E' TORNATO FONTANA " LO SPIEGONE " DEI FATTI DI GROTTAFERRATA
Lettera
aperta sui contenuti degli articoli del 7, 9 e 10 dicembre 2018 de “Il Mamilio”
(mercato
contadino di Grottaferrata).
In
merito ai contenuti degli articoli su richiamati, relativi allo svolgimento del
mercato contadino che ha luogo dall’autunno 2015 ogni domenica, a
Grottaferrata, in prossimità di Piazza De Gasperi, ritengo doveroso oltre che
opportuno, porre alcuni chiarimenti e precisazioni, considerato che tale
mercato fu avviato durante l’Amministrazione comunale che mi onoro di aver
presieduto in qualità di Sindaco.
Venendo
ai fatti, per come effettivamente si sono svolti, il 15 giugno 2015, con Delibera
di Consiglio comunale n. 29, fu istituito
il Mercato della Terra ed approvato il Relativo regolamento. Ciò, in coerenza con il Programma di Governo
della Città presentato alla Cittadinanza che prevedeva, al Punto 2 (“Progettualità organica a sostegno delle
attività produttive e commerciali”) l’incremento
delle giornate e/o delle occasioni per lo svolgimento di mercati, finalizzato a
creare ulteriori opportunità per il commercio a Grottaferrata.
La
Delibera stabiliva la possibilità di svolgere il mercato della terra nelle zone
di: 1) Piazza De Gasperi 2) Via Montesanto 3) Colle Sant’Antonio 4) Pratone 5)
Parco Borghetto, tutte le domeniche (dalle 8.30 alle 14.00) eccetto il periodo
della Fiera di Grottaferrata.
L’organizzazione
e la gestione del mercato competeva al Comitato
di gestione del mercato ed al Soggetto
gestore.
Il
Comitato di gestione, con sede presso la sede comunale, aveva funzioni
consultive e di controllo sul corretto svolgimento del mercato della terra. Doveva
essere costituito da due rappresentanti di associazioni di produttori agricoli
locali, nominate dal Sindaco, dal Dirigente del Servizio Attività Produttive (o
suo delegato) e dal Sindaco medesimo (o suo delegato). Alle riunioni del
Comitato, per raccordare e coordinare le attività del mercato, era prevista la
partecipazione di rappresentanti del Soggetto gestore.
Il
Soggetto gestore del mercato, individuato tramite procedure ad evidenza
pubblica (bando di gara), aveva diverse incombenze tra cui la redazione di un Piano operativo di gestione del mercato.
Con
successiva Delibera di Giunta n. 116 del
15 luglio 2015, venivano forniti gli indirizzi per attivare concretamente il
mercato della terra, demandando al
Dirigente comunale del Servizio Attività Produttive l’individuazione del soggetto cui affidarne la gestione, tramite
procedure ad evidenza pubblica, per due anni.
Con
ulteriore successiva Determina
dirigenziale n. 468 del 29 luglio 2015 veniva approvata la procedura aperta (bando di gara) per l’affidamento in
concessione del servizio di gestione del mercato riservato alla vendita diretta
da parte degli imprenditori agricoli. Contestualmente si approva lo schema
di domanda di partecipazione e lo schema di convenzione col soggetto gestore.
La
Determina fissava alle ore 12.00 del 24
agosto 2015 il termine ultimo per la
presentazione delle domande di partecipazione al bando di gara.
Infine,
con Determina dirigenziale n. 630 del 7
ottobre 2015, veniva approvata l’aggiudicazione
definitiva per la gestione in concessione del mercato della terra, individuando
il Soggetto gestore nell’Associazione Consorzio Agroalimentare di filiera corta
e dei mercati agricoli, con sede in Albano.
La Convenzione per regolare i rapporti tra l’Associazione
risultata affidataria del mercato ed il Comune di Grottaferrata è stata siglata
il 12 ottobre 2015. A seguire ha avuto inizio il mercato contadino domenicale.
La
proposta dei prodotti a km zero ha incontrato, da subito, il favore della
Cittadinanza (collezionando un elevata affluenza, con provenienze anche da Comuni
limitrofi a Grottaferrata, inclusa la città di Roma).ha fatto emergere alcune problematicità.
