RICONDURRE IN MANI ITALIANE IL NOSTRO DEBITO E' POSSIBILE
Prometeia ha elaborato uno studio che scompone il debito pubblico di alcuni paesi dell’Eurozona, ovvero Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e, appunto, Italia dal dicembre 2004 al giugno 2018 e scrive quanto segue :
" In termini di PIL, stiamo parlando dell’80% circa (60% in termini di debito complessivo), suddiviso tra il 53% in mano a operatori italiani e il 27% in mano a operatori esteri. Rispetto al triennio 2013-2015 la quota di debito italiano in mano al mercato è leggermente calato, soprattutto per una contrazione legata agli investitori esteri e a un aumento di acquisizione del debito soprattutto da parte della Banca d’Italia. "
Così scriveva il Sole 24 Ore il 26 novembre 2018, rielaborando dati rilasciati da Banca d' Italia :
" Oggi si contano quasi 1.200 miliardi di euro parcheggiati in banca, uno stock che - sempre negli ultimi dieci anni - è cresciuto quasi del 75 per cento. "
Tutto ciò premesso, e rammentando quanto scrissi in merito circa il falso bersaglio costituito dal rapporto debito/pil, il vero problema è di duplice natura :
1 ) l'ammontare del debito ( 2.373 miliardi di euro ) che è il generatore degli interessi, o come dicono gli akkulturati il
" servizio del debito ", che toglie risorse agli investimenti
2) l'identità dei possessori di questo debito.
IL POSSIBILE RICATTO
Dice il Prof. Mario BALDASSARRI che il 70% del DEBITO è in mani italiane - e i numeri più o meno confermano.
Dice il Prof. Antonio Maria RINALDI, oggi eurodeputato, che la crisi del nostro debito fu generata dalla vendita di 7 miliardi di euro da parte di DEUTSCHE BANK. Lo ha ribadito il 18 giugno 2019 nel corso della trasmissione #CARTABIANCA
Spiace che l' unico a non saperlo fosse Alberto FORCHIELLI cui facilito il compito informativo.
DEUTSCHE BANK affonda l' Italia
L'inchiesta che ha riaperto le polemiche
Ecco la vera storia dell' operazione condotta nel 2011 dal colosso di Francoforte sui titoli di stato italiani che fece gridare alla fuga degli investitori internazionali dal " rischio Italia ". Ora però emerge un'altra verità: quando l'istituto annunciò di aver venduto gran parte dei BTP in realtà li stava già ricomprando. La procura di Milano indaga.
DEUTSCHE BANK affonda l' Italia
L'inchiesta che ha riaperto le polemiche
Ecco la vera storia dell' operazione condotta nel 2011 dal colosso di Francoforte sui titoli di stato italiani che fece gridare alla fuga degli investitori internazionali dal " rischio Italia ". Ora però emerge un'altra verità: quando l'istituto annunciò di aver venduto gran parte dei BTP in realtà li stava già ricomprando. La procura di Milano indaga.
" Ovvero: ecco come la più grande banca tedesca ha speculato al ribasso sui titoli di stato del nostro paese, proprio mentre Roma rischiava di precipitare in una tragedia greca."
" Il 26 luglio 2011, infatti, la maggiore banca tedesca pubblica i dati aziendali del secondo trimestre. Una tabella mostra che, tra la fine del 2010 e il 30 giugno 2011, l’esposizione di Deutsche Bank al rischio Italia si è quasi azzerata "
A questi novelli " SOROS FRIENDS ", capaci di affossare finanziariamente uno STATO SOVRANO - che tale tuttavia non è stato sotto i governi voluti dal GRANDE TRADITORE - sarebbe possibile contrapporre dei freni e tagliare loro le unghie solo a volerlo. Ovvero evitare il ricatto compiuto in combutta con le Società di Rating.
Occorre in primis disporre aste di collocamento riservate agli operatori italiani e, separatamente, aste riservate ad operatori esteri; dove " operatore italiano " sta nella titolarità finale delle società e non già nella italianità della sede italiana di una banca o di una finanziaria estera. Ovvero diteci da chi prende ordini la Società X o il FONDO Y
Secundis occorre un attento monitoraggio delle operazioni allo scoperto, ovvero le vendite senza il materiale possesso di titoli ma utilizzando quelli avuti in prestito da altri operatori che, a mio avviso, andrebbero vietate in ordine al DEBITO SOVRANO.
TERTIUM ed in considerazione del fatto che in QUESTA EUROPA , da riformare in una NUOVA EUROPA , solo 19 Stati hanno adottato l'euro e pertanto girano ben 9 diverse valute, occorre procedere non alla emissione di MINI BOT bensì alla SOSTITUZIONE di parte del debito già esistente in MINI BTP CARTACEI di piccolo taglio. Non è vietato da nessuna legge o accordo contrariamente ai deficit di bilancio ( di cui la FRANZA se e frega da circa 9 anni ) o ai surplus commerciali di cui da sempre se ne frega la GERMANIA
La finalità e le modalità di emissione dei MINI BTP SOSTITUTIVI le ho già spiegate in un precedente articolo editato il 1° maggio del corrente anno e che troverete a fondo pagina. Una loro accorta gestione, unitamente a quanto segue nelle righe successive, faciliterebbe la riappropriazione in mani italiane del debito.
Un ultimo suggerimento vorrei darlo in ordine agli importi offerti in asta, vista la dichiarazione da Londra del Ministro TRIA : " a fronte di 6 miliardi di titoli in asta abbiamo ricevuto offerte per 24 miliardi. Il debito italiano è appetibile. " BENE !
Le aste dovrebbero essere a importo di assegnazione minimo annunciato, ma ad assegnazione ad libitum dell' emittente. Il che non dovrebbe essere un invito a spendere, bensì un chiaro messaggio al mercato : " abbassa le pretese sul tasso di remunerazione ...... il prossimo mese potresti rimanere all' asciutto ! " Ovvio che se all'ultima asta il TESORO avesse collocato 12 miliardi anzichè 6, alla prossima asta il collocamento sarebbe inferiore se non addirittura ..... inesistente !
https://www.facebook.com/592015390956949/videos/872367883107551/
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