mercoledì 3 marzo 2010

Consiglio Comunale 23 febbraio: Progetto Res Nova- ultima parte

PRESIDENTE. Consigliere Privitera, siamo a cinque minuti oltre...

CONSIGLIERE PRIVITERA. Ho risposto al Direttore.

PRESIDENTE. Se può concludere.

CONSIGLIERE PRIVITERA. Io concludo con piacere. “Come da copia in vostro
possesso”. Vado avanti: “Si invitano le Signorie Vostre Illustrissime a comunicare in
anticipo la data di accesso prevista”. Ancora. Un’altra volta dobbiamo ricomunicare la data per riandare a vedere documenti. Un’altra volta. “Si rammenta in ogni caso che l’attività del dirigente è svolta in totale autonomia, su indirizzo e controllo politico e amministrativo degli organi di governo, Sindaco e Giunta. Decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267.

Spetta pertanto al dirigente determinare le priorità del proprio lavoro e delle risorse allo stesso assegnati in ragione degli obiettivi da raggiungere. Ribadisco, in ogni caso, la disponibilità affinché le richieste inoltrate vengano evase compatibilmente alle esigenze dell’Ufficio”. E qui ricado in quello che ha detto il Consigliere Conte. Dopo una nostra prima visione di questi tre registri, messi a disposizione, il dirigente Renato Bonomo ci negava per l’ennesima volta di prendere una copia dei registri a noi spettanti. Qui dice che ce la dà, nel suo Ufficio l’ha negato.
Questi fatti inconfutabili ci portano a chiedere oggi questa Commissione, che faccia
chiarezza su questi atti, perennemente negati

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Segretario Generale, dottor Barone. Ne ha
facoltà.

SEGRETARIO GENERALE. Grazie Presidente. Volevo spendere un breve chiarimento.
Alla lettera del dicembre è seguita una visita nel mio Ufficio da parte del Consigliere Privitera, il quale lamentava il mancato accesso agli atti. Alla sua presenza,
immediatamente ho chiamato il dirigente, al quale ho detto – questo a dicembre,
Consigliere Privitera, se è vero, mi smentisca – e ho personalmente davanti a lei – e
Bonomo me ne ha dato conferma – credo, fissato un appuntamento al 18 gennaio. Questo
per dare sistematicità temporale alle date che lei ha letto.

(Interruzione del Consigliere Privitera: “Lei è perfetto!”).

Quindi la domanda che le faccio, il 18 gennaio lei è stato ricevuto da Bonomo, da solo o in compagnia, per accedere agli atti?

(Interruzione del Consigliere Privitera: “Sì”).

Perché questo è fondamentale. Perché la dislocazione temporale va letta – mi riferisco alla data dell’8 luglio – sembrerebbe proprio un diniego costante, su una linea costante delBonomo. Invece c’è una prima richiesta del luglio, poi c’è stata la lungodegenza, malattia, a seguito dell’intervento chirurgico del Bonomo, si è arrivati alla lettera – credo, come diceva prima lei – al quadro intermedio, alla signora Cogolla, la quale non so che atti abbiamesso a disposizione o meno. Siamo arrivati al dicembre – come lei indicava – quando lei viene nel mio Ufficio e, ripeto, si aggiorna – credo, se non ricordo male – per la temporanea indisponibilità del Bonomo che stava in ferie, ad una data che era condivisa da entrambi, al 18 gennaio. Successivamente, apprendo adesso il tenore di questa lettera del febbraio 2009, che in piena autonomia il dirigente manda, nell’esercizio della sua funzione,
ai Consiglieri comunali.

CONSIGLIERE PRIVITERA. Rispondo al Consigliere Posa, che mi ha fatto una
domanda, dice: allora siete andati a vedere gli atti, che cosa è venuto fuori? Glielo dico, non c’è nessun problema...

PRESIDENTE. Consigliere Privitera, le do la parola subito dopo. Visto che qui
l’argomento è delicato, quindi sforiamo tutti abbondantemente, perché è chiaro chiarirci chiaramente. Il Segretario Generale ha finito l’intervento o doveva concludere? C’è stato un chiarimento a microfoni spenti tra il Direttore Generale e il Consigliere Privitera. Mi sembra sia stato un chiarimento en passant.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere D’Orazio. Ne ha facoltà.

CONSIGLIERE D’ORAZIO. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, collega Posa, non
è così facile pensare che in ogni cosa c’è sempre un retropensiero. Non è così sempre.
(Interruzione del Consigliere Posa).
Ho capito, lo so benissimo che non ce l’ha con me. Però a volte chiedere una Commissione come questa, può servire – glielo dico proprio chiaramente – qualora fosse tutto in regola,come io penso che sia – fino adesso non si è potuto accertare – a stemperare e chiudere una vicenda. Perché io, per esempio, non sono andato sempre con il collega Privitera, ma io credo, posso credere anche al dirigente, però devo credere al mio collega di gruppo. Se ci andassimo i rappresentanti di tutto il Consiglio comunale a visionare queste carte, si vede chi ha ragione, chi ha torto, come si può indirizzare il discorso, non è che dobbiamo negare nulla al Consiglio. Però la rappresentanza di tutti i gruppi, potrebbe mettere a tacere questa cosa.
Io pensavo che voi onestamente avreste accettato questa Commissione conoscitiva.
Sinceramente mi aspettavo che il collega Privitera ne prendesse il coordinamento, la
presidenza – adesso non so neanche il Regolamento cosa prevede, sinceramente – non
perché mi voglio togliere fuori da un impegno, però delegherei ad altri, non è che tutti debbono fare tutto. Però questa storia va chiusa – come diceva il collega Gori, come l’hanno detto altri – nell’ambito della politica. Poi non significa magari che non faremo un manifesto, adesso non lo so che cosa può...

(Interruzione del Consigliere Posa).

Che significa, collega Posa? I manifesti, se volevamo, già si potevano fare. Evidentemente questa è una dimostrazione, secondo me, di serietà come Consiglieri comunali esserevenuti in Aula, chiedere un accertamento. I manifesti si fanno anche senza motivo.
Diciamo che un po’ nel comportamento i motivi ci sarebbero stati.
Io penso che la cosa più giusta, nell’interesse di questa maggioranza e nell’interesse dell’intero Consiglio comunale, è che ci sia questa Commissione. Gli si danno trenta giorni di tempo. Tanto se manca qualcosa, manca con o senza Commissione, verrà fuori con o senza questo organismo. Penso che sia la cosa più giusta. La chiudiamo, poi si farà una relazione chiaramente e spero all’unanimità. Adesso non so gli sviluppi. Ma tanto gli sviluppi ci possono già essere.
A precisazione di quello che dico – mi è testimone il collega Privitera – non sapevo della lettera al Prefetto e quando l’ho saputo, sono rimasto un attimo disorientato. Non fa parte del mio costume fare questa cosa. Dico, aspetta un attimo che forse ci sono organismi all’interno del Comune. Però posso capire come sia rimasto male, quando non ha ottenuto di espletare il mandato di Consigliere comunale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gori. Ne ha facoltà.

CONSIGLIERE GORI. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, io francamente
intervengo – non volevo intervenire, perché la posizione mi sembra già abbastanza chiara –perché sono stato tirato in ballo ad intervenire dal Consigliere Posa. Il quale è entrato nel merito di una mia affermazione. E io intervengo, affinché quello che dico, rimanga all’Aula, perché questi modi di discutere, questi modi di interagire, lasciando velare che dal nostro atteggiamento può essere fatta, dall’altra parte, la stessa cosa, mi sembrano dei toni un po’ intimidatori, che a me – e glielo dico che rimanga all’Aula – questi toni proprio mi passano oltre. Perché personalmente il sottoscritto non ha nulla e mai nulla da temere
nei confronti della propria attività amministrativa e professionale. Quindi io personalmente proprio dormo su centocinquanta cuscini su quanto lei dice.
Quindi se domani mattina il Consigliere Gori, insieme a tutti gli altri Consiglieri, firmerà un ricorso, un esposto su questa attività amministrativa, il Consigliere Gori dorme su centocinquanta cuscini,
perché nella sua attività amministrativa e professionale non ha mai commesso alcun tipo di illecito. Quindi dorme su centocinquantamila cuscini. So che non parlava di me...


