2
febbraio 2017
Lettera aperta
al Comitato
“EQUI DIRITTI”
Gentili
Cittadini,
quale Sindaco pro tempore di Grottaferrata, ho seguito
la delicata e complessa problematica scaturita anche dalla nota della Procura
della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, pervenuta ai Comuni del
comprensorio nel novembre 2015 ed in cui, tra l’altro, si sollecitavano i
Sindaci alla perentoria definizione dei procedimenti interessati da sentenze
penali di condanna, per abusi edilizi, passate in giudicato.
Trascorsi molti mesi,
oltre un anno, dall’avvio delle procedure formali richieste ai Sindaci dalla
Procura, e concluso anzitempo il mio mandato elettivo (17 ottobre 2016), ho
continuato a mantenermi informato sull’argomento, grazie anche ai buoni
rapporti intessuti con Voi ed i Vostri Rappresentanti, in particolare con la
Dott.ssa Cristina MILANI.
Nei giorni
scorsi ho letto la proposta che il Comitato ha inviato ai Gruppi politici e
civici del Consiglio regionale del Lazio, affinché modifichino la legislazione
regionale sul recupero dei nuclei edilizi spontanei. Ho visto altresì che il
Comitato, sempre attivo ed attento alla vicenda, continua ad incontrare Amministratori
ed esponenti politici ai vari livelli istituzionali.
Ho letto anche
la lettera che l’XI Comunità Montana “Castelli Romani e Prenestini”, insieme ad
alcuni Sindaci, nel novembre 2016 ha inviato al Presidente della Regione Lazio,
all’Assessore regionale all’Urbanistica ed al Presidente del Consiglio
regionale, chiedendo un incontro e l’apertura di un “tavolo tecnico” per
affrontare congiuntamente la problematica e valutare le possibili soluzioni.
La materia, come
dicevo, è al tempo stesso complessa e delicata, poiché riguarda un bene
primario quale la casa ed è scontato immaginare le drammatiche conseguenze che,
in molti casi, deriverebbero dalla demolizione degli immobili edificati
abusivamente, in una congiuntura socio-economica già di per sé fortemente critica.
Sia chiaro, come
ho più volte sottolineato, che il principio di legalità, nella sua piena
accezione, non è e non sarà mai in discussione. Un immobile abusivamente
edificato resta una violazione di legge, quali che siano le ragioni all’origine
dell’abuso, incluse le necessità di una prima abitazione. Tuttavia, è
impossibile non pensare ai risvolti, sociali oltre che economici, che
comporterebbero le demolizioni tout court
delle case realizzate in contrasto con le norme vigenti.
Per questo,
evitando facili demagogie od inutile retorica, avverto l’esigenza di rendere
pubbliche alcune mie riflessioni sull’argomento, come peraltro ho già fatto più
volte da Sindaco, con l’augurio che esse possano risultare utili ad una reale e
soddisfacente soluzione del problema. Non intendo sollevare ulteriori
allarmismi, bensì ricordare che la Politica, fermo restando il rispetto delle
norme, ha il dovere, e sin qui non mi risulta l’abbia fatto appieno, di tenere
conto di tutte le implicazioni ed individuare le possibili soluzioni alla
problematica.
Relativamente
alla lettera prodotta alla Regione Lazio dalla Comunità Montana ed al documento
di sintesi allegato, rilevo che la lettera, a prescindere dai contenuti, è
stata firmata solo dai Sindaci dei Comuni di Rocca Priora, Rocca di Papa, Monte
Porzio Catone e Colonna, rispetto ai 30 Comuni su cui la Procura è
territorialmente competente (il Sindaco di Rocca Priora, peraltro, ha apposto
doppia firma essendo anche Presidente della Comunità Montana); tra le altre, spicca
l’assenza del Sindaco di Velletri, Presidente dell’ANCI regionale, Ente che, a
mio avviso, non può esimersi dall’assumere una posizione sulla vicenda,
auspicabilmente a sostegno dei Comuni interessati e dei Cittadini coinvolti.
Rilevo questo
poiché ad inizio settembre 2016, durante una riunione dei Sindaci presso la
Comunità Montana, quale Sindaco di Grottaferrata avevo rappresentato il mio
contributo di pensiero, che sostanzialmente si articolava in 3 punti:
1)
sottoporre
il documento ai 30 Comuni del comprensorio della Procura di Velletri, chiedendo
di sottoscriverlo, per rafforzarne peso e possibilità di incidenza;
2)
interessare
l’ANCI regionale, presieduta dal Sindaco di Velletri e chiederne il sostegno,
inclusa la firma in calce al documento e l’interessamento dell’ANCI nazionale;
3)
integrare
il documento con la richiesta, al Presidente della Regione Lazio, affinché;
-
da
solo/di concerto con altri Presidenti di Regione, chieda la discussione della
tematica nei lavori della Conferenza Stato-Regioni, consesso che ha le
competenze per confrontarsi col Governo anche in funzione dell’approvazione, da
parte del Parlamento, di modifiche/integrazioni alla vigente normativa in
materia di abusivismo edilizio, tali da consentire la soluzione della
problematica;
-
fornisca,
nelle more dell’analisi della materia in ambito Conferenza Stato-Regioni, gli
opportuni indirizzi all’Assessore regionale all’Urbanistica ed ai Gruppi
politici e civici presenti in Consiglio regionale, rispetto all’approvazione
del nuovo Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR – licenziato dalla
Giunta regionale a marzo 2016 ed all’esame della VI Commissione permanente del
Consiglio regionale dal 29 settembre 2016), affinché il PTPR possa “rivisitare”
i vincoli esistenti nelle aree dove maggiore è/è stata l’incidenza
dell’abusivismo edilizio, con particolare riferimento al comprensorio dei
Castelli Romani, ulteriormente vincolato dalle limitazioni imposte dal Piano di
Assetto del Parco Regionale
Il motivo è
presto detto: le Regioni, come noto, non possono modificare una legge nazionale,
bensì sono in grado di attivare il Governo in seno alla Conferenza, per l’eventuale
successiva approvazione di norme di legge da parte del Parlamento. E poiché la
questione dell’abusivismo interessa (purtroppo e non da oggi) l’intera Nazione
(si veda, tra gli altri, il caso Licata in Sicilia, assurto con grande
risonanza alle cronache mediatiche), la Conferenza è lo strumento da attivare
(seguo i lavori della Conferenza e non mi risulta che l’argomento sia stato
trattato negli ultimi tempi).
In altri
termini: la questione va posta, per il tramite della Regione Lazio (e/o delle altre
Regioni interessate), a livello Governo centrale, unica sede deputata, qualora
sussista la volontà, all’adozione di soluzioni concrete e fattibili. Ed una
siffatta ipotesi, sia nella lettera della Comunità Montana che nella recente proposta
del Comitato ai Gruppi regionali, non c’è. Ovviamente il confronto ed il
dibattito, ad ogni livello di governo, è utile quantomeno ad evitare il
silenzio sulla scottante vicenda, ma se si vuole incidere concretamente ritengo
che questa sia la strada da seguire.
Pertanto,
qualora di interesse del Comitato e traendo spunto anche da una prospettata
riunione tra le Famiglie coinvolte, i preposti attori istituzionali e coloro
che si sono dimostrati vicini alla causa, confermo la mia disponibilità anche a
ragionare in questi termini, riservandomi di produrre nel corso dell’eventuale
riunione, o in altra sede, elementi di dettaglio al riguardo.
Cordiali saluti.
Giampiero
FONTANA
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