MA ANTONIO MARIA RINALDI SULLE MULTE AFFERMA
" NESSUNO HA PAGATO UN CENT "
Francia, Moscovici: «Sforare il 3% si può, in casi eccezionali. L’Italia ha avuto molta flessibilità»
ai tempi dei sudditi voluti da Giorgio Napolitano
Michel Sapin, il ministro delle Finanze, ha annunciato mercoledì che il deficit francese si attesterà nel 2014 al 4,4% del Pil, un dato superiore dello 0,2% rispetto a quello dello scorso anno e molto più alto di quanto previsto (intorno al 3,8 per cento).
Nei 10 anni trascorsi tra il 2008 e il 2017, la Francia ha sforato la soglia del 3% del deficit nove volte: solo lo scorso anno, il disavanzo di bilancio è sceso al 2,6%. Nel 2009, Bruxelles ha aperto una procedura d’infrazione, ma per Parigi non è stato un grosso problema. E così appena è stata archiviata – all’inizio della scorsa estate – il presidente francese, Emmanuel Macron ha annunciato un maxi taglio delle tasse da oltre 24 miliardi di euro: un’operazione fiscale finanziata a debito che spingerà il deficit al 2,8%. Un choc che dovrebbe rilanciare l’occupazione e l’economia del Paese.
IN QUESTA EUROPA c'è chi fa' COME JE PARRA'
Fasi della procedura di infrazione
La Commissione individua possibili violazioni del diritto dell’UE sulla base delle proprie indagini o di denunce da parte di cittadini, imprese e altre parti interessate.
Procedura formale
Se il paese dell'UE interessato non ha comunicato le misure che recepiscono completamente le disposizioni delle direttive o non rettifica la presunta violazione del diritto dell’UE, la Commissione può avviare una procedura formale di infrazione. La procedura si articola in più tappe stabilite nei trattati dell’UE, ciascuna delle quali si conclude con una decisione formale:
- la Commissione invia una lettera di costituzione in mora con cui richiede ulteriori informazioni al paese in questione, che dovrà inviare una risposta dettagliata entro un termine preciso, in genere due mesi.
- Se la Commissione giunge alla conclusione che il paese è venuto meno ai propri obblighi a norma del diritto dell’UE, può inviare un parere motivato, vale a dire una richiesta formale di conformarsi al diritto dell’Unione in cui spiega perché ritiene che il paese violi il diritto dell’UE. La Commissione chiede inoltre al paese interessato di comunicarle le misure adottate entro un termine preciso, in genere due mesi.
- Se il paese continua a non conformarsi alla legislazione, la Commissione può decidere di deferirlo alla Corte di giustizia. La maggior parte dei casi viene risolta prima di essere sottoposta alla Corte.
- Se un paese dell'UE non comunica le misure che attuano le disposizioni di una direttiva in tempo utile, la Commissione può chiedere alla Corte di imporre sanzioni.
- Se la Corte ritiene che il paese in questione abbia violato il diritto dell’Unione, le autorità nazionali devono adottare misure per conformarsi alle disposizioni della sentenza della Corte.
Mancato rispetto di una decisione della Corte
Se, nonostante la sentenza della Corte di giustizia, il paese continua a non rettificare la situazione, la Commissione può deferirlo dinanzi alla Corte.
Sanzioni pecuniarie
Quando un paese viene deferito alla Corte di giustizia per la seconda volta, la Commissione propone che la Corte imponga sanzioni pecuniarie, che possono consistere in una somma forfettaria e/o in pagamenti giornalieri.
Le sanzioni sono calcolate tenendo conto di vari elementi:
- l’importanza delle norme violate e gli effetti della violazione sugli interessi generali e particolari
- il periodo in cui il diritto dell’Unione non è stato applicato
- la capacità del paese di pagare, con l'intento di assicurare che le sanzioni abbiano un effetto deterrente.
L’importo proposto dalla Commissione può essere modificato dalla Corte nella sentenza.
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