IO L' HO FATTO PRESENTE ALL'ASSESSORE ALLA VIABILITA'
A Via Vittorio Veneto predisporre il parcheggio delle auto " a spina di pesce " consentirebbe il recupero dello spazio occorrente ad almeno una decina di stalli da destinare al parcheggio gratuito. Al tempo stesso si eviterebbe il fenomeno di che parcheggia lasciandosi un buon metro di distanza dalla macchina che precede e da quella che segue.
Lo stesso dicasi per Via Alberico II, la strada che dal viale di Villa Torlonia conduce a Largo Mamilio. Trattandosi di strade a senso unico la carreggiata dedicata alla percorrenza veicolare è più che sufficiente. Questo consentirebbe un minimo sollievo alla carenza di stalli, avendo presente che buona parte di Via Vittorio Veneto è
" sequestrata " dai pendolari fruitori del servizio ferroviario.
Io ho segnalato la cosa nella speranza di una attenzione all' ipotesi e confidando in una sensibilità maggiore di quella
dell' ASSESSORE al DEGRADO URBANO.
http://www.youreporter.it/video_A_ITACSARF_ci_abbiamo_anche_l_ASSESSORE_al_DEGRADO_URBANO
Anche perchè i parcheggi sono pochi e poi ci abbiamo anche ssi campioni ..... pè nun fasse manca propo gniente !
Anche perchè i parcheggi sono pochi e poi ci abbiamo anche ssi campioni ..... pè nun fasse manca propo gniente !
http://www.vigileamico.it/cdv/f013.php
Domanda
Gentile Vigile Amico,la mia famiglia ha una casa di vacanza in un paese delle Marche, nel centro abitato e a soli 50 metri dal lungomare. Da qualche anno la strada su cui sorge la casa è diventata a doppio senso di marcia e su un lato è consentita la sosta. La larghezza complessiva della carreggiata è di metri 6,80 di cui 2,00 impegnati per la sosta. Da una vostra precedente risposta leggo che la larghezza minima di ciascuna corsia di marcia dovrebbe essere di metri 2,75, quindi nel nostro caso queste misure minime mi sembra non siano rispettate. Mi conferma che è così? E come posso ottenere che venga ripristinato il senso unico che vi era fino a pochi anni fa? Può fornirmi gli estremi della legge e dell'articolo che impone quelle misure minime? Vi ringrazio e invio i miei più cordiali saluti. Grazie
Risposta
In effetti, non è prevista da alcuna norma una larghezza minima della carreggiata per le strade a doppio senso di circolazione ma è l'ente proprietario della strada, competente alla regolamentazione della circolazione, che, sulla base dell'interesse pubblico, e a seguito di attenta valutazione di alcuni elementi che caratterizzano la circolazione (l'intensità del traffico, la necessità di garantire un doppio senso di marcia, al posto di un senso unico, la presenza di utenti deboli della strada, ciclisti e pendoni, in numero rilevante o meno, decide, appunto, la modalità di regolamentazione della circolazione su ciascuna strada (se a senso unico o a doppio senso di marcia). Esiste, però, come evidenziato da chi pone il quesito, un limite minimo di larghezza delle corsie di marcia. Infatti, a norma dell'articolo 140, regolamento di esecuzione del c.d.s., la larghezza delle corsie, deve essere scelta tra i moduli 2,75 m - 3 m - 3,25 m - 3,5 m - 3,75 m, riducibili a 2,5 m negli attestamenti delle intersezioni urbane (purché la corsia non sia percorsa dal trasporto pubblico o dal traffico pesante). Inoltre, il decreto ministeriale 5 novembre 2001, concernente "Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade" prevede: " Una larghezza minima della corsia di marcia di mt 3,50 " Una larghezza del marciapiede non inferiore a mt. 1,50
Sulla base di tali elementi, è possibile richiedere all'ente proprietario della strada che riveda le proprie valutazioni, magari esponendo ai cittadini residenti nella via interessata i motivi d interesse pubblico che hanno portato alla decisione di modificare il senso di marcia, e ascoltando, eventualmente, i consigli, i problemi e le difficoltà che coloro che ivi vi abitano possono esporre per permettere all'ente proprietario della strada di assumere la decisione migliore a tutela del pubblico interesse.
dott. MASSAVELLI Marco
Agosto 2010
Sulla base di tali elementi, è possibile richiedere all'ente proprietario della strada che riveda le proprie valutazioni, magari esponendo ai cittadini residenti nella via interessata i motivi d interesse pubblico che hanno portato alla decisione di modificare il senso di marcia, e ascoltando, eventualmente, i consigli, i problemi e le difficoltà che coloro che ivi vi abitano possono esporre per permettere all'ente proprietario della strada di assumere la decisione migliore a tutela del pubblico interesse.
dott. MASSAVELLI Marco
Agosto 2010
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