RESIDUATI DANNOSI DI GATTOPARDISMO
Malgrado il comunicato rilasciato
da Alfredo Gulisano, coordinatore dei Centri Anziani di Frascati, la situazione
del Centro di Cocciano è assai distante da come s’è voluta rappresentare. La
crisi, nella quale si dibatteva il Centro e per la quale è stato necessario l’intervento di elementi
esterni, viene da lontano.
Nel dicembre del 2013, dopo
l’approvazione del nuovo Statuto per i CAA, che prevedeva l’alternanza della
presidenza dopo la copertura di due mandati, le elezioni portarono alla nomina di un nuovo comitato di
gestione. Da parte di componenti del nuovo comitato vi fu subito la richiesta
di informazioni e chiarimenti sulla gestione amministrativa, eredita dal precedente Comitato di Gestione
presieduto da Agostino Cofani, la cui documentazione appariva del tutto scarna
ed incompleta. Ma le risposte, da allora e fino
ad oggi, non sono mai arrivate ed anche l’amministrazione comunale, chiamata in
causa per i compiti di vigilanza attribuiti dallo Statuto, è rimasta muta ad
ogni richiesta di chiarimenti.
Nel frattempo Agostino Cofani,
con il doppio incarico di vicepresidente/cassiere (è lecito ricoprire due
cariche?), ha continuato a gestire il Centro in tutta autonomia, con l’aiuto di
Elio Marchionne (presidente) e di un altro membro. Passati due anni di
presidenza Marchionne, essendo venuto meno l’impedimento per una nuova nomina,
i tre gestori del centro hanno deciso di dimettersi per tornare a nuove
elezioni forse per eleggere di nuovo il vecchio presidente (Cofani) o forse per
liberarsi di presenze ritenute “scomode”.
Anche a fronte di questa
ulteriore azione in contrasto con i principi e le regole contenuti nello
Statuto dei Centri, l’amministrazione comunale ha continuato nel suo silenzio e
nella sua latitanza.
Così questi stessi personaggi,
responsabili di una gestione opaca e inconcludente che in due anni ha portato a
dimezzare il numero di iscritti al centro (da oltre 300 a soli 164 iscritti),
si sono tutti ricandidati blindando le elezioni. Come? Non permettendo,
all’unica candidata non considerata amica, l’accesso all’elenco degli iscritti,
negando di fatto una giusta e democratica competizione. Questa linea di condotta è stata condivisa
dagli stessi incaricati per l’organizzazione delle elezioni, le persone che
avrebbero dovuto assicurare imparzialità e rispetto delle regole.
Si può definire vittoria quella
in cui non ci sono avversari?
Il “nuovo” presidente forse non
sarà lo stesso che da anni tiene inchiodato il Centro in uno stato di
immobilismo, tanto da renderlo il fanalino di coda fra i tre centri sul
territorio, ma chiunque sia non c’è alcun motivo per essere ottimisti.
Resta il rammarico che, ancora
una volta, a perdere sono gli anziani di Cocciano. La costante fuga dal centro
è un segnale inequivocabile del desiderio mai realizzato di avere uno spazio rispondente
alle loro aspettative, accogliente, amichevole, aperto a nuove idee ed
attività. Un miglioramento nel senso dell’ampiamento dell’offerta e del livello
culturale, un polo attrattivo per un nuovo target d’età, un Centro che potrebbe
essere il fulcro d’attrazione e di sperimentazione verso un modo nuovo di
vedere la terza età ed il mondo ad esso connesso, dopo i grandi cambiamenti
avvenuti in tema di previdenza nella società civile.
Se tutto quello che è avvenuto a
Cocciano rende il Sig. Alfredo
Gulisano orgoglioso dei risultati,
allora la politica deve interrogarsi se chi oggi rappresenta l’Amministrazione
nei rapporti con i Centri e le politiche sociali ad essi connesse, abbia
capito i tempi e le nuove esigenze.
Ed allora avanti con un altro
inutile giro della giostra, tanto Cocciano può attendere.
Nel frattempo è stato presentato
ricorso.
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