COMUNICATO STAMPA
A
Grottaferrata un 25 Aprile non Patriottico, “internazionalista” e “da Regime”.
Abbiamo
ancora negli occhi e nelle orecchie la scena assai mortificante del video
pubblicato sulla pagina Facebook del Comune di Grottaferrata, col sottofondo del
suono un po’ gracchiante di “Bella Ciao”, video nel quale è ripreso il Sindaco
Andreotti che domenica scorsa, 25 di aprile, in quasi perfetta solitudine in Piazza
Camillo Benso conte di Cavour, malgrado avesse al Suo fianco la possibilità di
ricorrere all’assistenza di un competente Sottoufficiale delle Forze
dell’Ordine e di ben tre validi appartenenti al Corpo della Polizia locale,
sprovvisto di Fascia Tricolore e senza farsi precedere dalle note dell’Inno
Nazionale, fa deporre (poi “elegantemente” sfiorandola appena) una corona di
fiori ai piedi del Monumento in onore e ricordo dei nostri Concittadini Caduti
nella Grande Guerra.
Forse
il Sindaco ha voluto dimostrare in tal modo e da autentico militante
“Partigiano”, il suo sovrano potere, emulando addirittura l’attuale
megagalattico Presidente del Consiglio Draghi il quale, salendo al Colle,
disinvolto e sicuro ma anch’Egli in perfetta solitudine, per insediarsi nella
Sua Alta Carica è passato dinanzi la Bandiera Italiana senza salutarla,
facendosi riprendere dal Consigliere Militare…
Andreotti
si è reso, così, protagonista di una “celebrazione” frettolosa ma “internazionalista”,
abbastanza adeguata alle origini di questa Repubblica e al tempo attuale,
pandemico e da Covid-19.
Celebrazione
che non fa onore ai valori di Democrazia e di Libertà, che pure dovrebbero
rinvenirsi nella nostra attuale Costituzione Repubblicana.
Il
25 Aprile del 1945, in effetti, non accadde nulla di trascendentale che possa
giustificare la scelta di farne
la tanto declamata giornata della liberazione (tedeschi e repubblichini,
infatti, si arresero agli Alleati e al Regno italiano del Sud soltanto il
successivo 2 Maggio 1945, una settimana dopo, assente, appunto, il rissoso Comitato
di Liberazione Nazionale-CLN).
Proprio
per questo motivo, il CLN ed i partigiani del tempo indicarono la data del 25
Aprile come giornata della liberazione. Essi si temevano e si odiavano ed erano
ancora pronti a uccidersi tra loro, come era accaduto fino a pochi giorni prima
e come poi, ancor dopo e per molto tempo ancora, proseguì fino a ben oltre il
1948, come la tristemente nota vicenda “Gladio” insegna…
L’orribile
strage di Porzûs era appena accaduta, consumata dai partigiani della “Terza
Internazionale”, tra il 7 e il 18 febbraio 1945, con l’uccisione di ben 17
partigiani antifascisti cattolici e socialisti (tra cui una donna) della
Brigata Osoppo.
28
aprile 2021
Giampiero FONTANA
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