. Ha ragione.
PRESIDENTE. Abbia pazienza. Io ho dato quasi tre quarti d’ora su questo argomento. Si rende conto? Tre quarti d’ora. E non mi dica che non le ho dato il tempo per discutere.
CONSIGLIERE D’ORAZIO. Parliamo di trentadue milioni di euro e lei ha dato tre quarti d’ora, ma...
PRESIDENTE. Quaranta minuti sull’argomento, Consigliere D’Orazio. Poi, lei ha altri strumenti, può convocare un altro Consiglio comunale su questo argomento e nessuno glielo può vietare. Sull’appello che mi diceva di fare ai funzionari, non rientra nei miei compiti. Io non lo posso fare. Ci sono altri organismi.
(Intervento fuori microfono del Consigliere Privitera)
A me non sembra, però, Consigliere Privitera.
CONSIGLIERE PRIVITERA. Io incarto tutto e mando alla Procura della
Repubblica...
PRESIDENTE. Va bene. È nei suoi diritti.
CONSIGLIERE PRIVITERA. Come ho fatto alla Procura della Corte dei Conti...
PRESIDENTE. È nel suo diritto.
CONSIGLIERE PRIVITERA. ...manderò tutto alla Procura della Repubblica...
PRESIDENTE. Lei lo può fare.
CONSIGLIERE PRIVITERA. ...perché a me questi conti non mi tornano!
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