LA LETTERA DEL COORDINAMENTO 9 DICEMBRE HA COMMOSSO IL PONTEFICE
Cresce l'attenzione verso IL CAMMINO DELLA LIBERTA' e le istanze del COORDINAMENTO 9 DICEMBRE. In particolare, l'iniziativa di chiedere asilo nella BASILICA di SANTA MARIA MAGGIORE, per le modalità pacifiche in cui è avvenuta e per le motivazioni etico-sociali che di cui i manifestanti sono portatori, ha avuto esiti impensabili. La serata di ieri potrebbe costituire un punto di svolta. E' stato ieri sera, infatti, che all'interno della BASILICA sono accaduti eventi, ignorati dalla mediaticità nazionale, che potrebbero rivelarsi di notevole valenza anche politica. Prese le distanze dagli eventi avvenuti nei pressi dei palazzi del potere e in Piazza San Pietro, questi si evidenziati mediaticamente, Danilo CALVANI ha rivelato il contenuto dei colloqui intercorsi con un Cardinale, il Segretario del Santo Padre, il capo della Sicurezza vaticana.
Una lettera scritta dai manifestanti è stata consegnata a PAPA FRANCESCO. Sua Santità ne ha dato oggi lettura nel corso dell' Angelus, con ciò dimostrando la vicinanza alle istanze popolari.
L'Angelus è una preghiera cattolica in ricordo del mistero dell'Incarnazione.
Il nome deriva dalla parola iniziale del testo in latino, Angelus Domini nuntiavit Mariae. Consiste di tre brevi testi che raccontano tale episodio, recitati come versetti e responsorioed alternati con la preghiera dell'Ave Maria.
Tale devozione viene recitata tre volte al giorno, all'alba, a mezzogiorno ed al tramonto. In tali orari una campana, talvolta detta "campana dell'Angelus" o "campana dell'Ave Maria", viene suonata.
Questa attenzione, non a caso la stampa vaticana era oggi presso la Basilica, contrariamente al disinteresse e alla contrarietà manifestata dal Sindaco di Roma Ignazio Marino è chiara testimonianza dell'ottusità e della incapacità dell'attuale classe politica, nuovamente schiaffeggiata, dopo aver profuso chiacchiere, sulla vicenda dei MARO' anche dal Segretario Generale dell'ONU BAN KI-MOON.
Se occorreva una certificazione per mandare questi politicanti di rapaci a casa, bhè.......
ORA C' E' !
12 FEBBRAIO 2014, QUESTA E' LA LETTERA INVIATA AL PAPA
COORDINAMENTO 9 DICEMBRE
LETTERA APERTA A SUA SANTITA’, ALLA CHIESA, AL POPOLO ITALIANO, ALLA STAMPA, AI POLITICI, ALLA CLASSE DIRIGENTE.
Quanto vale la vita di un uomo e quando l’uomo vale più di tutto:
E’ iniziato il 9 dicembre, non è ancora finito e non finirà mai…perché mai noi ci arrenderemo alle ingiustizie, alle storture di questa società, agli abusi, ai suicidi di stato, alla sofferenza e alla rassegnazione. Noi siamo quelli che vivono vite normali, padri e madri di famiglia, giovani in cerca di un sereno futuro, noi siamo quelli che stravolti dalle ingiustizie lottano quotidianamente per dare un futuro sereno ai propri figli e molte volte non ci riusciamo. Noi siamo quelli che si impiccano o che si danno fuoco quando, sfiniti dalla lotta e rimasti soli, svuotati da tutti i valori reali della vita, decidono di farla finita..perchè non è il denaro il vero problema, ma la solitudine che ci portiamo dentro e che pesa come macigno e che ci porta a fondo…la solitudine di chi, padre di famiglia, pur sacrificandosi fino all’inverosimile, pur cercando in mille modi di dare una speranza e un degno futuro alla propria famiglia e/o ai propri figli, non ci riesce, ed alla fine si arrende. Siamo i disperati, la generazione dei falliti, quelli che si sono visti buttare via il frutto del lavoro di intere generazioni; siamo miserabili, perché tali siamo diventati alla fine! Noi del Coordinamento 9 Dicembre abbiamo realizzato che questo non è il modo di vivere; che, in realtà,la colpa non è nostra… la colpa ha radici ben profonde in questa società e nei suoi meccanismi. La nostra è una Rivoluzione culturale, morale