(Interruzione del Consigliere Posa).

Ma io l’ho voluto dire, e parlo di me, perché lei ha lasciato capire – e forse sta perdendo il vizio della politica, sta invecchiando anche su questo – ha lasciato capire che forse da quest’altra parte sarebbe andata meglio se stavamo zitti, se no poi dopo c’era da preoccuparsi. Il Consigliere Gori – ripeto – dorme su centocinquanta cuscini.
Siccome ci sono già anche su questo i verbali, poi anche su questo forse andremo avanti.
Andremo a capire. Perché voglio essere chiaro, perché o le cose si dicono o le cose non si lasciano così velate. Il Consigliere Gori personalmente – ripeto – so perché la conosco e la stimo, che non si riferiva a me, ma per la salvaguardia della mia ia dignità, dal suo intervento ho voluto specificare – affinché rimanga agli atti – la mia limpidezza amministrativa e professionale.
Io scindo, caro Presidente, le posizioni dei colleghi Privitera, dei colleghi che sono intervenuti e di chi ha fatto le operazioni citate, perché io personalmente non ho mai partecipato a questo tipo di attività all’interno degli Uffici. La mia posizione è molto chiara. È inequivocabile. Su un documento indirizzato al Segretario Generale del Comune di Frascati, c’è una richiesta a mia firma, a firma Mario Gori, nella quale io richiedo di fornire con urgenza – quindi non di visionare, io chiedo di fornire, che significa che io mi devono arrivare la copia del materiale – e il Consigliere Gori non è mai andato negli Uffici.
In questa vicenda non mi è mai stato negato. Ribadisco che se fossi andato e mi fosse stato negato, avrei richiamato i Carabinieri. Lo ribadisco. Ma io personalmente non sono mai andato. La mia posizione è molto semplice. Io ho scritto, ho firmato, protocollato insieme ad altri sette colleghi, il 30 novembre 2009, indirizzato la richiesta al Segretario Generale, nella quale il Consigliere Gori chiedeva di fornire i seguenti documenti: “fatture, rendicontazione e quant’altro attesti le spese sostenute”. 30 novembre 2009. C’è una lettera protocollata, protocollo n. 38420...


(Interruzione del Segretario Generale: “C’è una risposta?”).

No. Il Consigliere Mario Gori personalmente non ha mai ricevuto né una risposta ufficiale in merito e non ha mai ricevuto alcuna documentazione fornita, così come richiedeva.
Quindi la posizione del Consigliere Gori è semplicissima. A me non è stato fatto recapitare nulla in tal senso
. Così come non mi è stato fatto recapitare nulla – lo ribadisco – su un’altra mia interrogazione, che anche questa è del 10 luglio 2009, indirizzata sempre allo stesso Settore, che – se non sbaglio – è il IV Settore – o il II – con il quale richiedevo una documentazione inerente al patrimonio.


(Interruzione del Consigliere Conte: “Leggi, leggi”).


Io chiedevo – e questo lo ribadisco – un’interrogazione con risposta scritta: “Il sottoscritto capogruppo presenta la seguente interrogazione con risposta scritta per conoscere lo stato dei beni patrimoniali e demaniali siti al di fuori del territorio comunale e per ciascuno di essi in particolare richiede: identificazione della proprietà con indicazione se bene demaniale o patrimoniale; ubicazione ed estensione della proprietà completa di dati catastali; regime attuale della proprietà in affitto, in concessione, eccetera; destinazione dei P.R.G., eventuali contenziosi pendenti”. 10 luglio 2009. A termine di legge, io dovevo ricevere questa documentazione entro e non oltre il 30 luglio 2009.
Questo di oggi, Presidente, è il terzo Consiglio comunale – se non erro – nel quale io richiedo, e non sono andato in altre sedi, richiedo questa documentazione. Sono passati da luglio ad oggi sette mesi, anche a questa personalmente io non ho ricevuto alcun tipo di risposta scritta. Solo per correttezza dico una telefonata da parte non del dirigente, ma di qualcuno del livello inferiore dell’Ufficio, nel quale mi si diceva a settembre che stavano raccogliendo la documentazione.
Quindi personalmente la mia posizione è semplice. Non ho ricevuto nulla ad una mia
richiesta scritta il 10 luglio 2009 su una cosa diversa dal progetto Res Nova. Non ho
ricevuto nulla ad una mia richiesta scritta e protocollata del 30 novembre 2009. Quindi i contraddittori non mi servono.

PRESIDENTE. Consigliere Gori, è già abbondantemente...


CONSIGLIERE GORI. Vado a concludere. Ha concesso a tutti di sforare...

PRESIDENTE. No, la invito a concludere.

CONSIGLIERE GORI. Chiudo, Presidente, grazie. Quindi il contraddittorio sulle
verifiche proposto da lei, collega Posa, a me personalmente non mi riguarda, perché la mia posizione è molto chiara. Ci sono dei documenti scritti, delle mie richieste scritte a Protocollo, e in quest’Aula dichiaro che non c’è alcun tipo di documentazione. Dopodiché se mi portate la documentazione da me ricevuta, ma non esiste, e qui lo dico agli atti pubblici. Quindi andare avanti, vedo questa richiesta come un differimento nei termini.

(Interruzione del Consigliere Posa: “No, no, no….”).

Questo che lei dice, lo faremo in Commissione. Sarà la Commissione che andrà ad
ascoltare i dirigenti, andrà ad ascoltare i funzionari e ragioneremo su questo, anche su questo episodio. Esamineremo tutta la documentazione, esamineremo i comportamenti e andremo avanti in sede politica. Quindi, per quanto ci riguarda, rimane la richiesta di istituire una Commissione di accertamento. Perché i differimenti per i termini dei colloqui li faremo in Commissione, non ci serve farli domani mattina.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Conte. Ne ha facoltà.

CONSIGLIERE CONTE. Signor Presidente, colleghi Consigliere, cedo la mia parola al
Consigliere Peduto. Va bene, acconsento, Presidente.

PRESIDENTE. Rinuncia all’intervento il Consigliere Conte.

CONSIGLIERE CONTE. E interverrò dopo.

PRESIDENTE. Rinuncia all’intervento per riprenderlo poi. Ha chiesto di intervenire,
sull’ordine dei lavori, il Consigliere Peduto.

