MATTEO RENZI : "O RIFORME O ME NE VADO "
Recita un proverbio egizio :
" L' UOMO TEME IL TEMPO, IL TEMPO TEME LE PIRAMIDI "
Il tempo è la forza di Matteo Renzi, ma potrebbe essere il suo limite. Ovvero basta rallentarlo, per insinuare il sospetto che sia come gli altri; magari messo lì dagli altri per dare un'illusione di rinnovamento. Come quei partiti che cambiano la figurina affinchè nulla cambi : versione parlamentare del GATTOPARDO siciliano.
Ormai è chiaro a tutti, e da tutti condiviso, che il BICAMERALISMO PERFETTO è una palla al piede che ci sta affossando. Quei tempi lunghi nella modernizzazione del paese vedono nelle lungaggini legislative il primo, ma non il solo nodo da recidere. C'è poi la burocrazia, la corruzione, i danni compiuti da BASSANINI e dalla Sinistra con la revisione del TITOLO QUINTO della Costituzione fatta nel 2005. E come RENZI ha messo in campo la road map delle riforme i mandarini hanno iniziato ad agitarsi. Certo, non si può chiedere ai tacchini - senatori di fare Natale anche in Aprile, ma neppure si può chiedere al paese di farsi ancora carico di certi privilegi. Ecco quindi che spuntano i problemi; ecco quindi che lo sport nazionale è diventato il cimentarsi nello stoppare la riforma del Senato. A dire il vero non tutti gli enunciati convincono. Il Senato costa 540 milioni l'anno; di questi, a braccio , solo 80 milioni vanno in retribuzione dei senatori. Sostituirli con inquilini gratuiti, quindi, non è che sia un gran sollievo per le casse dello Stato se poi si lascia la pletora degli strapagati burocrati al loro posto. Come ammesso dallo stesso Premier, si tratta di un segnale, una mossa demagogica se pur importante. Ma quando sento poi il Sen. Gasbarra, L'ex Presidente della Provincia di Roma al tempo dello scandalo dei
RIMBORSI D'ORO
parlare di aree metropolitane, autorities di bacino e quant'altro, dove trasferire il circo provinciale e senatoriale, allora capisco che si sta cercando una degna poltrona per i politici trombati e senza più una poltrona.
Oggi la stampa scrive molto sul caso.
Vengono istituite nove città metropolitane (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria) sulla base di criteri interamente politici.
Per le ragioni di cui sopra, il testo approvato al Senato genera pochi risparmi. Né dipendenti né funzioni delle ex province scompaiono e, di conseguenza, non scompaiono neanche i costi relativi, la stragrande maggioranza delle spese di questo livello di governo.
Il finanziamento degli organi istituzionali è una partita di circa 110 milioni secondo gli ultimi dati disponibili. Non verrà azzerata dati i costi dei nuovi organi delle città metropolitane.
Ho parlato di questo al telefono con il Sen. Gian Marco Centinaio ( Lega Nord ) e spero nel prosieguo in altri punti di vista.
Breve intervista telefonica al Senatore Centinaio (LEGA NORD ) sugli argomento all'ordine del giorno