SONO CERTO CHE
L' AMMINISTRAZIONE GUIDATA DAL SINDACO ITNASOR TSAM AVRA' GIA' UN PIANO ADEGUATO
Le spesso pietose condizioni in cui versa la città di
ITACSARF
troveranno nei nuovi arrivi la linfa occorrente al raggiungimento di condizioni di miglioramento ambientale che accelereranno un positivo feeling fra i migranti e la cittadinanza. L' integrazione dei migranti in tal caso, e grazie al decisivo impulso della nostra Amministrazione, non potrà che conseguire un lusinghiero successo !
LE ATTIVITÀ DI UTILITÀ SOCIALE PROMOSSE NELLA RETE SPRAR - MAGGIO 2017
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1. SPRAR E ATTIVITÀ DI UTILITÀ SOCIALE
Una circolare del Capo Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del
Ministero dell’Interno del 27 novembre 2014 suggeriva alle prefetture di
“sottoscrivere protocolli d’intesa con gli EE.LL. (…) volti a porre in essere
percorsi finalizzati a superare la condizione di passività dei migranti ospitati
nelle province di rispettiva competenza, attraverso l’individuazione di attività
di volontariato”.
Nella stessa circolare si evidenziava come tali attività potessero rispondere
alle criticità emergenti in merito alla “inattività dei migranti”, con l’obiettivo
di assicurare “maggiori prospettive di integrazione (…) scongiurando un
clima di contrapposizioni” da parte delle comunità locali, in favore delle
quali si auspicava proprio la realizzazione di “attività volontarie di pubblica
utilità”.
Al momento della redazione del presente dossier è stato da poco convertito
nella legge 13 aprile 2017 n. 46 il decreto legge n. 13/2017, il quale ha
introdotto l’art. 22 bis al decreto legislativo n. 142 del 18 agosto 2015. Tale
norma – ripresa con enfasi dai media – ha nuovamente rilanciato la
promozione del coinvolgimento dei “richiedenti protezione internazionale, su
base volontaria, in attività di utilità sociale in favore delle collettività locali”.
Entrambe le disposizioni individuano le attività di volontariato come
strumento per superare una percezione negativa di inattività dei richiedenti
protezione internazionale, nonché come una forma di restituzione alla
popolazione locale per l’accoglienza realizzata sul territorio. Nel lessico del
Manuale Operativo dello SPRAR si tradurrebbero come misure per
riportare una dimensione di reciprocità – proprio attraverso il fine della
utilità sociale – tra una comunità che accoglie e i richiedenti protezione
accolti.
E’ in questa ottica che all’interno dello SPRAR devono essere recepite tali
disposizioni, ma pur sempre con l’obiettivo prioritario – nel 2014 dichiarato
dallo stesso Capo Dipartimento – di favorire percorsi di inclusione sociale
delle persone accolte.
Il puntuale sollecito che arriva dal legislatore deve, pertanto, essere
coniugato con il lavoro di accoglienza integrata che viene svolto sui singoli
territori e di conseguenza gli SPRAR dovranno procedere a una
programmazione di attività di utilità sociale tenendo conto di elementi
imprescindibili.
LE ATTIVITÀ DI UTILITÀ SOCIALE PROMOSSE NELLA RETE SPRAR - MAGGIO 2017
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Nello specifico:
- I singoli beneficiari SPRAR hanno un proprio progetto personalizzato
di accoglienza e pertanto ogni tipologia di attività deve essere
commisurata ai loro percorsi individuali, ai background, competenze,
obiettivi e attitudini delle persone coinvolte o da coinvolgere.
- Non deve essere dato per assodato che le attività di utilità sociale
debbano necessariamente essere l’oggetto di azioni di volontariato.
Altri strumenti di inclusione sociale – come i tirocini formativi e le
borse lavoro, il servizio civile nazionale, un’occupazione occasionale
retribuita con i buoni lavoro – possono raggiungere i medesimi
risultati, come intervenire a favore delle comunità locali e, al tempo
stesso, prevedere forme di rimborso e di indennità.
- La programmazione delle attività non può prescindere dall’impianto
complessivo dei servizi dello SPRAR a livello locale e dei singoli
territori sui quali si realizzano.
Soprattutto per quanto concerne principalmente le azioni di
volontariato, è fondamentale che qualsiasi intervento venga
progettato sulla base di quanto già presente a livello territorio,
favorendo il più possibile l’interazione e la collaborazione con le realtà
locali attive e operative. Così come più volte si è ribadito che lo
SPRAR non deve alimentare la costruzione di un welfare parallelo per
richiedenti e titolari di protezione internazionale, allo stesso modo le
opportunità di volontariato, e più in genere le attività di utilità sociali,
non devono costituire misure speciali per i migranti forzati.
- Con la finalità di scongiurare un “clima di contrapposizioni”, come nel
2014 specificava la circolare del Capo Dipartimento, sarebbe
opportuno che la programmazione di attività di utilità sociale possa
essere accompagnata da azioni specifiche di informazione e di
sensibilizzazione, volte a far conoscere lo SPRAR e soprattutto le
persone accolte.
Nelle pagine che seguono vengono forniti spunti per supportare gli SPRAR
territoriali nella progettazione di interventi di utilità sociale, con brevi
racconti di alcune delle attività realizzate a livello locale negli ultimi mesi.
E’ riportato anche un glossario giuridico, la cui consultazione può essere
utile per capire quale sia la formula più indicata per il singolo SPRAR e per
il singolo beneficiario.
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