CONSIGLIERE PEDUTO. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, io volevo intervenire
in merito all’ordine dei lavori, rivolgendo anche una domanda al Tavolo di Presidenza. Perché qui stiamo facendo una discussione paradossale.
Intanto voglio chiarire che è stato tirato in ballo più volte il mio nome con tesi destituite difondamento, perché se io abbia visto o non visto quello che ho chiesto, lo so solo io. Quindi, per favore, ritirate le affermazioni, che quello che ho chiesto nella precedente Amministrazione non mi è stato fatto vedere. Anzi, io, in compagnia di altri Consiglieri comunali del mio gruppo e del mio partito, ho visto delle carte.La domanda, però, che io voglio fare qui, è una domanda in merito all’ordine ai lavori ed è questa: qui assistiamo ad una questione, fino ad ora la discussione è su questioni di forma, cioè i documenti sono stati dati, non sono stati dati, sono stati dati nei termini, sono stati dati in parte, non sono stati dati in parte. Io mi fido, ovviamente non ho motivo di dubitare di quello che affermano, anche perché lo mettono a verbale, quindi non dubito che stiano
dicendo il vero, manca in questa discussione ovviamente chi ha negato – come affermano i Consiglieri di minoranza – queste informazioni. Ma manca soprattutto un’altra cosa e io qui ho provato anche a chiedere, nel corso della discussione, al Segretario, eccetera, io non riesco a capire – e vorrei capire questa cosa – perché che l’Amministrazione Di Tommaso e anche la precedente Amministrazione Posa vengano in qualche modo trascinate in un invischiamento derivante da un pezzo di carta dato o non dato, io sono per dare più di quello che spetta, proprio perché negare un pezzo di carta può indurre in maliziosi pensieri.
Siccome io sono convinto che la trasparenza dell’azione amministrativa di questa
maggioranza è totale, non vedo perché i pezzi di carta non debbono essere dati. Però mi chiedo, di fronte ad una querelle tra un dirigente e un consigliere comunale – sia esso di opposizione o di minoranza – che dice te li do, non te li do, te li devo dare, non te li devo dare, vieni quel giorno, chi è che certifica di fronte al Consiglio comunale se il diritto del Consigliere è stato rispettato – e in questo io condivido totalmente l’intervento del collega Posa – oppure no. Anche a me è capitato di stare in minoranza, capisco bene che per un Consigliere di minoranza poter verificare la correttezza dell’azione amministrativa, sia uno dei compiti fondamentali per cui sta seduto in quei banchi e sono convinto che una corretta
e trasparente azione amministrativa non ha bisogno di mezzucci per essere dimostrata.
La domanda che faccio al Tavolo di Presidenza, compreso il Segretario è, mi sembra di
capire che c’è una querelle, chi è che dice al Consiglio comunale se il diritto del
Consigliere di maggioranza o di minoranza, chi esso sia, è stato rispettato oppure no. Io lo voglio sapere.
Perché vi dico questo? Perché nel nostro Statuto comunale il Segretario dice che è stato superato dalla legge, è stato superato dalle sentenze, eccetera, io mi fido pure del Segretario, però a questo punto veramente c’è un vuoto all’interno del quale non riesco più a capire. Nello Statuto c’è scritto che il Consigliere ha diritto di ottenere le carte che chiedeva il Consigliere Gori dal Segretario. Il Segretario dice che non è più così, allora fateci capire. Perché in una querelle che nasce tra un Consigliere e un dirigente – potrebbe anche non essere come la raccontano i Consiglieri che sono intervenuti finora – ma chi è che viene qui a darci un giudizio, ovviamente di natura amministrativa, su come stanno le cose? Fatecelo sapere, perché se no non ne usciamo da questa discussione.
Io non sono contrario pregiudizialmente a una Commissione di indagine – poi ci sono
anche le Commissioni consiliari che potrebbero svolgere questi compiti – però mi sembra che ancora non siamo nella fase in cui necessita un accertamento. Siamo in una fase in cui non si consegnano le carte. E per consegnare le carte non ci vuole una Commissione, ci vuole che – come dice il capogruppo Posa – entro domani a mezzogiorno queste carte si consegnano. Salvo malattie o impedimenti ovviamente non riferibili a quei tempi. Però ci vuole qualcuno che venga in quest’Aula, e non può essere il Presidente o il Sindaco, che svolgono funzioni politiche, ma ci vuole un funzionario di questo Comune che dica quello che per legge toccava a quel Consigliere comunale è stato fatto. Oltre questo, può andare dove vuole. Qui manca, io non lo so e vorrei capirlo.

PRESIDENTE. Ripeto qual è stato il mio comportamento di fronte a questa vicenda. Alle
prime avvisaglie del Consigliere Privitera, mi sono messo subito a disposizione, e il
Consigliere Privitera può smentirmi, se dico una bugia.
Il Consigliere Privitera io l’ho invitato ad andare avanti, magari in un momento di
superlavoro – l’abbiamo messa così, no, Consigliere Privitera – diamogli il tempo di
organizzarsi, abbiamo detto questo. Il Consigliere Privitera un giorno è venuto nel mio ufficio e mi ha detto: guardi, Presidente, che questa storia va avanti. Il Presidente che fa?

Non ha potere di andare da un dirigente e dirgli cosa deve fare, non sta nei suoi compiti. Non sta nel suo modo di fare, non sta nello Statuto, non sta nel Regolamento, non sta scritto da nessuna parte. Il Presidente che fa? Si consiglia con il Segretario e il Segretario: sta succedendo questo e questo. Facciamo una lettera al dirigente in cui diciamo: guarda che le richieste dei Consiglieri vanno soddisfatte, perché sono nei loro diritti di accesso agli atti. Questo ha fatto il Presidente. Quello che doveva fare. Perché questo è il suo limite. Oltre non può andare. Io posso stare qui, urlare con voi, discutere con voi di tante cose, bisticciare per il tempo, vigilare che il Consiglio comunale faccia atti deliberativi
degni di nota insieme al Segretario, che è il mio tutore giuridico. Questo fa il Presidente del Consiglio comunale. Oltre non ha poteri. Quello che poteva fare, l’ha fatto. E anche il Segretario Generale ha fatto quello che doveva fare, abbiate pazienza. Sollecitare l’Ufficio a mettere a disposizione gli atti ai Consiglieri che hanno tutto il sacrosanto diritto di visionarli. Poi, la vicenda è andata oltre. Io non ho avuto più notizie, sentivo notizie, ma siccome io dicevo sempre al Consigliere Privitera: se tu vuoi che io intervenga, me lo devi mettere per iscritto. Non posso sentire, io pure, tutti siamo garantisti, quante volte ho detto
ai Consiglieri: rispetto la tua, ma non posso non rispettare l’altra. A te metto in condizione di avvisare chi di dovere – in questo caso il responsabile del Settore – e dire: guarda, per cortesia, dagli quello che gli spetta. Questo è stato il mio compito, che prontamente ho fatto. L’ho fatto già in altre occasioni. Oltre non ho poteri. Non posso andare io dal dirigente e obbligare e dire: tu lo devi fare. Non posso. Capito, Consigliere Peduto?

(Interruzione del Consigliere Peduto).

Sì, ma io l’ho capito, però è chiaro che…

(Interruzione del Consigliere Peduto).

Sì, va bene, ma io non decido. Andiamo a eliminazione, io non decido.

CONSIGLIERE PEDUTO. Presidente, ma la domanda non era rivolta a lei. Io voglio
sapere se c’è stato – sono più esplicito – un comportamento omissivo di un dirigente di questo Comune, che sta macchiando, per non consegnare un pezzo di carta, rischiando di macchiare impropriamente un’azione amministrativa di una maggioranza, voglio sapere chi è che mi dice a me, Consigliere comunale, se c’è stato o no un comportamento omissivo. Me lo fate sapere?
Io ci credo a quello che dicono, può darsi che non sia vero, gliel’ho detto. Qualcuno mi deve dire se c’è stato o no un comportamento omissivo, perché di questo stiamo parlando.
Se no rischiamo di entrare in una vischiosità di ragionamenti che non c’entrano niente con le carte che non vengono consegnate. Poi, se c’è una legge, una sentenza del Consiglio di Stato che dice che ci sono centottanta giorni di tempo, prorogabili di altri centottanta, io non lo so. Però qualcuno me lo deve dire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carboni. Ne ha facoltà.

CONSIGLIERE CARBONI. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, io sono stato
chiamato per la prima volta, perché comunque ci sono altri colleghi che si stanno
occupando del caso, anche perché nel momento in cui devo andare all’ultimo piano,
soffrendo di allergia, riesco a stare massimo mezz’ora e proprio non ho tempo di vedere le carte. Quindi il fatto che neanche ci possano essere le fotocopie, per me è proprio un problema.
Detto ciò, io ho sentito dire più volte da questa maggioranza che è da quindici anni che il centrosinistra governa Frascati, da dieci anni che questa classe dirigente è il massimo possibile che la Città può esprimere, ogni giorno ce lo fate pesare. Io voglio dire: ma ci viviamo in questa Città, lo sapevate che attorno a Res Nova c’erano delle voci, c’erano delle dicerie, c’erano dei rumors, molti dei quali anche maliziosamente arrivavano da ex membri della maggioranza? Sapevate che stavamo cercando di fugare queste voci? Lo sapevate, perché abbiamo mandato lettere a tutti. Non posso credere che una classe dirigente così esperta non potesse sapere. l Consigliere Privitera è stato più volte a parlare con il Presidente, che comunque è stato impeccabile, perché ha fatto quello che poteva fare, e ha parlato con più esponenti e dell’Amministrazione, e della maggioranza e della Giunta. E oggi ci svegliamo – dopo che comunque la mozione è stata protocollata da tempo – e mi volete far credere che non è stato preparato questo Consiglio da parte della maggioranza? Mi volete far credere che non avete letto i punti all’ordine del giorno? Io non ci credo. Ci svegliamo e diciamo, va bene, prendiamo altre dodici ore, aspettiamo, chiamiamo, vediamo. Non posso credere che ci sia un dilettantismo del genere. Oppure c’è stata proprio una sottovalutazione del problema, perché non abbiamo chiesto una fattura. Qua si tratta – da quello che ho capito – di oltre un milione di euro di contributi e non può essere una fattura. Saranno centinaia di fatture. Non posso credere che non se ne trovi neanche una. Non posso credere che servano otto mesi per trovare una fattura.
Io credo che o c’è qualcosa che non voglio scoprire, perché non compete a me, neanche
come Consigliere comunale, oppure c’è una estrema disorganizzazione di tutti gli Uffici,perché non ci posso credere. Io ancora non ho capito chi ha usufruito di questi corsi, nomi e cognomi, per andarli a conoscere, cosa ha imparato
. Incubatore di imprese, quale impresa è partita. Vorrei andarle a vedere. Perché magari riesco anche, visto che era un contributo europeo passato tramite la Regione Lazio, potrei pure imparare io qualcosa umanamente. E io mi trovo, quindi, a non avere una risposta ufficiale dall’Amministrazione, perché o non si trovano le carte o il dirigente ha avuto un problema oppure ha avuto una storta quel giorno oppure ci servono i centottanta giorni, oppure c’è la sentenza della Cassazione.

Sono scuse. Se vogliamo partire, partiamo da subito. Se non vogliamo partire, fatecelo sapere che dovremo prendere altri sistemi. Mi dispiace. Questa è l’estrema ratio che abbiamo noi. Però come facciamo a fare politica nel momento in cui ci viene interdetto il ruolo? Specialmente poi dalla parte in cui c’è un partito (Italia dei Valori) che su queste battaglie è tosto. Perché c’è un silenzio assoluto.
Vorremmo sapere se si riesce a cavare un ragno dal buco entro stasera, se no un altro
giorno dopo mesi ci sembra una presa in giro. Perché il Consigliere Gulisano me lo ricordo sulla mozione sull’omofobia ci disse: “è da settimane che è protocollata, si vota oggi o non si vota”. E ce lo fece pensare. Questa è ben più grave. Questa è una cosa ben più grave della mozione sull’omofobia. Se vogliamo snaturare il Consiglio comunale, snaturiamolo. Sono contrario. Non posso fare altro che comunque ringraziare gli Uffici per i tentativi fatti – perché comunque mi rendo anche conto che sia difficile reperire la documentazione – ma qualcosa deve essere senza dubbio andato storto. Quindi aspetto delucidazioni e le aspetto il più presto possibile, perché sinceramente io nonostante viva a Frascati, non ho mai sentito
parlare del progetto Res Nova fin quando non sono diventato Consigliere e qualcuno ha
cominciato a darmi dei segnali: vai là, vedi che ci sta, vedi che succede. A me non
interessa. Sarei contento se arrivasse una luce che fugasse tutti i dubbi, perché quello che si dice a Frascati, lo sappiamo tutti e non fa onore né a noi, né a voi, né a quelli che c’erano prima, né a quelli che ci saranno dopo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Conte. Ne ha facoltà. Consigliere Conte, a me risultano due interventi o sbaglio io? Ho sbagliato io a scrivere?

CONSIGLIERE CONTE. Infatti, uno.

PRESIDENTE. Uno?

CONSIGLIERE CONTE. Sì, quello l’avevo rinviato prima.

PRESIDENTE. Già, è vero. Cinque minuti a sua disposizione.

CONSIGLIERE CONTE. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, io voglio precisare
innanzitutto al Consigliere Posa che la richiesta di questa Commissione è il frutto finale, è l’epilogo di tutta una serie di atti, di tutta una serie di atti sfavorevoli – se vogliamo dargli questo termine – perché l’abbiamo visto. Il Consigliere Gori aveva chiesto le carte, non gli sono state date. Noi abbiamo chiesto copia...
(Interruzione del Consigliere Posa).

Su questo chiaramente non sono io che devo rispondere a questa domanda. Abbiamo avuto
difficoltà, mi chiedo io, ma possibile che un Consigliere comunale deve attendere che
venga il titolare dell’Ufficio per poter ottenere le carte? Questo neanche è giusto. Perché in un Ufficio c’è il capufficio e c’è il vice responsabile. Questo a partire dal più alto dirigente, c’è il responsabile, ma quando va in ferie o va in malattia, c’è chi lo sostituisce in maniera direi identica dal punto di vista amministrativo. Quindi non è una buona giustificazione il fatto di aver ritardato l’accesso agli atti che il dottor Bonomo si sia ammalato. Ma io respingo al mittente questa cosa! Qui c’è stata una mancanza di tempestività. Attenzione, questa è una cosa gravissima, una mancanza di tempestività che corrisponde alla mancanza di rispetto nei confronti dei Consiglieri di minoranza. Questa è una cosa inaccettabile! Non posso, Consigliere Posa, ad un certo punto sentirmi dire, come un pannicello caldo, rimandiamo a domani. Ma se le carte non ci sono state fatte vedere in sette mesi, vorrei capire come ce la facciano vedere entro ventiquattr’ore. Evidentemente lei ha un potere talmente forte – e di questo non le posso che fare i complimenti – perché lei ci dice che in neanche ventiquattr’ore riuscirà a farci avere...
(Interruzione del Consigliere Posa).

No, io sto dicendo solamente questo, perché chiaramente lei pur di farci ritirare questa mozione, che non ritireremo mai, chiaramente…

(Interruzione del Consigliere Posa).

La Commissione, benissimo, noi la proponiamo. Stasera la votiamo. O l’accettate o non
l’accettate. Tempo scaduto, per quanto ci riguarda. Perché non possiamo ancora una volta tornare e farci dire per l’ennesima volta no. Quindi mi dispiace, questa sera si vota e noi voteremo a favore, voi contro – non lo so – mi auguro a favore, chiaramente, in un segno di grande intelligenza democratica.
Io respingo al mittente le insinuazioni, le circolarità. Io i giornali li compro a Roma. Vede, io mi sento anche profondamente offeso anche nel lavoro che ho fatto fino a qualche mese fa. Mi ritengo una persona intelligente, un modesto ufficiale dei Carabinieri. Un modesto, per quanto l’ho fatto. Sono una persona normale, rientro nella norma. Ora, è chiaro che nel momento in cui con quel briciolo di competenza che ho per quanto riguarda il diritto amministrativo e quelle poche cose che so, che ho appreso negli anni, ad un certo punto mi rendo conto che di fatto questi atti ci vengono negati. Negati in maniera più o meno evidenti. Per alcuni aspetti negati in maniera concreta, per altri con un atteggiamento dilatorio, quasi come un atteggiamento da un muro di gomma. A quel punto, è chiaro che il legittimo sospetto viene che ci sia qualcosa che non va.
La Commissione che noi chiediamo – e lo ribadisco – serve solamente a fugare questi dubbi e a consentire a noi di avere gli atti che abbiamo richiesto questa volta ad horas. Mi dispiace, non ci sono retropensieri, non ci sono giornalai suggeritori, ci siamo capiti bene.
Né mi piace questo atteggiamento da tritacarne, come per dire se entriamo nel tritacarne, ci entriamo tutti quanti.
Io ho una grande stima di lei, talmente tanta che ho prima detto al collega Mirko Fiasco, al bravissimo e giovane ed entusiasta collega Mirko Fiasco: dobbiamo imparare a fare politica dal Consigliere Posa. Quindi di questo mi è testimone. Ora, però, mi dispiace quando poi lei mi ha accusato in passato di qualche scivolamento d’ala qualche volta, mi consenta, credo che questa sera un certo scivolamento c’è stato anche da parte sua.

(Interruzione del Consigliere Posa: “Ma no…”).

Eh no. E ribadisco, non ci sono retropensieri. Non ci sono tritacarne.

PRESIDENTE. Conte, però, la prego...

CONSIGLIERE CONTE. No, io devo rispondere, mi deve consentire di rispondere a
delle sottili e dialetticamente intelligenti metafore, che con la mia modesta intelligenza le ho prese al volo. Comunque, va bene, chiudiamo qui il discorso.
Quindi, ripeto, tanto per chiudere, come diceva Totò, è la somma che fa il totale. Il totale è questo, il totale è che è necessaria questa Commissione per consentire a tutti quanti di fare chiarezza definitivamente. Probabilmente dopo tanti anni di voci che si sono rincorse, non solo nella maggioranza, ma anche nell’opposizione e viceversa, su questa mitica Res Nova.
Quindi a questo punto noi vi chiediamo di metterci un punto. Facciamo questa benedetta Commissione, dopodiché saremo tutti quanti più sereni e più tranquilli.

PRESIDENTE. Io starei attento a fare nomi, visto che il dirigente, dottor Renato Bonomo, non è in Aula, quindi eviterei apprezzamenti a favore, a sfavore, proprio perché non è in Aula. Lo dico in modo chiaro, nell’interesse del Consiglio comunale. Evitiamo apprezzamenti positivi e negativi nei confronti del dottor Bonomo, in quanto lo stesso non è in Aula. Questo è un consiglio che do a tutto il Consiglio comunale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Posa. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE POSA. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, io ho ascoltato molto
attentamente e spero che il Consigliere Conte mi presti la stessa attenzione con la quale ho seguito lui.
Io penso che su questo argomento qualsiasi cosa, per esempio, il sottoscritto o altri
vogliano dire – ecco quando io parlo di retropensiero – si vede sempre l’attività dialettica od altro di quello che uno vuol dire. Lei sa che io appartengo ad una maggioranza, sono fedele a questa maggioranza e ho votato fino adesso sempre fedelmente a questa maggioranza. Mi permetto di segnalare – scusate – come voi avete fatto riunioni di minoranza – e qui chiamo il mio Sindaco, il mio amico Stefano Di Tommaso a dire com’è andata la nostra riunione maggioranza – io ero per la Commissione. Posso dirlo, Sindaco? Le può confermarlo, Presidente? Io voglio svelare questo, lo voglio dire con estrema sincerità. Ci sono persone qui presenti che possono dire come io ho detto precisamente che bisogna andare ad una Commissione. Ma lo dico in funzione di una serie di questioni che,
con ondate sempre successive su questo argomento, vengono tirate fuori. Siccome viene da lontano questo argomento, ho detto una per tutte andiamo a vedere cosa c’è in Res Nova.Come se qualcuno – per esempio, il sottoscritto – su questo sa tutto di tutto, posso garantirle che forse saprò molto meno di lei, che già ha affondato le mani nella parziale documentazione che le è stata data. Ed ero, e sono, fermamente convinto che una Commissione ci può anche essere e io l’ho presa con molta correttezza e senso civico questa Commissione. Presidente Ciuffa, lei mi può confermare questo?
Ma non lo dico per qualche cosa, perché in questo momento si sta facendo – scusi,
Consigliere Gori – un’opera di qualsiasi cosa io dico – e vorrei che ascoltasse l’amico Gori – ogni cosa si dice da parte del Consigliere Peduto, allora lei nel 2000 tal dei tali, ogni cosa che dice Posa a difendere assolutamente Res Nova o meno. Io ribadisco il fatto che la Commissione è utile, se, però, viene meno il retro pensiero. Perché dai vostri interventi – Gori, non ce l’ho con lei, per favore – proprio questa sera è uscita, invece, non la necessità di andare ad approfondire, la necessità di sbattere il mostro in prima pagina su qualcosa
che evidentemente già nella diceria c’era. Permettete, ne avete parlato, voglio dirlo anch’io su queste questioni. Su queste questioni voglio essere estremamente chiaro, perché io invece sono fermamente convinto che mentre in alcuni di voi c’è un garantismo e la voglia comunque di affrontare questo argomento per poi chiuderlo – come si chiuderà, non si sa, deciderete voi, decideranno altri – invece in qualcuno c’è un retropensiero studiato da tempo – e, secondo me, non c’è nella gran parte dei Consiglieri comunali – perché con pervicacia è un argomento che è andato di moda e va di moda.
Io rimango di questa mia opinione. Lungi da me fare minacce, Consigliere Gori, lei può dormire con me su tremila cuscini, per un motivo solo. Perché non è da parte mia il metodo se non il confronto politico-amministrativo. Tutto il resto non appartiene a questa Città, alle Istituzioni e tantomeno al dibattito e al confronto pubblico. Tutto il resto se le assumono ben altre persone, che con la politica evidentemente non hanno nulla a che vedere.
Quando io ho detto due cose, forse non si è voluto capire e adesso le ribadisco. Quando io ho detto che ci sono due questioni, una di comportamento, una di contenuti. Perché non si è voluto capire quello che ho detto? Allora, anche qui il retropensiero. E adesso lo ribadisco. Se noi pensiamo che con una Commissione – e faremo una Commissione come avevo pensato bene di suggerirla anche alla maggioranza, vero? – adesso andiamo al dunque. Noi facciamo la Commissione, si stabilisce se uno, due, ics (va bene, non va bene, va tutto male), però rimane in piedi il comportamento di un dirigente che non viene affrontato in questa Commissione. Perché verranno esaminati gli atti, ma guarda caso i documenti richiesti verranno sicuramente portati. Il comportamento, giusto o non giusto, di un dipendente – chiunque esso sia – viene scavalcato. Io ho chiesto due cose e adesso ve le ribadisco. E le ho segnate qui, perché altrimenti il retropensiero ce l’ho io, molto forte. Anzi, l’abbiamo noi tutti uniti su alcune questioni. Io ho chiesto due questioni. La prima. Che venga un confronto sul comportamento del dipendente funzionario, dirigente che ha negato l’accesso agli atti e ho detto due questioni.
Una di essere garantista e una di essere solidale con i Consiglieri comunali che hanno avuto questo torto. Io voglio sapere quando questo incontro ad horas si farà. Ho affermato questo? Questo è importante.

La seconda questione. Io ho detto che sono per la Commissione, cosa che vi è sfuggita, ma ve lo ripeto. Oppure forse qualcuno non ha voluto capire quello che dicevo, perché è già andato alle conclusioni. Forse già, secondo me, pur non avendo avuto gli atti, è andato alle conclusioni. Cosa molto strana. Consigliere Conte, vista la sua professione, se non sono stati dati atti, già qualcuno però è andato a definire: questo non va, eccetera, e cose varie.
Io voglio, ribadisco questa mia esigenza, e non sono quello che ha potere, il vero potere da anni lei lo esercita. Lei lo sa meglio di noi. Già essere stato candidato in una Città importante come Frascati è sinonimo di forza, è sinonimo – veramente, mi creda – di sostegno da parte di palazzi importanti forse più di questo in questa Città. Mi permetta, non è una lusinga, ma una constatazione vera.
Detto questo, io voglio sapere, come ha chiesto il Consigliere Peduto, chi sul
comportamento – giusto o ingiusto, corretto o non corretto – di un nostro dipendente
comunale si può esprimere. Perché può darsi – uno, due, ics – che abbiano ragione i
Consiglieri, che forse c’è stato uno scontro caratteriale. Terzo, hanno torto i Consiglieri.
Uno, due, ics, non si scappa. Noi vogliamo sapere se un domani questi comportamenti
possono ripetersi.
La seconda questione. Io sono convinto che se non sono stati dati gli atti a voi, le cose sono due; o gli atti non ci sono o gli atti ci sono. Siccome io sono convinto che gli atti ci siano, non è una questione di potere, ma è una questione di correttezza. O glielo dice un Consigliere comunale che si chiama Franco Posa o il Sindaco o altri, questi atti devono essere messi a disposizione.Mi permetta, Consigliere Conte, non è molto bello dire che, come un prestigiatore, escono gli atti. Può darsi che gli atti, nonostante le nostre pressioni, gli atti escano fra novanta giorni, centoventi. Io sto dicendo che gli atti esistono o non esistono. Secondo noi, gli atti esistono assolutamente. E devono uscire.
Chiedo una questione e poi passo alla Commissione. Lei ha visto che il nome del
capogruppo del Partito Democratico alla fine non c’è su due lettere importanti...