e spirituale! Nello spirito riconosciamo la nostra colonna portante; è lo spirito che muovendosi in noi decide molte volte le nostre azioni; ma lo spirito è anche plasmato dalla nostra fede, la fede religiosa, che è fede di speranza e carità,caratteristiche,queste, che ci ha spinto a credere in un cambiamento che viene dal basso, dalla gente comune. Questo è stato il 9 Dicembre 2013 e questo ci ha spinti ad entrare il 10 febbraio nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Sarà un caso? Forse è un qualcosa di divino che muove e pervade il nostro spirito, ma l’altra sera quando decidemmo un azione così clamorosa non ci fu nessuna esitazione da parte dell’assemblea, tutti all’unanimità decidemmo che era cosa buona e giusta. L’Assemblea dei portavoce e dei cordinatori del “Coordinamento 9 dicembre”, un' assemblea fatta di gente comune, che dopo mesi di lotte e sacrfici ha creduto di far si che lo spirito rivoluzionario del Coordinamento stesso venisse amplificato dalla nostra azione in una Basilica Cristiana di Roma, facendo così coincidere le identità rivoluzionarie del Coordinamento e quella della cristianità…non è stato Nostro Signore il primo rivoluzionario? Chi è uscito dagli schemi conformi e conservatori delle pigrizie mentali degli uomini del suo tempo, ma di tutti i tempi,abbattendo divisioni ed ingiustizie? GESU’ CRISTO E’ rivoluzionario il nostro pensiero e la nostra azione, ma è di una rivoluzione pacifica, figlia di sacrifici e di sofferenze, quindi nessuno di noi spera o crede nella vendetta, nell’odio, nella violenza e nella prevaricazione; noi crediamo nell’amore e nella solidarietà, nell’abbraccio tra gli uomini e nella giustizia sociale. Noi siamo gli uomini di buona volontà.
Sarà proprio la giustizia sociale, oggi assente in un mondo globalizzato, figlia di quell’Italia che non
vogliamo e alla quale non riconosciamo ma che è verità d’oggi e che alla fine vogliamo vedere
cambiata..attraverso le nostre azioni, attraverso la nostra partecipazione.
Noi figli traditi dal facile consumismo e dal liberismo più sfrenato, capace di costruire una serie infinita di
storture mentali basate su logiche imposte da media da sempre in mano al grande capitalismo o ai partiti,
noi figli umiliati nella profondità della nostra dignità dalle condizioni precarie economiche e sociali, sempre
costretti a mediazioni, molte volte, disonorevoli per la nostra condizione di uomini, tanto che molte e molte
volte diveniamo più vicini ad essere bestie piu’ che figli di Dio.
Ci ritroviamo qui, ospiti del Vaticano, Stato Sovrano indipendente, custode riconosciuto del Cristianesimo,
nella speranza di poter ricevere sostegno per il nostro impegno, lotta impari, di disperati contro potenti,
lotta di chi non vuole arrendersi, di chi ama la vita pur costretto molte volte ad arrendersi alla vita (suicidi
della crisi).Siamo qui dopo mesi di lotta tra le strade, minacciati da uno Stato non più amico, ma
usurpatore, il quale mette le sue guardie (nostri figli) a difesa degli interessi dei pochi per far si che i tanti
subiscano le scelte di chi non vuole altro che speculare materialmente, accumulando ricchezze smisurate
che crescono e si moltiplicano sul sacrificio delle nostre vite.
Siamo noi ribelli e rivoltosi di questo tempo, insofferenti alle ingiustizie sociali che ci vengono imposte,
siamo noi che ci ribelliamo allo Stato assassino che non ama più i suoi figli, ma che li uccide attraverso
vessazzioni ed imposizioni, siamo noi che vogliamo un cambiamento che venga dal basso, avendo
riconosciuto nel potere dei partiti e di una classe dirigente corotta e venduta agli interessi dei pochi, siamo
noi oggi qui, come un tempo altri prima di noi chiedevano aiuto materiale e spirituale ad un altro Stato
amico e più vicino alle istanze di chi si ribella.
