CONTINUA IL CONSUMO SINISTRO DEL TERRITORIO
COMUNICATO STAMPA
Grottaferrata, questione intervento edilizio in Via delle
Vascarelle. Il Sindaco dica le cose per come stanno. Realmente!
Lo scorso 24 giugno, su un sito web che evoca suggestive “riscosse”
e dichiara di informare i Cittadini di Grottaferrata, è stata pubblicata
un’intervista al Sindaco di Grottaferrata, il cui scopo era l’approfondimento
dell’intervento edilizio previsto in Via delle Vascarelle (realizzazione
di un “centro sportivo polivalente con annesse attività”).
L’argomento è oggetto di particolare attenzione mediatica,
da alcune settimane, e molte sono state le dichiarazioni sulla stampa locale, provenienti
da più parti, quasi tutte contrarie all’intervento. Da ultimo, è stato anche
affisso un manifesto a firma del PD e di alcune sigle della sinistra
grottaferratese, con l’aggiunta del locale Coordinamento di Italia Viva, in cui
si definisce spregiudicato ed ingiustificabile l’intervento invocandone lo
stop.
Nell’intervista, si colloca temporalmente l’inizio
dell’iter burocratico-amministrativo all’epoca della Giunta Mori di
centrosinistra, ricordando che Andreotti ne faceva parte quale Assessore ad
edilizia privata, trasporti e viabilità. In effetti, l’attuale Sindaco fu
nominato Assessore ad inizio giugno 2012
e ricoprì tale carica per circa 11 mesi, sino al 30/4/2013, giorno in cui decadde Mori a seguito di irrevocabili
dimissioni.
Ciò detto,
veniamo ai fatti reali che, come di tutta evidenza, sono decisamente diversi
dalle “narrazioni” che Andreotti avrebbe disvelato nella “cordiale intervista”
rilasciata al revanscista sito di
informazione dietro il quale, per quanto è dato sapere, sembrerebbero celarsi
“personaggi” noti già visti tra (in)consapevoli consumatori, ruggenti leporidi,
(pseudo)sistemi criptensi e quant’altro, i quali abitano altrove e “vivono
Grottaferrata” di tanto in tanto allorquando, improvvisamente, si destano da
lunghi letarghi e si ricordano dei gravi problemi che la attanagliano (senza
tuttavia incidere minimamente per risolverli).
Il
23/3/2012 veniva protocollata la
richiesta di autorizzazione per realizzare due distinte aree carburanti ed un impianto
polifunzionale sportivo, sulla variante per Via di Vascarelle del (all’epoca)
realizzando Progetto viario “Snodo di Squarciarelli”. Il Dirigente del I
Settore Tecnico, Ing. F.V., emetteva 3 pareri di non conformità dell’intervento
rispetto al PRG comunale ed al PTPG
provinciale, poiché l’area individuata ricadeva in Territorio Agricolo
Vincolato e, pertanto, l’eventuale realizzazione era subordinata all’approvazione
di una variante urbanistica. Contestualmente, lo stesso Ing. F.V. indicava la
possibilità di ricorrere alle procedure previste dall’art. 8 del DPR n.
160/2010 (che prevede la facoltá dell privato, ove il PRG non individui aree
destinate all’insediamento di impianti produttivi o non ne individui a
sufficienza, di chiedere la convocazione di una Conferenza dei Servizi atta a
dirimere la questione).
La Conferenza dei Servizi, convocata
per il 26/7/2012, non si svolgeva in
quanto i privati ne chiedevano il rinvio in data 23/7/2012. Il 5/2/2013
veniva presentata una nuova richiesta per realizzare un “centro sportivo polivalente con
annesse attività”, sempre su Via
di Vascarelle, parte sulle vecchie aree e parte su nuove attigue, per un
totale di oltre 34.500 metri cubi,
di cui circa 15.200 interrati. Al riguardo, il MIBAC – con due distinte note
del 19/3/2013 – esprimeva parere
negativo per “mancata conformità degli
interventi proposti rispetto alla normativa vincolistica di zona”,
sollecitando il Comune a chiudere la Conferenza dei Servizi avviata in
precedenza (seppur mai svoltasi). Per tali motivi, il 9/5/2013 veniva emesso parere negativo defintivo a firma del
Dirigente comunale, rispetto al progetto iniziale dei 2 distributori e
dell’impianto sportivo, e chiusa la Conferenza dei Servizi.