(Interruzione del Consigliere Privitera: “Una, nell’altro sì”).

Però, se me le ha mandate, c’è. Perché questo nelle varie Commissioni di Affari
Istituzionali, di capigruppo non è mai uscito come argomento così forte? Se ne è parlato con il Presidente, con il Sindaco, eccetera, ma io penso che questo faceva parte di una regolare attività dei Consiglieri comunali.

(Interruzione del Consigliere Conte: “Speravamo che uscisse”).

Mi scusi, speravamo che vuol dire? Lei fa passare i mesi, eccetera. Comunque, io penso che in Commissione Affari Istituzionali il comportamento di un dipendente, nel bene o nel male, deve uscire fuori. Nella Commissione capigruppo anche questo deve uscire fuori oppure evidentemente si è preferita una via di minoranza – comprensibile – di Consiglieri comunali che sono andati avanti.
Sulla Commissione, io sono fermamente convinto – e lo dico, così non giochiamo – che,
come ho ribadito venerdì, quando abbiamo fatto la riunione di maggioranza, io sono per una Commissione. Però questa sera, per esempio il Consigliere D’Orazio dice Privitera Presidente, poi comunque i manifesti, mi pare che già si antepongono le questioni. Qual è la Commissione che deve esserci? Va istituita? È la Commissione Affari Istituzionali? Capigruppo? Commercio? Io sto facendo una domanda, così dopo valuteremo anche questo.

(Interruzione del Consigliere Privitera: “Articolo 14 del Regolamento che prevede che si istituisce una Commissione ex novo”).

Ah, ecco, adesso ho più chiaro tutto. Noi invece pensavamo…

(Interruzione del Consigliere Conte).

Benissimo, allora già ci sono le conclusioni. Va bene. Dobbiamo affrontare il contenuto? Il contenuto com’è, è già stato studiato, è fallato, è legittimo o no? E allora una delle Commissioni esistenti può affrontare questa questione o no?

(Interruzione del Consigliere Gori).

Ecco, volevamo sapere questo.

PRESIDENTE. Io, per chi non lo conosce, vorrei dirvi quello che dice l’articolo 14. Anzi, il Segretario riassume il contenuto dell’articolo 14 del Regolamento comunale.
Ha chiesto di intervenire il Segretario Generale, dottor Barone. Ne ha facoltà.

SEGRETARIO GENERALE. Grazie Presidente. Io mi riservo successivamente in questa
Sede o in un’altra sede – ma forse è meglio farlo in questa Sede – per dare un contributo al Consiglio comunale su quello che dice la legge a proposito del rilascio delle copie ai Consiglieri comunali. Rispondo al Consigliere Peduto, che mi ha tirato in ballo e indirettamente al Consigliere Posa.
Partiamo dalla normativa. Il diritto dei Consiglieri comunali è regolamentato dall’articolo 43 del Testo Unico, che dice semplicemente che c’è un diritto per l’esercizio delle proprie funzioni, il diritto al rilascio delle copie al Consigliere comunale. La legge madre che sta su tutte, è una legge sulla trasparenza e sulla semplificazione. Due belle parole, trasparenza e semplificazione. L’ordinamento prima e la giurisprudenza poi, soprattutto ha preso una china particolarmente favorevole all’esercizio del diritto del Consigliere comunale, dopo
una sentenza del Consiglio di Stato che cito – Sezione V n. 5020 del 28 settembre,
preceduta da una sentenza della Cassazione civile III Sezione n. 8480, 1995 ribadita, da ultimo, Tar Lombardia, Milano, Sezione I n. 17 del 12 gennaio 2010 – questa giurisprudenza costante attribuisce al Consigliere comunale un potere quasi assoluto nell’esercizio dell’accesso – quindi visione degli atti – e dell’estrazione delle copie, limitando questo suo potere unicamente al previo accesso agli atti e individuazione degli atti che vuole estrarre. Il legislatore ha tentato di contemperare questo potere assoluto che incontra pochissimi limiti – ne dico uno su tutti, la privacy – rispetto all’esercizio della funzione degli Uffici. Perché è molto facile – questo è un altro limite – che il Consigliere di minoranza chiede di tutto e di più e blocca l’azione amministrativa dell’ente, del dirigente, del funzionario. Questo è detto, è ribadito in una direttiva che io stesso ersonalmente, a proposito di una interrogazione del Consigliere Iodice, mandai a tutti i
dirigenti di questo Ufficio nel 2008.
Ribadisco che non c’è nessuna distonia tra quello che prevedeva, e prevede attualmente, lo Statuto comunale e il tenore della norma, perché lo Statuto, quantunque legge primaria nel territorio comunale, soggiace comunque all’imperativo della legge, che attribuisce responsabilmente al gestore – cioè al dirigente – che è tenuto alla tenuta e alla conservazione degli atti e alla gestione degli stessi, la responsabilità non solo della tenuta e della custodia, ma anche del rilascio.
La funzione del Segretario Generale in questo Comune, come in tutti gli altri Comuni, è quella – e io questa la esercito, incontrando questo grosso limite – della competenza del dirigente piena ed esclusiva, alla quale nessuno, né il Segretario, né il Sindaco, né il Direttore Generale, che ha pur nei suoi confronti un potere disciplinare, cioè quello di rilevare la inadempienza, nessuno può obbligare il dirigente a fare una valutazione diversa rispetto a quella, seppur cautelare, che io ho ritenuto di fare nel 2007.
Detto questo, sullo specifico tema del quale si discute, ritengo che sia emersa la questione.Una valutazione del dirigente, più o meno difforme – ma questo non lo devo valutare né io,lo valuterà forse il Consiglio comunale o forse qualche altro – che ritiene, e lo ha dichiarato in una nota, che ha letto prima il Consigliere Privitera, che dice che ha esercitato il diritto di accesso in data, questi atti sono a tua disposizione, vieni a prenderli. Il Consigliere si ritiene, a torto o a ragione, soddisfatto o insoddisfatto, interloquisce esclusivamente con il dirigente. Il dado in questa situazione è tratto. La Commissione che farà? Certo, rientra nei poteri del Consiglio comunale andare ad individuare se c’è o non c’è nella duplice veste (soggettiva e oggettiva), è stato rispettato o non è stato rispettato il
diritto dei Consiglieri previsto e tutelato dall’articolo 43 della n. 241 e da varia e copiosa giurisprudenza, uno. Come si fa a rimuoverlo, se si può rimuoverlo. Due, l’azione eventuale nei confronti del dirigente. Se ha omesso o non ha omesso.
Stiamo a parlare unicamente – e questo ribadisco che è fondamentale, lo dico a qualche Consigliere di opposizione con il quale qualche tempo fa mi sono intrattenuto – io da un sommario esame di queste valutazioni espresse in Consiglio comunale, di qualche lettera, non c’è un grave comportamento omissivo del dirigente, perché il dirigente, anche se nei tempi dilatatori, non si configura nei suoi confronti un reato penale. Ho sentito parlare a voce alta. Questi comportamenti valgono in sedi appropriate, che sono quelle del Tar.
Della giurisprudenza del Tar, del Consiglio di Stato o del ricorso straordinario del
Consiglio di Stato. Le copiose sentenze dei vari Comuni italiani – da Milano ultimo, a Brescia, al Tar Catania e quant’altro – sono la dimostrazione di quello che dico io. Sono la dimostrazione. Non c’è un comportamento, si può rilevare un’eventuale – ma da dimostrare – negligenza, ma non c’è un dolo, una colpa grave. Questa è una cosa
gravissima che non si può affermare.
Per cui, ritornando alla richiesta iniziale, dopo aver fatto questa precisazione, c’è una proposta, il Consigliere Posa si è dichiarato disponibile, io penso, richiamando alla memoria dei vecchi Consiglieri comunali una Commissione che era partita come Commissione d’inchiesta, di indagine conoscitiva, eccetera – mi riferisco al caso Fondi qualche tempo fa – fu affrontata in maniera devo dire signorile e garbata nella Commissione Affari Istituzionali, dove si sono analizzate, proprio per la tipicità, per la particolarità della vicenda, se non ricordo male, in quella situazione c’era la presenza di tutti i capigruppo, forse si aprì pure a qualche Consigliere...