Tra queste, la necessità di dotare l’area destinata al mercato di un allaccio per
la fornitura di energia elettrica, indispensabile anche per la buona
conservazione di alcune tipologie di prodotti (specie caseari). L’Associazione
che gestisce il mercato ha ripetutamente chiesto al Comune di valutare i
possibili interventi per attivare tale allaccio ma, ad oggi, nulla è stato
fatto (ricordo, quale Sindaco e sino ad ottobre 2016, di aver più volte
sollecitato gli Assessori e gli uffici comunali competenti, purtroppo
inutilmente).
È
altrettanto ovvio che l’istituzione del mercato contadino abbia sollevato
qualche lamentela (poche per la verità, rispetto alla “tradizione”
grottaferratese), vuoi per l’inevitabile incremento di traffico nell’area
circostante il mercato, vuoi per presunte quote di commercio che, secondo i
“soliti noti” contestatori di professione, l’attività avrebbe sottratto alle
vendite locali – da notare che la domenica, a Grottaferrata, i negozi sono
praticamente tutti chiusi, salvo bar, pizzerie, chioschi per cibo da asporto e
ristoranti…). Lamentele che sono e restano retaggio di quel bieco ed ottuso
pseudo-protezionismo il quale, da sempre, contesta tutto ciò che ritiene
estraneo da sé (salvo poi, come detto, chiudere bottega nelle giornate festive
ed inveire contro chi lavora…).
Ciononostante,
il bilancio complessivo dell’istituzione del mercato contadino, è stato e resta
assolutamente positivo, al netto degli aspetti da perfezionare (tra questi,
oltre l’accennato allaccio per fornitura di elettricità, mi permetto di
evidenziare anche i prezzi di vendita che, a mio modesto parere, potrebbero e
dovrebbero essere un tantino calmierati, ferma restando la qualità dei prodotti
e quant’altro…).
Detto
questo, passiamo all’attualità.
La
Convenzione che regolava i rapporti
tra il Comune ed il soggetto gestore del mercato, scaduta il 12 ottobre 2017. Entro tale data gli uffici comunali
preposti non hanno predisposto, come avrebbe dovuto essere, un nuovo bando di
gara per il successivo affidamento della gestione del mercato contadino.
L’articolo 2 della medesima Convenzione prevedeva l’eventuale proroga per il tempo strettamente necessario a svolgere le procedure di
individuazione della nuova gestione del mercato contadino. Tale proroga è
stata formalizzata dalla Giunta in
carica con Delibera n. 59 del 1° dicembre 2017, in notevole ritardo rispetto all’avvenuta scadenza della Convenzione (50 giorni per l’esattezza, ma con
ingiustificabile e ancor più ampio ritardo, visto che la scadenza era nota sin
dall’ottobre 2015 e, pertanto, gli uffici comunali interessati avrebbero dovuto
predisporre anzitempo la nuova procedura di gara, cosi come il Sindaco e
l’Assessore al Commercio avrebbero dovuto e potuto fornire in anticipo le
indicazioni del caso a tali uffici, ma tant’é…).
Ma
non è tutto. Dal 1° dicembre 2017
nessuna nuova procedura ad evidenza pubblica è stata attivata per
l’affidamento della gestione del mercato contadino, contrariamente agli
indirizzi forniti agli uffici comunali con la citata Delibera n. 59. Il tutto è
andato avanti così, nella consueta indifferenza generale di Sindaco, Giunta e
Consiglieri comunali.
Il
soggetto gestore, correttamente e sin dal 13
novembre 2017 (prot. n. 40522), aveva intanto formalizzato al Comune la disponibilità a proseguire il servizio di
gestione in concessione del mercato contadino alle stesse condizioni del primo
biennio e sino all’espletamento del nuovo iter di assegnazione che avrebbe
dovuto essere attivato.
Pertanto
il mercato contadino è proseguito per oltre un anno dalla scadenza della
Convenzione originaria, senza che l’Amministrazione comunale provvedesse agli
adempimenti amministrativi dovuti. Poi, all’improvviso e secondo quanto appreso
dai Responsabili dell’Associazione Consorzio Agroalimentare, sembra che giovedì
6 dicembre 2018, con una “semplice” telefonata, qualcuno dal Comune avrebbe
contattato gli organizzatori del mercato per informarli che, con effetto
immediato, l’attività in programma la
successiva domenica 9 dicembre era sospesa.