Siamo qui, per fare un APPELLO a tutti coloro che possono, ma che non fanno o che fanno troppo poco…La
nostra speranza è che, alla fine di tutto quanto, il Popolo d’Italia ritrovi la sua dignità, la sua grandezza
morale ed economica. Il successo della nostra azione sarà completo solo quando i colpevoli, i veri colpevoli
di questa tragedia che colpisce milioni di famiglie saranno mandati via…ma questo è affare nostro, non
chiediamo di certo interferenze del Vaticano, è un affare che riguarda il nostro Popolo e la sua forza di
vivere.
Ma al Vaticano chiediamo alcune cose oppure chiediamo di fare da mediatore per risolvere le nostre
difficoltà!
1) Chiediamo alla Santa Sede di aiutarci a diffondere, attraverso i mezzi di comunicazione nazionali ed
esteri, le finalità della nostra lotta e del sentimento che ci spinge ad affrontarla. Poter coinvolgere
l’opinione pubblica, ci porterebbe, in breve tempo, a riportare la giusta socialità del nostro Stato, ormai
persa definitivamente per garantire gli interessi di pochi privati. In tal proposito, vorremmo che Sua Santità
ci aiutasse ad organizzare una conferenza stampa per descrivere finalmente tutte le motivazioni sociali
della lotta del nostro coordinamento.
2) La manifestazione iniziata il 9 di febbraio è il prologo di un'altra manifestazione iniziata il 18 di gennaio
intitolata il “cammino della libertà” ; si è trattato di un cammino a piedi per le mille città d’Italia di
“pellegrini” che con il loro sacrificio (attraversare l’Italia a piedi per raggiungere Roma in inverno non è
agevole) hanno coinvolto città e uomini in un abbraccio solidale, dato che la solidarietà è la colonna
portante della vita dell’uomo; chi è più forte ha cura del più debole, chi ha regala a chi non ha. Le persone
coinvolte nella manifestazione, al loro arrivo a Roma hanno avviato un presidio ad oltranza, seguite da
tante altre persone coscienti di volere un reale cambiamento del modo di convivere e pronte a sacrificarsi,
a loro volta, per raggiungere e proseguire questa lotta. In tanti hanno intrapreso il viaggio senza un biglietto
di treno e senza alcuna speranza di trovare alloggio e vitto se non in strutture solidali create a seconda dell’impegno di chi può; e, puntualmente, tanti generi alimentari e di suffragio sono arrivati per sostenere i presidi. Questi campi improvvisati hanno dato molto piu’ che un supporto fisico ai viandanti; hanno dato una speranza ed un sorriso a chi aveva perso la voglia di vivere. La situazione,pero’, è degenerata quando le forze dell’ordine hanno fatto sgomberare il presidio in Piazzale dei Partigiani a Roma, dove alcune centinaia di persone avevano trovato alloggio ed altre stavano confluendo. Le richieste verso le autorità, pur effettuate per tempo, non sono mai state evase in alcun modo. La disperazione ha portato alcuni a manifestare in piazza, altri a chiedere asilo nel posto piu’ sicuro che un cittadino italiano possa avere. La Chiesa. La richiesta è di poter avere delle strutture o zone libere dove poter accogliere degnamente i manifestanti che confluiscono continuamente verso la capitale, in modo da dare loro un posto letto ed un pasto caldo. Inoltre Le chiediamo una intermediazione con la società ferroviaria italiana per poter usufruire di tariffe popolari per i manifestanti, in modo da poter garantire a tutti il diritto costituzionale di manifestare.
3) Infine vorremmo proporre a Sua Santità una collaborazione costante e continuativa, sotto la protezione della Santa Sede e di Sua Signoria il Santo Padre per aiutare il Popolo Italiano attraverso il Coordinamento 9 Dicembre nell’affrontare le insidie e le difficoltà di questa lotta, che, sappiamo essere comune ad ogni libero cittadino del Popolo Italiano. Per questo chiediamo l’intercessione, ove possibile e nei tempi richiesti, per avere un incontro con Sua Santità per poter meglio interagire ed essere consigliati in un momento così difficile e complesso.
In attesa di un graditissimo riscontro.
Il Coordinamento 9 Dicembre
COORDINAMENTO 9 DICEMBRE
LETTERA APERTA A SUA SANTITA’, ALLA CHIESA, AL POPOLO ITALIANO, ALLA STAMPA, AI POLITICI, ALLA CLASSE DIRIGENTE.
Quanto vale la vita di un uomo e quando l’uomo vale più di tutto:
E’ iniziato il 9 dicembre, non è ancora finito e non finirà mai…perché mai noi ci arrenderemo alle ingiustizie, alle storture di questa società, agli abusi, ai suicidi di stato, alla sofferenza e alla rassegnazione. Noi siamo quelli che vivono vite normali, padri e madri di famiglia, giovani in cerca di un sereno futuro, noi siamo quelli che stravolti dalle ingiustizie lottano quotidianamente per dare un futuro sereno ai propri figli e molte volte non ci riusciamo. Noi siamo quelli che si impiccano o che si danno fuoco quando, sfiniti dalla lotta e rimasti soli, svuotati da tutti i valori reali della vita, decidono di farla finita..perchè non è il denaro il vero problema, ma la solitudine che ci portiamo dentro e che pesa come macigno e che ci porta a fondo…la solitudine di chi, padre di famiglia, pur sacrificandosi fino all’inverosimile, pur cercando in mille modi di dare una speranza e un degno futuro alla propria famiglia e/o ai propri figli, non ci riesce, ed alla fine si arrende. Siamo i disperati, la generazione dei falliti, quelli che si sono visti buttare via il frutto del lavoro di intere generazioni; siamo miserabili, perché tali siamo diventati alla fine! Noi del Coordinamento 9 Dicembre abbiamo realizzato che questo non è il modo di vivere; che, in realtà,la colpa non è nostra… la colpa ha radici ben profonde in questa società e nei suoi meccanismi. La nostra è una Rivoluzione culturale, morale e spirituale! Nello spirito riconosciamo la nostra colonna portante; è lo spirito che muovendosi in noi decide molte volte le nostre azioni; ma lo spirito è anche plasmato dalla nostra fede, la fede religiosa, che è fede di speranza e carità,caratteristiche,queste, che ci ha spinto a credere in un cambiamento che viene dal basso, dalla gente comune. Questo è stato il 9 Dicembre 2013 e questo ci ha spinti ad entrare il 10 febbraio nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Sarà un caso? Forse è un qualcosa di divino che muove e pervade il nostro spirito, ma l’altra sera quando decidemmo un azione così clamorosa non ci fu nessuna esitazione da parte dell’assemblea, tutti all’unanimità decidemmo che era cosa buona e giusta. L’Assemblea dei portavoce e dei cordinatori del “Coordinamento 9 dicembre”, un' assemblea fatta di gente comune, che dopo mesi di lotte e sacrfici ha creduto di far si che lo spirito rivoluzionario del Coordinamento stesso venisse amplificato dalla nostra azione in una Basilica Cristiana di Roma, facendo così coincidere le identità rivoluzionarie del Coordinamento e quella della cristianità…non è stato Nostro Signore il primo rivoluzionario? Chi è uscito dagli schemi conformi e conservatori delle pigrizie mentali degli uomini del suo tempo, ma di tutti i tempi,abbattendo divisioni ed ingiustizie? GESU’ CRISTO E’ rivoluzionario il nostro pensiero e la nostra azione, ma è di una rivoluzione pacifica, figlia di sacrifici e di sofferenze, quindi nessuno di noi spera o crede nella vendetta, nell’odio, nella violenza e nella prevaricazione; noi crediamo nell’amore e nella solidarietà, nell’abbraccio tra gli uomini e nella giustizia sociale. Noi siamo gli uomini di buona volontà.
Sarà proprio la giustizia sociale, oggi assente in un mondo globalizzato, figlia di quell’Italia che non
vogliamo e alla quale non riconosciamo ma che è verità d’oggi e che alla fine vogliamo vedere
cambiata..attraverso le nostre azioni, attraverso la nostra partecipazione.
Noi figli traditi dal facile consumismo e dal liberismo più sfrenato, capace di costruire una serie infinita di
storture mentali basate su logiche imposte da media da sempre in mano al grande capitalismo o ai partiti,
noi figli umiliati nella profondità della nostra dignità dalle condizioni precarie economiche e sociali, sempre
costretti a mediazioni, molte volte, disonorevoli per la nostra condizione di uomini, tanto che molte e molte
volte diveniamo più vicini ad essere bestie piu’ che figli di Dio.
Ci ritroviamo qui, ospiti del Vaticano, Stato Sovrano indipendente, custode riconosciuto del Cristianesimo,
nella speranza di poter ricevere sostegno per il nostro impegno, lotta impari, di disperati contro potenti,
lotta di chi non vuole arrendersi, di chi ama la vita pur costretto molte volte ad arrendersi alla vita (suicidi
della crisi).Siamo qui dopo mesi di lotta tra le strade, minacciati da uno Stato non più amico, ma
usurpatore, il quale mette le sue guardie (nostri figli) a difesa degli interessi dei pochi per far si che i tanti
subiscano le scelte di chi non vuole altro che speculare materialmente, accumulando ricchezze smisurate
che crescono e si moltiplicano sul sacrificio delle nostre vite.
Siamo noi ribelli e rivoltosi di questo tempo, insofferenti alle ingiustizie sociali che ci vengono imposte,
siamo noi che ci ribelliamo allo Stato assassino che non ama più i suoi figli, ma che li uccide attraverso
vessazzioni ed imposizioni, siamo noi che vogliamo un cambiamento che venga dal basso, avendo
riconosciuto nel potere dei partiti e di una classe dirigente corotta e venduta agli interessi dei pochi, siamo
noi oggi qui, come un tempo altri prima di noi chiedevano aiuto materiale e spirituale ad un altro Stato
amico e più vicino alle istanze di chi si ribella.
Siamo qui, per fare un APPELLO a tutti coloro che possono, ma che non fanno o che fanno troppo poco…La
nostra speranza è che, alla fine di tutto quanto, il Popolo d’Italia ritrovi la sua dignità, la sua grandezza
morale ed economica. Il successo della nostra azione sarà completo solo quando i colpevoli, i veri colpevoli
di questa tragedia che colpisce milioni di famiglie saranno mandati via…ma questo è affare nostro, non
chiediamo di certo interferenze del Vaticano, è un affare che riguarda il nostro Popolo e la sua forza di
vivere.
Ma al Vaticano chiediamo alcune cose oppure chiediamo di fare da mediatore per risolvere le nostre
difficoltà!
1) Chiediamo alla Santa Sede di aiutarci a diffondere, attraverso i mezzi di comunicazione nazionali ed
esteri, le finalità della nostra lotta e del sentimento che ci spinge ad affrontarla. Poter coinvolgere
l’opinione pubblica, ci porterebbe, in breve tempo, a riportare la giusta socialità del nostro Stato, ormai
persa definitivamente per garantire gli interessi di pochi privati. In tal proposito, vorremmo che Sua Santità
ci aiutasse ad organizzare una conferenza stampa per descrivere finalmente tutte le motivazioni sociali
della lotta del nostro coordinamento.
2) La manifestazione iniziata il 9 di febbraio è il prologo di un'altra manifestazione iniziata il 18 di gennaio
intitolata il “cammino della libertà” ; si è trattato di un cammino a piedi per le mille città d’Italia di
“pellegrini” che con il loro sacrificio (attraversare l’Italia a piedi per raggiungere Roma in inverno non è
agevole) hanno coinvolto città e uomini in un abbraccio solidale, dato che la solidarietà è la colonna
portante della vita dell’uomo; chi è più forte ha cura del più debole, chi ha regala a chi non ha. Le persone
coinvolte nella manifestazione, al loro arrivo a Roma hanno avviato un presidio ad oltranza, seguite da
tante altre persone coscienti di volere un reale cambiamento del modo di convivere e pronte a sacrificarsi,
a loro volta, per raggiungere e proseguire questa lotta. In tanti hanno intrapreso il viaggio senza un biglietto
di treno e senza alcuna speranza di trovare alloggio e vitto se non in strutture solidali create a seconda dell’impegno di chi può; e, puntualmente, tanti generi alimentari e di suffragio sono arrivati per sostenere i presidi. Questi campi improvvisati hanno dato molto piu’ che un supporto fisico ai viandanti; hanno dato una speranza ed un sorriso a chi aveva perso la voglia di vivere. La situazione,pero’, è degenerata quando le forze dell’ordine hanno fatto sgomberare il presidio in Piazzale dei Partigiani a Roma, dove alcune centinaia di persone avevano trovato alloggio ed altre stavano confluendo. Le richieste verso le autorità, pur effettuate per tempo, non sono mai state evase in alcun modo. La disperazione ha portato alcuni a manifestare in piazza, altri a chiedere asilo nel posto piu’ sicuro che un cittadino italiano possa avere. La Chiesa. La richiesta è di poter avere delle strutture o zone libere dove poter accogliere degnamente i manifestanti che confluiscono continuamente verso la capitale, in modo da dare loro un posto letto ed un pasto caldo. Inoltre Le chiediamo una intermediazione con la società ferroviaria italiana per poter usufruire di tariffe popolari per i manifestanti, in modo da poter garantire a tutti il diritto costituzionale di manifestare.
