domenica 15 aprile 2018

A PROPOSITO DI SPRAR E DEI PROSSIMI ARRIVI AD ITACSARF


SONO CERTO CHE 
L' AMMINISTRAZIONE  GUIDATA DAL SINDACO ITNASOR TSAM AVRA' GIA' UN PIANO ADEGUATO



Le spesso pietose condizioni in cui versa la città di 
ITACSARF
troveranno nei nuovi arrivi la linfa occorrente al raggiungimento di condizioni di miglioramento ambientale che accelereranno un positivo feeling fra i migranti e la cittadinanza. L' integrazione dei migranti in tal caso, e grazie al decisivo impulso della nostra Amministrazione, non potrà che conseguire un lusinghiero successo !




LE ATTIVITÀ DI UTILITÀ SOCIALE PROMOSSE NELLA RETE SPRAR - MAGGIO 2017 4 1. SPRAR E ATTIVITÀ DI UTILITÀ SOCIALE 


Una circolare del Capo Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del Ministero dell’Interno del 27 novembre 2014 suggeriva alle prefetture di “sottoscrivere protocolli d’intesa con gli EE.LL. (…) volti a porre in essere percorsi finalizzati a superare la condizione di passività dei migranti ospitati nelle province di rispettiva competenza, attraverso l’individuazione di attività di volontariato”. Nella stessa circolare si evidenziava come tali attività potessero rispondere alle criticità emergenti in merito alla “inattività dei migranti”, con l’obiettivo di assicurare “maggiori prospettive di integrazione (…) scongiurando un clima di contrapposizioni” da parte delle comunità locali, in favore delle quali si auspicava proprio la realizzazione di “attività volontarie di pubblica utilità”. Al momento della redazione del presente dossier è stato da poco convertito nella legge 13 aprile 2017 n. 46 il decreto legge n. 13/2017, il quale ha introdotto l’art. 22 bis al decreto legislativo n. 142 del 18 agosto 2015. Tale norma – ripresa con enfasi dai media – ha nuovamente rilanciato la promozione del coinvolgimento dei “richiedenti protezione internazionale, su base volontaria, in attività di utilità sociale in favore delle collettività locali”. Entrambe le disposizioni individuano le attività di volontariato come strumento per superare una percezione negativa di inattività dei richiedenti protezione internazionale, nonché come una forma di restituzione alla popolazione locale per l’accoglienza realizzata sul territorio. Nel lessico del Manuale Operativo dello SPRAR si tradurrebbero come misure per riportare una dimensione di reciprocità – proprio attraverso il fine della utilità sociale – tra una comunità che accoglie e i richiedenti protezione accolti. E’ in questa ottica che all’interno dello SPRAR devono essere recepite tali disposizioni, ma pur sempre con l’obiettivo prioritario – nel 2014 dichiarato dallo stesso Capo Dipartimento – di favorire percorsi di inclusione sociale delle persone accolte. Il puntuale sollecito che arriva dal legislatore deve, pertanto, essere coniugato con il lavoro di accoglienza integrata che viene svolto sui singoli territori e di conseguenza gli SPRAR dovranno procedere a una programmazione di attività di utilità sociale tenendo conto di elementi imprescindibili. 

 LE ATTIVITÀ DI UTILITÀ SOCIALE PROMOSSE NELLA RETE SPRAR - MAGGIO 2017 5

 Nello specifico: - I singoli beneficiari SPRAR hanno un proprio progetto personalizzato di accoglienza e pertanto ogni tipologia di attività deve essere commisurata ai loro percorsi individuali, ai background, competenze, obiettivi e attitudini delle persone coinvolte o da coinvolgere. - Non deve essere dato per assodato che le attività di utilità sociale debbano necessariamente essere l’oggetto di azioni di volontariato. Altri strumenti di inclusione sociale – come i tirocini formativi e le borse lavoro, il servizio civile nazionale, un’occupazione occasionale retribuita con i buoni lavoro – possono raggiungere i medesimi risultati, come intervenire a favore delle comunità locali e, al tempo stesso, prevedere forme di rimborso e di indennità. - La programmazione delle attività non può prescindere dall’impianto complessivo dei servizi dello SPRAR a livello locale e dei singoli territori sui quali si realizzano. Soprattutto per quanto concerne principalmente le azioni di volontariato, è fondamentale che qualsiasi intervento venga progettato sulla base di quanto già presente a livello territorio, favorendo il più possibile l’interazione e la collaborazione con le realtà locali attive e operative. Così come più volte si è ribadito che lo SPRAR non deve alimentare la costruzione di un welfare parallelo per richiedenti e titolari di protezione internazionale, allo stesso modo le opportunità di volontariato, e più in genere le attività di utilità sociali, non devono costituire misure speciali per i migranti forzati. - Con la finalità di scongiurare un “clima di contrapposizioni”, come nel 2014 specificava la circolare del Capo Dipartimento, sarebbe opportuno che la programmazione di attività di utilità sociale possa essere accompagnata da azioni specifiche di informazione e di sensibilizzazione, volte a far conoscere lo SPRAR e soprattutto le persone accolte. Nelle pagine che seguono vengono forniti spunti per supportare gli SPRAR territoriali nella progettazione di interventi di utilità sociale, con brevi racconti di alcune delle attività realizzate a livello locale negli ultimi mesi. E’ riportato anche un glossario giuridico, la cui consultazione può essere utile per capire quale sia la formula più indicata per il singolo SPRAR e per il singolo beneficiario.

1 commento:

  1. Anonimo16.4.18

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