Tuttavia, lo stesso Ing. F.V. aveva nel
frattempo convocato un’ulteriore Conferenza dei Servizi, rispetto al nuovo
Progetto protocollato il 5/2/2013, Conferenza che si svolgeva il 20/3/2013, presso la Regione Lazio, e nel
corso della quale il Dirigente comunale dichiarava, tra l’altro, che “agli atti non risultava acquisita la
documentazione di verifica di carenza delle aree destinate all’insediamento di
impianti produttivi” (requisito fondamentale per attivare la Conferenza e
valutare l’eventuale approvazione dell’intervento in variante al PRG, come
disposto dall’art. 8 del DPR n. 160/2010). In quella sede, la Provincia di Roma
informava di aver emesso un “parere di
non compatibilitá dell’intervento proposto con le previsioni di PTPG, poiché
l’area dell’intervento ricadeva in Territorio Agricolo Vincolato e su tali aree
(individuate come componenti della Rete Ecologica Provinciale), secondo le NTA,
non potevano essere attivate varianti di PTPG”. A chiusura della
Conferenza, il Dirigente comunale “prendeva
atto del parere di non conformitá della Provincia, che comportava la necessaria
revisione del progetto, in relazione alla dotazione degli standard, su cui
potrá essere chiamata a pronunciarsi una nuova Conferenza dei Servizi”. Lo
stesso “rilevava l’opportunitá che la
Regione si esprimesse sulla possibilitá di ammettere o meno l’intervento in
variante nell’area proposta, tenuto conto che per la stessa area esisteva
un’osservazione accolta circa il declassamento dell’area di tutela”.
Una prima
riflessione: il Sindaco Andreotti, quale Assessore in carica con delega
all’edilizia privata, dal giugno 2012 al 30/4/2013, dovrebbe aver seguito tutti
i passaggi formali suindicati. Per questo, non appare corretta la dichiarazione
attribuitagli nell’intervista per cui la prematura conclusione della Giunta
Mori avrebbe impedito di portare in Consiglio comunale, per la votazione, l’esito
della Conferenza dei Servizi. Ciò, in quanto la Conferenza non era conclusa ma
aggiornata ad una successiva riunione. Semmai, Andreotti avrebbe dovuto dire se
egli, quale Assessore, all’epoca abbia informato la Commissione Urbanistica rispetto
alla richiesta di intervento ed all’esito interlocutorio della Conferenza,
magari facendo sapere anche cosa pensassero i Consiglieri comunali in carica di
quel Progetto.
Ancor più
“bizzarra” appare la successiva dichiarazione attribuita ad Andreotti,
allorquando si rammarica per il mancato coinvolgimento del Consiglio comunale
(…) e, addirittura, non si spiega come gli Uffici comunali abbiano potuto
continuare le procedure connesse alla nuova richiesta di intervento su Via di
Vascarelle, sia durante la gestione commissariale (maggio 2013-giugno 2014) che
durante l’Amministrazione Fontana (giugno 2014-ottobre 2016).
Paradossale,
inoltre, la ricostruzione di Andreotti che avrebbe definito “contorta”, in
quegli anni, la storia del Progetto di Via di Vascarelle poiché, a suo dire, si
sarebbero svolte addirittura due Conferenze dei Servizi senza interpellare il
Consiglio comunale, mentre la Provincia di Roma comunicava parere negativo e,
da ultimo, la Regione Lazio “sbloccava” l’iter procedurale in base a non meglio
precisate “motivazioni tecnico-amministrative”. Il tutto testimoniato da “mille documenti che ricoprono la scrivania nel
suo Ufficio di Sindaco”.
L’anonimo
intervistatore, a quel punto, dichiara che “il
Sindaco, nel tentativo di chiamare Fontana come corresponsabile, cita due
Consiglieri su tutti della maggioranza Fontana (oggi nemmeno presenti in
Consiglio comunale) dimenticando, probabilmente, che ben quattro dei
Consiglieri che oggi compongono l’attuale maggioranza, ricoprivano importanti
ruoli con Fontana Sindaco”.
Prescindendo
dall’attendibilità di quanto scritto nell’articolo, l’intervistatore “dimentica”
(anche lui…) di indicare i nomi dei due Consiglieri “corresponsabili” (non si
capisce bene di cosa), e quali “importanti” ruoli rivestissero gli altri
quattro che oggi sostengono Andreotti.
Per opportuna
e corretta informazione, a dimostrazione delle anomalie (e contraddizioni) che
emergono da quanto avrebbe dichiarato Andreotti, è importante ricordare alcune
cose. Primo: il Dirigente comunale (Ing. F. V.) che ha seguito le procedure relative
al Progetto ed ha convocato (e presieduto) le Conferenze dei Servizi sino all’insediamento
della Giunta Fontana, è lo stesso che l’attuale Amministrazione comunale ha
designato quale Presidente della Commissione aggiudicatrice del Bando decennale
per il Servizio raccolta rifiuti (poi assegnato dal Tar del Lazio). Secondo:
l’attuale Dirigente comunale dell’Area Tecnica, Arch. A.Z., sin dal 2012 è presente
nelle varie procedure del Progetto di Via di Vascarelle (sino a divenire il RUP
nel marzo 2016) ed è stato nominato Dirigente proprio da Andreotti dopo
l’elezione a Sindaco. Per cui Andreotti, anziché “cadere dal pero” e non spiegarsi come gli Uffici
comunali abbiano potuto continuare le procedure connesse alla nuova
richiesta di intervento su Via di Vascarelle, poteva informarsi chiedendo direttamente
ai due tecnici, il secondo dei quali attualmente in carica dirigenziale e
proprio nel Settore dell’Urbanistica.