(Interruzione del Sindaco).

Sì, non è un problema. Forse allargata da qualche Consigliere, dove si valuta con molta serenità e oggettività la vicenda che è venuta fuori. Che è quella – ripeto – atti, non atti, hai preso, hai dato. Questi sono gli atti e si valuta nel merito, quindi sull’oggetto e anche sull’eventuale comportamento, ove si volesse arrivare a quest’altra soluzione.
Credo di avere in qualche maniera risposto alle vostre – più che risposto – dato un
contributo positivo chiarificatore.

PRESIDENTE. Ringrazio il Segretario Generale, dottor Barone, per il contributo che ha
dato per dipanare questo tipo di problematica.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Fiasco. Ne ha facoltà.

CONSIGLIERE FIASCO. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sarò molto breve,
anche perché sto notando che si sta andando un pochettino fuori tema e si sta perdendo il senso della responsabilità politica.
Mi preme sottolineare e ringraziarla, Presidente, perché debbo riconoscerle che lei ha fatto un operato veramente super partes, si è interessato su questa situazione Res Nova che ha preso a cuore. Questo lo riconosco pubblicamente, Presidente, per ciò che ha fatto.
Volevo un attimino ricollegarmi agli interventi del Consigliere Posa e del Consigliere Peduto. A riguardo soprattutto di quanto detto dal Consigliere Peduto, il quale ha detto che in passato ha visionato i documenti, quindi deduco che, in base a ciò che ha detto il Consigliere Peduto, dovrebbe essere tutto quanto in maniera regolare, e questo non può che farmi piacere.
In merito all’intervento del Consigliere Posa, vede, Consigliere Posa, io concordo con lei, in quanto l’ho sempre definita, in senso positivo, un animale politico. Allo stesso tempo, però, mi vanto anche che, come lei, provengo dalla politica di strada, da una politica di colla e manifesti. Ovviamente il ruolo istituzionale pone anche delle responsabilità. Quindi se uno avesse voluto cavalcare o mettere in maniera negativa l’operato di un’Amministrazione, penso, per chi come me, proveniente da colla e manifesti, sarebbe stato facilissimo tappezzare la Città di Frascati. Cosa che non ho fatto, proprio per il senso di responsabilità che abbiamo – ma tutta la minoranza – per un problema come questo di Res Nova. Problema, ribadisco, politico che abbiamo chiesto delle semplici spiegazioni riguardanti uno sviluppo imprese, dove molte imprese della Città di Frascati sono all’oscuro. Quindi nulla di male.
Per quanto riguarda la posizione, se c’è bisogno di una sospensione, ognuno nel gruppo si consiglia su come agire, io resto fermamente convinto che la battaglia debba essere politica e non debba prendere altre vie. Però, deduco anche che sia importante una Commissione di accertamento, dove si valuta in maniera civile, in maniera – come ha detto bene il Segretario poc’anzi – signorile e si prosegue nella battaglia politica. Però non c’è, caro collega Posa, nessuna voglia di alimentare ulteriori polemiche su una tematica così seria e così delicata.
Molte volte mi trovo in posizioni diverse anche dentro il mio partito con il collega Conte,però questa volta voglio essere propenso e solidale con il collega Conte, in quanto la sua battuta: io non prendo giornali a Roma, di qua, di là, perché penso che il collega Conte si sia comportato in maniera encomiabile sul discorso Res Nova. Perché, ribadisco, se avessimo voluto cavalcare o fare demagogia, il giorno, usciti dove eravamo presenti il sottoscritto, il collega Conte e il collega Privitera, saremmo potuti uscire tranquillamente qui da Palazzo Marconi, andare ad una tipografia, far tappezzare la Città di manifesti e quindi sarebbe stato tutto più facile. Invece, caro collega Posa, abbiamo avuto il senso della responsabilità, il senso dell’Istituzione. Perché comunque qui dentro rappresentiamo la popolazione di Frascati. Questo è un principio al quale nessuno di noi deve derogare.

PRESIDENTE. Io direi “animale politico” ad un signore che ha fatto il Sindaco per dieci anni, sì, forse lei l’ha fatto nell’enfasi, in senso positivo, però io vorrei correggerlo agli atti, in modo che fosse chiara qual era la sua intenzione.

CONSIGLIERE FIASCO. In modo che rimanga agli atti, il senso della definizione
“animale politico” era in senso positivo, il quale affermava anche Aristotele nel
Classicismo…

PRESIDENTE. L’avevo capito e quindi mi premeva metterlo agli atti, perché parliamo
sempre di un signore che ha fatto il Sindaco per dieci anni in questa Città. Io sapevo che il suo “animale politico” era in senso positivo, non in senso spregiativo, altrimenti l’avrei fermata.
Ha chiesto di intervenire, sull’ordine dei lavori, il Consigliere Gori. Ne ha facoltà.

CONSIGLIERE GORI. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, bene anche un tavolo in
tal senso per trovare una soluzione politica, perché come giustamente detto il collega Fiasco, arrivare in Aula e discutere del problema, era proprio per dare un ruolo alla politica e non fare altri tipi di interventi.
Quindi per noi va bene. La richiesta può essere quella di discutere un attimo una
Conferenza dei Capigruppo alla presenza anche del signor Sindaco, alla presenza anche
cortesemente del Segretario Generale per trovare una soluzione alla tematica. Anche
perché giustamente – come rilevava il collega Posa – sono due tematiche diverse. Una è relativamente alla vicenda, in senso anche positivo – non negativo – Res Nova, l’altra è sulla cosa ben più importante, per quanto mi riguarda, dell’accesso agli atti. Anche perché personalmente – lo dico agli atti – non condivido ’interpretazione in tal senso data dal Segretario Generale, perché il nostro Statuto è ben chiaro e ritengo che non sia contra legem, ma, anzi, sia un approfondimento della legge. Ma su questo io proporrò in una Commissione Affari Istituzionali di porre un quesito al Ministero degli Interni, al Ministero della Funzione Pubblica nel quale ci risponda su chi sia la competenza, così tagliamo la testa al toro e il problema – sempre toro politico ovviamente – quindi da questo
punto di vista si risolve anche il problema.
Riconosco al Segretario che già all’epoca avemmo questo problema con le municipalizzate – non so se si ricorda, Segretario – lei scrisse alle municipalizzate, però ritengo che lo Statuto dia le competenze ben specifiche. Quindi i dirigenti che fanno riferimento ad interpretazioni su sentenze o su cose, non tengono in considerazione che lo Statuto su questo è molto chiaro.
(Interruzione del Consigliere Conte: “Demanda al Segretario comunale”).
Qui c’è scritto: “Ogni Consigliere comunale ha diritto di ottenere dal Segretario e dalla direzione copia di atti e documenti che risultino necessari”.

(Interruzione del Segretario Generale).

Ma non è contro la legge. Noi la pensiamo così.

