DATI ECONOMICI RICLASSIFICATI
(Euro '000) 09 2011 09 2010 12 2010
Margine d'interesse 12.986 11.239 1.747 15,5 15.740
Totale ricavi netti 34.976 34.083 893 2,6 46.735
Risultato della gestione operativa 1.260 3.925 ‐2.665 ‐67,9 2.313
Risultato ante imposte 2.000 3.598 ‐1.598 ‐44,4 1.999
Risultato netto 1.042 2.674 ‐1.632 ‐61,0 5.551
(Euro '000) 09 2011 09 2010 12 2010
Margine d'interesse 12.986 11.239 1.747 15,5 15.740
Totale ricavi netti 34.976 34.083 893 2,6 46.735
Risultato della gestione operativa 1.260 3.925 ‐2.665 ‐67,9 2.313
Risultato ante imposte 2.000 3.598 ‐1.598 ‐44,4 1.999
Risultato netto 1.042 2.674 ‐1.632 ‐61,0 5.551
DATI PATRIMONIALI RICLASSIFICATI
(Euro '000) 09 2011 09 2010 12 2010
Crediti verso clientela 182.117 180.028 2.089 1,2 198.335
Attività finanziarie 1.314.501 1.147.015 167.486 14,6 1.368.775
Totale Attivo 1.868.835 1.659.296 209.539 12,6 1.978.193
Raccolta Diretta 547.094 474.979 72.115 15,2 498.635
Raccolta Indiretta 2.346.036 2.177.094 168.942 7,8 2.268.642
‐ di cui risparmio gestito 878.666 769.491 109.175 14,2 812.135
‐ di cui risparmio amministrato 1.005.923 855.767 150.156 17,5 930.092
‐ di cui attività estera 461.447 551.835 ‐90.388 ‐16,4 526.415
Raccolta complessiva 2.893.130 2.652.072 241.058 9,1 2.767.277
Patrimonio netto di Gruppo 121.274 149.642 ‐28.368 ‐19,0 150.551
ATTIVITA' DI RISCHIO E COEFFICIENTI PATRIMONIALI 09 2011 09 2010 12 2010
Patrimonio di Vigilanza del Gruppo (Euro '000) 154.819 164.505 ‐9.686 ‐5,9 165.527
Attività di rischio ponderate (Euro '000) 646.942 635.763 11.179 1,8 652.257
Tier 1 capital ratio % 23,9% 25,7% ‐1,8 ‐ 25,3%
Total capital ratio% 23,9% 25,9% ‐2,0 ‐ 25,4%
Relazione sulla Gestione Consolidata
Scenario Macroeconomico di Riferimento e Commento ai Mercati
Evoluzione Macroeconomica e Finanziaria
Nel corso del terzo trimestre 2011 è riemersa con drammaticità la problematica del debito pubblico dei paesi periferici dell’area Euro unitamente alle conseguenti implicazioni sul settore bancario. La crisi che sino al giugno di quest’anno si era limitata a colpire gli spread di Grecia, Irlanda, Portogallo ed in misura minore della Spagna, ha coinvolto con violenza i titoli pubblici italiani e il sistema bancario del nostro paese che ne detiene un ampio ammontare nei propri attivi. All’allargamento degli spread sui BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) intensificatosi nel mese di luglio è inoltre seguito il taglio del rating sul debito americano che per la prima volta nella sua storia ha perso la valutazione di “tripla A” da parte dell’agenzia Standard and Poor’s. A questo si è accompagnata una revisione al ribasso della crescita americana nella prima metà dell’anno unitamente ad una riduzione delle aspettative per il proseguo del 2011.
Le conseguenze sui mercati finanziari non si sono fatte attendere, con i principali indici azionari europei che nelle prime due settimane di agosto perdevano attorno al 20% del proprio valore, mentre lo spread BTPBund superava i 400 bps e il CDS (Credit Default Swap) sul debito italiano oltrepassava i 500 bps. All’inizio di agosto l’intervento della BCE (Banca Centrale Europea) con acquisti di BTP e Bonos spagnoli, permetteva ai rendimenti di scendere, sebbene limitatamente rispetto ai precedenti rialzi. L’azione della BCE inoltre era subordinata ad una serie di interventi fiscali da parte del governo italiano per anticipare il pareggio del bilancio pubblico al 2012 anziché al 2013 come precedentemente concordato solo nel mese di luglio con la Commissione Europea.
