lunedì 25 gennaio 2010

Il 10% PREOCCUPA PECHINO

Una crescita che rischia di creare problemi allarma il governo cinese.
Shangai

Nell'anno post crisi storica, la Cina si presenta con un PIL in crescita dell'8,7% . In realtà l'incremento del PIL dell'ultimo trimestre 2009 è stato pari al 10,5% mentre nel solo mese di dicembre 2009 è cresciuto del 10,7%. Percentuali sconosciute negli Stati Uniti, addirittura siderali se rapportate all'EUROPA. Il Fondo Monetario Internazionale ci consegna gli ultimi dati e l'outlook per il futuro prossimo, aggiungendovi il convincimento che nell'arco di 10 anni la CINA supererà il PIL degli Stati Uniti d'America.

Gross domestic product, current prices U.S. dollars Billions


USA 2009/14,266.201 2010/14,704.207 2011/15,326.881

Cina 2009/4,757.743 2010/5,263.327 2011/5,843.569

Jap 2009/5,048.634 2010/5,187.464 2011/5,267.138

Il FMI è la massima entità bancaria mondiale. Ciò non è stato sufficiente, in passato, a preservarlo da colossali topiche.


Potrebbe sembrare una festa, ma il governo cinese è corso subito ai ripari.

Il primo provvedimento è stato il freno posto agli incentivi per la seconda abitazione; quindi è stata reintrodotta l'imposta di registro sulle seconde abitazioni. E' di metà gennaio l'innalzamento della riserva obbligatoria di 0,5 punti imposta alle banche e l'introduzione di maggiori vincoli di garanzia nella concessione dei finanziamenti. Questo l'FMI non lo aveva previsto.

In effetti il governo del Dragone teme fortemente una bolla speculativa sul mercato immobiliare e, nel momento in cui il credito concesso dalle banche giunge al 25% del PIL nazionale, tira il freno a mano.

Per avere un termine di paragone dirò che l'ABI ( Associazione Bancaria Italiana ) ha giorni fa cifrato a 1.550 miliardi di euro il credito concesso dalle nostre banche. Siamo circa al 90% del PIL !

I piani quinquennali cinesi, daltronde, cifrano la crescita del PIL annuo a valori fra il 5% ed il 7%.

Scetticismo anche fra gli economisti. Con una crescita futura dell'occidente intorno al 2% negli USA, allo 0,8% in area euro ( forse all'1% in Italia), non si vede come potrebbe trovare sfogo un'economia improntata essenzialmente all'export.

Una crescita annua del 10% ed oltre spaventa innanzi tutto i cinesi per i riflessi inflazionistici correlati alla stessa. Posto che la recente crescita dell'inflazione all'1,9% è stata per il 93% imputata ai generi alimentari, e quindi sofferta dai livelli economicamente più poveri della popolazione ( 1,308 mld di anime), assunto che modificare i profili economici dell'economia comporta tempi nnon brevi, il Governo Cinese non ha esitato a rompere gli indugi.

Il problema del figlio unico.

In Cina è assente un sistema pensionistico statale. Il sostentamento degli anziani è stato millenariamente a carico del familismo.
La politica del figlio unico rigidamente seguita nel triennio 84/86, tesa ad evitare una esplosione demografica, è ancora vigente per il 35% della popolazione residente nelle ormai invivibili aree urbane. Il 52% per cento della restante popolazione è indirizzata al coefficente di 1,5 figli per coppia, con intervallo di 4 anni fra il primo ed il secondo figlio. Solo le minoranze hanno un obiettivo più lasco. Il problema è tuttavia aperto e di attualità.

Dai 5,9 figli per coppia degli anni 70 ( quando Mao lanciò la costruzione del socialismo ) l'obiettivo è sceso a 1,9. A questo punto ci si chiede chi sosterrà gli anziani fra 20/30 anni.

A questo il FMI non aveva pensato...... HU Jintao e WEN Jiabao si

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