mercoledì 9 marzo 2011
Semo riiti a finì sopra au giornale.......... mò ce leggeno ntutta l' ITAGLIA
Un'altra EMOZIONE interrotta !
" Stupida morte di un'antica identità " la definisce Genevieve Biun chiaramente abitante di PILOZZE en Provence !
" La perdita di identità dei luoghi equivale alla perdita della nostra stessa identità " le fa eco il conduttore della rubrica. " Da noi per un imbecille equivoco legato alla contemporaneità........"
Ecco qua....... I GENI LOCI, in francese GLI ASINI SAPIENTI, son serviti. Adesso scrivano al PRESIDENTE NAPOLITANO ! Ho detto SCRIVANO...... non CHIAMINO.
Che al QUIRINALE non amano sentir ragliare !
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Caro Angelo, avevo già letto l'articolo e per un frascatano è come ricevere una "fucilata". Se ti ricordi nel mio intervento all'incontro "Uniti a Frascati" già sollevai il problema. Quanti articoli ho scrtto sul Vino di Frascati ma nessuno è mai intervenuto per cercare di dare una soluzione. E nota la crisi economica dei viticoltori a causa di un sistema industriale vinicolo incapace di riqualificare un prodotto noto in tutto il mondo. Se si va a Montapulciano avvertiamo subito che stiamo arrivati nella città del vino. Arriva a Frascati, l'ulivo fuori il Comune, degrado, soriche, mmunnezza. Ben venuti nella Città del Vino Questo è il biglietto da visita che porge Frascati al turista. Ogni volta che scrivo un articolo sono minacciato e preso a parolacce dal presidente del Consorzio di Tutela. Di recente è stata indetta una Assemblea straordinaria per decidere sulla Distillazione delle giacenze. Come sono arrivato, sono stato cacciato a parolacce dal Presidente del Consorzio alla faccia della buona educazione.Pur di accedere a qualche finanziamento hanno "sputtanato" l'immaggine del Frascati.
RispondiEliminaSi ricomincia a lavorare i vigneti che si sa quanto pagheranno le uve? No! Come è ormai prassi gli indusriali vinicoli prima incamerano le uve è poi decideranno il prezzzo. Si potrebbero prendere tante iniziative ma non succede niente. Presuppongo che Il C.A.E.F. ha "condannato" a morte Frascati e il sistema politico frascatano involontariamente sta eseguendo la sentenza.
P.S.
Ti ho mandato un articolo dal titolo "Dalle tavole del momdo alla distillazione" evidentemente ti è sfuggito.
Paolo
E QUAL'è IL PROBLEMA ?
RispondiEliminaBASTA CAMBIARE L'ETICHETTA : FRASCATI CITTA' DELLA GRAPPA !
Si sempre u più forte. Ma i problemi restano.
RispondiEliminaDopo tanti anni un vino Frascati DOC, Epos, riceve i tre bichieri del Gambero Rosso... credo che si debba finire i demonizzare. A Montepulciano non ho visto frascatte dove vendevano vini scadenti e magari neanche del luogo. Diceva Tancredi nel Gattopardo: "bisogna che tutto cambi perchè tutto resti così".
RispondiEliminaChe la fraschetta rappresenti un aspetto identitario per Frascati sono convinto anch'io, però si deve capire con quali pesi e in che misura questi spacci di vino possono continuare ad operare nel territorio. Riguardando la cartellonistica, l'offerta commerciale ed il confort del locale, le fraschette potrebbero avere un futuro, ma devono essere contestualizzate, altrimenti resteranno dei rottami a testimonianza di un antico splendore che non siamo in grado di rinnovare.
Questa fatela legge al magnifico Assessore al Commercio che preferisce i mercatini sai lui ci ha li parenti in Europa e sa come ce se deve move!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaCari signori, questi hanno la bocca piena di cultura senza sapere dove sia di casa. Ma non era di Frascati quel guitto che aveva registrato un marchio sotto il quale promuoveva manifestazioni culturali ? Ecco a cosa serve la cultura : a far quattrini !
RispondiEliminaSilvio..... e quando scrivo Silvio avete capito chi sono.
Non ci possono tenere alle tradizioni.