Il cosiddetto effetto “contagio” verso le altre economie europee è stato innescato dal perdurare della crisi sul debito greco. La Grecia, nel corso del 2011, ha necessariamente dovuto accettare le richieste di ulteriori tagli di bilancio e inasprimento fiscale, in un contesto che si è dimostrato peggiore delle attese riguardo all’intensità della recessione che ha colpito il paese dal 2009. La “troika” formata dalla Commissione Europea, dalla BCE e dal FMI (Fondo Monetario Internazionale) ha concordato un programma di parziale ristrutturazione del debito greco a fronte dei maggiori sacrifici del paese, insieme all’approvazione di un ulteriore piano di ingenti prestiti al governo ellenico. Tale piano approvato lo scorso 21 luglio, dopo neanche due mesi è già risultato ampiamente ottimistico e le attese si rivolgono ormai verso un nuovo piano di aiuti che allo stesso tempo includa un progetto di ristrutturazione ben più ambizioso del debito Greco.
Al di fuori dell’area Euro, le altre economie hanno sicuramente sofferto del clima di incertezza derivante dalla situazione europea. Nonostante questo, l’ economia americana è continuata a crescere, seppur in maniera modesta, registrando un’espansione del PIL (Prodotto Interno Lordo) dello 0,4% trimestrale annualizzato nel primo trimestre e del 1,3% nel secondo trimestre. La stessa area Euro è cresciuta dello 0,8% trimestrale nel primo trimestre e dello 0,2% nel secondo trimestre. La Cina, infine, ha registrato una crescita annua del 9,7% nel primo trimestre, del 9,5% nel secondo trimestre e del 9,1% nel terzo trimestre.
Sul versante dell’ inflazione, il sensibile rialzo del prezzo delle materie prime nel corso del primo semestre ha avuto notevoli ripercussioni sui prezzi al consumo che proprio nelle ultime rilevazioni hanno mostrato i probabili massimi dell’anno. Nel corso del mese di settembre l’inflazione americana ha registrato un +3,9%, rispetto al 3,6% di giugno e al 2,7% di marzo. Nell’area Euro, l’inflazione ha segnato il 3% in settembre dal 2,7% di giugno e dal 2,6% di marzo. Infine, in Cina l’inflazione in settembre segnava 6,1% da 6,4% di giugno e da 5,4% di marzo.
Nonostante il rialzo dell’inflazione globale, la politica monetaria si è mantenuta ancora decisamente espansiva soprattutto nelle economie avanzate, con la Federal Reserve americana alla ricerca di ogni possibile strumento a sostegno della crescita economica. Nell’ area Euro la BCE ha alzato ulteriormente il tasso di riferimento al 1,50% in luglio dopo un primo rialzo al 1,25% attuato lo scorso aprile.
Per quanto riguarda i mercati finanziari, le performance sono state estremamente negative sul versante azionario con l’indice americano S&P 500 che segna nel corso di questo trimestre un
Per quanto riguarda i mercati finanziari, le performance sono state estremamente negative sul versante azionario con l’indice americano S&P 500 che segna nel corso di questo trimestre un
‐14,3%, l’indice giapponese Nikkei 225 segna un ‐11,4%, l’indice Hang Seng di Hong Kong riporta un ‐18,4%, l’indice Eurostoxx 50 riporta un ‐23,5% e l’indice italiano FTSE MIB segna un ‐26,5%.
Sul versante valutario il dollaro americano contro Euro si rivaluta del 7,5% passando a $ 1,34 da $ 1,45 mentre lo yen contro euro si apprezza del 11,7% a 103,4 yen da 117,1.
Dal lato delle materie prime, il prezzo del petrolio al barile (Brent) scende del 6,1% a $ 106,2 da $ 113,1.
Infine i tassi sui titoli governativi vedono il BTP decennale salire a fine settembre al 5,54% da 4,88% di fine giugno, mentre l’omologo tedesco (Bund) passava al 1,89% dal 3,02%.
L’economia svizzera ha proseguito nel suo trend di moderata crescita registrando un’espansione trimestrale del PIL dello 0,4% nel secondo trimestre, in lieve decelerazione rispetto allo 0,6% dei primi tre mesi dell’anno. L’inflazione si è mantenuta praticamente stabile ed inferiore all’1% per quasi tutto l’anno registrando una media dello 0,4% nel terzo trimestre, in linea con quanto riportato nei precedenti tre mesi.
