GUARDIA DI FINANZA. ROMA: MAXI CONFISCA DI BENI PER OLTRE 23 MILIONI DI EURO A ESPONENTI DEL CLAN DEI CASALESI E DELLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA DI ACILIA.
COMUNICATO STAMPA Roma, 16 febbraio 2018
Operazione “GAME OVER”
Dalle prime luci dell’alba, i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza
di Roma stanno eseguendo un decreto di confisca emesso dal locale Tribunale – Sezione
Misure di Prevenzione, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia capitolina, nei
confronti di 9 appartenenti al clan dei CASALESI - “Gruppo IOVINE” e al contiguo e autonomo
“Gruppo GUARNERA” di Acilia, per un valore complessivo di oltre 23 milioni di euro.
Le indagini economico-patrimoniali, svolte dagli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia
Economico Finanziaria della Capitale, sono state avviate all’esito di una vasta operazione
antimafia, condotta dalle Fiamme Gialle di Roma, che, nell’ottobre 2013, nell’ambito
dell’operazione “Criminal Games”, aveva portato all’arresto di IOVINE Mario, MARTINELLI
Teresa, IOVINE Domenico, IOVINE Vitantonio, IOVINE Salvatore, TIMPANI Massimiliano,
TIMPANI Fabrizio, STOLLO Silvano, GUARNERA Sergio, UARNERA Sandro,
CRISPOLDI Franco, DIOTALLEVI Fabrizio, ZOGU Arben, KOLAJ Orial BARDHI Petrit,
per i reati di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di beni, usura, estorsione, rapina,
illecita concorrenza con minaccia e violenza e detenzione illegale di armi.
In quel contesto, era stata accertata l’esistenza di una vera e propria joint venture nel
remunerativo settore delle “macchinette mangiasoldi” – imposte nel territorio di Acilia agli
esercizi commerciali autorizzati – tra esponenti di vertice della criminalità organizzata
campana ( ruppo IOVINE), e noti personaggi della criminalità organizzata romana ( ruppo
GUARNERA), a loro volta in contatto con qualificati appartenenti alla Banda della Magliana,
tra cui CRIALESI Luciano e SANTACHIARA Renato.
In particolare, evidenze giudiziarie confermavano come il boss Mario IOVINE, inteso “Rififì”,
avesse progressivamente esteso le sue illecite attività nel settore delle slot machine dalla
Campania al Lazio, coinvolgendo soggetti locali già “addentrati” in quel comparto illecito, ossia
GUARNERA Sergio, detto “Ciccio”, e GUARNERA Sandro
Dopo l’arresto di IOVINE, avvenuto nel dicembre 2006, i fratelli GUARNERA avevano
promosso e organizzato un autonomo gruppo mafioso, creato a perfetta imitazione della
consorteria criminale casertana e ricalcante le medesime e bieche logiche delittuose.
Nel dettaglio, gli investigatori scoprivano che i GUARNERA, per mantenere ed estendere il
loro potere delinquenziale ed economico, si erano avvalsi di un braccio armato e violento, composto da un nutrito e pericoloso gruppo di cittadini albanesi (i cosiddetti “pugilatori”), tra
cui il pugile KOLAJ Orial, già campione italiano ed europeo dei pesi medio-massimi.
Il già evidente profilo di “pericolosità sociale” dei protagonisti della vicenda veniva aggravato
dagli elementi acquisiti nell’ambito dell’operazione “VENTO DELL’EST”, anch’essa diretta
dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e condotta dal G.I.C.O. di Roma, che, nel luglio
2015, portava all’esecuzione di 9 ordinanze di custodia cautelare nei confronti, tra gli altri, di
GUARNERA Sandro, GUARNERA Sergio, ZOGU Arben e BARDHI Petrit, per estorsione,
illecita concorrenza con minaccia e violenza e traffico internazionale di sostanze stupefacenti,
aggravati dalle modalità mafiose.
In tale contesto, veniva accertato, tra l’altro, un episodio estorsivo ai danni del titolare di un
centro scommesse SNAI di Guidonia Montecelio, perpetrato attraverso ripetute minacce di
violenza fisica, nonché documentato un fiorente traffico internazionale di stupefacenti versato
la Capitale, coordinato dal predetto ZOGU Arben, detto “Riccardino”.
Conseguentemente venivano eseguiti approfondimenti economico-patrimoniali, finalizzati alla
ricostruzione del patrimonio direttamente o indirettamente riconducibile dai soggetti monitorati,
che consentivano di acclarare come IOVINE Mario, IOVINE Salvatore, GUARNERA Sergio,
GUARNERA Sandro, CRISPOLDI Franco, ZOGU Arben, DIOTALLEVI Fabrizio, KOLAJ
Orial e BARDHI Petrit avessero accumulato beni mobili e immobili di ingente valore, in misura
sproporzionata rispetto ai redditi leciti percepiti, nonché conducessero un tenore di vita
assolutamente incoerente rispetto alle loro possibilità economiche.
La confisca odierna ha ad oggetto i beni già sottoposti a sequestro nel marzo del 2016, vale
a dire:
- l’intero patrimonio aziendale di 3 ditte individuali;
- le quote societarie, il capitale sociale e l’intero patrimonio aziendale di 5 società di capitali;
- 8 unità immobiliari site in Roma e nelle province di Nuoro e L’Aquila;
- 1 terreno sito in Roma;
- 8 autovetture;
- 1 motociclo;
- rapporti finanziari
per un valore complessivo di stima di oltre 23 milioni di euro.
Contestualmente il Tribunale di Roma ha disposto, nei confronti di 6 dei 9 proposti,
l’applicazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di dimora nel
comune di residenza per 3 anni.
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