venerdì 14 dicembre 2018

MERCATO CONTADINO A GROTTAFERRATA : E' ARRIVATA UNA LETTERA APERTA



 E' TORNATO FONTANA " LO SPIEGONE " DEI FATTI DI GROTTAFERRATA





Lettera aperta sui contenuti degli articoli del 7, 9 e 10 dicembre 2018 de “Il Mamilio” (mercato contadino di Grottaferrata).

In merito ai contenuti degli articoli su richiamati, relativi allo svolgimento del mercato contadino che ha luogo dall’autunno 2015 ogni domenica, a Grottaferrata, in prossimità di Piazza De Gasperi, ritengo doveroso oltre che opportuno, porre alcuni chiarimenti e precisazioni, considerato che tale mercato fu avviato durante l’Amministrazione comunale che mi onoro di aver presieduto in qualità di Sindaco.

Venendo ai fatti, per come effettivamente si sono svolti, il 15 giugno 2015, con Delibera di Consiglio comunale n. 29, fu istituito il Mercato della Terra ed approvato il Relativo regolamento. Ciò, in coerenza con il Programma di Governo della Città presentato alla Cittadinanza che prevedeva, al Punto 2 (“Progettualità organica a sostegno delle attività produttive e commerciali”) l’incremento delle giornate e/o delle occasioni per lo svolgimento di mercati, finalizzato a creare ulteriori opportunità per il commercio a Grottaferrata.

La Delibera stabiliva la possibilità di svolgere il mercato della terra nelle zone di: 1) Piazza De Gasperi 2) Via Montesanto 3) Colle Sant’Antonio 4) Pratone 5) Parco Borghetto, tutte le domeniche (dalle 8.30 alle 14.00) eccetto il periodo della Fiera di Grottaferrata.
L’organizzazione e la gestione del mercato competeva al Comitato di gestione del mercato ed al Soggetto gestore.
Il Comitato di gestione, con sede presso la sede comunale, aveva funzioni consultive e di controllo sul corretto svolgimento del mercato della terra. Doveva essere costituito da due rappresentanti di associazioni di produttori agricoli locali, nominate dal Sindaco, dal Dirigente del Servizio Attività Produttive (o suo delegato) e dal Sindaco medesimo (o suo delegato). Alle riunioni del Comitato, per raccordare e coordinare le attività del mercato, era prevista la partecipazione di rappresentanti del Soggetto gestore.
Il Soggetto gestore del mercato, individuato tramite procedure ad evidenza pubblica (bando di gara), aveva diverse incombenze tra cui la redazione di un Piano operativo di gestione del mercato.

Con successiva Delibera di Giunta n. 116 del 15 luglio 2015, venivano forniti gli indirizzi per attivare concretamente il mercato della terra, demandando al Dirigente comunale del Servizio Attività Produttive l’individuazione del soggetto cui affidarne la gestione, tramite procedure ad evidenza pubblica, per due anni.

Con ulteriore successiva Determina dirigenziale n. 468 del 29 luglio 2015 veniva approvata la procedura aperta (bando di gara) per l’affidamento in concessione del servizio di gestione del mercato riservato alla vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli. Contestualmente si approva lo schema di domanda di partecipazione e lo schema di convenzione col soggetto gestore.
La Determina fissava alle ore 12.00 del 24 agosto 2015 il termine ultimo per la presentazione delle domande di partecipazione al bando di gara.

Infine, con Determina dirigenziale n. 630 del 7 ottobre 2015, veniva approvata l’aggiudicazione definitiva per la gestione in concessione del mercato della terra, individuando il Soggetto gestore nell’Associazione Consorzio Agroalimentare di filiera corta e dei mercati agricoli, con sede in Albano.

La Convenzione per regolare i rapporti tra l’Associazione risultata affidataria del mercato ed il Comune di Grottaferrata è stata siglata il 12 ottobre 2015. A seguire ha avuto inizio il mercato contadino domenicale.

