COMUNICATO STAMPA Roma,
12 gennaio 2017
Nella mattinata odierna, Finanzieri del Comando Provinciale di Roma,
coordinati dalla Procura della Repubblica capitolina, hanno dato esecuzione a
un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Giudice
delle Indagini Preliminari del Tribunale
di Roma, nei confronti di un notaio operante nella Capitale (P.D., classe
1972). Il magistrato ha inoltre disposto il sequestro preventivo di
disponibilità finanziarie, beni immobili e mobili registrati del professionista
- corrispondenti alle imposte evase - in relazione ai reati di utilizzo ed
emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Il suddetto provvedimento cautelare consegue ad approfondite indagini
svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, che hanno disvelato il
sistematico utilizzo da parte del notaio di fatture emesse da società di fatto
inesistenti a fronte di prestazioni del tutto fittizie, riferite per lo più
all’effettuazione di visure catastali e ad altre attività preparatorie alla
stipula degli atti notarili. Attività, queste, che venivano svolte, in realtà,
direttamente dallo studio del professionista, sicché sin da subito è apparsa
del tutto irragionevole la loro duplicazione.
I costi sostenuti per tali prestazioni hanno avuto una spropositata
incidenza sui compensi percepiti dal notaio, tenuto anche conto degli oneri
della specie mediamente contabilizzati dai professionisti del settore. Basti
pensare che nel biennio 2013/2014 il costo dei servizi di visura (attività a
basso valore aggiunto, di mera natura ausiliaria) è stato pari a circa la metà
dei corrispettivi ottenuti dall’attività professionale.
Ulteriore fattore di sospetto era legato all’aspetto esteriore delle
fatture utilizzate dal notaio: il formato e il contenuto dei documenti fiscali
sono risultati essere identici, così come identica era la descrizione
dell’attività oggetto di fatturazione.
La conseguente azione investigativa sulle società che hanno emesso le
suddette fatture - svolta anche attraverso perquisizioni, indagini finanziarie
e audizioni di persone in grado di fornire elementi utili alle indagini - ha
consentito di accertare come le stesse fossero “evasori totali” (non avendo
presentato alcuna dichiarazione d’imposta né, tantomeno, versato alcuna
imposta), non tenessero le scritture contabili obbligatorie e non avessero una
reale struttura organizzativa.
A ulteriore conferma della frode, è stato appurato che i rappresentanti
legali delle società in parola erano mere “teste
di legno”: persone estremamente giovani o molto anziane, soprattutto di
nazionalità straniera, senza alcuna esperienza nel settore (in un caso ci si è
trovati di fronte a un muratore di origini rumene che non sapeva scrivere in
Italiano), o assolutamente indigenti (uno degli amministratori, formalmente
rappresentante di ben 16 società, è un soggetto bisognoso che ha usufruito
temporaneamente di un posto letto gratuito presso locali in uso alla comunità
ortodossa).
Nel complesso, il notaio P.D., nel periodo oggetto delle indagini, ha
utilizzato fatture per operazioni inesistenti per un totale di circa 600 mila
euro (IVA inclusa), commettendo il delitto di “Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per
operazioni inesistenti” (art. 2 del D.Lgs. n. 74/2000), oltre a concorrere
in quello di “Emissione di fatture per
operazioni inesistenti” (art. 8 del D.Lgs. n. 74/2000).
Attraverso le suddette condotte sono state evase imposte (IRPEF e IVA)
per oltre 320 mila euro, corrispondenti al profitto dei predetti reati.
L’operazione del Nucleo di
Polizia Tributaria di Roma costituisce l’ennesima testimonianza della costante
azione della Guardia di Finanza a tutela del bilancio pubblico e dei cittadini,
attraverso il contrasto delle più insidiose forme di evasione fiscale.
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