Prescindendo
dalla considerazioni sui “metodi” utilizzati dal Comune per comunicare una
decisione, dopo oltre un anno di inadempienza, risalta l’assoluta mancanza di
considerazione, da parte dell’Amministrazione comunale, verso le aziende
agricole produttrici (ed i lavoratori coinvolti) che, con una telefonata a
neanche 48 ore dal consueto svolgimento del mercato, avrebbero dovuto sospendere
il lavoro programmato non si capisce bene per decisione di chi e per quali
motivi.
Il
resto è storia nota. Il mercato di domenica 9 dicembre si è comunque svolto e forti
sono state le polemiche sollevate dalla paventata ipotesi di chiusura,
accompagnate da una raccolta firme indirizzata al Sindaco contro tale evenienza.
L’Amministrazione comunale (Sindaco ed Assessore al Commercio in primis) come sempre trincerata nel
mutismo che la contraddistingue sin dall’insediamento, non ha commentato, fatta
eccezione per il Presidente del Consiglio comunale che, seppur in modo vago, ha
dichiarato di volersi spendere per il proseguimento del mercato, almeno per il
periodo delle Festività natalizie (peraltro, il Presidente del Consiglio
comunale, per il suo ruolo istituzionale e facendo parte della Giunta Fontana
che aveva approvato la citata Delibera n. 116/2015, era perfettamente a conoscenza
della situazione di stallo in atto dalla scadenza della Convenzione e, per
questo, avrebbe potuto, e dovuto, intervenire anzitempo con azioni concrete).
Al momento il
futuro del mercato contadino resta incerto e non
si sa neanche se lo stesso avrà luogo domenica prossima 16 dicembre, una situazione paradossale oltre che
censurabile sotto il profilo politico ed amministrativo.
Sulla
questione del mercato contadino è poi intervenuta l’Associazione Slow Food,
chiamata in causa in uno degli articoli di stampa dei giorni scorsi, rispetto
all’esperienza di mercato della terra che ebbe luogo a Grottaferrata durante la
Giunta Mori. Il Sig. Stefano Asaro di “Slow Food Frascati e Terre Tuscolane”, con
una nota pubblicata il 10 dicembre scorso (non smentita) imputa a non meglio
precisate “oscure e restrittive interpretazioni”
della gestione commissariale, che si
insediò a Grottaferrata dopo le dimissioni del Sindaco Mori (aprile 2013), “la scelta volontaria di Slow Food di
interrompere il mercato che si svolgeva a Grottaferrata, nella zona di Pratone”.
Fin qui nulla da dire, poiché non sono a conoscenza dei fatti.
Il
Sig. Asaro, ha inoltre dichiarato che la Giunta Fontana avrebbe assicurato a
Slow Food “le migliori condizioni per
riprendere l’attività” interrotta durante la Giunta Mori, aggiungendo che “inaspettatamente fu presentato e votato in
Consiglio comunale un progetto che richiamava nelle linee guida e nel nome il
nostro ‘Mercato della Terra’, ponendo
in atto un evidente uso di marchio registrato da Slow Food”. Lo stesso Asaro
soggiunge infine che “d’accordo con la
nostra Sede Nazionale, decidemmo di non intervenire legalmente poiché siamo una
associazione pacifica e i nostri obiettivi restano quelli di seminare cultura
alimentare, lasciando ad altri uno stile che non ci appartiene”.
Orbene,
prescindendo dalla (palese) querelle tra le due associazioni che si occupano
entrambe di mercati della terra (Slow Food di Frascati e l’Associazione
Consorzio Agroalimentare di Albano), ritengo necessario, a tutela del mio buon
nome e dell’Amministrazione comunale che ho rappresentato quale Sindaco, rettificare
le improvvide dichiarazioni del Sig. Asaro.
Come accennato, il Programma di Governo
presentato alla Città proponeva di incrementare le attività di mercato a Grottaferrata.
Per questo, su invito del Sindaco pro tempore di Monte Compatri, dopo la
proclamazione a Sindaco mi recai nel vicino Comune per assistere al mercato
della terra organizzato da Slow Food. Conobbi i responsabili del mercato (non
il Sig. Asaro, mai incontrato in quella fase) e con loro avviai i contatti per
valutare se vi fossero le condizioni per istituire un mercato della terra a
Grottaferrata.