Dal lato della politica monetaria, la Banca Centrale elvetica ha dovuto fronteggiare il deciso ed ulteriore apprezzamento del franco svizzero nei confronti dell’Euro, causato dalla crisi della moneta unica. Dopo un taglio del tasso di riferimento a zero rispetto al precedente 0,25% effettuato in agosto, la banca centrale ha deciso di impedire che l’Euro scendesse sotto la soglia di 1,20 franchi attraverso vendite illimitate di Franchi contro Euro concordati con la stessa banca centrale europea.
Sul versante valutario il dollaro americano contro Euro si rivaluta del 7,5% passando a $ 1,34 da $ 1,45 mentre lo yen contro euro si apprezza del 11,7% a 103,4 yen da 117,1.
Dal lato delle materie prime, il prezzo del petrolio al barile (Brent) scende del 6,1% a $ 106,2 da $ 113,1.
Infine i tassi sui titoli governativi vedono il BTP decennale salire a fine settembre al 5,54% da 4,88% di fine giugno, mentre l’omologo tedesco (Bund) passava al 1,89% dal 3,02%.
L’economia svizzera ha proseguito nel suo trend di moderata crescita registrando un’espansione trimestrale del PIL dello 0,4% nel secondo trimestre, in lieve decelerazione rispetto allo 0,6% dei primi tre mesi dell’anno. L’inflazione si è mantenuta praticamente stabile ed inferiore all’1% per quasi tutto l’anno registrando una media dello 0,4% nel terzo trimestre, in linea con quanto riportato nei precedenti tre mesi.
Dal lato della politica monetaria, la Banca Centrale elvetica ha dovuto fronteggiare il deciso ed ulteriore apprezzamento del franco svizzero nei confronti dell’Euro, causato dalla crisi della moneta unica. Dopo un taglio del tasso di riferimento a zero rispetto al precedente 0,25% effettuato in agosto, la banca centrale ha deciso di impedire che l’Euro scendesse sotto la soglia di 1,20 franchi attraverso vendite illimitate di Franchi contro Euro concordati con la stessa banca centrale europea.
Omissis
Andamento della gestione in sintesi
Nonostante il contesto macroeconomico del settore bancario e finanziario caratterizzato da profonda incertezza, i dati al 30 settembre di Banca Profilo mostrano, oltre ad una confermata solidità patrimoniale con un indicatore Tier 1 stabile al 24%, una crescita organica dei ricavi core, della raccolta del Private Banking e dell’attività di negoziazione che hanno quasi completamente compensato le componenti non ricorrenti dell’esercizio 2010 e il mark‐to‐market negativo delle posizioni finanziarie dovuto all’eccezionale andamento dei mercati nel terzo trimestre.
Infatti, pur in presenza del contesto già richiamato e del tradizionale rallentamento delle attività che connota i mesi estivi, nel core business del Private Banking è proseguito l’andamento positivo dei flussi di raccolta netta ed il miglioramento della redditività anche in virtù dell’efficace collaborazione tra la Banca e le controllate Profilo Merchant e Arepo Fiduciaria in applicazione del modello di servizio integrato rivolto alla clientela private previsto dal Piano Industriale.
La raccolta totale amministrata e gestita da Banca Profilo e dalle sue controllate (inclusivo della raccolta diretta) ha raggiunto al 30 settembre 2011 i 2.893,1 milioni di Euro, in crescita del 9,1% rispetto ai 12 mesi precedenti e del 4,6% rispetto al 31 dicembre 2010. Continua in tale ambito il consolidamento del comparto gestito che si attesta a 878,7 milioni di Euro (+14,2% anno su anno e del 8,2% rispetto al 31 dicembre 2010), a seguito del positivo andamento della raccolta netta. Il comparto amministrato si attesta a 1.005,9 milioni di Euro (+ 17,5% anno su anno e del 8,2% rispetto al 31 dicembre 2010). La raccolta diretta consolidata continua a registrare una crescita considerevole rispetto all’anno precedente (+15,2%) e del 9,7% rispetto ai dati di fine anno per effetto sia della maggiore propensione al parcheggio della liquidità, tipica dei momenti di incertezza dei mercati, e sia a seguito di un’aumentata operatività in pronti contro termine con clientela istituzionale.
