martedì 8 settembre 2009

Coldiretti - Apuf : un commento all'incontro del 7 settembre


Molte le proposte, tanta la volontà di fare. Da non addetto ai lavori ho ascoltato e registrato. Da partecipante interessato ho scambiato qualche commento. Più che altro ho letto.
Nell'attesa che l'incontro avesse inizio ho avuto modo di meditare su quel foglio distribuito ai presenti : CORRIERE VINICOLO

Pregevoli gli articoli, direi illuminanti. Quando si parla di vino, si parla di economia, cioè di numeri. E di numeri negli articoli editati ce ne sono tanti. Ne cito alcuni:

IMPORT USA.......... primo semestre 2009

quantità + 22%........... valore -13,1%

quantità influenzate dallo "sfuso" proveniente da incremento delle quote di AUSTRALIA, CILE, ARGENTINA. ( paesi definiti commercialmente d'AREA DOLLARO)

Prezzo medio all'origine 0,5 dollari a litro per lo sfuso e 3,74 dollari per l'imbottigliato. Per inciso traduco in euro il valore di 3,74 dollari : 2,58 euro ( compreso tappo, etichetta,bottiglia e imballo)

Chi altro esporta l'imbottigliato?

paese esportatore prezzo 2009 prezzo 2008

Francia................ 8,45 $............ 11,26 $ - 25%
Italia .................. 4,77 $ ............ 5,41 $ - 14%
Argentina ............ 2,58 $ ............ 2,55 $ + 10%
Australia.............. 2,22 $ ............ 3,53 $ - 47%
Cile .................... 1,95 $.............. 3,30 $ - 41%

Come giustamente fatto notare da Mauro De Angelis, Presidente del Consorzio di Tutela, il calo c'è stato, ma non nella misura sopportata da altri. Se questo soddisfa per l'intrinseco riconoscimento, credo, della qualità resta il fatto che stiamo parlando di quella piccola parte della produzione destinata all'export. Una quantità a mio avviso destinata a calare. Se osserviamo i volumi dell'import USA noteremo che salgono i paesi dell'area dollaro. Non poteva essere altrimenti. Legati come sono a rapporti di cambio soggetti a lievi variazioni sul dollaro, sono tremendamente competitivi sotto il profilo del prezzo. Ricordo che nel 2002 il rapporto di cambio euro/dollaro era pari a 0,80 circa. Oggi, dopo 6 anni siamo passati a 1,45 dollari per 1 euro. Il Pesos Messicano, e con esso il Rial brasiliano, il Pesos argentino ed in genere le valute sudamericane, non hanno oscillato oltre il 20% sul dollaro. Nel 2002 con 1 dollaro si potevano avere 10/11 pesos Messicani. Oggi siamo lì intorno 12/13. La prospettiva di una ulteriore svalutazione della moneta statunitense è tutt'altro che remota; il cambio 1 euro per 1,60 dollari sempre più vicino e con esso ulteriori difficoltà nell'esportare verso gli STATES e verso i paese dell'AREA DOLLARO. Ho ascoltato tante possibili iniziative: 1.000 etichette, cooperazione locale, "FRASCATI il VINO di ROMA". Tutto bene, tutto positivo, tutto auspicabile. Ma il nostro principale mercato rimane ROMA ed i 4,5 milioni di abitanti del suo bacino. FORTI IN CASA per muovere verso il mondo. E soprattutto, si ponga fine a quello sconcio che è l'assenza del nostro vino sui tavoli dei tanti ristoranti locali e romani. Come giustamente ho ascoltato dire " se non lo beviamo noi, come pensiamo di poterlo far bere agli altri". Sempre più spesso, invece, ristoranti e trattorie utilizzano una pratica suicida: rovinano la qualità dei cibi dei loro locali offrendo vino sfuso di scarsa qualità. Le Amministrazioni locali dovrebbero, a mio avviso, organizzare "corsi professionali" per produttori, imbottigliatori e ristoratori per spiegare loro, in termini di management di questo "tesoro", come funzionano i mercati, il marketing di prodotto ed i corretti comportamenti che tutti devono in sinergia assumere. Questo richiede corretta e decisa amministrazione finanziaria, per trovare nei bilanci comunali risorse permanenti a sostegno e sviluppo della PRODUZIONE REALE. Il Giro d'Italia e cose occasionali simili vanno bene, ma sono appunto occasionali. Occorre un piano strategico, magari decennale, di sviluppo sinergico dell'eccellenze dell'intero territorio. FRASCATI è da sempre stata CITTA' del VINO, solo di recente CITTA' del CINEMA. Una cosa è certa: non fate conto sull'export nei prossimi anni. La posizione finanziaria internazionale del dollaro non lo permetterà se non in misura di "export d'elite". L'est asiatico potrebbe essere una via d'uscita, comunque da non sopravvalutare. I cinesi sono 1,4/1,5 miliardi- non lo sanno neppure loro quanti sono- ma la situazione del paese è talmente stratificata che soltanto una minima parte, valutabile sui 300 milioni, potrebbe essere target commerciale. Ma se non siamo capaci di vendere a ROMA.........

Questo vuole essere un semplice contributo al problema che, sono certo, altri ben più esperti come nel passato risolveranno. Confido molto nel Sindaco Di Tommaso, che non lascia nulla al caso.

EUR/USD 1.4587 1.4589 16:11:28

09.09 16:38 Eurodollaro a 1.46 Unicredit**

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