A WALL STREET ANCORA SI GIOCA ! In EUROPA PURE !
MF Dow Jones 23.11 11:26 - SOTTO LA LENTE: nuovi rischi in arrivo per le banche
ROMA (MF-DJ)--Nonostante i recenti tentativi volti a rendere le banche piu' stabili, i principali istituti finanziari al mondo stanno sperimentando un insolito fenomeno: parte dei loro bilanci sta diventando piu' rischiosa.
Il problema, spiegano gli analisti, risiede nella recente tendenza a fare ricorso ad investimenti a breve termine, che potrebbe trasformarsi in un'arma a doppio taglio nel caso in cui i tassi di interesse dovessero salire improvvisamente o nel caso in cui i mercati finanziari dovessero improvvisamente bloccarsi. Una ricerca condotta da Moody's mostra che l'indebitamento medio delle banche commerciali statunitensi quest'anno e' sceso a 3,8 anni, mentre nel 2006 era di 5,8 anni e nel 2002 addirittura di 7,8 anni. Tali banche matureranno 2.000 miliardi di dollari di debiti entro il 2015, ma circa tre quarti di tale cifra maturera' entro la fine del 2012.
"Le Autorita' finanziarie hanno condotto gli stress test sugli asset, ma hanno fatto poco per ridurre il rischio associato alle passivita' delle banche", spiega Mike Mayo, analista di Calyon. Una delle ragioni alla base della riduzione dei tempi del debito risiede nel fatto che le banche hanno deciso di trarre vantaggio dalla bolla del credito per vendere piu' debito a breve termine. Ma anche le Autorita' hanno contribuito a questo fenomeno attraverso i programmi di garanzie statali a sostegno della liquidita'. Negli Usa, ad esempio, e' stato lanciato il programma Temporary Liquidity Guarantee Program, avviato durante la crisi per facilitare la raccolta di fondi. Il programma ha permesso alle banche di vendere circa 600 miliardi di dollari di debito garantito dal Governo con scadenza nel 2012.
Naturalmente i tassi di interesse sembrano destinati a restare bassi a lungo, rendendo il rifinanziamento piuttosto facile per le banche. Ma anche in un periodo di stabilita' dei tassi di interesse potrebbero nascere problemi. Le Autorita' finanziarie potrebbero fare pressione sulle banche perche' allunghino i tempi del credito. Secondo Mayo l'utilizzo di prestiti di piu' lungo termine, che sono naturalmente piu' costosi, potrebbe ridurre i futuri utili delle banche. Ma questo sarebbe lo scenario migliore. Potrebbe andare peggio nel caso in cui i tassi di interesse dovessero salire rapidamente. Finirebbero, infatti, per far salire il costo dell'indebitamento a breve e rendere allo stesso tempo piu' difficile la vendita di bond di piu' lungo termine. E tutto il denaro a basso costo venuto fuori durante la crisi finirebbe per diventare molto piu' costoso. cs
(END) Dow Jones Newswires
Grecia sull'orlo della bancarotta
titoli di stato greci stanno perdendo terreno da una settimana portando in alto il differenziale con i bund tedeschi e facendo salire il timore che gli investitori stranieri possano decidere di portare i loro soldi in luoghi più sicuri.
Lo spread arrivato a ben 170 punti base, il punto più elevato dallo scorso 14 luglio, una voragine per il Tesoro (NYSE: TSO - notizie) greco costretto a pagare un sovrapprezzo per non rischiare di avere le aste deserte.
Il problema è che il deficit per il 2009 è salito al 12,7%, il più elevato dell'Unione europea dopo quello irlandese.
La Commissione europea ha aperto una procedura di deficit eccessivo. Senza contare che l'esposizione delle banche di Francia, Germania e Italia nei confronti della Grecia ammontava a giugno, secondo dati della Bri, a 122 miliardi di dollari.
Anche l'Ocse ha lanciato l'allarme sulla tenuta dei conti pubblici mentre l'ufficio statistico greco ha annunciato il calo del Pil dello 0,3% nel terzo trimestre, un segnale in controtendenza rispetto a quasi tutti gli altri paesi che cautamente stanno risalendo la china.
Al giro di boa la seduta di Piazza Affari si tinge di rosso. Milano, dopo un avvio che aveva fatto ben sperare, ritraccia, confermandosi così come il mercato più debole di Eurolandia con ribassi superiori al punto percentuale.
Segnali negativi arrivano dai futures a stelle e strisce che registrano frazionali ribassi, lasciando prospettare un avvio all'insegna delle vendite per il mercato azionario statunitense.
Sul fronte valutario frena l'euro contro il dollaro: il cross euro/dollaro viaggia a 1,4875, registrando un ribasso dello 0,25%, vicino ai minimi intraday.
In calo anche il cross euro/yen che viaggia a 132,18, registrando un ribasso dello 0,32% dopo che la Banca Centrale del Giappone ha confermato i tassi di interesse allo 0,1% rispecchiando perfettamente le attese del mercato.
Prezzi alla produzione tedeschi invariati per il mese di ottobre rispetto al mese precedente, quando il calo era stato dello -0.5% su mese. Le aspettative erano per una crescita di 0.2 punti percentuali ad ottobre, ma la crescita è stata zero. Su base annua si conferma il livello precedente registrato di settembre con l'indice a -7.6%.
lunedì 23 novembre 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento