martedì 11 febbraio 2014

GIAMPIERO FONTANA denuncia -Acquedotto privato “ALGIDOSIA ALDOBRANDINI :continua il silenzio


L'OSCURITA' BOLSCEVICA SI TRINCERA DIETRO L'ALBO PRETORIO


11 febbraio 2014
COMUNICATO STAMPA

OGGETTO: Ordinanza n. 4904 del 7 febbraio 2014 per il divieto di utilizzo, per consumo umano, dell’acqua distribuita dall’Acquedotto privato “ALGIDOSIA ALDOBRANDINI”.

In merito all’Ordinanza in oggetto, giunti al quinto giorno consecutivo di divieto dell’uso dell’acqua, per consumo umano, a carico di circa 270 Famiglie grottaferratesi, si ritiene opportuno evidenziare la mancanza di una capillare informazione/assistenza alle Famiglie medesime, eccezion fatta per le indicazioni fornite dalla Polizia Municipale a quanti hanno telefonato per avere notizie su quanto stava/sta accadendo.
Veniamo ai fatti: venerdì 7 febbraio u.s., con l’Ordinanza di cui sopra, il Commissario straordinario dispone il divieto di utilizzo, per consumi umani, dell’acqua fornita dall’Acquedotto “Algidosia”. L’Ordinanza viene pubblicata sul sito web comunale ma non affissa con manifesti murali nelle vie del paese, specie nelle zone ove risiedono le Famiglie interessate.
Le motivazioni riportate nell’atto indicano che, a fronte di un sopralluogo effettuato il 6 febbraio presso la zona di Villa Rasponi (Via XXIV Maggio n. 131), dove hanno sede gli impianti dell’Acquedotto, veniva prelevato un campione di acqua destinata al consumo umano, poi consegnato ad ARPA Lazio (l’Agenzia regionale per la protezione ambientale) per l’effettuazione di analisi chimiche/batteriologiche di verifica. Nell’Ordinanza si evidenzia che l’acqua, al momento del prelievo, era torbida e di colore marrone e che il Responsabile dell’impianto imputava la presenza di fanghiglia nell’acqua ad un’ostruzione creatasi nel cunicolo portante in località Molara, a causa di una possibile frana interna. Preso atto di ciò, si rendeva necessario, in via cautelativa ed in attesa del risultato delle analisi di verifica da parte di ARPA Lazio, ordinare il divieto di utilizzo dell’acqua per consumo umano, in funzione della tutela e della salvaguardia dell’igiene e della salute pubblica, sino al ripristino delle condizioni di potabilità comprovati in termini di legge. Contestualmente, il Commissario ordinava alla Società “Algidosia” S.r.l. di:
-          informare in merito gli utenti/la popolazione servita dall’Acquedotto;
-          sospendere l’erogazione idrica sino al ripristino delle condizioni di potabilità;
-          provvedere all’eliminazione delle cause di inquinamento ed a bonificare la rete idrica;
-          provvedere a fornire agli utenti/alla popolazione servita, acqua idonea al consumo umano;
-          provvedere ad evitare eventuali interferenze tra l’acquedotto privato e quello pubblico, onde evitare l’alterazione delle acque servite dall’acquedotto pubblico con le conseguenti ripercussioni sulla cittadinanza.
Sin qui potremmo essere nell’ordine delle cose. Ciò che è mancato (e continua a mancare) è, come detto, la capillare informazione/assistenza agli utenti di questo servizio idrico, sia sulla situazione che sul prevedibile (oltre che auspicabile) ritorno alla normalità in tempi brevi, ossia alla possibilità di utilizzo dell’acqua per consumi umani. Ieri, 10 febbraio, ben 2 segnalazioni al riguardo sono state inviate al Commissario (vds. allegati), anche in esito alle numerose telefonate ricevute da Cittadini che lamentavano di non essere stati avvisati o, in ogni caso, di non avere la necessaria informazione sull’accaduto. Oltre che dai disagi provocati dall’impossibilità di utilizzare l’acqua, la gente chiedeva (e chiede tuttora) di capire se ad oggi è possibile riprendere l’uso dell’acqua, poiché sembra che la stessa abbia ripreso a scorrere con la normale colorazione, salvo alcune utenze dove il flusso è tuttora interrotto.
Oggi, per comprendere meglio lo stato delle cose, visto anche il perdurante silenzio (ma non è una novità…) del Commissario straordinario, è stato contattato il Responsabile dell’Acquedotto “Algidosia” che ha cortesemente riepilogato gli eventi, sostanzialmente riassumibili come segue: il 5 febbraio “Algidosia” ha rilevato acque limacciose che, nella serata del 6 febbraio, hanno assunto la forma di vera e propria fanghiglia. Il 7 febbraio è stata individuata la causa del danno, ossia un’area di cantiere in località Montecompatri (la zona della Molara, appunto, come indicato nell’Ordinanza), dove – sembra per effetto di un eccessivo accumulo di terriccio e pietre (alto addirittura più di 5 metri) sopra la conduttura dell’Acquedotto – vi era stato un cedimento del terreno con il materiale accumulato riversatosi sulla conduttura, apertasi per un tratto di circa 20 metri con l’infiltrazione di terriccio ed altro nel cunicolo portante, causando lo stato limaccioso delle acque, prima, e la fanghiglia, poi.
Il Responsabile “Algidosia” ha affermato che la stessa Società ha impiegato 3 giorni (quindi sino a ieri, 10 febbraio) per rimuovere l’accumulo di terriccio e pietre caduto sulla conduttura, effettuando una complessa opera di sbancamento dell’area interessata (ed i responsabili del cantiere?). Dopodiché la conduttura è stata ripulita dal terriccio (non dalle pietre, come è sembrato di capire) e l’acqua ha ripreso a scorrere, seppur a cielo aperto, riacquisendo la normale colorazione, come avviene tuttora. Alcune utenze, tuttavia, non ricevono ancora il flusso idrico a causa del probabile intasamento, per effetto della fanghiglia/terriccio: per tali situazioni, l’”Algidosia” ha attuato un servizio di approvvigionamento tramite autocisterne, attivando un contatore ad hoc tramite l’ACEA (attivo, sembra, da oggi, dopo che ne era stata chiesta l’attivazione sin dal 7 febbraio).
Da ultimo, è stato chiesto al Responsabile dell’”Algidosia” se è possibile prevedere quando sarà ripristinata la potabilità dell’acqua e, conseguentemente, l’uso per consumi umani. Lo stesso ha dichiarato che, compatibilmente con le condizioni meteorologiche, a partire da domani, 12 febbraio, e – prevedibilmente – per una durata da un minimo di 3 ad un massimo di 7 giorni, saranno effettuati i necessari lavori di chiusura del tratto di conduttura in cui l’acqua, al momento, scorre come detto a cielo aperto.
Alcune considerazioni: leggendo l’Ordinanza, si apprende che la sua diffusione è stata limitata alla pubblicazione sul sito web comunale e non anche alla stampa di un manifesto da affiggere nelle zone in cui risiedono le persone interessate dal provvedimento. Inoltre, benché – come accennato – la Polizia Municipale abbia fornito il recapito telefonico del Responsabile dell’”Algidosia” a tutti quei Cittadini che hanno contattato il Comune per avere notizie, l’Amministrazione comunale si è limitata ad ordinare alla Società di informare gli utenti/la popolazione, senza tuttavia verificare se ciò sia avvenuto o meno. Infatti, come desumibile anche dalle numerose lamentele raccolte tra i Cittadini, l’informazione a cura di “Algidosia”, imposta con l’Ordinanza, non sembra essere avvenuta, quantomeno nei termini imposti dal Commissario. Tutto ciò, soprattutto ora che l’acqua ha ripreso a scorrere con la normale colorazione, ancorché la conduttura sia scoperta e, pertanto, non nelle condizioni d’igiene originarie, potrebbe indurre la popolazione non informata a pensare che il divieto sia cessato e l’uso per consumi umani di nuovo consentito. Questo, con il concreto rischio del venire meno delle condizioni di tutela e salvaguardia dell’igiene e della salute pubblica. Anche per questi motivi, si rinnova l’invito al Commissario straordinario affinché accerti la situazione, verificando anche sull’effettiva informazione di TUTTI i Cittadini interessati, a cura di “Algidosia”, così come disposto nell’Ordinanza, possibilmente fornendo le notizie necessarie alla popolazione, specie per quanto attiene alla prevedibile data di ripristino dell’utilizzo dell’acqua per consumi umani e, per le utenze ancora interrotte, le prevedibili tempistiche sulla ripresa del flusso idrico.
Ciò, atteso che l’acqua è un bene primario, un bisogno che non ammette interruzioni e, pertanto, tale diritto deve essere assicurato e la risorsa idrica deve essere salvaguardata (ricordando, da ultimo, che il servizio non è gratuito bensì un’utenza a pagamento…).

Giampiero FONTANA




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