Omissis
Le Attività finanziarie detenute per la negoziazione comprendono: a) i titoli di debito e di capitale destinati all’attività di negoziazione di breve periodo; b) gli strumenti finanziari derivati detenuti con finalità di negoziazione. Il loro ammontare è pari a 847,2 milioni di Euro e registra una riduzione di 89,8 milioni di Euro (‐9,6%) rispetto al 31 dicembre 2010.
Le Attività finanziarie disponibili per la vendita al 30 settembre 2011 ammontano a 467,2 milioni di Euro, registrando un aumento di 36,4 milioni di Euro rispetto al 31 dicembre 2010 (8,5%) e sono composte prevalentemente da titoli obbligazionari, dei quali circa il 37% costituito da titoli di stato italiano, acquisiti da Banca Profilo e il restante da obbligazioni bancarie e corporate italiane ed estere.
Sul totale del portafoglio obbligazionario titoli l’esposizione nei confronti di Portogallo, Irlanda e Grecia è pari al 3,8%.
L’aggregato crediti verso banche è pari a 271,0 milioni di Euro, in diminuzione di 84,0 milioni di Euro (‐ 23,7%) rispetto ai 355,0 milioni di Euro del 31 dicembre 2010.
L’aggregato crediti verso clientela si attesta a 182,1 milioni di Euro al 30 settembre 2011, in diminuzione di 16,2 milioni di Euro (‐8,2%) rispetto al 31 dicembre 2010. Tale variazione è la combinazione di due movimenti contrapposti, che vedono da una parte l’incremento degli impieghi vivi verso la clientela (+16,5%) dovuto all’aumento dei conti correnti, soprattutto legati a prestiti “lombard” alla clientela private, e dall’altra la riduzione degli altri impieghi alla clientela (‐60,3%) principalmente dovuta alla riduzione dei depositi costituiti a garanzia dell’operatività in derivati (‐71,8%).
Omissis
Il patrimonio netto consolidato al 30 settembre 2011, comprendente l’utile del periodo pari a 1,0 milioni di Euro, ammonta a 121,3 milioni di Euro a fronte di 150,6 milioni di Euro del 31 dicembre 2010, principalmente per effetto della dinamica delle riserve da valutazione del portafoglio attività finanziarie disponibili per la vendita.
Omissis
Principali Rischi ed incertezze
Rischio di Credito
All’interno del Gruppo, le due società che assumono rischi di credito sono Banca Profilo e Banque Profil de Gestion (BPdG): l’operatività di Banca Profilo è focalizzata nei settori Finanza e Private Banking, quella di BPdG nel Private Banking.
Sia in Banca Profilo che in BPdG, l’attività creditizia è essenzialmente strumentale all’attività di Private Banking: i finanziamenti sono concessi in prevalenza a clienti private e sono normalmente garantiti da titoli in gestione o in amministrazione depositati presso la Banca o da ipoteche su immobili.
L’attività di intermediazione in contratti derivati over the counter, tipica dell’Area Finanza di Banca Profilo, genera un rischio di controparte nei confronti degli intermediari e/o dei clienti istituzionali con i quali tali contratti sono conclusi: la politica della Banca è quella di ridurre al minimo tale rischio, concludendo accordi di collateralizzazione con le controparti e richiedendo adeguate garanzie ai clienti istituzionali.
In particolare, gli accordi di collateralizzazione garantiscono il 92% dell’esposizione lorda al rischio di controparte della Banca.
Rischio di Mercato
I rischi di mercato a livello di Gruppo sono concentrati su Banca Profilo.
Al 30 settembre 2011, il VaR (1g, 99%) relativo al totale dei rischi di mercato dell’Area Finanza (inclusi quelli dei portafogli Loans & Receivables e Available for Sale) è pari a 5,2 milioni di Euro, contro un valore di 1,3 milioni di Euro alla fine del terzo trimestre dello scorso anno e di 2,2 milioni di Euro di fine 2010: la componente di VaR relativa al solo portafoglio Held for Trading è invece pari a 0,6 milioni di Euro.
L’incremento del VaR rispetto alle precedenti rilevazioni – relativo interamente ai portafogli non di trading ‐ è dovuto alla forte volatilità di mercato registrata nell’ultimo trimestre che, a parità di esposizioni, ha inciso sul valore di questo indicatore di rischio per le sue modalità di calcolo (c.d. metodo di simulazione storica).
Rischio di tasso d’interesse
Nell’ambito dell’attività di negoziazione, il rischio di tasso di interesse è generato dall’operatività dell’Area Finanza di Banca Profilo.