3) Infine vorremmo proporre a Sua Santità una collaborazione costante e continuativa, sotto la protezione della Santa Sede e di Sua Signoria il Santo Padre per aiutare il Popolo Italiano attraverso il Coordinamento 9 Dicembre nell’affrontare le insidie e le difficoltà di questa lotta, che, sappiamo essere comune ad ogni libero cittadino del Popolo Italiano. Per questo chiediamo l’intercessione, ove possibile e nei tempi richiesti, per avere un incontro con Sua Santità per poter meglio interagire ed essere consigliati in un momento così difficile e complesso.
In attesa di un graditissimo riscontro.
Il Coordinamento 9 Dicembre
http://www.youreporter.it/video_DANILO_CALVANI_I_POLITICI_I_MARO
http://www.youreporter.it/video_GIOVANNI_e_SIMONE_da_PIAZZA_DELL_ESQUILINO
2014-02-12 Radio Vaticana
All'udienza generale di stamani, il Papa ha proseguito la sua catechesi sull’Eucaristia. Nell’ultima catechesi aveva messo in luce che l’Eucaristia “ci introduce nella comunione reale con Gesù e il suo mistero. Ora possiamo porci alcune domande in merito al rapporto tra l’Eucaristia che celebriamo e la nostra vita, come Chiesa e come singoli cristiani: come viviamo noi l’Eucaristia? Come viviamo la Messa, quando andiamo a Messa la domenica? È solo un momento di festa? E’ una tradizione consolidata che si fa? E’ un’occasione per ritrovarsi o per sentirsi a posto, oppure è qualcosa di più?".Ci sono dei segnali molto concreti – ha osservato - per capire come viviamo tutto questo. Come viviamo l’Eucaristia. Segnali che ci dicono se noi viviamo bene l’Eucaristia o non la viviamo tanto bene… Il primo indizio è il nostro modo di guardare e considerare gli altri. Nell’Eucaristia Cristo attua sempre nuovamente il dono di sé che ci ha fatto sulla Croce. Tutta la sua vita è un atto di totale condivisione di sé per amore; perciò Egli amava stare con i discepoli e con le persone che aveva modo di conoscere. Questo significava per Lui condividere i loro desideri, i loro problemi, quello che agitava la loro anima e la loro vita. Ora noi, quando partecipiamo alla Santa Messa, ci ritroviamo con uomini e donne di ogni genere: giovani, anziani, bambini; poveri e benestanti; originari del posto e forestieri; accompagnati dai familiari e soli… Ma l’Eucaristia che celebro, mi porta a sentirli tutti, davvero come fratelli e sorelle? Fa crescere in me la capacità di gioire con chi gioisce e di piangere con chi piange? Mi spinge ad andare verso i poveri, i malati, gli emarginati? Mi aiuta a riconoscere in loro il volto di Gesù?”.
Poi ha aggiunto a braccio: “Tutti noi andiamo a Messa, perché amiamo Gesù e vogliamo condividere la sua Passione e la sua Resurrezione nell’Eucaristia. Ma amiamo come Gesù vuole che amiamo quei fratelli e sorelle più bisognosi? Per esempio a Roma, in questi giorni, abbiamo visto tanti disagi sociali o per la pioggia che ha fatto tanto male a quartieri interi o per la mancanza di lavoro per questa crisi sociale di tutto il mondo… Mi domando, tutti noi domandiamoci: io che vado a Messa come vivo questo? Mi preoccupo di aiutare, di avvicinarmi, di pregare per loro, che hanno questo problema? O sono un po’ indifferente? O forse mi preoccupo di chiacchierare: ‘Hai visto come era vestita quella o come è vestito quello?’…. Alle volte si fa questo dopo la Messa o no? Si fa! E quello non si deve fare! Dobbiamo preoccuparci per i nostri fratelli e sorelle che hanno un bisogno, una malattia, un problema. Pensiamo - ci farà bene oggi! – a questi fratelli e sorelle che hanno oggi problemi qui a Roma, problemi per la pioggia, per questa tragedia della pioggia, e problemi sociali del lavoro e chiediamo a Gesù, a questo Gesù che noi riceviamo nell’Eucaristia, che ci aiuti ad aiutarli”.
