GUARDIA DI FINANZA. ROMA: OPERAZIONE “DRONERANGER”
ESPORTAVANO ILLEGALMENTE MATERIALI DI ARMAMENTO IN
MEDIO ORIENTE. ARRESTI E PERQUISIZIONI NEI CONFRONTI DI 7
INDAGATI.
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno individuato un
sodalizio dedito alla produzione ed esportazione non autorizzata di materiale di armamento
destinato a forze armate straniere. Eseguita un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti
domiciliari nei confronti di due soggetti. Altri 5 denunciati a piede libero.
In particolare, dalle indagini condotte dalla Compagnia di Pomezia, sotto il coordinamento
della Procura della Repubblica di Velletri, è emerso che presso un’azienda pometina,
specializzata in studio e progettazione di apparati elettronici, era stato realizzato un sistema
di puntamento e inibizione al volo di veicoli a pilotaggio remoto (A.P.R.) mediante l’utilizzo
di un’ampia gamma di radiofrequenze, anche di tipo vietato in quanto di possibile disturbo
per le radiocomunicazioni nazionali.
Una volta ultimato il montaggio, il sistema cc.dd. “droneranger” avrebbe dovuto essere
esportato all’estero, per essere, dapprima, testato in un sito spagnolo alla periferia di Madrid
e, successivamente, venduto a clienti arabi.
Tuttavia, le Fiamme Gialle hanno accertato che nessuna richiesta di autorizzazione
all’esportazione fosse stata presentata al Ministero degli affari esteri. Infatti, il sistema, per
caratteristiche fisiche, costruttive e di impiego, è risultato classificato quale materiale di
armamento, come confermato dai consulenti tecnici che hanno esaminato il “droneranger”.
Nello specifico, l’uscita dallo Stato di tale materiale sensibile è subordinata a specifico
permesso da parte del citato Dicastero, come previsto dall’art. 13 della Legge n. 185/1990.
Le complesse indagini sviluppate dai Finanzieri di Pomezia hanno permesso di individuare
i promotori di tale attività in due soggetti, un ingegnere svizzero e un imprenditore romano,
che si sono avvalsi della collaborazione di altri 5 soggetti residenti a Roma e provincia, tutti
indagati. Nel corso delle investigazioni, condotte attraverso l’esame di copiosa
documentazione e anche mediante intercettazioni telefoniche di utenze nazionali ed
internazionali, è stata ricostruita l’intera filiera dell’attività commerciale, consentendo, tra
l’altro, di individuare i clienti finali della commessa in Forze Armate di Paesi stranieri del
medio oriente.
Con l’esecuzione delle misure cautelari sono state anche interrotte le operazioni
commerciali illegali, con contratti già sottoscritti per circa 3.600.000 euro, nonché ulteriori accordi in fase di definizione per la protezione di siti strategici, del valore di 36 milioni di
euro, tali da risultare un business di livello mondiale, con numerosi ulteriori clienti, già
interessati a sottoscrivere accordi di fornitura, e progetti in fase di costante aggiornamento.
Sono stati rilevati plurimi contatti con primari istituti di credito nazionali e stranieri, nonché
con aziende multinazionali, per ottenere fideiussioni bancarie finalizzate alla sottoscrizione
di molteplici contratti in campo militare nel medio oriente.
Nel corso delle perquisizioni, eseguite contestualmente all’ordinanza, è stato sequestrato
copioso materiale probatorio, tra cui contratti, droni, fucili antidrone e componentistica varia
degli apparati radar inibitori di volo.
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