Pertanto, la
ricostruzione degli eventi propalata dal Sindaco appare scarsamente credibile e
semplicistica, oltre che riduttiva. E goffo é il tentativo di scaricare
responsabilità che, invece, sembrano appartenergli.
Il picco
“creativo” dell’intervista, tuttavia, giunge allorquando si dice che “il Sindaco Luciano Andreotti e tutti i
Consiglieri sono contrari a questo scempio urbanistico” ma sarebbero “costretti a votare favorevolmente perché esiste il
pericolo reale che l’imprenditore denunci non solo il Comune ma anche i singoli
Consiglieri comunali che voteranno contro”.
Andreotti dovrebbe innanzitutto circostanziare punto per
punto ciò che è accaduto dal marzo 2012 ad oggi, chiarendo chi ha fatto che
cosa/quando, in particolare rendendo pubblici i documenti che attestano le
richieste di opere infrastrutturali strategiche avanzate dalla Giunta Fontana ai
privati, anche al fine di decongestionare il traffico nell’area di Squarciarelli
e dintorni (nuove strade, marciapiedi, illuminazione, rete fognaria, ecc.), in
applicazione della “famigerata” Delibera di Consiglio n. 41/2015.
E, subito dopo, dovrebbe spiegare ai Cittadini perché il
Comune, con nota prot. n. 39358 del
2/11/2017 (quando Andreotti era Sindaco da oltre 5 mesi), scriveva alla
Regione Lazio sul Progetto di Via di Vascarelle “ritenendo meritevole di considerazione la proposta presentata dagli
istanti, in applicazione del punto 2 dell’art. 5 del DM n. 1444/1968, di un
incremento degli standard rispetto alla superficie di progetto originariamente
prevista, prospettando la monetizzazione degli stessi” (quindi “gradendo”
di fare cassa attraverso tale Progetto, anziché attualizzare le proposte a suo
tempo avanzate dalla Giunta Fontana e sulle quali i privati si erano dichiarati
disponibili). Ancora, Andreotti dovrebbe chiarire perché un simile “scempio
urbanistico” (come definito nell’intervista), sul quale lui e tutti i
Consiglieri sarebbero contrari, sia stato trattato in Commissione Urbanistica
una sola volta, il 3/10/2019,
fugacemente, senza entrare nel merito, non menzionando la nota del 2/11/2017
per la monetizzazione degli standard proposti in aumento e ben 19 mesi dopo che la Regione Lazio aveva
dato il via libera al Progetto (nota acquisita al protocollo comunale il 19/2/2018 col n. 7001).
Da ultimo, il Sindaco ha il dovere di indicare puntualmente
alla Città (ed ai Consiglieri comunali), quali sono le norme di legge in forza
delle quali il Consiglio comunale sarebbe costretto, suo malgrado, a votare
favorevolmente la variante al PRG per la realizzazione dell’intervento in Via
di Vascarelle, peraltro senza aver mai discusso il Progetto in Aula. E su quali
basi giuridiche sia possibile affermare, come appare dall’intervista del 24
giugno scorso, che esisterebbe il reale pericolo per cui i privati proponenti
l’intervento potrebbero denunciare Sindaco e Consiglieri in caso di non
approvazione della variante (e del Progetto).
Tralasciando, infine, le conclusioni dell’intervista, ossia
la fantomatica “ricerca di una soluzione
legale per uscire dall’impasse amministrativo” (quale? Andreotti ha detto
che o si approva la variante o si rischia la denunzia…), nonché il presunto
inoltro ad un legale delle sentenze del Consiglio di Stato presentate da forze
politiche ed associazioni contrarie al Progetto, fa “sorridere” (amaramente)
apprendere che il Comune avrebbe chiesto alla Città Metropolitana di Roma di
sollecitare il TAR nel fissare l’udienza al ricorso presentato dall’Ente, teso
a stabilire le competenze di merito tra Regione e Provincia. Ma la vera “comica
finale” è che tutto questo servirebbe a rinviare la votazione in Consiglio
comunale dove, forse per la prima volta da quando “aleggiano” i finto-civici,
la tenuta della maggioranza (secondo accreditati rumors) potrebbe essere a rischio.
LA SOSTANZA DEL PROBLEMA
https://www.facebook.com/592015390956949/videos/379362049354007
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