giovedì 11 marzo 2010

LE PAROLE HANNO UN SENSO, MA NON E' A TUTTI CHIARO


Quando sento parlare di " collaborazione" mi vengono in mente significati e situazioni diverse.

Riferito in ambito produttivo, generalmente " collabora " un sottoposto, relativamente alla struttura superiore e all'ambito orizzontale in cui presta la propia opera.

In ambito bellico, " i collaborazionisti " sono gli occupati proni agli occupanti, al fine di trarne benefici personali.

In ambito AMMINISTRATIVO-POLITICO, la collaborazione è generalmente attinente alle categorie professionali che prestano i loro servizi alle amministrazioni, cercando/offrendo opportunità e appunto servizi.

" Collaborazioni esterne" sono quelle dell'architetto, dell'avvocato, dell'assicuratore, dell'esperto tributarista o informatico ; in genere quelle fornite da figure professionali di cui l'ENTE, a seconda della sua grandezza e del livello della problematicità che si presenta, è più o meno carente.

E' caso da scuola il rivolgersi del nostro Comune ad un ESPERTO LEGALE ESTERNO in seguito al ricorso elettorale presentato dal Consigliere Vincenzo Conte in ordine alla ultima consultazione elettorale. Trattandosi di EVENTO PARTICOLARE, l'affidamento della pratica all'AVVOCATURA COMUNALE avrebbe bloccato l'operatività di quella funzione.



IL CASO POLITICO

Ci sarà pure un motivo se gli schemi amministrativi/politici parlano di FORZE di GOVERNO e FORZE di OPPOSIZIONE, o di MAGGIORANZE e MINORANZE.

Il compito principe, il senso politico dei ruoli, affida ai primi il GOVERNO, ai secondi il CONTROLLO.

Quando sento parlare di MINORANZA che COLLABORA io odo una bestemmia che andrebbe sanzionata con l'immediata fucilazione del proferitore.

Una MINORANZA può suggerire, al fine di attenuare gli effetti ritenuti socialmente deleteri o non ottimali di un provvedimento; MAI PUO' DIMENTICARE CHE IL SUO COMPITO ISTITUZIONALE E' IL CONTROLLO.

Ne discende che l'offerta di collaborazione non possa che suonare come una " nota di visibilità": " ECCOMI.....son qui..... pronto a "collaborare".....a diventare CASTA. Tenetemi presente. "



OPPOSIZIONE E STAMPA : I MASTINI DEL POTERE

Per la STAMPA dovrebbe essere così sempre, anche se è ovvio che un organo di partito, o comunque di parte, abbia i canini meno pronunciati della stampa di opposizione. Una forma diversa è semplicemente INUTILE.

Nel caso delle MINORANZE od OPPOSIZIONI presenti nei consessi democratici la dentatura dovrebbe essere ancor più pronunciata, proprio per escludere qualsivoglia odore di " inciucio".

E' forse per questo che le AMMINISTRAZIONI al GOVERNO sono " nei fatti " contrarie ad ogni forma di pubblicità e trasparenza della loro attività.





SE IL POPOLO BUE VEDESSE I SUOI ELETTI ALL'OPERA......... SE NE ASCOLTASSE I FRAGOROSI SILENZI IN AULA.........




Questo è tanto più vero e dimostrato nei casi in cui è la stessa LEGGE, invocata quando fa comodo e obliata quando conviene, a stabilire la pubblicità di determinati atti.


E voglio fare un esempio: LE COMMISSIONI CONSILIARI.

Dire che esse soggiacciono a modalità " carbonare " è far loro un complimento. Non solo.

Le COMMISSIONI sono un valore e come tale vanno tutelate e migliorate. Esse servono ad analizzare PUBBLICAMENTE problematiche volta per volta intervenute nella vita sociale ed hanno il compito di preparare atti e regolamenti da sottoporre alla delibera del CONSIGLIO COMUNALE, nel caso in riferimento.

Sono in pratica organi di preesame dei provvedimenti. Alle stesse, che sottolineo ancora sono PUBBLICHE, partecipano i Commissari indicati dagli schieramenti politici. Questi hanno il dovere di riferire ai propri gruppi, rilevare suggerimenti di modifiche da questi avanzate, presentare queste "evidenziazioni o suggerimenti" nelle successive riunioni di COMMISSIONE, col fine di addivenire ai quei provvedimenti sui quali si pronuncerà celermente in termini DELIBERANTI il CONSIGLIO COMUNALE.

Da parte dell'OPPOSIZIONE, stravolgere o presentare in CONSIGLIO COMUNALE una rilevante serie di modifiche inerenti un regolamento esaminato in quattro riunioni di COMMISSIONE, un regolamento sul quale c'è stata sostanziale condivisione finale da parte dei COMMISSARI partecipanti, ha i seguenti connotati :

- mancanza di un minimo senso di coordinamento
- disconoscimento dell'operato del proprio rappresentante in COMMISSIONE

In entrambi i casi non ci si fa bella figura e ci si deve preoccupare di provvedere.

Il POPOLO BUE, per sua colpa e per i motivi di assenza di pubblicità suesposti, non lo sa; ma potrebbe sempre esserci chi glielo fa sapere !

FORSE NON TUTTI HANNO CAPITO CHE IL DUCEnnio E' TERMINATO. FORSE NON E' ANCORA CHIARO CHE " GHE PENSE TUTTO MI" E' ANDATO IN PENSIONE.

1 commento:

  1. La democrazia necessita della collaborazione. Anche dall'opposizione, nel senso che la contra-opposizione serve proprio a verificare la bontà della decisione. Solo che le parole non hanno più significato che viene stravolto, usato proprio per il popolo "bue". Cui prodest? Ai corrotti, politici e burocrati, che ne approffittano per i loro esclusivi interessi. I balducci ed i Di girolamo che seguono Cirio, parmalat, i derivati, i Coppola della finanza creativa, i Fiorani delle banche, le assicurazioni e l'isvap, i magistrati dalle ladronesche consulenze, le società e la borsa, le autority, sono solo la punta dell'iceberg. Chi ha allora interesse vero a ridurre l'Italia così? Chi ha capito che il terrorismo non si pratica più con le bombe ma riducendo inerte il Popolo con la confusione, con la distorsione della parola ... sino a che .... si riabilitano i mafiosi in carcere e fuori ... dei quali si ha bisogno per ripristinare la pax .... mafiosa. Marcello Carnevali

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