COMUNICATO STAMPA Roma, 22 febbraio 2017
GUARDIA
DI FINANZA. ROMA: ARRESTATI DUE IMPRENDITORI PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA. LA
LORO IMPRESA ERA SUB-APPALTATRICE DI ALCUNI LAVORI DELLA METRO C.
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I
militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, coordinati
dalla locale Procura della Repubblica, stanno eseguendo l’ordinanza di
applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Giudice
delle Indagini Preliminari del Tribunale di Roma nei confronti dei fratelli
Alberto e Federico DI VIRGILIO, imprenditori romani accusati di bancarotta
fraudolenta.
Le
indagini, svolte dal Nucleo Polizia Tributaria di Roma, hanno fatto luce sul
fallimento della CO.GE.DI SRL, società che ha avuto in sub-appalto alcuni
lavori per conto della METRO C S.p.A., incaricata della costruzione della linea
C della metropolitana della Capitale.
Le
attività investigative, condotte anche attraverso il minuzioso esame dei
movimenti bancari dei soggetti indagati e delle società loro riconducibili,
hanno fatto emergere – ricostruendo un quadro indiziario che il G.I.P. ha
definito “granitico” - una rilevante distrazione di utilità e beni societari,
per un ammontare complessivo di oltre
24 milioni di euro.
Le
somme distratte sono state utilizzate dai fratelli DI VIRGILIO per l’acquisto
di beni di lusso tra cui orologi, vini pregiati, viaggi alle Maldive, cene e
rinfreschi in noti ristoranti capitolini, ma anche per gite a Gardaland, abiti,
giocattoli, scarpe da ballo, elettrodomestici e abbonamenti pay-tv.
Peraltro,
dopo aver dissipato il patrimonio aziendale della CO.GE.DI in danno dei creditori,
gli indagati hanno continuato ad operare con disinvoltura nel medesimo settore
imprenditoriale dietro “schermi” societari riconducibili ad altri soggetti.
Inoltre, al
fine di ostacolare la ricostruzione del reale volume d’affari della fallita da
parte degli inquirenti, i fratelli DI VIRGILIO, rispettivamente Presidente del
C.d.A. e consigliere di Amministrazione, hanno, tra l’altro:
- falsificato i libri e
le scritture contabili, sottostimando nei bilanci le perdite – ed esponendo, in
un esercizio, addirittura utili inesistenti – al fine di ritardare il
manifestarsi della crisi aziendale;
- omesso di indicare in
bilancio gli esiti dell’intervenuta transazione con la METRO C SpA, con cui la
CO.GE.DI. ha accettato la riduzione di crediti vantati nei confronti della
prima da 8,5 milioni di euro ad appena 700.000 euro;
- effettuato numerosi
ed illeciti “aggiustamenti” contabili di rilevantissimo importo;
-
predisposto note illustrative assolutamente insufficienti
per consentire una corretta lettura dei bilanci.
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