NON CURARE L'AMIGDALA A ITACSARF FAVORISCE IL MORAL HAZARD A ZAGAROLO
Diciamocelo tranquillamente : chi di noi non ha commesso qualche marachella giovanile ?
Il furto è il primo di queste marachelle; si comincia con qualche caramella o con il barattolo della marmellata dopo aver osservato dove la mamma o la nonna erano use riporle; una volta, spostando un tavolo, vidi cadere una coriandolata di cartine che avvolgevano le caramelle : erano i residui del bottino della mia nipotina.
Io stesso a 12/13 anni d'età, per giocare al flipper, alleggerii per molto tempo il salvadanaio dove mio padre era uso riporre le monete delle 500 lire d'argento; è da quella nocciolina, che fa parte del sistema limbico ed è un agglomerato di nuclei nervosi che ha sede nella parte più interna di entrambi i lobi temporali del cervello, che mi veniva quell'ansia e quella emozione d'essere prima o poi scoperto.
Tutto cessò il giorno in cui mio padre mostrò quel gioelletto ad alcuni suoi colleghi : delle lamelle scendevano ad occluderne la fessura da dove introduceva le monete; " da qui è impossibile farle uscire ! " sentenziò.
Io continuai nei prelievi aprendolo con un cacciavite al posto della chiave : beata e ingegnosa gioventù nonostante una rigida educazione all' onesta !
Deve essere capitato così anche ai tanti amministratori della cosa pubblica; fatto un magheggio, magari dopo averne visti altri fatti dai superiori, hanno pensato che il pericolo d'essere scoperti fosse talmente esigui che l'arbitraggio benefici/costi era talmente conveniente da correre allegramente il rischio.
Quando poi avranno udito in qualche assise, diversa dall' incontro amicale di mio padre con i colleghi, che " non siamo qui per accertare responsabilità del passato..... noi guardiamo avanti " avranno avuto la conferma che si trattava di un gioco a costo pressochè prossimo allo ZERO; tanto valeva replicarlo anche altrove.
Da qualche parte ho letto : " L’amigdala assomiglia ad una mandorla e ricopre diverse funzioni: gioca un ruolo importante nella formazione e nella memorizzazione dei ricordi associati a eventi emotivi, elabora le nostre emozioni e le reazioni istintuali di base. E’ nell’amigdala che si fissa il ricordo di eventi dolori, shoccanti o tramatici. Questa ghiandola è implicata nelle reazioni di eccitazione, paura, allarme ed aggressività oltre ad avere un ruolo nei processi decisionali e motivazionali. "
Mi chiedo : ma se i mariuoli a seguito delle loro azioni non hanno ricordi dolorosi e negativi quali emozioni potrà causar loro l' amigdala ?
Il nostro cervello è una struttura complessa responsabile di tutto ciò che facciamo, pensiamo e sentiamo. In questo articolo per comprende i disturbi di ansia, gli attacchi di panico, le fobie e traumi emotivi è necessario che mi soffermi sul funzionamento di una particolare struttura encefalica, dalle dimissioni piccole e curiose: l’amigdala. Fa parte del sistema limbico ed è un agglomerato di nuclei nervosi che ha sede nella parte più interna di entrambi i lobi temporali del cervello.
L’amigdala assomiglia ad una mandorla e ricopre diverse funzioni: gioca un ruolo importante nella formazione e nella memorizzazione dei ricordi associati a eventi emotivi, elabora le nostre emozioni e le reazioni istintuali di base. E’ nell’amigdala che si fissa il ricordo di eventi dolori, shoccanti o tramatici. Questa ghiandola è implicata nelle reazioni di eccitazione, paura, allarme ed aggressività oltre ad avere un ruolo nei processi decisionali e motivazionali.
L’amigdala è un questa piccola porzione del nostro encefalo dove sono conservate tutte le nostre emozioni. Una delle sue funzioni principali è aiutarci a riconoscere le potenziali minacce alla nostra sopravvivenza. Quando intercetta uno stimolo o evento potenzialmente pericoloso per noi induce il nostro corpo ad attivare un meccanismo di difesa chiamato “attacco-fuga”. Ne consegue quindi una reazione fisiologica di allarme: aumento della frequenza cardiaca, del ritmo della respirazione e tutte le reazioni associare all’ansia ed agli attacchi di panico.
L’amigdala valuta l’intensità emotiva delle situazioni e delle esperienze che viviamo ripetutamente; tali esperienze vanno poi a sedimentarsi in essa sotto forma di “memorie emotive”.
E' situata in prossimità dell'ippocampo, un struttura ricurva anch'essa coinvolta nella formazione dei ricordi e delle nostre tracce mnesitche delle nostre esperienze di vita più significative.