Dopo diversi incontri e scambi di email
(ripeto, mai in presenza del Sig. Asaro), con il giusto coinvolgimento
dell’Assessore al Commercio in carica (oggi Consigliere comunale di minoranza),
si prese atto che “Slow Food Frascati e Terre Tuscolane”, tra le altre
questioni rappresentate, escludeva la possibilità di organizzare il mercato
della terra a Grottaferrata nella giornata di domenica, proponendo in
alternativa (se ricordo bene) la giornata del venerdì. La proposta di Slow Food
fu quindi ritenuta non percorribile (varie le ragioni, oltre l’esclusione della
domenica, tra cui il prevedibile impatto sulla viabilità e sui parcheggi nell’area
di Piazza De Gasperi, in caso di mercato in giornata feriale, oltre alla
prevedibile bassa affluenza di avventori, considerando che tutti i lunedì si
svolgeva già il consueto mercato settimanale di Grottaferrata).
Conseguentemente, si procedette, con la citata Delibera
di Consiglio n. 29/2015 e poi con quella di Giunta n. 116/2015, ad approvare
gli indirizzi per istituire un mercato della terra attraverso l’individuazione,
tramite procedura ad evidenza pubblica (bando di gara), di un soggetto gestore,
come poi avvenuto (quindi nella massima trasparenza e seguendo le previste procedure
tecnico-amministrative di legge, senza alcun plagio di progetti o marchi di
Slow Food o chicchessia).
Pertanto,
quanto dichiarato dal Sig. Asaro non risponde al vero e, soprattutto, appare
come un (maldestro) tentativo di gettare discredito sull’Amministrazione in
carica all’epoca. Per formazione ed etica professionale, anche politica, non avrei
mai consentito fossero fornite “assicurazioni” di alcun genere a terzi, come
dimostra la procedura seguita ed il bando di gara da cui è scaturito il
soggetto gestore dell’attuale mercato della terra. I riferimenti che il
Consiglio comunale, la Giunta e gli uffici comunali hanno seguito su tale
iniziativa, sono esclusivamente le leggi ed i regolamenti del settore. Come
detto, nessun progetto di soggetti terzi è stato mutuato né, tantomeno, vi è
stato alcun uso improprio di marchi registrati.
Slow
Food poteva presentare domanda di partecipazione al bando di gara ed
eventualmente impugnarne l’esito, cosa che invece non è accaduta (il sodalizio
non ha intentato azione legale per la sua connotazione “pacifica”, come afferma
il Sig. Asaro, bensì perché nessun progetto o marchio esclusivo erano stati
impropriamente utilizzati nelle procedure seguite dal Comune di Grottaferrata per
istituire il mercato contadino).
Ferma
restando la ricostruzione dei fatti che ho testé riepilogato a smentita delle
dichiarazioni del Sig. Asaro, e di cui mi assumo la piena responsabilità, mi
riservo comunque di valutare ogni ulteriore consentita azione a tutela del mio
buon nome e di tutta l’Amministrazione comunale che all’epoca rappresentavo,
invitando il Sig. Asaro, qualora voglia, ad un confronto pubblico in cui chiarire
ulteriormente i contorni della vicenda.
A
margine, e sempre per amore della verità, un’ultima precisazione: il Sig. Stefano Silvagni, impropriamente
(ed inopportunamente) chiamato in causa dal Sig Asaro, non ha mai preso parte
ai contatti ed agli incontri con Slow Food per il semplice motivo che, in quel
periodo, lo stesso Silvagni non ricopriva ancora l’Incarico Fiduciario del
Sindaco per i “marchi di qualita’ per prodotti agricoli ed alimentari
locali” (la nomina avvenne nel gennaio 2015). Questo a ulteriore dimostrazione
che le affermazioni del Sig. Asaro, con cui si ricostruiscono in modo distorto
e fuorviante i rapporti tra Slow Food e la Giunta Fontana, sono del tutto privi
di fondamento.
Concludo
stigmatizzando l’atteggiamento del Sig. Asaro e, nel contempo, ci tengo a
sottolineare che i rapporti con i responsabili locali dei mercati della terra
di Slow Food, che ho avuto il piacere di conoscere all’epoca, sono sempre stati
improntati al reciproco rispetto ed alla fattiva collaborazione, benché non si
sia riusciti a porre in essere, per cause indipendenti dalle reciproche volontà,
gli obiettivi prefissati.
Giampiero
FONTANA
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