La proposta dei prodotti a km zero ha incontrato, da subito, il favore della Cittadinanza (collezionando un elevata affluenza, con provenienze anche da Comuni limitrofi a Grottaferrata, inclusa la città di Roma).ha fatto emergere alcune problematicità. Tra queste, la necessità di dotare l’area destinata al mercato di un allaccio per la fornitura di energia elettrica, indispensabile anche per la buona conservazione di alcune tipologie di prodotti (specie caseari). L’Associazione che gestisce il mercato ha ripetutamente chiesto al Comune di valutare i possibili interventi per attivare tale allaccio ma, ad oggi, nulla è stato fatto (ricordo, quale Sindaco e sino ad ottobre 2016, di aver più volte sollecitato gli Assessori e gli uffici comunali competenti, purtroppo inutilmente).

È altrettanto ovvio che l’istituzione del mercato contadino abbia sollevato qualche lamentela (poche per la verità, rispetto alla “tradizione” grottaferratese), vuoi per l’inevitabile incremento di traffico nell’area circostante il mercato, vuoi per presunte quote di commercio che, secondo i “soliti noti” contestatori di professione, l’attività avrebbe sottratto alle vendite locali – da notare che la domenica, a Grottaferrata, i negozi sono praticamente tutti chiusi, salvo bar, pizzerie, chioschi per cibo da asporto e ristoranti…). Lamentele che sono e restano retaggio di quel bieco ed ottuso pseudo-protezionismo il quale, da sempre, contesta tutto ciò che ritiene estraneo da sé (salvo poi, come detto, chiudere bottega nelle giornate festive ed inveire contro chi lavora…).

Ciononostante, il bilancio complessivo dell’istituzione del mercato contadino, è stato e resta assolutamente positivo, al netto degli aspetti da perfezionare (tra questi, oltre l’accennato allaccio per fornitura di elettricità, mi permetto di evidenziare anche i prezzi di vendita che, a mio modesto parere, potrebbero e dovrebbero essere un tantino calmierati, ferma restando la qualità dei prodotti e quant’altro…).

Detto questo, passiamo all’attualità.

La Convenzione che regolava i rapporti tra il Comune ed il soggetto gestore del mercato, scaduta il 12 ottobre 2017. Entro tale data gli uffici comunali preposti non hanno predisposto, come avrebbe dovuto essere, un nuovo bando di gara per il successivo affidamento della gestione del mercato contadino.

L’articolo 2 della medesima Convenzione prevedeva l’eventuale proroga per il tempo strettamente necessario a svolgere le procedure di individuazione della nuova gestione del mercato contadino. Tale proroga è stata formalizzata dalla Giunta in carica con Delibera n. 59 del 1° dicembre 2017, in notevole ritardo rispetto all’avvenuta scadenza della Convenzione (50 giorni per l’esattezza, ma con ingiustificabile e ancor più ampio ritardo, visto che la scadenza era nota sin dall’ottobre 2015 e, pertanto, gli uffici comunali interessati avrebbero dovuto predisporre anzitempo la nuova procedura di gara, cosi come il Sindaco e l’Assessore al Commercio avrebbero dovuto e potuto fornire in anticipo le indicazioni del caso a tali uffici, ma tant’é…).

Ma non è tutto. Dal 1° dicembre 2017 nessuna nuova procedura ad evidenza pubblica è stata attivata per l’affidamento della gestione del mercato contadino, contrariamente agli indirizzi forniti agli uffici comunali con la citata Delibera n. 59. Il tutto è andato avanti così, nella consueta indifferenza generale di Sindaco, Giunta e Consiglieri comunali.
Il soggetto gestore, correttamente e sin dal 13 novembre 2017 (prot. n. 40522), aveva intanto formalizzato al Comune la disponibilità a proseguire il servizio di gestione in concessione del mercato contadino alle stesse condizioni del primo biennio e sino all’espletamento del nuovo iter di assegnazione che avrebbe dovuto essere attivato.

Pertanto il mercato contadino è proseguito per oltre un anno dalla scadenza della Convenzione originaria, senza che l’Amministrazione comunale provvedesse agli adempimenti amministrativi dovuti. Poi, all’improvviso e secondo quanto appreso dai Responsabili dell’Associazione Consorzio Agroalimentare, sembra che giovedì 6 dicembre 2018, con una “semplice” telefonata, qualcuno dal Comune avrebbe contattato gli organizzatori del mercato per informarli che, con effetto immediato, l’attività in programma la successiva domenica 9 dicembre era sospesa.