Nel corso dell’anno, le esposizioni più rilevanti sono state sulla curva Euro. Residuano esposizioni marginali su altre curve, generate dall’attività di sottoscrizione e collocamento che la Banca ha svolto negli anni passati su emissioni in divise emergenti: in questo ambito, le esposizioni più significative sono risultate quelle su Lire Turche, Real Brasiliani, Sterline Egiziane e Leu Rumeni, gestite mediante l’utilizzo di appositi derivati di copertura (currency swap e fx swap).
Il monitoraggio del rischio di tasso d’interesse avviene in termini di sensitivity, cioè di sensibilità del profit & loss del portafoglio a movimenti di 1 basis point delle curve dei tassi. Al 30 settembre 2011, i portafogli di proprietà di Banca Profilo mostravano una sensitivity di circa 9.000 Euro (inclusa la componente tasso dei portafogli Loans & Receivables e Available for Sale e dei relativi derivati di copertura).
Il rischio di tasso d’interesse relativo al portafoglio bancario è estremamente ridotto: la struttura patrimoniale di Banca Profilo e di BPdG è caratterizzata da poste attive e passive prevalentemente a vista o a tasso variabile.
Dal lato degli impieghi, i prestiti alla clientela sono pressoché interamente a tasso variabile.
Dal lato della raccolta, le emissioni obbligazionarie sono a tasso variabile o indicizzato; la raccolta dalla clientela è tipicamente a vista. L’unica forma di raccolta a tasso fisso è rappresentata dai pronti contro termine e dai depositi interbancari a finanziamento del portafoglio titoli, che presentano una duration media di circa due settimane.
In virtù della peculiare composizione del suo attivo e passivo patrimoniale, il Gruppo non ha in essere operazioni di copertura generica sul rischio di tasso d’interesse del portafoglio bancario. Esistono derivati di copertura specifica del rischio di tasso dei titoli a tasso fisso o indicizzati all’inflazione presenti all’interno del portafoglio Available for Sale.
Rischio emittente
Il rischio emittente all’interno del Gruppo è concentrato sul portafoglio di negoziazione e sul portafoglio Available for Sale di Banca Profilo.
L’Area Finanza della Banca, infatti, gestisce un portafoglio di titoli obbligazionari e di credit default swap su emittenti nazionali e internazionali, esponendosi al rischio di default degli stessi emittenti e/o a variazioni sfavorevoli dello spread creditizio associato agli stessi.
Il monitoraggio del rischio emittente avviene in termini di spread sensitivity, cioè di sensibilità del profit & loss del portafoglio a movimenti di 1 basis point degli spread creditizi associati agli emittenti in posizione. Al 30 settembre 2011, i portafogli di proprietà di Banca Profilo (inclusi i portafogli Loans & Receivables e Available for Sale) mostravano una spread sensitivity di 168.000 Euro, per 52.000 Euro relativa a emittenti non governativi e per 116.000 relativa a emittenti governativi o sovranazionali: coerentemente con la struttura dei limiti operativi, oltre il 90% dell’esposizione è relativa a emittenti con rating pari o superiore ad A‐.
Rischio azionario
Il rischio azionario all’interno del Gruppo è generato unicamente dall’attività del comparto Equity di Banca Profilo. L’operatività è caratterizzata principalmente da operazioni di arbitraggio, che prevedono l’assunzione di posizioni di segno opposto su due titoli oppure su azioni e derivati, implicando rischi direzionali contenuti.
Al 30 settembre 2011, l’esposizione interessava principalmente titoli quotati sul mercato azionario italiano:
la posizione azionaria netta complessiva del portafoglio di negoziazione era pari a circa 1 milione di Euro (includendo l’apporto delle posizioni in derivati).
Rischio di cambio
Il rischio cambio all’interno del Gruppo è prevalentemente concentrato su Banca Profilo e la sua gestione compete alla Tesoreria, che opera all’interno dell’Area Finanza.
Oltre a provvedere alle esigenze di copertura del rischio di cambio della clientela e degli altri desk di negoziazione della Banca, la Tesoreria sviluppa una contenuta attività di trading su cambi, con operazioni spot, forward e in opzioni.
Al 30 settembre 2011, la posizione netta in cambi della Banca era pari a ‐0,8 milioni di Euro, determinata dalla compensazione tra la somma delle posizioni lunghe su alcune divise (+0,9 milioni) e la somma delle posizioni corte su altre (‐1,7 milioni).
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