Mentre nell'ippocampo, zona cerebrale di cui l'amigdala fa parte, si occupa di memoria dichiarativa al contrario l''amigdala tratta la memoria autobiografia. Ciò significa che l'ippocampo elabora ricordi sterili delle nostre esperienza (ricordi oggettivi, consci e spogliatati di significato emotivo) da inviare alle varie aree della corteccia (es. temporale) affinché vengano immagazzinate nella memoria a lungo. L''amigdala invece elabora le sensazioni e le emozioni relative a quei particolari eventi vissuti.
L'amigdala creare un ricordo inconscio delle emozioni e dei sentimenti provati in una determinata situazione. Questi ricordi possono essere rievocati e rivissuti facendoci ri-sperimentare nuovamente nel qui-e-ira le stesse sensazioni a livello “fisico” dell'esperienza passata.
La peculiarità nell'amigdala è la formazione di tracce di memoria implicita, o inconscia, a partire dalla componente emotiva delle esperienze che facciamo. E' qui che sono depositati i traumi infantili e i momenti di sofferenza vissuti nel passato, incluse le nostre paure, fobie ed ansie. Elabora le nostre emozioni negative (paura, tristezza, ansia e rabbia), le sensazioni di pericolo, le emozioni positive (come felicità, piacere, eccitazione). Si attiva a fronte di stimoli ambientali, analizzando le espressioni del volto delle persone con cui ci relazioniamo e risponde anche agli stimoli interni (pensieri e preoccupazioni).
Per i maschi, lo sviluppo strutturale dell' amigdala avviene per un periodo di tempo più lungo, mentre le femmine raggiungono il pieno potenziale di crescita 2 anni prima. E’ più grande negli adulti maschi rispetto alle femmine.
Qual è il ruolo dell’amigdala nei disturbi d’ansia e negli attacchi di panico?
L'ansia, gli attacchi di panico e le reazioni da sindrome da stress post traumatico si verificano quando l’amigdala interpreta come emotivamente stressanti e pericolosi alcuni specifici stimoli. Di seguito metterò in relazione l’amigdala con le reazioni fisiologiche tipiche degli attacchi di ansia e di panico.
Innanzitutto va specifico che quando si soffre di ansia e di attacchi di panico non significa che vi sia un difetto nel funzionante dell’amigdala, o di altra zona cerebrale, ma che di fronte ad alcuni stimoli, verso i quali siamo diventati ipersensibili, si attiva una reazione di allarme esagerata.
Ansia e Attacchi Panico sono la conseguenza della seguente reazione a catena:
Tutto ciò accade perché l'amigdala vuole garantirci l’incolumità fisica. Si tratta di processi neurologici, psicologici e fisiologici specificamente progettati per difenderci o tenerci lontano dai pericoli. Tuttavia quando si reagisce in modo esagerato e troppo di frequente possiamo parlare di meccanismo “mal tarato” che si configura come disturbo d'ansia.
Sebbene l'amigdala sia responsabile di innescare questi sintomi il motivo per il quale sia cosi ipersensibile a credenze irrazionali e ricordi negativi non è ancora stato chiarito completamente. Ci sono 3 teorie sul perché alcune persone soffrano di attacchi ansia e attacchi di panico più di altre:
La linea di fondo è che seppur l’amigdala giochi un ruolo fondamentale nel indurre ansia e panico non sia l'unica responsabile di tali disturbi psicologici. Molto dipende dalle predisposizioni personali e dalle esperienze di vita che creano i ricordi a cui l'amigdala può reagire in tal modo.
L'amigdala è una parte “reattiva”, non pensante” del nostro cervello; il suo ruolo non è quello di capire perché abbiamo paura ma di avvisarci se ci troviamo di fronte a situazioni che potrebbero essere pericolose in base alle nostre tracce di memoria. E’ possibile addestrare l’amigdala a rimodulare la sua spiccata reattività attraverso alcune strategie terapeutiche come la desensibilizzazione sistematica, l'esposizione graduale e ripetuta ai trigger ansiogeni in condizioni controllate. Molti studi evidenziano l’impatto positivo, e in tempi brevi, prodotto dall’ipnosi. La psicoterapia ipnotica permette di rielaborare il materiale inconscio, ovvero ricordi traumatici o di situazioni temute in una condizione di trance naturale associata ad uno stato di calma fisica e mentale.
Non può essere addestrata facendo leva sul pensiero razionale e cosciente essendo un ghiandola che funziona su base emotiva; ecco perché alcune psicoterapie possono avere un impatto limitato rispetto ad altre che agiscono a livello emozionale profondo.
Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.
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