(Interruzione del Consigliere Conte: “Io lo so, perché lui si riferisce al responsabile del procedimento amministrativo”).

No, non c’entra nulla, non è un procedimento amministrativo. Qui c’è scritto chiaramente,la nostra legge comunale dice chi è il soggetto che deve dare le copie dei documenti. Poi devono interferire il Segretario con i responsabili del procedimento amministrativo. Ma io, Consigliere – e me lo dice lo Statuto – non devo parlare con il dirigente. Lo Statuto dice che io devo chiedere al Segretario la copia dei documenti. Il Segretario dopo parla con il dirigente, parla con il Direttore, parla con chi vuole, ma la procedura è questa.
Su questa storia non vogliamo andare oltre, ma faremo delle interpretazioni e dal Ministero arriverà una interpretazione per vedere se è corretta la nostra interpretazione o quella che dà il Segretario. Così una volta per tutte staremo tutti più tranquilli. Noi, lei, e il dirigente.

(Interruzione del Segretario Generale: “Io sono tranquillo”).

No, tranquilli sull’interpretazione, ci mancherebbe altro.
SEGRETARIO GENERALE. Tra l’altro, Consigliere Gori, il Consiglio comunale
esattamente sette anni dopo quello Statuto, con delibera n. 93, quando approva il
Regolamento sull’accesso agli atti, attribuisce totalmente la responsabilità gestionale del procedimento al dirigente.

(Interruzione del Consigliere Conte: “Non sono d’accordo, per noi è diverso”).

CONSIGLIERE GORI. Ma non dei dirigenti, l’accesso agli atti degli altri, non dei
Consiglieri. Non prevede per i Consiglieri.

PRESIDENTE. Consigliere Gori...

CONSIGLIERE GORI. No, li c’è un aspetto particolare. Lei ha ragione, ma quello è su
tutti i cittadini, non è sui Consiglieri. C’è una differenza ben diversa. Quello che dice lei, è su tutti i cittadini che debbono fare la richiesta al responsabile del procedimento amministrativo. Noi siamo Consiglieri, è diverso discorso.
Faccio una proposta, andiamo in Conferenza dei Capigruppo e lavoriamo su questo.

(Interruzione del Consigliere Peduto).

Affari Istituzionali. Facciamo un quesito al Ministero, mi sembra che sia la cosa più
semplice. Mandiamo lo Statuto, il Regolamento dell’accesso agli atti al Ministero, ci
facciamo mandare...

PRESIDENTE. Ritorniamo all’ordine e parlate uno alla volta, perché non ne usciamo.
Consigliere Gori, se lei ha finito, se no qua diventa una cagnara e non ci capiamo.

CONSIGLIERE GORI. Ma infatti parliamone in Commissione.

PRESIDENTE. Io ancora non ho notizie su quale strumento di Commissione volete usare.
Ditemelo voi. Sospendo la Seduta per dieci minuti – spero che siano sufficienti – per una Conferenza dei Capigruppo.

La Seduta viene sospesa alle ore 22.10.

La Seduta riprende alle ore 22.57.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PIETRO CIUFFA


Il Presidente invita il Segretario Generale, dottor Senzio Barone, a procedere all’appello
nominale dei Consiglieri.
Sono presenti 15 Consiglieri.
La Seduta è valida.

PRESIDENTE. Io riprenderei i lavori, dando la parola ad un Consigliere di maggioranza e a un Consigliere di minoranza.

(Interruzione del Consigliere Gori).

È un augurio che le faccio con tutto il cuore, nella speranza che qualche volta possa
succedere.

(Interruzione del Consigliere Gori).

Meno male che stemperiamo un po’, anche perché la stanchezza ormai credo che ci abbia...

(Interruzione del Sindaco).

Io darei la parola ad un rappresentante della maggioranza e ad un rappresentante della minoranza per stringere i tempi, se è consentito, ma facendo sempre in modo che qualsiasi Consigliere possa dire la sua opinione. Quindi vorrei sentire le proposte da entrambe le parti. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gori. Ne ha facoltà.

CONSIGLIERE GORI. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, brevemente, la proposta
fatta da parte della minoranza all’interno della Conferenza dei Capigruppo può essere
riassunta sinteticamente in due parole e, se serve, possiamo anche trascrivere un veloce ordine del giorno.
Abbiamo proposto di differire alla Commissione Affari Istituzionali il trattamento tematica relativa al procedimento Res Nova e al procedimento dell’accesso agli atti da parte dei Consiglieri comunali. Dove il Consiglio comunale attribuisce i poteri previsti dall’articolo 14 del Regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale alla Commissione Affari Istituzionali esclusivamente per il trattamento delle due tematiche.
Quindi quando la Commissione Affari Istituzionali si riunisce per il trattamento della tematica Res Nova e per la tematica accesso agli atti da parte dei Consiglieri, lo può fare con la forza, i poteri dell’articolo 14.
Questa è la proposta che la minoranza ha fatto alla maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Posa. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE POSA. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, per noi sta bene questa
soluzione e all’interno della Commissione Affari Istituzionali ci sarà quanto ha detto il Consigliere Gori e verranno determinati i tempi e i modi di sviluppo dei lavori della stessa Commissione.
Da parte nostra ci auguriamo che i tempi siano celeri, in modo da garantire e permettere una definizione su tutto questo, evitando retropensieri – come ho detto, mi si permettano –per garantire una soluzione del problema stesso. Pertanto demandiamo alla Commissione Affari Istituzionali, con la precisazione che ha fatto il Consigliere Gori dell’articolo 14, dando al Presidente della Commissione stessa la possibilità di una prima riunione per stabilire un ruolino di marcia da convenire tutti insieme.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gori. Ne ha facoltà.

CONSIGLIERE GORI. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, una puntualizzazione.
Credo che sia il caso, proprio per levare ogni tipo di dubbio, che l’invito della riunione sia esteso a tutti i colleghi Consiglieri comunali, con diritto ovviamente di parola all’interno della Commissione, proprio per fare la cosa in maniera più trasparente, più aperta possibile. Quindi credo che potrebbe essere una soluzione, laddove i colleghi non commissari volessero partecipare...

(Interruzione del Consigliere Conte: “Senza diritto di voto”
).

Ovviamente, ma non c’è voto su una Commissione del genere. Proprio per far sì che sia
consentita la partecipazione a chi vuole, insomma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Posa. Ne ha facoltà.

CONSIGLIERE POSA. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, noi faremo la
Commissione Affari Istituzionali. Perché altrimenti è un’altra cosa.
Mi dispiace, cerchiamo di comprenderci. Dato che abbiamo in ogni Commissione persone
perbene e competenti, ci fidiamo dei rappresentanti della Commissione Affari Istituzionali.

PRESIDENTE. Visto che non vi è da formalizzare nulla, in quanto il Segretario ha
verbalizzato queste vostre richieste, prima di mettere in votazione questa proposta, voglio avvisare il Consiglio comunale che entro il 9 marzo è mia intenzione fare un altro Consiglio comunale per altri argomenti. Naturalmente faremo una Conferenza dei
Capigruppo. Sicuramente sarà verso il 9 marzo, però prima di fissare questa data,
naturalmente faremo una Conferenza dei Capigruppo.

(Interruzione del Consigliere Gori: “L’8 marzo sono impegnato”).

L’8? No, noi lo faremo il 9. La Festa delle donne. Quindi andremo prima a festeggiare con le donne, poi faremo il Consiglio comunale.
Pongo in votazione, palese per alzata di mano, la proposta congiunta della maggioranza e della minoranza.

(Il Consiglio approva all’unanimità)




Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gori. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE GORI. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ovviamente prevediamo
il ritiro della precedente mozione Perché credo che formalmente sia corretto anche
annunciare da parte nostra, dopo l’approvazione all’unanimità di questo ordine del giorno
– chiamiamolo così – ritiriamo la mozione che avevamo presentato.
Consiglio comunale di Frascati
23 febbraio 2010
Digitech di Matteo Bruno
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