Prescindendo dalla considerazioni sui “metodi” utilizzati dal Comune per comunicare una decisione, dopo oltre un anno di inadempienza, risalta l’assoluta mancanza di considerazione, da parte dell’Amministrazione comunale, verso le aziende agricole produttrici (ed i lavoratori coinvolti) che, con una telefonata a neanche 48 ore dal consueto svolgimento del mercato, avrebbero dovuto sospendere il lavoro programmato non si capisce bene per decisione di chi e per quali motivi.

Il resto è storia nota. Il mercato di domenica 9 dicembre si è comunque svolto e forti sono state le polemiche sollevate dalla paventata ipotesi di chiusura, accompagnate da una raccolta firme indirizzata al Sindaco contro tale evenienza. L’Amministrazione comunale (Sindaco ed Assessore al Commercio in primis) come sempre trincerata nel mutismo che la contraddistingue sin dall’insediamento, non ha commentato, fatta eccezione per il Presidente del Consiglio comunale che, seppur in modo vago, ha dichiarato di volersi spendere per il proseguimento del mercato, almeno per il periodo delle Festività natalizie (peraltro, il Presidente del Consiglio comunale, per il suo ruolo istituzionale e facendo parte della Giunta Fontana che aveva approvato la citata Delibera n. 116/2015, era perfettamente a conoscenza della situazione di stallo in atto dalla scadenza della Convenzione e, per questo, avrebbe potuto, e dovuto, intervenire anzitempo con azioni concrete).

Al momento il futuro del mercato contadino resta incerto e non si sa neanche se lo stesso avrà luogo domenica prossima 16 dicembre, una situazione paradossale oltre che censurabile sotto il profilo politico ed amministrativo.

Sulla questione del mercato contadino è poi intervenuta l’Associazione Slow Food, chiamata in causa in uno degli articoli di stampa dei giorni scorsi, rispetto all’esperienza di mercato della terra che ebbe luogo a Grottaferrata durante la Giunta Mori. Il Sig. Stefano Asaro di “Slow Food Frascati e Terre Tuscolane”, con una nota pubblicata il 10 dicembre scorso (non smentita) imputa a non meglio precisate “oscure e restrittive interpretazioni” della  gestione commissariale, che si insediò a Grottaferrata dopo le dimissioni del Sindaco Mori (aprile 2013), “la scelta volontaria di Slow Food di interrompere il mercato che si svolgeva a Grottaferrata, nella zona di Pratone”. Fin qui nulla da dire, poiché non sono a conoscenza dei fatti.

Il Sig. Asaro, ha inoltre dichiarato che la Giunta Fontana avrebbe assicurato a Slow Food “le migliori condizioni per riprendere l’attivitàinterrotta durante la Giunta Mori, aggiungendo cheinaspettatamente fu presentato e votato in Consiglio comunale un progetto che richiamava nelle linee guida e nel nome il nostro ‘Mercato della Terra’, ponendo in atto un evidente uso di marchio registrato da Slow Food”. Lo stesso Asaro soggiunge infine che “d’accordo con la nostra Sede Nazionale, decidemmo di non intervenire legalmente poiché siamo una associazione pacifica e i nostri obiettivi restano quelli di seminare cultura alimentare, lasciando ad altri uno stile che non ci appartiene”.

Orbene, prescindendo dalla (palese) querelle tra le due associazioni che si occupano entrambe di mercati della terra (Slow Food di Frascati e l’Associazione Consorzio Agroalimentare di Albano), ritengo necessario, a tutela del mio buon nome e dell’Amministrazione comunale che ho rappresentato quale Sindaco, rettificare le improvvide dichiarazioni del Sig. Asaro.

Come accennato, il Programma di Governo presentato alla Città proponeva di incrementare le attività di mercato a Grottaferrata. Per questo, su invito del Sindaco pro tempore di Monte Compatri, dopo la proclamazione a Sindaco mi recai nel vicino Comune per assistere al mercato della terra organizzato da Slow Food. Conobbi i responsabili del mercato (non il Sig. Asaro, mai incontrato in quella fase) e con loro avviai i contatti per valutare se vi fossero le condizioni per istituire un mercato della terra a Grottaferrata.