“Un secondo indizio, molto importante – ha proseguito - è la grazia di sentirsi perdonati e pronti a perdonare. A volte qualcuno chiede: «Perché si dovrebbe andare in chiesa, visto che chi partecipa abitualmente alla Santa Messa è peccatore come gli altri?». Quante volte abbiamo sentito questo. In realtà, chi celebra l’Eucaristia non lo fa perché si ritiene o vuole apparire migliore degli altri, ma proprio perché si riconosce sempre bisognoso di essere accolto e rigenerato dalla misericordia di Dio, fatta carne in Gesù Cristo”. E a braccio ha aggiunto: “Se ognuno di noi non si sente bisognoso della misericordia di Dio, non si sente peccatore, ma meglio che non vada a Messa! Perché noi andiamo a Messa perché siamo peccatori e vogliamo ricevere il perdono di Gesù, partecipare alla sua redenzione, al suo perdono. Quel ‘Confesso’ che diciamo all’inizio non è un ‘pro forma’, è un vero atto di penitenza! Io sono peccatore e confesso! Così inizia la Messa. Non dobbiamo mai dimenticare che l’Ultima Cena di Gesù ha avuto luogo «nella notte in cui veniva tradito» (1 Cor 11,23). In quel pane e quel vino che offriamo e attorno ai quali ci raduniamo si rinnova ogni volta il dono del corpo e del sangue di Cristo per la remissione dei nostri peccati. Dobbiamo andare a Messa umilmente, come peccatori e il Signore ci riconcilia”.
“Un ultimo indizio prezioso – ha detto - ci viene offerto dal rapporto tra la celebrazione eucaristica e la vita delle nostre comunità cristiane. Bisogna sempre tenere presente che l’Eucaristia non è qualcosa che facciamo noi; non è una nostra commemorazione di quello che Gesù ha detto e fatto. No. È proprio un’azione di Cristo! E’ Cristo che li attua, che è sull’altare! E Cristo è il Signore. E’ un dono di Cristo, il quale si rende presente e ci raccoglie attorno a sé, per nutrirci della sua Parola e della sua vita. Questo significa che la missione e l’identità stessa della Chiesa sgorgano da lì, dall’Eucaristia, e lì sempre prendono forma. Una celebrazione può risultare anche impeccabile dal punto di vista esteriore, bellissima, ma se non ci conduce all’incontro con Gesù, rischia di non portare alcun nutrimento al nostro cuore e alla nostra vita. Attraverso l’Eucaristia, invece, Cristo vuole entrare nella nostra esistenza e permearla della sua grazia, così che in ogni comunità cristiana ci sia coerenza tra liturgia e vita: questa coerenza tra liturgia e vita”.
Il Papa così ha concluso la sua catechesi in italiano: “Il cuore si riempie di fiducia e di speranza pensando alle parole di Gesù riportate nel Vangelo: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (6,54). Viviamo l’Eucaristia con spirito di fede e di preghiera, di perdono, di penitenza, di gioia comunitaria, di preoccupazione per i bisognosi e per i bisogni di tanti fratelli e sorelle, nella certezza che il Signore compirà quello che ha promesso: la vita eterna! Così sia”.
Rivolgendosi poi ai pellegrini della Repubblica Ceca, ha salutato il cardinale Dominik Duka e il cardinale Vlk - che ha definito “vecchio lottatore e difensore della fede nella Repubblica Ceca” - e i vescovi della Conferenza Episcopale Ceca in visita “ad limina”.
Infine, ha rivolto un pensiero speciale ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli: “Venerdì prossimo – ha ricordato - celebreremo la festa dei Santi Cirillo e Metodio, evangelizzatori dei popoli slavi e patroni d’Europa. La loro testimonianza aiuti voi, cari giovani, a diventare in ogni ambiente discepoli missionari; incoraggi voi, cari ammalati, ad offrire le vostre sofferenze per la conversione dei peccatori; sia di esempio per voi, cari sposi novelli, a fare del Vangelo la regola fondamentale della vostra vita familiare”.
Ce la faremo!
RispondiEliminaPiccoli imprenditori e i suicidi di stato