mercoledì 10 ottobre 2012

REGIONI, PROVINCE, COMUNI, CIRCOSCRIZIONI : ogni realtà è buona per il MAGNA - MAGNA


LA MAGISTRATURA INDAGA, RINVIA A GIUDIZIO, MA RARAMENTE QUALCUNO DEI TANTI MESSERI FINISCE NELLE PATRIE GALERE.
E' ORA DI DIRE BASTA !





LA PROPOSTA NOVELLA : FACCIAMOLI GIUDICARE DAL VATICANO !

Accade che la P.A. debba spendere notevoli somme per rimborsare alle aziende private l'assenza dal lavoro dei dipendenti eletti. Tutto in regola se questi già da tempo erano loro dipendenti. L'affare si complica quando l'assunzione sia prossima o addirittura successiva alla data di elezione. Chi assumerebbe una persona eletta, accollandosi gli oneri mensili di questa assunzione e ben sapendo che il messere non andrà mai a lavorare ? Se questo avviene, un motivo ci sarà. Pensate ad un'azienda che fornisca i pasti ad un asilo comunale, o che abbia in quel comune l'appalto per i trasporti. In questi casi non si compra la prestazione di lavoro, ma la convenienza ad avere un consigliere, un assessore o un Sindaco nella struttura amministrativa. Chiaro ?

BHE' .....   QUESTO E' UN REATO !
   


QUESTO SCRIVEVA IL TEMPO.IT IL 18 LUGLIO 2012 :


Ecco i signori dei rimborsi
Non solo Giorgio Ciardi e Samuele Piccolo. Per i "rimborsi record" il Comune ha speso nel 2011, mille euro al giorno.


Giorgio Ciardi e Samuele Piccolo non sono certo gli unici due consiglieri comunali che negli anni hanno beneficiato dei rimborsi per le assenze dal lavoro. Il loro caso ha fatto discutere per il fatto che Piccolo (di cui Ciardi è dipendente) è stato arrestato per frode fiscale e la gestione delle sue aziende è finita nel mirino della Procura. Ma la pratica dei rimborsi non è nata certo oggi. Va avanti da anni. Nel 2011 il Campidoglio ha sborsato 365mila euro per i rimborsi ai politici che sono stati eletti. I consiglieri che l'anno scorso hanno beneficiato del «bonus» sono stati dieci: sette del Pdl, uno del Pd e uno dell'Udc. È tutto previsto dalla legge, niente di irregolare. Centinaia di migliaia di euro che ogni anno escono dalle casse del Comune e finiscono alle aziende in cui i consiglieri sono stati assunti. Il meccanismo funziona così: un eletto che non chiede l'aspettativa dall'azienda, ottiene dall'amministrazione un rimborso che copre le assenze dal lavoro. Il Campidoglio paga direttamente l'azienda privata che, a sua volta, continua a versare lo stipendio al proprio dipendente che è diventato consigliere. Quest'ultimo, quindi, potrà contare su due entrate: il vecchio stipendio e i gettoni di presenza nell'ente pubblico. Il decreto legislativo 267 del 2000 è chiaro: «Gli oneri per i permessi retribuiti per i lavoratori dipendenti da privati o da enti pubblici economici sono a carico dell'ente presso il quale gli stessi lavoratori esercitano le funzioni pubbliche. L'ente, su richiesta documentata del datore di lavoro, è tenuto a rimborsare quanto dallo stesso corrisposto, per retribuzioni e assicurazioni, per le ore o giornate di effettiva assenza del lavoratore». Conviene dare uno sguardo ai numeri. I consiglieri del Pdl che nel 2011 hanno beneficiato del rimborso sono: Maurizio Berruti, Patrizio Bianconi, Giorgio Ciardi, Andrea De Priamo, Federico Guidi, Samuele Piccolo e Alessandro Vannini. Per il Pd c'è Paolo Masini e Fabrizio Panecaldo. Per l'Udc il capogruppo Alessandro Onorato. In vetta alla classifica ci sono comunque loro due: Piccolo e Ciardi. L'ex vicepresidente dell'Assemblea capitolina è anche dipendente della società Consulit. Il Comune ha girato a questa azienda 61.500 euro. Niente a che vedere con i 123.500 rimborsati al Gruppo Servizi Generali di cui Ciardi è direttore commerciale. Il delegato alla Sicurezza ha già fatto sapere che rinuncerà al rimborso: «Presenterò richiesta di aspettativa non retribuita presso l'azienda della quale sono dipendente». C'è poi Federico Guidi, presidente della commissione Bilancio. Il suo datore di lavoro nel 2011 ha ricevuto 35.400 euro. Sotto la voce Andrea De Priamo, presidente della commissione Ambiente, si legge la cifra di 31.535. Quinto in ordine di importi ricevuti è Paolo Masini con 29.183 euro. Seguono Patrizio Bianconi (27.157), Maurizio Berruti (21.954), Fabrizio Panecaldo (20.762), Alessandro Vannini (8.525) e Alessandro Onorato (4.955). Nel 2010 l'elenco dei «rimborsati» era ancora più lungo. Si contavano 16 consiglieri. Tra loro figurano Roberto Cantiani (Pdl), Gilberto Casciani (Pdl), Alessandro Cochi (Pdl), Federico Mollicone (Pdl), Antongiulio Pelonzi (Pd) e Marco Visconti (assessore Pdl). Se questo sistema è regolare, in passato è stato stravolto. Almeno secondo i giudici romani che hanno rinviato a giudizio 13 persone per truffa ai danni della Provincia. Tra gli imputati l'ex presidente del consiglio regionale ed ex consigliere provinciale Guido Milana (Pd), i consiglieri provinciali Bruno Petrella (Pdl), Francesco Paolo Posa (Pd) e Ruggero Ruggeri (Pd). Per l'accusa sarebbero stati assunti in società nelle quali non svolgevano alcun tipo di lavoro, mettendosi in tasca soldi di cui non avevano diritto.


Dario Martini  18/07/2012

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