Dopo diversi incontri e scambi di email (ripeto, mai in presenza del Sig. Asaro), con il giusto coinvolgimento dell’Assessore al Commercio in carica (oggi Consigliere comunale di minoranza), si prese atto che “Slow Food Frascati e Terre Tuscolane”, tra le altre questioni rappresentate, escludeva la possibilità di organizzare il mercato della terra a Grottaferrata nella giornata di domenica, proponendo in alternativa (se ricordo bene) la giornata del venerdì. La proposta di Slow Food fu quindi ritenuta non percorribile (varie le ragioni, oltre l’esclusione della domenica, tra cui il prevedibile impatto sulla viabilità e sui parcheggi nell’area di Piazza De Gasperi, in caso di mercato in giornata feriale, oltre alla prevedibile bassa affluenza di avventori, considerando che tutti i lunedì si svolgeva già il consueto mercato settimanale di Grottaferrata).

Conseguentemente, si procedette, con la citata Delibera di Consiglio n. 29/2015 e poi con quella di Giunta n. 116/2015, ad approvare gli indirizzi per istituire un mercato della terra attraverso l’individuazione, tramite procedura ad evidenza pubblica (bando di gara), di un soggetto gestore, come poi avvenuto (quindi nella massima trasparenza e seguendo le previste procedure tecnico-amministrative di legge, senza alcun plagio di progetti o marchi di Slow Food o chicchessia).

Pertanto, quanto dichiarato dal Sig. Asaro non risponde al vero e, soprattutto, appare come un (maldestro) tentativo di gettare discredito sull’Amministrazione in carica all’epoca. Per formazione ed etica professionale, anche politica, non avrei mai consentito fossero fornite “assicurazioni” di alcun genere a terzi, come dimostra la procedura seguita ed il bando di gara da cui è scaturito il soggetto gestore dell’attuale mercato della terra. I riferimenti che il Consiglio comunale, la Giunta e gli uffici comunali hanno seguito su tale iniziativa, sono esclusivamente le leggi ed i regolamenti del settore. Come detto, nessun progetto di soggetti terzi è stato mutuato né, tantomeno, vi è stato alcun uso improprio di marchi registrati.

Slow Food poteva presentare domanda di partecipazione al bando di gara ed eventualmente impugnarne l’esito, cosa che invece non è accaduta (il sodalizio non ha intentato azione legale per la sua connotazione “pacifica”, come afferma il Sig. Asaro, bensì perché nessun progetto o marchio esclusivo erano stati impropriamente utilizzati nelle procedure seguite dal Comune di Grottaferrata per istituire il mercato contadino).

Ferma restando la ricostruzione dei fatti che ho testé riepilogato a smentita delle dichiarazioni del Sig. Asaro, e di cui mi assumo la piena responsabilità, mi riservo comunque di valutare ogni ulteriore consentita azione a tutela del mio buon nome e di tutta l’Amministrazione comunale che all’epoca rappresentavo, invitando il Sig. Asaro, qualora voglia, ad un confronto pubblico in cui chiarire ulteriormente i contorni della vicenda.

A margine, e sempre per amore della verità, un’ultima precisazione: il Sig. Stefano Silvagni, impropriamente (ed inopportunamente) chiamato in causa dal Sig Asaro, non ha mai preso parte ai contatti ed agli incontri con Slow Food per il semplice motivo che, in quel periodo, lo stesso Silvagni non ricopriva ancora l’Incarico Fiduciario del Sindaco per i “marchi di qualita’ per prodotti agricoli ed alimentari locali” (la nomina avvenne nel gennaio 2015). Questo a ulteriore dimostrazione che le affermazioni del Sig. Asaro, con cui si ricostruiscono in modo distorto e fuorviante i rapporti tra Slow Food e la Giunta Fontana, sono del tutto privi di fondamento.

Concludo stigmatizzando l’atteggiamento del Sig. Asaro e, nel contempo, ci tengo a sottolineare che i rapporti con i responsabili locali dei mercati della terra di Slow Food, che ho avuto il piacere di conoscere all’epoca, sono sempre stati improntati al reciproco rispetto ed alla fattiva collaborazione, benché non si sia riusciti a porre in essere, per cause indipendenti dalle reciproche volontà, gli obiettivi prefissati.

                                                                                                       Giampiero FONTANA



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