RispondiEliminaLa vanga non l'hanno mai conosciuta. La falce e il martello se li sono persi. Ora sono figli di NN e fanno il mestiere delle loro mamme.
la terra di mio padre è stata espropriata x tor vergata ...che dire ...loro hanno sempre fatto il buono e il cattivo tempo e come dice renato la vanga nn l'hanno mai conosciuta e nn sanno i sacrifici di mio nonno prima e di mio padre dopo ...ma a loro che je frega basta che costruiscono ...cari signori con il vino se guadagna un po' con il mattone tanto de piu'...e ancora stamo a parla'???anna
RispondiEliminaCaro Claudio, ma di che cosa stai parlando? Il Frascati un grande vino. Ma speculazione è stata tanta e tale che ne hanno offuscato l'immaggine. L'Osteria nel senso tradizionale del termine non è di certo proponibile. E' evidente dare un taglio diverso, vendere il vino imbottigliato, curare l'ambiente igienicamente idoneo ed estiticamente accogliente. Selezionare le clientela, evitare chitarre, mandolini e dsturbi alla clientela di ogni genere. l'osteria deve diventare una attività di degustazione e non per ubriaconi. Il paese pulito, accogliente e artisticamente restaurato. Roma ha 25 milioni di turisti, basta tirarne 5 e importiamo ricchezza. Con chi si realizza un progetto del genere?
RispondiEliminaCaro Paolo,
RispondiEliminapermettimi questa confidenza,
sono pienamente daccordo con te, sono uno che, per affetto a quello che mio a padre piaceva e per diletto, la vanga in mano la prende almeno una volta l'anno, ma di mestiere faccio il tecnico in un importante azienda a livello mondiale.
Come si fà a dire che Frascatii è "la città del vino", ma ci siete stati mai in una vera città del vino? Sono stato a Bardolino e entrando in un bar del luogo la cosa che subito mi ha attratto è stata quella che, nella vetrina che dava sulla strada, erano in bella mostra bottiglie del famoso vino locale apprezzato in tutto il mondo.
Fai un giro per Frascati e fate caso a quanti esercizi commerciali espongono bottiglie del nostro vino altrettanto famoso nel mondo.
Certo, le osterie (fraschette) di una volta sarebbero improponibili vuoi per le regolamentazioni di oggi che snaturerebbero l'atmosfera tipica dei tempi passati, ma bisogna anche dire che di locali idonei e sapratutto disponibili non ce ne sono più. Tutte le osterie di una volta sono diventate birrerie oppure pseudo pub.
I turisti, sopratutto quelli dela domenica, vogliono la "caciara" nelle piazze d'estate, il parcheggio selvaggio alla faccia di chi paga le tasse locali.
Caro Er Ba,
RispondiEliminaCon analisi diverse stiamo facendo lo stesso discorso con lo stesso punto d'arrivo. Frascati potrebbe essere paragonato a GRIZING il tipico e famoso quartiere di Vienna. Nonostante i negozi di abbigliamento, ci sono ancora i requisiti per realizzare un centro tipico tanto da attirare turisti finalizzati alla degustazione del vino. E' solo una questione di mentalità, purtroppo non ci sono le menti per creare un centro così concepito.La clientela va selezionata danto un taglio educato agli avventori. Io ho fatto l'esperienza dell' osteria, da me non entravano chitare, fiorai, maghi e distrubatori di ogni genere. Mi mettevo sulla porta se ritenevo che le persone avevano i requisiti di educazuione entravano se non no! E se qualcuno sgarrava non entrava più. Se tutti facessero così le cose andrebero diversamente. A Frascati abbiamo un Ass.re alle Attività Produttive che non stimo e lui sa perchè. Ciò significa che Frascati è e rimane la "soricara" che è.
Paolo,
RispondiEliminaapprovo.
Vogliamo contare quanti negozi di abbigliamento ci sono a Frascati?
Di sicuro quello è il settore più numeroso e allora all'entrata del paese dobbiamo scriverci:
FRASCATI CITTA' DELL' ABBIGLIAMENTO
senza contare che nel giro di due, massimo tre, anni queste attività chiudono. Basta che arrivi la prima cartella esattoriale e il primo bollettino per il versamento della previdenza sociale.
Caro Er Ba,
RispondiEliminaIn fin dei conti diciamo le stesse cose. Quando parliamo di questi argomenti, parliamo di politica economica. Tra i politici frascatani di questa materia non sanno nemmeno che esiste. Dobbiamo prendere atto che il C.A.E.F. condiziona l'economia.e non è all'ordine del giorno la tutela delle tradizioni, della cultura, dell'arte patrimonio dei frascatani. La viticoltura! deve sparire, bei terreni panoramici ariosi per realizzare agglomerati cementizi penalizzando i frascatani che hanno consevato il territorio per i vigneti.